parasound halo p3 mi sembra fuori produzione, sostituito da p5
il p3 da listino costava 1250 €, presumo che anche p5 avra prezzo simile
yamaha p3500 si trova per meno di 500€, la serie top pc3301n costa circa il 1300€
hm, è da pensare seriamente
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parasound halo p3 mi sembra fuori produzione, sostituito da p5
il p3 da listino costava 1250 €, presumo che anche p5 avra prezzo simile
yamaha p3500 si trova per meno di 500€, la serie top pc3301n costa circa il 1300€
hm, è da pensare seriamente
Dove lo trovi il pc1n a quella cifra? Anche in pm se vuoi. Comunque mi sembra che non sia dual mono però quello, ma semplice stereo.
Altre prove, opinioni, confronti... DUCL (!) qui:
http://www.bitaudioworld.it/forum/showthread.php?t=1219
e qui:
http://www.epiguren.com/forum/viewto...it=Yamaha+3500
cosa significa DUCL?
... Di Un Certo Livello ... ;)
Figurati...
spezzo una lancia a favore dei finali pro: recentemente ho avuto la possibilità di provare sul mio impianto una coppia di harman kardon signature 1.5, messi in bridge. Non sono finali pro ma il paragone ci può stare, rispetto al finale con cui sono stati paragonati, che era un Mark levinson ml23. Nel mio impianto, con le mie casse, nonostante l'evidente differenza di lignaggio, suonavano meglio. Non simili o più o meno, meglio. A malincuore ho rimosso l'ML23 e in questo momento mi stanno sollazzando con Norah Jones. Chiaro che un pochino in raffinatezza ci ho rimesso, ma la dinamica e la disinvoltura con cui vengono maneggiati i grooossi woofer delle 801 ripagano ampiamente.
I finali li ho provati solo per curiosità, mai avrei pensato potessero competere.
questo per dire che ho maturato la profonda convinzione (IMHO) che oltre alle sinergie, che nella catena di un impianto audio serio consideravo già fondamentali, bisogna assecondare prima di tutto le esigenze dei diffusori. Se chiamano tanti watt e tanta corrente, bisogna dargliela. poi, denaro permettendo, si penserà alle soluzioni più sofisticate.
credo che i finali Yamaha pro non siano più di tanto superiori ad altri (crown ecc) dello stesso tipo e fascia di prezzo. Tuttavia sono persuaso che possano accontentare meglio diffusori particolarmente ostici rispetto a finali meno dotati dal punto di vista dell'erogazione.
dopo che mi sono letto tutti i thread chilometrici penso che il messaggio più significativo è questo qui http://www.bitaudioworld.it/forum/sh...ll=1#post32249
insomma per superare la qualità complessiva del suono di due yamaha pro, costo totale meno di 1000€, serve una coppia di Accuphase del prezzo di listino di 25000€, anche se sostituiamo Accuphase con MC, ML, Krell o qualcosa altro a piacere, la sostanza non cambia, siamo sempre a quelle cifre,
aggiungiamo anche un sconto di 30% che ormai non si nega a nessuno (vista la crisi e che solo basta portare i soldi) Yamaha ha senza anche il minimo dubbio un rapporto prezzo/qualità stratosferico anche con il suo amplificatore entry level
ma allora mi chiedo come suonano PC-1n che costano tre volte tanto?
A mio parere, a livello di timbrica e di grana il Luxman 590 stand alone era preferibile di gran lunga, così come i miei finali (che costavano di listino circa la metà di 25.000 €) allo Yamaha P3500S provato.
L'accoppiata pre del 590 + Yamaha P3500S l'ho comunque preferita al Classé CAP-2100 stand alone ed al HK990 stand alone.
Per ovvi motivi l'accoppiata pre del 590 + Yamaha P3500S mantenevano la stessa timbrica e rimanevano coerenti a loro stessi sia a volume basso che all'aumentare della potenza richiesta più a lungo del Luxman 590 stand alone partendo però, a volumi medi, da caratteristiche differenti.
Ciao, Enzo
Nel suo significato goliardico, naturalmente...:
http://www.epiguren.com/forum/viewtopic.php?f=47&t=3897
In confronto con l'Adcom 555:
http://www.bitaudioworld.it/forum/showthread.php?t=1022
a quel tempo mi innamorai delle 801, e da allora sono monogamo e fedele ;) .. l'ambiente di casa mia è molto asimmetrico e difficile da controllare, suonerebbe strano con qualsiasi diffusore. Allegato 21442
L'Adcom555 è un signor finale. L'ho posseduto per qualche anno
Il finale Yamaha P3500S si è spostato per una prova dal mega impianto di Transaminasi a questo molto più modesto: diffusori SF Liuto; musica liquida su NAS e lettore di rete Pioneer N-50, CD player Unico CD, collegati in coassiale a DAC Luxman DA-06; Pre "vintage" Hitachi HCA-8300 (non il massimo, ma al momento in casa avevo solo quello). Impianto di tutt'altro livello rispetto a quello delle prove di Transaminasi, ma forse più in linea con la categoria di questo finale; dubito infatti che ci sia qualche audiofilo che acquista diffusori da 15.000 euro per farli pilotare da questo apparecchio.
