Se fosse un problema solo di queste ditte sarebbe un problema marginale. Ma è un problema globale, che colpisce tutti i produttori, non solo quelli di elettronica.
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Se fosse un problema solo di queste ditte sarebbe un problema marginale. Ma è un problema globale, che colpisce tutti i produttori, non solo quelli di elettronica.
Piccolo input di discussione virtuale a titolo di proposta/provocazione/incentivo alla discussione :D.
Partendo dall'assunto che "due teste pensano meglio di una", ipoteticamente si potrebbe proporre ai due colossi giapponisi (Panasonic e Sony) di unire e formare una sola sinergia industriale (seppur i giapponesi, per indole, sono molto restii a questo per via dell'onore, l'etica ecc ... piuttosto che semplici formule di collaborazione).
In seno al gruppo accogliere le migliori "menti pensanti" del pianeta nel settore Marketing (inglesi, statunitensi ..), nel settore estetico (italiani, francesi) nel settore affidabilità e sicurezza (tedeschi) ... fornire prodotti di qualità nel campo dell'elettronica (cosa che sanno già fare): prodotti diversificati per tutte le tasche; da lavorazioni a minor valore aggiunto al riposizionamento di nuovi settori industriali con la commercializzazione di prodotti di alta qualità.
Eliminare i costi inutili della concorrenza e delle ricerche industriali attraverso politiche di rafforzamento di un nuovo Marchio rafforzando il gruppo attraverso lo "sfruttamento" dei Marchi preesistenti, popolari e già affermati.
Su tutto, affrontare il problema del costo lavoro (nota dolente) attraverso nuove strategie più competitive e di compenetrazione collaborativa della forza lavoro nelle politiche industriali del gruppo. Pensare competere, in questo campo, con i coreani è impossibile: bisogna cercare alternative anche in materia di bisogni e incentivi alla forza lavoro e intraprendere o ripercorrere nuove strade laddove i coreani non sono in grado di competere.
Insomma un pò come dire: noi italiani non possiamo più competere con cinesi, coreani ecc. in materia tessile, artigianale, elettronica e compagnia cantando ... rivolgiamo lo sguardo laddove questi gentil signori dell'estremo oriente non possono copiarci .... mare, sole, monti, musei, bellezze artistiche, gastronomia ... fare del turismo che sia di eccellenza per tutti.
Non capisco questo ragionamento.. molti produttori fanno fare i loro prodotti in Cina (prima fra tutte Apple, ma anche molti giapponesi), ma questo non incide né sulla qualità del prodotto né sui guadagni (anzi)... che poi i cinesi siano sfruttati è tutto un altro discorso.
E' un discorso complesso, il problema è che la Cina è una dittatura e questo a catena porta al malfuzionamento di numerosi meccanismi di riequilibrio macroeconomico. Primo il tasso di cambio tenuto basso, se fosse una democrazia, il popolo cinese spingerebbe per avere una valuta più forte con cui comprare prodotti Occidentali. Poi i salari, non salgono perché è una dittatura, ma se non salgono, i loro prodotti rimangono molto competitivi e la loro banca centrale continua ad accumulare credito verso l'Occidente e non si capisce come voglia spenderlo.
In mancanza di questi meccanismi che tendono automaticamente a far perdere forza ad un paese troppo forte, l'occidente dovrebbe interrogarsi se gli conviene giocare nel lungo termine a questo gioco.
P.S.
ah per non parlare poi della mancanza di tutela della proprietà intellettuale. In Cina puoi copiare un prodotto Occidentale rinomato, farlo rientrare in occidente tramite innumerevoli canali, e nessuno può farci una bega!
Prevedo maxi-fusione tra i colssi giap ed aiuti di stato per dare fiato alle loro finanze.
PS: producono tutti in Cina quindi il discorso "costo della manopoera" ha un peso relativo. Diciamo magari che i Giapponesi sono stati incapaci (per cultura aziendale) di attaccare la fascia bassa e bassissima del mercato una decina di anni orsono, permettendo alle coreane di fare numeri ed utili pazzeschi e successivamente di migliorare fino a conquistare anche tutta la fascia media dove la relazione produzione-costi-ricavi è migliore.
