Esperienze Sensoriali, quando il cinema entra in casa e non rimane alla finestra.
Ho affrontato con Marco Cavallaro tre step di calibrazione Digifast , la prima e la seconda, mirati alla parte video , calibrando il mio proiettore Sony 760es in un primo step ( era già stato calibrato da un professionista con risultati discutibili ) , la seconda, a seguito di un upgrade del firmware di sony che ha implementato le funzionalità di gestione dell’IRIS dinamico e quant’altro a cui è seguito un completo reset del proiettore stesso visto le migliorie del produttore apportate e di conseguenza ciò che la calibrazione fine di Marco mi ha portato , e la terza ed ultima, di una setimana fa, la calibrazione audioo con il sistema di correzione Digifast.
Non ho potuto affrontare la parte di calibrazione completa in un unico step perché , le mie precedenti configurazioni audio in ambiente home cinema e nello specifico, nel trittico frontale, avevano dei limiti a livello costruttivo , che sono stati superati con l’implementazione di un centrale Klipsch 540C e i due canali RP6000F.
Posseggo un Anthem 1120 come sintoamplificatore e, prima di contattare Marco Cavallaro per la calibrazione della Digifast, ho provveduto a calibrare il mio impianto con il sistema ARC fornito da Anthem, che sappiamo essere un sistema di livello.
Il risultato, seppur molto importante e di livello ( il canale centrale prendeva il possesso della parte frontale ) visto le dimensioni e le sue caratteristiche tecniche, avevano reso , d’insieme, un incremento generale di qualità aggiungendo però fattori che di per se potevano risultare positivi ma anche negativi ( bassi troppo profondi e fastidiosi – voci troppo presenti e quasi acide ) e non mi dilungo in questo aspetto, credo di aver reso l’idea.
Deciso nell’affrontare anche la calibrazione audio per vedere la bontà di tale risultato riportato da chi ne era già contento fruitore, e dopo aver letto testimonianze di rilievo tra cui quella di Emidio, ho richiamato Marco e programmato la sessione di calibrazione. Una giornata intera riempita da calcoli matematici, grafici di riferimento e correzioni specifiche, per una prima parte, comprendente analisi sulle posizioni dei sistemi, una seconda parte di misurazione acustica specifica e, riportando risultati NUMERICI, che riportavano le misurazioni acustiche pre gestione, dopo una prima affinatura, e dopo l’applicazione delle correzioni, dando cosi un risultato tangibile. A tal proposito ricordo a chi utilizza sistemi di correzione che, la curva applicata correttiva che i processori quali Anthem – Denon – Etc… calcolano, sono curve teoriche e non misurate successivamente , cosa che non avviene con una calibrazione del Digifast, dopo la curva corretta viene ri-misurata anche a posteriori per verificare il risultato finale.
L’esperienza sensoriale che ne è derivata a seguito di una giornata intensa , è una completa immersione in un contesto d’insieme, il compartimento audio diventa parte di ciò che stiamo vedendo , risulta impressionamene come , il sistema ideato da Marco , possa addolcire Tweeter che storicamente risultano essere molto acidi e quasi fastidiosi rendendoli parte di un contesto globale e d’insieme, proprio come un direttore d’orchestra che riesce a coordinare e controllare in modo perfetto ogni strumento presente sul palco.
Ecco che, Le colonne sonore dei film, riaffiorano quando il regista ha scelto di farcele ascoltare , con la sensazione che siano fuori dallo schermo, molto più “grandi” dello schermo stesso, rimanendo però parte del film non sovrastando mai, per esempio “ il parlato” . Gli altoparlanti spariscono nell’ambiente lasciando spazio agli oggetti presenti nella scena, sensazionale l’inseguimento in 007 Quantum of Solance o la presenza scenica degli spettatori che, nel primo minuto di the greatest showman, battono i piedi sugli spalti, chiudendo gli occhi possiamo collocare perfettamente sopra di me gli spettatori presenti.
Se poi , prendiamo il riferimento di Sunshine nei primi minuti , non vi sono parole per descrivere l’avvicinamento e la conseguente rotazione della navicella quando si trova di fronte allo schermo, lo spostamento nello spazio ambientale è fenomenale e la pressione sonora è sempre sotto controllo lasciando spazio alle emozioni dello spettatore.
Ecco perché, in questo contesto, la mancanza della codifica Dolby Atmos , il numero di canalli infiniti gestibili da un sistema Atmos.. e chi più ne ha più ne metta, viene meno, e non riporta in me personalmente nessun interesse, ma l’immersione nella scena ( in taluni casi utilizzando il sistema 5.1 allargato presente nella Digifast ) risulta essere completamente appagante e si rende predominante rispetto ad altri fattori totalmente trascurabile a seguito di un ascolto di questo tipo.
La sinergia tra tutti i canali è palpabile e costante, a seguito della perfetta calibrazione di ogni singolo canale presente nel proprio impianto, proprio come la professionalità di chi dedica tempo e amore in ciò che fa.
Ringrazio Digifast per l’esperienza regalata.