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Citazione:
Originariamente scritto da chiaro_scuro
Considerando l'ambiente pro, sopratutto per le PA, poco incline a sprecare potenza mi sembra molto strano che lì la multiamplificazione sia la norma.
Bisogna distinguere tra multiamplificazione attiva e passiva, non è la stessa cosa....
Quella attiva migliora l'efficenza energetica del sistema, quanto meno le correnti generate dagli ampli non devono attraversare ed elettrificare i componenti del xover (magari qualche resistenza x pareggiare le efficenze degli altoparlanti)...
In ogni caso non è corretto dire che in multiamplificazione passiva gli ampli vedono tutto il xover , in realtà ogni ampli vede la parte di diffusore (xover) che gli è collegata ai morsetti (diciamo per semplificare la metà circa?) quindi nn tutto il carico di impedenza del diffusore e la potenza disponibile dell'ampli sarà impiegabile su di un carico meno "complesso".
Questo è un miglioramento del bilancio elettrico, nn dovendo pilotare la parte di xover e altoparlante collegata ad un altro amplificatore, anche la capacità di pilotaggio migliora, perchè l'ampli "vede" un carico più facile.
Saluti.
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Citazione:
Originariamente scritto da misticman
...anche la capacità di pilotaggio migliora...
Saluti.
mmm...diventa sempre più interessante.
Però, in buona sostanza, mi dite che regola devo seguire per scegliere i finali.
Se sono consigliati 200w, mi attengo alla regola o, in biamp passivo cambia?
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Mi era stato detto che tra biamplificazione attiva e quella passiva le differenze erano minime ma forse ho capito male.
A questo punto vi chiedo: dove va a finire l'energia in più prodotta dalla biamplificazione attiva?
Addirittura mi sembrava di aver letto da qualche parte che con la biamplificazione attiva a parità di potenza totale la pressione sonora quasi raddoppia rispetto all'amplificazione singola mentre qua si sta dicendo che raddoppiando la potenza totale la pressione sonora non cambia (o quasi). Forse l'ho letto su epiguren ma non ci giurerei.
Ciao.
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Non è così. La multiamplificazione attiva non dà qualcosa in più, semplicemente non toglie nulla. All'ampli viene mandato il segnale da amplificare già tagliato...e lui lo amplifica in toto con la potenza disponibile.
La domanda quindi, piuttosto, è dove vanno a finire i watt non utilizzati in quanto tagliati dal crossover...nella passiva chiaramente.
Ora, stando a quanto ho capito, semplicemente dovrebbero rimanere inutilizzati facendo lavorare l'ampli con più,...tranquillità.
Insomma, fa meno ma meglio.
Ma quindi, se di "meglio" si parla, cioè di qualità (quindi a prescindere dalla potenza acustica totale di cui mi interessa relativamente poco), come calcolo il massimo wattagio utilizzabile per un diffusore con il biamp passivo?
Seguo quello consigliato o no?:confused: :confused: :confused: :confused:
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Citazione:
semplicemente non toglie nulla
E' per questo che mi chiedo dove vada a finire l'energia nella biamplificazione attiva di due ampli da 100W visto che suonano come uno da 100W.
Ciao.
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Ma non è ancora chiaro?
Va sempre a finire ai diffusori, sia che sia erogata da un solo sia che lo sia da due ampli.
L'unica differenza è che nel primo caso il segnale amplificato sarà a banda intera e nel secondo saranno due a banda ristretta.
Ma, ripeto, l'ampiezza della banda amplificata non è in relazione diretta alla potenza assorbita né viceversa.
Ciao.
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credo occorra ricorrere all'elettrotecnica...
potenza = tensione al quadrato diviso resistenza
se si bi-amplifica con crossover a monte dei finali, avremo mediamente una potenza che sarà data utilizzando nella formula scritta sopra, il valore di tensione risultante dalla somma delle tensioni dei segnali inviati separatamente agli altoparlanti.
