Del comprare nei "non luoghi"
- Ce l'ha un interruttore che non sia ad incasso?
- Come "che non sia da incasso"?
- Di quelli che si usavano una volta, con una basetta di plastica che si fissa alla parete con gli stop.
- Ah no quelli non sono più a norma da anni, come faccio a venderli?
- Ma dai, vuoi vedere che mi tocca cercarlo su internet e farlo venire dalla Cina?
Ok, semplice, immediato, competente. Meglio i negozi di zona! C'é il contatto umano, il tizio mi è perfino sembrato un po' inacidito (umano, molto umano!) come sempre i commercianti quando li scopri sforniti.
E adesso? Vabbé, lasciamo stare i negozi di zona ed andiamo (prima di tntare sul serio internet) nel più classico dei "non luoghi": il regno de "Il Re Merlino", catena di capannoni architetturalmente osceni ed umanamente alienanti (perfino il conteggio dei soldi e la distribuzione del resto è fatta con un macchinino mentre i dipendenti nel rapporto col cliente si attengono visibilmente a un qualche protocollo appreso nei corsi aziendali...).
Oooops! L'interruttore c'é. Due euro e dieci a pezzo. Un solo modello (nei tre tipi interruttore, deviatore e pulsante) però c'é.
Imbarazzante: vedrai che i pefidi Transalpini proprietari del negozio (come li detesto!) hanno capito che stanno in Italia e le cose "fuori norma" le puoi anche vendere magari è il cliente che non le può installare (ma in fondo quello che ci fa saranno anche un po' fatti suoi...)
E adesso? Mi crolla addosso un mondo. Vuoi vedere che la storia dei "non luoghi" e della umanità e competenza del commercio locale tradizionale è la solita fregatura?
Forse perché i "non luoghi" sono invenzione di un altro Transalpino [:mbe:] tale Marc Augé che magari è uno impaccato di soldi o più facilmente uno di quegli intellettuali che col cavolo che la spesa se la fa da solo.
Sarà, ma comincio a guardare con più rispetto i ragazzini che passano il tempo a ciondolare per i corridoi dei centri commerciali. Vuoi vedere che il vero problema del consumismo è averli dei soldi da consumare? :rotfl: