l'attuale sistema di assegnazione delle frequenze da il potere ad un'unica entità di decidere chi può trasmettere e chi no. E' quindi probabile che questa entità non voglia perdere questo potere di controllo.
E...questo status quo ha chiaramente delle implicazioni negative sia sulla libertà di comunicazione in generale, sia sulla libertà di fare impresa con la televisione, le quali risultano limitate da un processo di assegnazione che è pressoché immutabile nel tempo, come è dimostrato dalla storia delle emittenti tv in Italia; questo sistema infatti ha premiato molti anni fa i primi arrivati, e difficilmente permette a qualcun altro di avere gli stessi privilegi (o meglio, le stesse possibilità) di queste emittenti, le quali peraltro controllano parecchie risorse (frequenze) ridondanti, che in sostanza potrebbero benissimo essere liberate per lasciar spazio a nuove emittenti. Anche con il digitale terrestre si voglia riprodurre lo status quo dell'analogico, con pochi operatori che controllano i multiplex, assegnati loro in maniera esclusiva e pressoché immutabile nel tempo.
Non è direttamente il caval. che assegna le frequenze, ma organi di competenza del ministero delle telecomunicazioni e al garante che indirettamente sono in contato col Cav.. In ogni caso sbaglio a usare il termine frequenza, è l'errore banale che fanno tutti. In realtà il controllo avviene sui contenuti, il che equivale a dire in fine dei conti sulle frequenze.