Guida allo Spyder 2 + Tripod Mounter con Colorimetro HCFR

stazzatleta ha detto:
…rimane il dubbio però di come impostare il diaframma per la calibrazione.
Bisogna distingue fra "Iris dinamico", quello che si chiude solo con scene scure, e l'Iris variabile, che permette diverse impostazioni fisse e di fatto cala il flusso flusso luminoso sempre.

Il primo non va proprio attivato durante la calibrazione, il secondo, se c'è, va impostato sul valore che si intende utilizzare durante la visione.


Ciao.
 
@nordata
Qualcosina cambia sicuramente nei quattro "modi" possibili del mio VPR , ma direi non in misura eclatante.
Sono daccordo che la modalita' della lampada influisca , come le ore che ha alle spalle.
Pero' normalmente poi uno sceglie una modalita' di visione per cui meglio ottimizzare quella.

Ciao
 
Girmi ha detto:
In realtà no, ma c'è poco da fare se si vuole usare l'iris dinamico.
L'iris, quando interviene, porta ad una condizione diversa di contrasto, dinamica e di spostamento della temperatura colore che non è la stessa che si ha ad iris inattivo, aperto.

perchè un diaframma meccanico posto a valle del processo, dovrebbe influire sulla temperatura colore? Mi aspetterei la stessa forma dell'emissione spettrale a prescindere dall'apertura.
 
Ciao a tutti,

ieri notte mentre taravo il TW500, mia moglie ha acceso la lucetta della kappa in cucina,ho continuato la calibrazione e
subito dopo l'ho rifatta (con gli stessi parametri)...
i valori del gamma erano diversi, quella piccola luce (25Watt) aveva influenzato il grafico.

Si dovrebbe dedurre che anche l'iris, con i suoi interventi, determini condizioni via via diverse.

Cmq tra prima e dopo la taratura il TW500 è letteralmente rinato, sembra un proiettore nuovo,sono veramente soddisfatto.:D

Tutto ha un altra "dimensione" ed è estremamente "godibile"
(nei limiti del VPR).

Speriamo porti bene per le tre partite di coppa....

Siete un "gruppo" incredibile!!! Grazie di tutto a tutti:)

Rudy
 
Ultima modifica:
Su questa questione Girmi era già intervenuto quando, come ho scritto prima, avevo proposto di fare la misura dei valori RGB alle basse luci con diaframma tutto aperto in modo da ovviare un po' alla poca sensibilità delle sonde ottendndo una lettura più credibile, sostenendo appunto che l'intervento di un diaframma o iris meccanico non dovrebbne influire sulla componente spettrale della luce, ma solo solo sulla "quantità", i tre colori dovrebbero esserre attenuati o meno tutti alla stesso modo, in pratica è solo un foro più o meno grande.

Lui non era d'accordo, ma il dubbio mi è rimasto.

In fotogtafia variano contrasto, nitidezza, aberrazioni dell'obiettivo, può variare anche la resa cromatica della foto, ma questo con le pellicole, per questioni legate alle stesse (sottoesponendo leggermente una dia si ottiene un'immagine più satura, tutti quelli che fanno foto lo sanno e utilizzano il trucco), ma nel nostro caso mi rimangono dei dubbi.

Ciao
 
rudy ha detto:
Si dovrebbe dedurre che anche l'iris, con i suoi intervanti, determini condizioni via via diverse.

Questa è una cosa diversa, nel senso che tu hai aggiunto una luce che ha le sue proprietà e che impatta direttamente sul telo. Nel caso dell'Iris dinamico hai un diaframma meccanico che va "semplicemente" a diminuire la luce che arriva alle matrici.
 
Luciano Merighi ha detto:
perchè un diaframma meccanico posto a valle del processo, dovrebbe influire sulla temperatura colore? Mi aspetterei la stessa forma dell'emissione spettrale a prescindere dall'apertura.