Difficile accettarono, ma il loro destino è segnato (come lo fu quello delle aziende europee negli anni 70 ed 80).
Ciclicità della storia.
Troppe persone si dimenticano o non vogliono comprendere quanto sia malato il sistema commerciale che oggi sostiene il libero scambio, chiamiamolo globalizzazione.
Il Giappone fonda la propria produzione interna sull'esportazione spinta all'estremo, produce qualita' e adotta regole per garantire i lavoratori, pur lottando contemporaneamente con mercati con differente slancio e capacita'.
Tutte le grandi aziende subiscono corrosione se esposte a condizioni simili (I mondo vs II), con il piccolo dettaglio che risulta quasi impossibile ottenere la qualita' che paesi come il Giappone riescono a esprimere, quando questa viene sperperata.
Sembra impossibile, ma anche aziende come Nokia ieri, Microsoft domani, possono fallire, se sottoposte a pressioni insostenibili; chi piu' chi meno detiene dei vantaggi di posizione, ma di fronte all'arrembaggio nessuno e' al riparo.
Fallira' il Giappaone, falliranno seriamente i paesi dell'UE, poiche' il tracollo in un'odierna economia fallimentare non si puoì evitare
Vero è un discorso assai complesso ma chi conosce un pò la storia della Cina sà che Mai nella storia economica internazionale una nazione così estesa in un paese così popoloso (vincoli etici, democratici, politici e diritti umani ancora la frenano) ha conosciuto una crescita economica così forte.
Con il suo potenziale di crescita la Cina, già da oltre un decennio abbondante, ha fatto irruzione nella scena mondiale obbligando i Paesi "forti" ad una profonda riconsiderazione del ruolo e del peso che essa si è guadagnata all'interno dello scacchiere internazionale. Ricordo che già nel 2003 la Cina si è collocata come sesta potenziale al mondo e secondo quanto dichiarato dalla Banca Mondiale esistono già i presupposti per superare quella americana.
I salari e il costo del lavoro in genere non sono così come noi immaginiamo: accanto alle centinaia di migliaia di lavoratori che dalla campagna si dirigono verso le città quindi verso un mercato di lavoro di serie B fatto di fatica, bassi salari e diritti violati (politiche che accresceranno ancora per poco, probabilmente, la produttività cinese) esiste anche un mercato di serie A, fatto di lavoro intellettuale, marketing e servizi vari: lavori ben retribuiti e caratterizzati da forti garanzie sociale (parliamo già di milioni di lavoratori). Giovani professionisti "nascono" per imprimere nuove svolte a questo gigante. La ricchezza non è più un tabù.
I paesi occidentali più industrializzati e i loro prodotti .... "sono avvertiti".
Ciao Gian Luca, ho letto il tuo eauriente messaggio, e come te anche gli altri messaggi, IN tutta simpatia come per voi nei miei confronti , posso solo che essere d'accordo, si certo non conosco fino in fondo i fatturati al dettaglio, ci mancherebbe, ne ho già a basta dei problemi quotidiani di tutti col proprio lavoro, ma da tempo seguo gli argomenti per i produttori TV e il mio intervento era solo per dire che questi declassano e tradotto vorrebbe dire "FALLIMENTO" e siccome è tutto giusto ciò che avete scritto ma è altrettanto vero che la crisi è generale per tutti i produttori, io vedo che il futuro purtroppo sarà come dite voi senz'altro licenziamenti numerosi di altri dipendenti,bilanci in calando per un pò sicuramente, ma da qui a chiudere e fallire io non lo credo proprio.... L'orgoglio orientale è una questione psichica, piuttosto harakiri ma mai dichiareranno fallimento, anzi di sicuro tergivereseranno in join ventures e varie associazioni con altri produttori piuttosto pur di stare a galla....
Vedrete che non ci sarà nessun fallimento!
