Piep ma avevi 2 tasti con due curve diverse?
una solo bassi e l'altra bassi e alti?
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Piep ma avevi 2 tasti con due curve diverse?
una solo bassi e l'altra bassi e alti?
Mi sembra in realtà il contrario: i toni esaltano intorno a una freq. precisa, p.es.:Citazione:
il "loudness" credo che agisca incrementando in db una specifica frequenza
in basso e una in alto tipo 80Hz e 10.000 Khz.
Mentre i toni agiscono in scala partendo da 100 Hz in giù per il basso
e partendo da 10.000 Khz in su per gli alti.
Qualcosa del genere
50 Hz a campana, mentre il loud agisce da quella f fino agli infrasonici,
vedi diagrammi, anche del loud Yamaha:
http://www.avmagazine.it/forum/attac...3&d=1391619730
Piep ma avevi 2 tasti con due curve diverse?
una solo bassi e l'altra bassi e alti?
ebbene si: non era un amp per puristi... :D
Il "come" lo implementino i vari costruttori non lo si può dire con certezza se non effettuando delle misure, però il concetto su cui si basa è abbastanza semplice.
Il tutto è nato per chè, come tutti sanno, l'orecchio umano, lungi da essere quello strumento perfetto come imprudentemente dichiarano molti puristi, ha, tra i vari difetti, quello di variare la propria risposta in frequenza in base al livello sonoro.
In pratica l'orecchio umano è fatto in modo da essere massimamente sensibile alla gamme centrale di frequenze (1kHz - 5 KHz ca.), quella della voce umana (la motivazione è abbastanza comprensibile), specialmente ai livelli molto bassi la sensibilità alla gamma più bassa ed a quella più alta cala drasticamente, man mano che si sale di livello la curva di sensibilità del'orecchio tende a linerizzarsi anche se rimane sempre una certa qual sensibilità maggiore in gamma media.
Pertanto se ascoltiamo un brano anche inciso perfettamente, nel migliore dei modi, a livello basso per forza di cose ascolteremo molto bassi questi due estremi di banda, sentiermo molto di pù la gamma centrale, questo anche con i cavi all'epigurio rinforzato e posati su appositi supporti di legno di sequoia secolare.
Negli anno 30 Fletcher e Munson, sulla base di ricerche statistiche ricavarono le loro famose curve (sottoposte a revisione qualche anno fa) che illustrano molto bene come varia la risposta dell'orecchio, date una occhiata all'immagine allegata al fondo del post.
Vedete benissimo come ai bassi livelli ci sia una notevole perdita di sensibilità, partiocolarmente in gamma bassa.
Per ovviare a questo "problema" vennero proposti vari circuiti correttori, dai più semplici ai più complessi, solitamente si tratta di una rete RC collegata ad una presa intermedia del controllo di volume in modo far variare la risposta dell'amplficatore in modo contrario a quelle curve, variando l'intervento in base alla posizione della manopola stessa, massimo interventoi ai bassi livelli e diminuzione fino ad esluderlo verso metà della corsa.
Esiste una variante in cui si inserisce una manopola apposita che controlla l'intervento quindi l'utente lo può regolare come meglio crede, indipendentemente dal volume di ascolto.
Nella maggior parte dei casi è presente la possibilità di escludere l'intervento (per i puristi, che però non si accontentano ed hanno preteso l'abolizione del circuito).
I controlli di tono, anche quelli più sofisticati con possibilità di variare la frequenza di lavoro e la pendenza non si prestano a controbilanciare le curve dell'effetto citato.
Uno dei motivi per cui nella control room di uno studio di registrazione si tende ad ascltare ad alto livello è anche questo.
Avevo letto non molto tempo fa su AR che c'era un timido ritorno all'inserimento di tale circuito anche in ampli di pregio e fama (idem per i controlli di tono), il tutto ovviamente escludibile, e la cosa era vista, giustamente, in modo molto favorevole.