Concordo, ed almeno per iniziare a valutare le cose l'ho dato, per ora, come assunto.
 
ciuchino ha detto:
Il gamma e' un andamento ed entrano in gioco diversi parametri e formule matematiche "complesse" , non e' una sola lettura.

E' vero ma senza le basi precise di queste cose mi viene difficile ragionare in questo modo.

Per ora ho cercato di astrarre, aggiungendo assunti che mi sembravano sensati, per poter dare una sgrossata di massima al problema.
Poi non è che sia importante la formula, ma sono le devianze fra una situazione e l'altra ed in particolare se vi può essere una correlazione o sono completamente diverse.

Sono partito dal presupposto (macroscopico) che la luminosità letta da HCFR = ingresso ^ gamma.
Dove il dato certo (si fa per dire con le nostre sondine ;) ) è la luminosità letta.
A questo punto l'ingresso è una deduzione della "radice gamma" dell'ingresso.

Ma dato che HCFR non può sapere quale sia l'ingresso reale (perché non lo misura) può fare alcune scelte:
  • Decidere che l'ingresso ha un valore fisso in base alla posizione % nella scala dei grigi
  • Decidere che l'ingresso aumenterà in modo predefinito ed in base al primo calcolo del valore di ingresso
  • Decidere che l'ingresso aumenterà in modo predefinito ed in base all'ultimo calcolo del valore di ingresso

In tutti e tre i casi adatterà il valore del gamma per far tornare i conti e questo valore di gamma è quello che disegna nel grafico.

Il primo caso, che sarebbe il più semplice per le nostre valutazioni, non mi sembra quello usato, altrimenti chi ha gamma=2.2 al 90% avrà sempre luminosità costante. Visti i risultati delle misurazioni di luminosità completamente diversi con gamma regolare non mi sembra il nostro caso.
Ma se fosse questo sarebbe quasi bello ;)

Gli altri due casi mi sembrano i più probabili, ma usando l'ultimo avremmo un gamma identico per alte e medie luci (almeno finché non entra in funzione l'iris) ed un suo abbassamento quando entra in funzione l'iris.
Nel caso però sia calcolato sul primo valore allora le due curve non hanno nulla in comune perché cambiando il primo valore di ingresso lui calcola tutti gli altri su parametri diversi.
Quindi tarare con l'ultima opzione non ci da info su quello che succede fra iris attivo e non.
 
@Riker

Penso che...
in valore assoluto si dovrebbe trattare di una variazione
della condizione di taratura e lo Spyder2+HCFR l'hanno "vista".

Sicuramente l'iris ha altre funzioni ed altri "modi" di intervanto
rispetto ad una piccola lampada accesa...involontariamente.:)

Ciao

Rudy
 
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Luciano Merighi ha detto:
perchè un diaframma meccanico posto a valle del processo, dovrebbe influire sulla temperatura colore? Mi aspetterei la stessa forma dell'emissione spettrale a prescindere dall'apertura.
I motivi possono essere tanti, le lampade non hanno lo stesso comportamento in modalità low o full, le stesse ottiche possono avere comportamenti diversi a luminosità diverse, gli stessi filtri e pannelli, ecc….
Ovviamente non è che parliamo di stravolgimenti, nelle normali condizioni d'uso, mi riferisco all'entità dell'intervento di un iris dinamica, probabilmente non si nota neanche ad occhio.
Ciò non dimeno, se ti metti a fare delle misure le differenze ci sono.

Ho fatto qualche test veloce sul portatile impostandolo alla massima luminosità, ca. 250 cd/mq, ed alla minima, ca. 15 cd/mq.
Tieni presente che in questa condizione non è possibile simulare l'ulteriore apporto dato dall'ottica e dal telo.
Ho provato sia col profilo di calibrazione (nel suo piccolo il monitor è molto lineare fino a circa il 5%) ma anche impostando un profilo assolutamente inadatto, di fatto scalibrando tutto.

