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zampano' ha scritto:
Anch'io lessi quell'articolo: un incredibile esempio di equilibrismo ed ambiguità. Grafici impietosi che si accompagnano a spiegazioni sibilline e vaghe. Una coppia di casse con pessima risposta in frequenza, brutta risposta in ambiente, brutto andamento dell'impedenza, cattivo incrocio di crossover, cattivo andamento in gamma acuta, tempo di decadimento con riverberi e code interminabili. Nulla di male se il diffusore l'avesse realizzato in cantina il mio amico Guido, segandosi da sé il legno e con poco più di niente per misurarne il comportamento.
Invece, male, molto male, se un diffusore costa circa 60 milioni ed è uno dei recenti modelli di punta di una delle case più antiche dell'hi-fi.
La tesi che all'ascolto le cose vadano magicamente e misteriosamente bene è incosistente. Certo, il buon grafico non è sufficiente a fare il buon diffusore, ma il pessimo grafico è incompatibile con il suono "magico". A meno di non ipotizzare che il diffusore decida volutamente, come un ragazzino dispettoso, di comportarsi male sulle misure e poi bene all'ascolto musicale "serio". Una tesi molto poco difendibile.
Se costruissero gli aeroplani basandosi su questo criterio, e cioè: pazienza se le misure di laboratorio sono insufficienti, l'importante è che l'esperienza di volo sia soddisfacente (chessò, il seggiolino, la colazione, le hostess, l'aria condizionata, una bella sala ht, etc), ecco credo che in tal caso, se lo venissi a sapere, non salirei su un aereo nemmeno legato a forza, non so voi.
Se poi a questo enigmatico equilibrismo dei commenti rivolti al diffusore, aggiungiamo una bella foto gigante in copertina, con grandi bandiere Union Jack sventolanti, se poi l'occhio cade su frasi melliflue come "un diffusore dal nome magico e dall'essenza magica" [già, perché di magia, anzi di stregoneria deve trattarsi, se esso suona fedelmente, a dispetto delle misure], "certamente i grafici di questo diffusore meraviglieranno i puristi della misura, quelli che pretendono grafici tanto rettilinei quanto ASETTICI ed INCONSISTENTI", bene, anzi, male: allora la sensazione alla lettura diventa veramente sgradevolissima.
E viene da chiedersi se una rivista giornalistica sarebbe o no libera di pubblicare la foto del diffusore da 60 milioni in copertina e magari affermare, senza troppe ambiguità, che le prestazioni fornite dall'apparecchio non sono neppure lontanamente correlabili al suo costo di mercato.
Vi sarebbe questa libertà ? Ecco, la rivista che lo facesse godrebbe della mia stima.
Eccone un altro...