Esempio pratico:
bi-amp con taglio a 1500Hz
ampli dei bassi con escursione picco picco del segnale in uscita di 100V ovvero circa 35V RMS per una potenza RMS su 8 ohm di 157W
ampli degli alti con tensione picco picco di 50V ovvero circa 18V RMS e 40W RMS su 8 ohm
Se in un caso ideale, facessimo arrivare a ciascun ampli una sinusoide di frequenza ed escursione opportuna, potremo avere prima dei rispettivi clipping, una potenza equivalente data dalla somma delle tensioni RMS in uscita, applicata nella formula ovvero 351W RMS.
Se si usasse una amplificazione semplice, ad esempio con il solo finale prima dedicato ai bassi, avremo il clipping dei due segnali sommati, sempre e comunque a 157W
Nel caso reale, con segnali complessi scomponibili con Fourier in un insieme di segnali sinusoidali a specifiche frequenze, avremo comunque una prestazione in potenza mediamente maggiore della somma aritmetica dei due ampli coinvolti (la potenza è una grandezza quadratica...)
In sostanza la multiamplificazione con crossover a monte, significa sempre minor intermodulazione ma soprattutto maggior potenza disponibile in regime musicale...
In sostanza bis: posto che i bassi necessitano di ampli più potenti rispetto agli alti, una bi-amplificazione di 157+40W non è come un ampli singolo da 197W ma in regime musicale può equivalere ad uno fino a 351W.
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Citazione:
avremo comunque una prestazione in potenza mediamente maggiore della somma aritmetica dei due ampli coinvolti (la potenza è una grandezza quadratica...).....
.......soprattutto maggior potenza disponibile in regime musicale...
Ok, è quello che sapevo anch'io.
Anche se i vantaggi fossero inferiori mi sembrava comunque strano che in ambito pro si potesse sprecare energia così facilmente (non tanto per il consumo di energia in sè, quanto per i costi per fare ampli così voraci).
Tra l'altro la cosa mi conforta perchè sto pensando di farmi un diffusore a tre vie con un ampli per via e non mi sarebbe piaciuto avere quasi le stesse prestazioni di un diffusore monoamplificato (se Dio vuole, cioè se mio padre mi da una grossa mano, vorrei realizzare delle simil-Orion di Linkwitz).
Ciao.
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@ Luciano,
discorso teoricamente corretto ma che non tiene conto di un paio di elementi fondamentali.
Il primo è che un altoparlante elettromeccanico non è elettricamente paragonabile ad una semplice resistenza ma ad un più complesso insieme di componenti, di cui quella resistiva è solo una di queste.
Dal punto di vista elettrico, il circuito equivalente ad un altoparlante può essere rappresentato da un'induttanza posta in serie ad una resistenza e messe a valle di un condensatore, un'altra induttanza ed un'altra restistenza poste in parallelo fra di loro.
Quindi il carico che l'ampli vede non è una semplice costante.
Il secondo punto trascurato è il modo in cui lavora un crossover.
Quando parliamo di Fx, frequenza d'incrocio (1.500Hz nel tuo esempio), parliamo della frequenza alla quale si ha un dimezzamento della potenza proprio a causa dell'intervento del crossover.
Una Fx a 1.500Hz significa quindi che sia il woofer che il tweeter lavorano a - 3dB a quella frequenza.
In questo modo la somma delle due pressioni acustiche riporta a 0 dB la risposta del diffusore.
Questo succede a qualunque pendenza di taglio dove quello che varia è solo la vicinanza o meno del punto a 0 dB, nei rispetti domini, alla Fx.
Se guardi il modulo dell'impedenza di un qualunque crossover noterai come dalla Fx in su (per il passa basso) o dalla Fx in giù (per il passa alto) la curva si alzi tendendo all'infinito.
Per il resto, i domini dei due componenti rimangono separati e l'incremento o il decremento dell'uno non ha conseguenze dirette sul dominio dell'altro.
Il calcolo da te fatto, che alla fine porta ad un incremento di ca. 3 dB, troverebbe quindi applicazione solo in caso di assenza di un crossover, cioè sei i componenti lavorassero entrambi liberamente alla Fx, che però non sarebbe più una Fx ma una semplice frequenza e comunque riguarderebbe solo l'intorno di frequenze alle quali entrambi i componenti posso lavorare a 0 dB.