Appoggio il discorso del KURO ancor oggi ottimo prodotto da tutti giudicato, purtroppo non si può più....sigh sigh..
Comunque tutti i vostri interventi sono OTTIMI!
La Cina e' solo pallidamente confrontabile con gli USA, viviamo condizionati da questi messaggi di propaganda e alla fine, seguendo i parametri imposti da alcune societa' private (S&P's) o da valori di crescita senza alcun senso, parrebbe che un'economia tanto grande sia ormai in cima al mondo. Un mito.
Drenano risorse, ma non con la voracita' degli amici americani, chiunque lo pensi e' solamente illuso.
Purtroppo pero' quello che di fatto accade e' che le summenzionate societa' siano in grado di distorcere il mercato, e come piegano i governi, riescono con le imprese.
E in Giappone, ahime', fondano gran parte del loro prodotto interno sulle industrie private esportatrici
Messaggi di propaganda... ci credo poco !!
Non conosco i dati statunitensi però posso assicurarti che la Cina è spaventosamente balzata in avanti in tutti i settori economici (per motivi di studio ero interessato).
Fino al 2005 il commercio estero cinese superava abbondantemente i 900 miliardi di dollari usa contribuendo al 6% del totale flussi commerciali. Io stesso faccio fatica a valutare il trend positivo di questi fattori.
Nel medesimo anno le sue esportazioni si attestavano intorno al 25% rispetto ad un valore U$A di 330 miliardi .....
Esportazioni ed esportazioni cinesi si attestavano a fattori di crescita del 37 % circa rispetto al mondiale .... (GRANDEZZA ENORME se confrontata con altri Paesi industriali)
chi legge queste dati in materia di Bilancia Commerciale (ovviamente dati riassuntati) non può non comprendere il Valore di Surplus ottenuto fin dagli anni ottanta (sempre in incremento fino al 2010, oggi in stasi o leggero rallentamento ... non ho dati recentissimi). Sono dati che meritavano e meritano attenzione, ecco perchè la Banca Mondiale nel 2003/2004 (non di parte o la prima venuta in fatto di rating) espresse un giudizio di merito sull'economia cinese.
Vero, drenano risorse (vedi soprattutto in campo petrolifero e dell'industria pesante) ma hanno capito ... qual è il loro posto in campo economico. Non si fermeranno certo (in molti casi sbagliando ... ma tantè ... il progresso si paga.) !!
L'economia cinese non è fatta di propaganda, non è un mito, è stolto solo pensarlo (economicamente parlando) al contrario se dovesse continuare incontrastata nelle sue proiezioni di crescita .... tra qualche giorno, gli amici cinesi :D li ritroveremo a casa nostra a fornirci anche l'aria che respiriamo :cry:.
Edit: se poi i dati di oggi e quelli che verranno sono/saranno in controtendenza sarò felice di valutarli ed esprimere considerazioni meno entusiastiche del boom cinese !!
Giusta attenzione, se si volesse un indizio ben più valido rispetto a quanto citato basta una lettura (cfr. link) per fare qualche considerazione più meritevole delle mie parole.
http://www.ilsole24ore.com/art/econo...?uuid=AaY82gcD
Pertanto: Panasonic, Sharp "concentratevi" e cercate di bloccare, con opportune strategie, l'avanzata di prodotti di dubbia qualità venduti dai cinesi :mad: (ancora per il momento :D )
Hai perfettamente ragione, e ti ringrazio di citare una fonte autorevole e non di commentare con eslcamazioni del tipo, sei matto, i Cinesi ci comprano i negozi e domani saremo noi a fare la fame.
Il nodo centrale, per cui vale la pena osservare il fenomeno nella sua estensione maggiore, riguarda il mito dell'esportazione a briglie sciolte.
E' un danno incalcolabile sempre e comunque, perche' consente ad un paese di crescere sintanto che la domanda tira.
Benche' toni entusiastici parlassero della forza del paese nel superare la crisi post tsunami-terremoto, puff, arrivano i problemi di vendite all'estero - e con la concorrenza che hanno dietro casa ormai e' un attimo - e subito giu' nell'abisso. Il Giappone sta rientrando in recessione.