Qui scarichi i 4 documenti di HCFR.

Se guardi soprattutto la temperatura colore o i livelli sotto al 30%, vedi come cambiano, anche i Near Black.
Nella prova col monitor scalibrato le differenze sono anche maggiori.
Tieni presente che ho ampliato il range delle scale per visualizzarne tutti i valori.
Se riporti i grafici ai normali valori le differenze si evidenziano maggiormente.

Va anche detto che questa è un a prova estrema.
Se non ho sbagliato i conti, fra 250 cd/mq e 16 cd/mq ci sono, fotograficamente parlando, ben 4 diaframmi, mentre da quanto vedo l'Irisi dinamico non dovrebbe togliere più di un paio di diaframmi nella peggiore delle ipotesi.

Ciao.
 
nordata ha detto:
sostenendo appunto che l'intervento di un diaframma o iris meccanico non dovrebbne influire sulla componente spettrale della luce,
Lo spettro è probabilmente il valore meno influito dalla chiusura del diaframma, sempre che i trattamenti antiriflesso delle ottiche si comportino linearmente al calare della luminosità, ma in ogni modo non è possibile fare una calibrazione affidabile con l'iris dinamico attivo.

Avevo già postato questa animazione della differenza fra una lettura con e senza iris dinamico attivo.
La curva è del rosso ma l'andamento è uguale per gli altri colori.



Se io andassi a calibrare una scala dei grigi leggendola ad iris dinamico chiuso, mi troverei nell'uso normale tutti i colori composti da una o due delle componenti a livello basso e l'altra a livello alto, ad esempio un RGB 15-15-190, scalibrati.

Questo perché la curva che ho impostato per il grigio, quindi su tutte e tre le componenti colore, rimarrà tale anche quando solo una delle compenenti ha un valore basso.

Fra i due compromessi, starare molti colori perché si è fatta una calibrazione con l'iris dinamico attivo, o starare la gamma bassa delle scene scure quando si attiva l'iris dinamico, personalmente preferisco la seconda.

Ciao.
 
Riker ha detto:
Il primo caso, che sarebbe il più semplice per le nostre valutazioni, non mi sembra quello usato, altrimenti chi ha gamma=2.2 al 90% avrà sempre luminosità costante.
Il discorso sul gamma è molto complesso e purtroppo non ho tutto il tempo necessario ora per sviscerarlo, ma in sintesi col valore del gamma si indica solo l'esponente della funzione di trasferimento del segnale.
Questo è un dato fisso, 2, 2.2, 2.5 ecc…, e genera una curva iperbolica costante, ponendo l'origine in basso a sx.

Personalmente non credo sia corretto visualizzare le variazioni delle curve dei livelli come variazione dell'esponente del gamma. Come se ogni punto misurato venisse visto come appartenente ad una diversa funzione di trasferimento.
Secondo me sarebbe molto più chiaro indicare gli scostamenti in valori RGB, dato che si tratta di livelli RGB.

In pratica se: dato un gamma di 2.2 sui grigi, che è generato dal gamma dei singoli canali, mi trovassi un valore in output del rosso a 180 a fronte di un valore di 170 in input, a me fa più comodo sapere che devo abbassare il rosso dal 180 al 170 piuttosto che saper che quel rosso esce con un gamma 1,9 e dover fare calcoli astrusi per definire la correzzione necessaria.

Ciao.
 
Girmi ha detto:
I motivi possono essere tanti, le lampade non hanno lo stesso comportamento in modalità low o full, le stesse ottiche possono avere comportamenti diversi a luminosità diverse, gli stessi filtri e pannelli, ecc….

Ciao.

do per scontato che le lampade siano mantenute alla stessa luminosità, deve variare solo il diaframma meccanico, altrimenti è certo che i comportamenti saranno diversi.
L'influenza dell'ottica, per i nostri fini credo sia trascurabile, le aberrazioni saranno presenti a qualsiasi intensità.