Repertorio musicale, di tutto un po': classica (dal barocco a Stravinsky), lirica e vocale, jazz, leggera e rock.
Le Liuto sono casse non facilissime, in particolare se non viene controllato a dovere il woofer, i bassi tendono ad essere lunghi, gommosi, e soprattutto a "sporcare" la gamma media già di per se non raffinatissima (del resto non si tratta certo di diffusori top), con il risultato di un suono confuso, impastato. Ma se pilotate a dovere, secondo me possono rivelare doti inaspettate, soprattutto in relazione alla fascia di prezzo cui erano vendute.
Con il finale Yamaha, è proprio qui che si è colpiti sino dal primo di ascolto. Il basso è granitico, e pur scendendo più di quanto pensavo mantiene grande pulizia e nitidezza, portando evidenti benefici anche alla gamma media. Evidentemente a questi diffusori tower, di efficienza modesta, servono watt, e tanti. E quando ci sono, effettivamente decollano. Tanto per fare un paragone, un Audio Analogue Maestro 150 che ho avuto occasione di ascoltare con questi diffusori non li pilotava con altrettanta fermezza. Meglio un Luxman L-507u, per non parlare del Luxman 590 di Transaminasi, ma qui siamo in un'altra dimensione.
Con la grande orchestra, risalta la notevole dinamica e la capacità di gestire disinvoltamente masse orchestrali complesse, il suono non è mai confuso, le varie sezioni strumentali restano sempre perfettamente distinguibili e correttamente posizionate, buona la scena anche se non particolarmente estesa in profondità. Molto realistici gli ottoni, quesper fedeltà timbrica e presenza: si sente vibrare il metallo. Non da meno le percussioni. Qualche riserva sugli archi, dove effettivamente il "metallo" è troppo. Cosa per me più accettabile nei violini, decisamente meno in viole e soprattutto violoncelli, dove un po' di calore ed una maggiore ricchezza armonica sarebbero desiderabili.
Anche alzando il volume, sino a limiti che prudenza consiglia di non superare, il suono si mantiene fedele a se stesso, nessun indurimento o fatica di emissione.
Più che accettabile anche il pianoforte, lo strumento che personalmente più amo e che è notoriamente tra gli strumenti più difficili da riprodurre.
Mano di ferro, dunque. Anche se in effetti il guanto non è proprio di velluto. Il limite più significativo è proprio la mancanza di raffinatezza, specie in gamma media e alta, che lascia la sensazione che manchi qualcosa. Penso in particolare appunto agli archi, ma anche alle voci, soprattutto quelle femminili. C'è pulizia e neutralità, c'è il metallo quando serve (e spesso serve, eccome: cosa sono i tenori verdiani senza il metallo nella voce?), ma ci sono occasioni in cui la cattiveria deve lasciare spazio alla dolcezza.
Non è probabilmente un finale per gli amanti dei "violini setosi" (ma quando mai lo sono nella realtà?) e del suono "non affaticante". Sicuramente per una precisa scelta progettuale, non dimentichiamo che è un finale destinato al mercato pro dove un suono eufonico è proprio l'ultima cosa che interessa, non certo per risparmiare qualcosa sui componenti.
Quanto di queste impressioni d'ascolto dipendono dal finale e quanto dal resto della catena? Certamente il pre Hitachi "vintage" ci mette del suo (anche se non è una ciofeca). Sarei curioso di rifare la prova con un pre di categoria superiore, meglio se un valvolare leggermente caldo: dovrebbe essere la morte sua!
All'ascolto comunque ci si dimentica presto che si sta parlando di un finale che si porta a casa nuovo a meno di 400 euro (tanto per fare un paragone: grosso modo il costo di un cavo di segnale di livello medio di un qualunque intrecciatore di fili). Ovviamente quando ho ascoltato le Liuto pilotate dal Luxman 590 di Transaminasi mi è caduta la mascella; mai avrei immaginato che potessero suonare così. Un'altra dimensione spaziotemporale, come ho già detto. Ma anche nel listino purtroppo: col costo del Luxman si comprano almeno 25 finali Yamaha.
Se è vero che nel settore pro si paga un oggetto per quello che vale, vorrei proprio provare un finale della serie PC-1N.
Carlo