E' un gioco che non funziona piu', e noi ne stiamo facendo le spese; ci stiamo facendo convincere che consumare molto e' bello e bisogna pompare la macchina del commercio all'infinito, ma putroppo oggi la Cina ci guadagna, domani arrivati alla soglia critica, salari, condizioni di lavoro e tenore di vita migliori, anche loro subiranno lo stesso effetto.
Gli USA sono un chiaro esempio di quello che difficilmente gli altri paesi potrebbero fare, oggi stanno ancora in piedi grazie ai bonus del passato (dicesi guerre), con il quale hanno investito e formato generazioni di menti.
E stanno soffrendo ugualmente.
Hanno montagne di risorse, senza dubbio, ma spingi alla velocita' smodata attuale e anche quelle si riducono.
La Cina mai arrivera' al livello di benessere procapite degli americani, figuriamoci quelli dei "mondi" che seguono.
Aggiungo in ultimo: ma non sembra a tutti folle che un paese che conta oltre un miliardo di individui possa sostenere un tasso di crescita, pur con le storture dei parametri di giudizio, fra il 7 e il 10% annui? Andare tanto in alto con il carrozzone occidentale che affonda puo' essere privo di implicazioni? :confused:
Giusto per ritornare in tema non posso non ripetermi su concetti già espressi:
Ovunque ti muovi vedi prodotti Samsung ..
Samsung accontenta tutte le tasche ..
Samsung diversifica .. dalla lampadina :D al cellulare ;)
Designer accattivante ..
Pubblicità martellante ..
Centri assistenza, mediamente, soddisfacenti ..
Formazione del personale ..
Forte presenza in tutti gli spazi commerciali ..
E il gruppo Panasonic che fa … basta rileggere le parole di De Felice:
" .. Il gruppo Panasonic continua a registrare forti perdite e nel solo periodo aprile-settembre 2012 l'emorragia ammonta a ben 6,6 miliardi di Euro, contro gli 1,3 miliardi di perdite registrate lo scorso anno nello stesso periodo. "Una situazione decisamente peggiore del previsto" ha dichiarato il Presidente di Panasonic Kazuhiro Tsuga.
Ok, ma tu hai presente cos'è Samsung a livelo mondiale?
Adesso come adesso far concorrenza a lei, come per certi versi ad Apple, è difficilissimo, ha risorse molto superiori da investire.
Bisognava essersi mossi molto prima, secondo me, ed aver evitato anni di dumping.
PS: io la formazione del personale non l'ho vista (non parlo di Samsung, parlo in generale), nel 90% dei negozi c'è personale poco o per nulla qualificato.
Onslaught dice bene, cosa e' Samsung? Lei e la controparte cugina statiunitense da sole si mangiano numerose aziende delle dimensioni di Panasonic.
Il fatto grave e' che queste aziende producono tutte prodotti di grande livello, ma volenti o nolenti devono dapprima disturbarsi, e poi condurre battaglie campali su terreni dove, se volessimo rappresentarle come soldati, si noterrebbe subito con quanta disparita' si affrontino.
Consideriamo poi quanto possano essere sleali le politiche di ciascun paese, che determinano in maniera piu' o meno evidente le sorti dello scontro. Non oso immaginare cosa saremmo "obbligati" a pagare senza la manovalanza schiavizzata, e voglio vedere se il politburo non la avvalla pur di affrontare la scalata.
Trovo molto squallido questo sistema mercantilistico del gestire il capitale umano, tanto bieco da convincere gli stessi attori di dover affrontare una ineludibile guerra, con il solo traguardo della vendita profittevole e del decoro sul petto.
Oggi una bella medaglia al valore, AA+
P.S. Per inciso, con debiti non colmabili, cioe', senza nicchie di mercato in cui rifugiarsi, sulle divisioni aziendali in forte passivo il sig. Matsushita decide di usare l'asfaltatrice, e poi tanti saluti ai plasma