Non ho capito bene come hai usato il portatile, hai simulato le diverse aperture del diaframma variando la luminosità dello schermo LCD?
Se così fosse ricadremmo nel caso della variazione di intensità della lampada, che non è il variare dell'iris.

Credo vada considerato inoltre, che le sonde hanno purtroppo variazioni di risposta alle diverse intensità e che quindi le eventuali differenze fra misure fatte a diaframma aperto o chiuso, risentano anche di questo.
 
Luciano Merighi ha detto:
…, hai simulato le diverse aperture del diaframma variando la luminosità dello schermo LCD?
Ovviamente col portatile posso solo abbassare la luminosità, in questo la simulazione è più simile alla variazione della luminosità della lampada.
Nel mio vp ho solo l'iris dinamico e non quello variabile, quindi non posso fare lo stesso test col vp.
Ma se qualcuno ha un vp con iris variabile può provare.

Credo vada considerato inoltre, che le sonde hanno purtroppo variazioni di risposta alle diverse intensità…
Ho usato l'i1 Pro e comunque il nero del test a 16cd è a 0.13 cd/mq.
Un valore di tutta tranquillità sia per l'i1 Pro che per il DTP94.
Per lo Spyder non so.


Ciao.
 
Girmi ha detto:
Questo è un dato fisso, 2, 2.2, 2.5 ecc…, e genera una curva iperbolica costante, ponendo l'origine in basso a sx.

Se questo è vero, e quindi è la chiave di lettura, allora le misurazioni vanno fatte con iris attivato (della scala dei grigi) perchè le due curve iperboliche (partendo da due basi diverse, tramite luminosità diversa di partenza dovuta a iris attivo o meno) sono fra loro disgiunte e non hanno nessun punto in comune.
Quindi senza iris attivo creo una curva del gamma che non ha nulla a che fare con quella che si genererebbe senza iris.

Bisognerebbe far fare una prova a chi ha l'iris dinamico, correggere il gamma con iris attivo e misurare, poi correggere con iris stoppato e rimisurare.

Girmi ha detto:
sapere che devo abbassare il rosso dal 180 al 170 piuttosto che saper che quel rosso esce con un gamma 1,9 e dover fare calcoli astrusi per definire la correzzione necessaria.

Questo, per chi ha i controlli di RGB per il gamma, in effetti sarebbe una gran bella comodità.
 
Riker ha detto:
Se questo è vero, e quindi è la chiave di lettura, allora le misurazioni vanno fatte con iris attivato (della scala dei grigi)
Riker, ragiona un secondo.
Come sono composti i grigi in un sistema come un display o un vp?
E i colori?

Poi rileggi qui:
http://www.avmagazine.it/forum/showpost.php?p=1329021&postcount=466.

Oppure fai la prova a settare il gamma con l'iris, poi misura la saturazione dei complementari, una ventina di step, col PC.

Questo, per chi ha i controlli di RGB per il gamma
Credo siano la maggior parte.


Ciao.
 
Girmi ha detto:
Riker, ragiona un secondo.

Forse non ci capiamo (perché probabilmente mi esprimo male io).

Quello che tu mi dici (l'importanza delle componenti primarie sul grafico RGB del gamma) mi è chiaro.

Quello che sto cercando di fare/capire io è astrarre leggermente il problema per rispondere ad un quesito preciso: se io vario la luminosità alle basse luci tramite iris (tralasciando un secondo come è fatta internamente la funzione ma guardando i suoi macro-aspetti) questa variazione mi si ripercuote su tutto il grafico del gamma riportato da HCFR o no?
Questo, matematicamente, dipende da cosa è legata la funzione.
E sto cercando questo razionale matematico di partenza.

Se questa è legata, come dicevi prima, al punto di partenza allora si deve tarare con iris attivo altrimenti la curva del gamma senza iris non centra nulla con quella con iris attivato.