Se rivedi il calcolo alla luce di quanto sopra, vedrai che il risultato porta a quell'incremento di qualche decimo di dB a cui mi riferivo (e parliamo sempre in via teorica).
Ciao.
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Questo discorso vale per il solo crossover passivo o vale anche per quello attivo?
Ciao.
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Citazione:
Originariamente scritto da Luciano Merighi
In sostanza bis: posto che i bassi necessitano di ampli più potenti rispetto agli alti, una bi-amplificazione di 157+40W non è come un ampli singolo da 197W ma in regime musicale può equivalere ad uno fino a 351W.
Parliamo dell'attiva giusto?
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Citazione:
Originariamente scritto da chiaro_scuro
Questo discorso vale per il solo crossover passivo o vale anche per quello attivo?
Certamente, la Fx è sempre a -3dB.
Per massima precisione, la Fx dei singoli ap potrebbe anche non coincidere con la reale frequenza d'incrocio, quella cioè dove si intersecano le risposte dei due ap.
Questo può succedere ad esempio se vi siano picchi o depressione nelle risposte dei singoli ap in corrispondenza della Fx, in questi casi si può o inserire una cella di equalizzazione o semplicemente "aprire" o "chiudere" l'incrocio. In questi casi i due ap avrebbero tagli leggermente diversi e la Fx sarebbe solo una media dei due e trovarsi a valori diversi dai -3dB.
Ma dipende da caso a caso ed è una scelta progettuale sempre finalizzata ad avere gli 0 dB alla Fx.
Se ti interessa qui trovi altre info:
http://www.ciare.com/consumer/dispensepdf/Crossover.pdf
Nei cross attivi il discorso è lo stesso ma le possibilità operative estremamente più ampie.
La pendenza può arrivare a valori molto più alti, spesso è possibile un'equalizzazione parametrica, ecc…
In campo pro questa duttilità è necessaria perché ogni installazione ha caratteristiche uniche che possono essere molto più facilmente controllabili con un equalizzazione attiva.
Ciao.
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Citazione:
Originariamente scritto da luca156a.r
Parliamo dell'attiva giusto?
Se ti riferisci al fatto che i bassi abbiano bisogno di più potenza degli alti, è vero. Dipende dalla frequenza di incrocio.
Non so farti il calcolo, ma se cerchi in rete dovresti trovare delle tabelle esplicative.
Quello che devi comunque controllare è che l'amplificazione applicata non superi quella sopportata dagli ap, altrimenti rischi danni che possono andare dalla bruciatura di una bobina alla fuoriuscita della bobina dal traferro a lacerazioni delle sospensioni o del centratore.
Ciao.
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Non ci metterei la mano sul fuoco, ma il plug-in VST che uso per crossoverare il sub con i frontali ha il punto di incrocio a -6db (è un filtro Linkwitz-Riley).
Il resto del discorso era di mia conoscenza e credo che la bravura nel costruire un crossover sia proprio nel considerare il sistema altoparlanti/cassa/ambiente nel suo insieme.
Continua a non rimanermi chiaro il fatto che con un crossover attivo usando due ampli da 50W ottengo quasi la stessa pressione sonora di un un singolo ampli da 50W (ovviamente considerando un segnale a largo spettro e non la singola frequenza). Io continuo a ritrovarmi in quello che ha detto Luciano.
Ciao.
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A seconda del tipo e della pendenza, la Fx si può trovare effettivamente a -6dB, lo vedi anche nel PDF che ho linkato, ma se controlli in quei casi lo sfasamento è a 180° cosa che richiede l'inversione di uno dei componenti.
Per il discorso potenza ho trovato una delle tabella a cui mi riferivo proprio sul sito CIARE.
Vedi tabella 3.
http://www.ciare.com/consumer/dispen...neAcustica.pdf
non ho rifatto i calcoli ma effettivamente sembra confermare le linee di quanto scritto da Luciano.
Rimane il fatto che un diffusore dichiarato da 200w, anche applicando lo schema ripartitorio del PDF, non può trarre benefici, in termini maggiori pressioni, da una multiamplificazione la cui somma sia superiore alla tenuta del diffusore.
Ciao.