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salve io ho un paio di monitor audio br2 che possono ospitare il collegamento bi-wiring, ma le ho collegate solamente con un cavo come consigliato da tnt , cioe' collegando l'unico cavo con i morsetti per gli alti . pero' ho notato sul manuale delle casse che consigliano invece di far arrivare il cavo sui morsetti per i bassi. sapete darmi un consiglio su quale tra i due modi sia il migliore?o se vi siano differenze?
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Probabilmente il consiglio di andare direttamente al connettore della via bassa è perchè è quella che assorbe maggiore corrente rispetto al connettore della via degli alti, per cui si fa passare una corrente minore nel ponticello tra i due connettori.
Poichè solitamente questi connettori sono costituiti da una barretta metallica la cui sezione è paragonabile a quella di un buon cavo direi che la cosa è del tutto inifluente, considerato anche che il ponticello è anche molto corto.
Puoi benissimo spostare il collegamento se la cosa ti fa sentire più tranquillo, non costa nulla.
Ciao
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ma in definitiva
il bi ampli è la stessa cassa collegata a due apli diversi
il bi wiring dallo stesso ampli partono due cavi collegati ai medesimi morsetti che entrano nella stessa cassa.
se non è così butto la mia laurea nel cesso...:ops2:
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No, bi-amp vuol dire utilizzare due canali di un unico amplificatore (generalmente front e s-back) per pilotare due diffusori invece che quattro, da un canale uscirà il segnale che andrà ai due frontali per gestire solo i suoni alti mentre dall'alto solamente i suoni bassi.
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Veramente il fatto di pilotare canali frontali o surround non c'entra nulla con la tecnica e la filosofia che sta alla base della bi-amplificazione o multi-amplificazione, tanto è vero che tale tecnica è nota da tantissimo tempo ed impiegata in impianti stereo oppure anche nelle sonorizzazioni live.
Nella multi-amplificazione (di cui la bi-amplficazione è solo una semplificazione) si parte dal concetto di far amplificare a ciascun ampli una sola specifica gamma di frequenze per pilotare direttamente l'altoparlante preposto alla riproduzione di quella specifica gamma.
In questo modo si evitano al massimo fenomeni di intermdulazione e altri effetti indesiderati, ad esempio, l'ampli che tratta la frequenze più alte non deve lavorare anche con quelle basse, con benefici per l'alimentatore e la resa.
Ovviamente deve essere impiegato un crossover elettronico posto a monte degli amplificatori per inviare a ciascuno di essi la banda di frequenze specifica, gli ampli poi pilotano direttamente gli altoparlanti delle varie vie dei diffusori.
In un normale impianto Hi-Fi o HT si potrebbe arrivare alla tri-amplificazione, se i morsetti dei diffusori sono differenziati per le tre vie.
Normalmente la divisione viene fatta tra bassi e medi+alti, quindi basta una bi-amplficazione.
Un altro vataggio di tale metodo è quello dato dal fatto che per la via medio-alta può essere sufficiente un ampli di potenza inferiore a quello richiesto per la via bassa (se uno vuole risparmiare qualcosa).
Nel caso del bi-wiring invece la filosofia di base è quella di evitare che la maggior corrente richiesta per pilotare la via bassa possa influire sul segnale della via medio-alta.
Si utilizzano pertanto due cavi separati anche se partono dallo stesso morsetto di uscita dell'ampli e si va alle due vie separatamente.
Il primo metodo è sicuramente più efficace, ma anche molto più costoso.
Nelle sonorizzazioni live si utilizza molto la multiamplficazione in modo da pilotare al meglio le varie vie (tweeter a tromba, ecc.)
Spero che questa risposta dissipi i dubbi.
Ciao