Era da parecchio che ci pensavo ma non trovavo
mai il tempo e la calma necessaria.
Adesso, stimolato anche dagli ultimi incontri-scontri
con GPM ho cercato di dare inizio ad una serie
di discussioni che penso interessino tutti
e riguardanti l'acustica della propria sala.
Chiarmente questo e' un discorso senza termine,
pieno di problematiche, questioni irrisolte
e variabili infinite in cui alla fine, secondo me,
bisogna sempre far appello al buon senso e all'intelligenza
pratica, elementi insostituibili soprattutto in ambiente domestico.
Oggi il problema dell'acustica ambientale e' affrontato
con sistemi molto elaborati e professionali,
ma non crediate, anche li' poi serve l'arte e
la capacita' di arrangiarsi mediata dalle proprie
esigenze e cultura d'ascolto.
Prima di tutto, contano gli aspetti progettuali e
il conseguimento di tali obiettivi è legato a:
- forma e dimensioni della sala;
- materiali e componenti impiegati.
Le problematiche nella acustica di un ambiente confinato
sono legate al fenomeno della riflessione da parte delle pareti
delle onde sonore emesse da una sorgente anch'essa sonora.
Di conseguenza il suono raggiunge un qualsiasi punto dell'ambiente
sia direttamente, sia a seguito delle riflessioni da parte delle pareti.
Essendo il percorso del suono riflesso più lungo di quello diretto,
il suono riflesso giungerà al punto d'ascolto con un certo ritardo.
Questo fenomeno riguarda evidentemente tutti i punti delle pareti,
così che la densità sonora nel punto d'ascolto sarà il risultato
della combinazione di infiniti suoni che giungono
con ritardi proporzionali alla lunghezza del percorso che hanno seguito.
Tale complesso di fenomeni e' appunto la "riverberazione",
e si parla di campo sonoro diretto e di campo sonoro riverberato.
La conseguenza più importante è che il suono continua ad arrivare
nel punto d'ascolto anche dopo che la sorgente ha cessato
di emetterlo (coda sonora). Questo comporta dei problemi di
sovrapposizione dei suoni emessi in tempi successivi
che può comportare dei problemi di intellegibilità del messaggio sonoro.
E' da notare, tuttavia, che la riflessione del suono da parte
delle pareti non costituisce sempre e necessariamente un problema.
Al contrario, è proprio l'uso accorto di tale fenomeno a permettere
che la densità sonora nei diversi punti di una sala sia
maggiore di quella, spesso inadeguata, del solo campo diretto.
A questo fine la forma delle pareti deve assicurare una distribuzione
quanto più uniforme possibile del suono.
SABINE era uno che mi sta simpatico perche'
faceva sperimentalmente le sue prove dalle quali cercava poi
di recuperare una formula matematica.
Magari all'inizio del secolo scorso non avrebbe potuto
fare di piu', ma le cose cosi' ottenute, anche se abbastanza
limitate sono di difficile se non impossibile denigrazione.
Lui passava le notti in teatro a riempire i posti di cuscini
e si divertiva a misurare il tempo di decadimento di un segnale
acustico, dal momento che lo aveva emesso a quello che non lo sentiva piu'.
Gli dava fastidio solo il tram, ma lui si fermava e aspettava che passasse!
La relazione di Sabine permette di valutare
il tempo convenzionale di riverberazione di un ambiente
di un certo volume in funzione dei coefficienti di assorbimento
di ciascuna superficie che delimita l'ambiente e dei
coefficienti di assorbimento di ciascun arredo e
di ciascuna delle persone presenti.
Il tempo convenzionale di riverberazione (T60) e' il
tempo necessario perché l'intensità sonora all'interno di un ambiente
una volta raggiunta la condizione di regime e al cessare dell'emissione
da parte della sorgente, si riduca a un milionesimo dell'intensità iniziale,
ovvero il tempo perché il livello sonoro si riduca di 60 dB
rispetto al livello di regime.
"T60 = 0.16*V / EaS + EA"
dove 0.16 e' un valore fisso, V e' il volume della stanza in m3,
EaS e' la sommatoria delle superfici in m2 per il loro
coefficiente di assorbimento, EA e' la sommatoria dei
coefficienti di assorbimento di arredi e persone presenti.
"EaS + EA" viene anche chiamato "potere fonoassorbente dell'ambiente".
Questo tempo dipende pero' anche dalla frequenza del suono emesso.
Le tabelle che seguono indicano per ciasun elemento o materiale
il coefficiente di assorbimento alle frequenze di riferimento
(non sono tutte, poi magari aggiungiamo le altre):
http://www.linomatz.com/files/tab-coeff-1.jpg
http://www.linomatz.com/files/tab-coeff-2.jpg
http://www.linomatz.com/files/tab-coeff-3.jpg
Etc. Etc., tanto stai sicuro che chiederete uno che manca!
Insomma la formula e' abbastanza facile e quindi potete provare a
calcolare il tempo di riverberazione del vostro ambiente.
I due grafici che seguono vi diranno se il valore del risultato
ricade in una fascia accettabile e valida anche in funzione
del tipo di musica ascoltata.
http://www.linomatz.com/files/graficot60.jpg
http://www.linomatz.com/files/graficot60-2.jpg
Se siete gia' a posto, bene, altrimenti presto faro' un altro
thread su come intervenire, in generale, sulla sala d'ascolto
utilizzando materiali e pannelli fonoassorbenti e
sempre nella speranza che ci sia il contributo di tutti.