Se questa è legata a parametri fissi o non dipendenti dall'iris attivo (quindi non dipendente dal punto di origine) allora si può tarare con iris disattivo perché l'unica parte del gamma che varierà (dopo la taratura e riattivando l'iris) è solo quella alle basse luci ma non quella alle medie/alte.
 
Riker ha detto:
se io vario la luminosità alle basse luci tramite iris (tralasciando un secondo come è fatta internamente la funzione ma guardando i suoi macro-aspetti) questa variazione mi si ripercuote su tutto il grafico del gamma riportato da HCFR o no?
Certo che si ripercuote.
Se pensi alla curva della luminosità di riferimento in HCFR, che è poi quella del gamma, e supponendo che tu abbia un gamma perfettamente coincidente col riferimento con l'iris dinamico disattivo, se non tocchi nulla ed attivi solo l'iris, la curva del gamma presenterà un abbassamento nell'estremo inferiore, a partire dal livello di luminosità al quale parte dell'iris.

Una cosa tipo questa:

Il particolare si riferisce solo all'ultima parte del gamma.

In questa situazione. se cerchi di lavorare sulle basse luci, per correggerle, fai solo dei danni.
La luminosità non è un valore a sé ma è un dato derivato dalla somma della luminosità delle singole componenti colore. Lavorare sulle basse luci dei grigi significa modificare contemporaneamente tutte e tre le basse luci dei singoli canali.

Solo che la luminosità dei singoli canali, una volta modificata rimane modificata sempre, anche quando l'iris non parte, anche quando una scena ha solo alcune parti scure, insufficienti a far partire l'iris.
Ma soprattutto anche quando un colore è composto da uno dei primari scuro e dagli altri chiari.

…allora si può tarare con iris disattivo perché l'unica parte del gamma che varierà (dopo la taratura e riattivando l'iris) è solo quella alle basse luci ma non quella alle medie/alte.
Non è esatto. Quello che varierà è l'intero gamma e la colorimetria in generale, ma solo nelle scene nelle quali parte l'iris. Negli esempi che ho linkato sopra, il gamma medio sale di qualche decimo di punto quando la luminosità totale cala.

Ma quando c'è una scena nella quale ci sono zone molto chiare e zone molto scure e l'iris non parte, quei neri saranno perfettamente allineati rispetto al resto.


Ciao.
 
Ultima modifica:
Girmi ha detto:
coincidente col riferimento con l'iris dinamico disattivo, se non tocchi nulla ed attivi solo l'iris, la curva del gamma del gamma presenterà un abbassamento nell'estremo inferiore, a partire dal livello di luminosità al quale parte dell'iris.

E' questo il punto su cui cerco risposte.
Se ciò che dici è corretto (ed è legato a quanto dicevo sopra), ossia che varia solo la parte bassa e non il resto della curva, allora è vero che bisogna tarare ad iris disattivo (sperando che quando è disattivo sia tutto aperto ;) ).

Se quanto dici sopra non fosse così (ma io concordo con quanto dici, ne cercavo solo i razionali su cui basare tale affermazione) allora non è vero che si deve tarare con iris disattivo.

Girmi ha detto:
Non è esatto. Quello che varierà è l'intero gamma e la colorimetria in generale, ma solo nelle scene nelle quali parte l'iris. Negli esempi che ho linkato sopra, il gamma medio sale di qualche decimo di punto quando la luminosità totale cala.

Ok per il gamma medio, ma del resto quello è la media di tutti gli step.
L'importante è che non vari il gamma per gli step successivi alla completa apertura dell'iris.
 
Diro' una stupidita ma secondo me e' difficile assimilare i patterns statici che usiamo per tarare a cosa poi l'iris dinamico interpreta in una scena di un film.
Non so' AF quando fa' le prove ogni tanto l'iris dinamico lo deve disabilitare ... perche' "ingannato dai patterns".
Il prossimo VPR col piffero che lo compro con l'iris dinamico ;)
 
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