Un po' di saggezza ogni tanto non guasta.
Ciao
Può anche darsi che, come fanno per le spesso ridicole
manopoline di plastica del volume, ecc., taglino le spese all'osso
e quindi non mettano + questi controlli,
con relative complicazioni circuitali,
spacciando il tutto x purismo... :rolleyes:
Infatti il top dei top, ovviamente costosissimi, sono i pre passivi, ovvero una scatola vuota con dentro un controllo di volume (magari neanche telecomandato) e, se va bene, un commutatore per un paio di ingressi.
Ciao
Vabbè lasciamo perdere grafici e dati tecnici !!
Sono belli i controlli e ci vorrebbe un gran ritorno alla vecchia scuola Hi FI e mettiamo pure la manopole in metallo per favore,la plastica lasciamola ai frullatori ;)
Stazzitto che oggi mi si è rotto anche il mixer ( da cucina :p ):Citazione:
...per favore,la plastica lasciamola ai frullatori...
di metallo anche quelli!
Metti quello del yamaha As 500 che è compatibile !
Personalmente ho posseduto ampli con controlli di tono e loudness, che ho usato molto raramente (il loudness quasi mai), ma non ne sento minimamente la mancanza ora che il mio dac/pre attuale ha solo il controllo di volume.
Quando ascolto seriamente il livello di volume è sufficientemente alto da non avere cali, quando invece ascolto a volume basso generalmente faccio anche altro, per cui di avere una risposta estesa in basso mi interessa molto relativamente.
Troverei più utile un controllo di bilanciamento.
Sempre questioni di gusti a me piacciono per esempio gli acuti belli presenti, di bassi ne ho da vendere e praticamente agisco solo di treble
L'anno scorso ho mandato in garage il mio compagno per 18 anni yamaha ax 750.
Tasto direct e potenziometro loudness.
Usati entrambi parecchio.
A differenza di Carletto a me piaceva avere un sottofondo caldo caldo.:)
In cuffia e a volumi adeguati invece direct.
Comunque il potenziometro , a differenza del tastino on-off , penso fosse molto più comodo.
male male... il mio l'ho rivitalizzato la settimana scorsa, suona ancora meravigliosamente..
tornando al topic, quando lo uso, mi basta e avanza il comp 1. sono tra quelli che non è contro l'uso di nessun controllo di tono, il fatto è che salvo rare occasioni, non mi servono proprio
ggr
ciao,
potrebbe essere una decisione giustificata,quella di escludere i controlli di tono e la funzione loudness da pre ed ampli di fascia medio alta,da un uso sempre maggiore di sorgenti che hanno un controllo software del segnale riprodotto?
mi riferisco ad un ipad per esempio,oppure ad lettore software che integra un equalizzatore dove possiamo scegliere,oltre alla funzione loudness ed al semplice controllo dei toni molteplici configurazioni di ascolto.
per la serie cio' che non fa l'hardware lo puo' adesso fare il software.
Qui si stava parlando del classico sistema di controllo toni/loudness degli ampli stereo, ergo analogici.
Va da sè che se esiste la possibilità di tali interventi sotto forma di manipolazione digitale è inutile averla anche sotto forma analogica; tra l'altro un conto sono i controlli citati, un altro sono quei preset dai nomi più strani che intervengono ad capocchiam sulla risposta in frequenza, questi proprio non li userei.
Personalmemte mi capita di ascoltare musica non di sottofondo ma non per questo a livello di concerto live per cui a volte un piccolo ritocco alla manopola del loudness lo faccio, appena appena, ho uno di quei pre che hanno il controllo loudness separato e regolabile in modo continuo, a volte anche quqlche registrazione guadagna qualcosa da piccoli interventi, non mi scandalizzo nè mi vergogno di utillizzarli, se serve.
Ciao
Non mi dispiacerebbe per niente averlo nel mio attuale Denon questo magico tastino..