di un viaggio iconoclasta nei confronti delle religioni moderne e volto alla ricerca di un Dio, che si trova solo riappropriandosi della natura umana primigenia e primitiva, quella maggiormente legata all'essenza delle cose, lontano da qualsiasi strumentalizzazione a posteriori.
In questo senso One Eye e il ragazzino, che ha quell'aspetto così angelico, li ho visti come le due facce di una stessa medaglia; One Eye rappresenta un po' lo spirito bruto e brutale dell'uomo, il suo lato animalesco, istintivo, materiale, legato inossidabilmente invece al ragazzino, che, unico, sembra essere dotato di un certo sguardo limpido sul mondo, e che incarna quella parte pura che custodiamo.
E non è un caso che i due siano in qualche modo inseparabili, così come non mi è parso un caso che One Eye alla fine affidi quella parte più pura proprio a degli indigeni, a coloro che unici sembrano essere legati all'essenza della Vita, dell'essere e dell'esistere.
Ed è solo in quel momento che questo guerriero, che pian piano acquista consapevolezza del Tutto, può finalmente scomparire, l'inferno, il diavolo, come lo definiscono gli altri, che si purifica e scompare in un'acqua che ha un che di salvifico.
Al contempo, nel mentre di questo viaggio simbolico, possiamo vedere come gli altri uomini, portatori delle religioni moderne e avanzate, e che però si allontanano da Dio invocando guerre sante e imponendo un mondo brutale e artificioso, fatto di sopprusi, reagiscono a questo percorso iniziatico e che li metterà a dura prova, tra coloro che si rifiutano di vedere, chi impazzisce, ma anche una figura, se non erro quella del sacerdote, forse l'unica, che pur non potendo seguire One Eye e il ragazzino fino in fondo, pare capire e trovare una sorta di illuminazione, come si evince da questo fotogramma, di cui posto un link, che mi ha sin da subito colpito, dove vediamo quest'uomo in una posizione di meditazione, colpito da un fascio di luce dall'alto, dunque di provenienza divina, che lo illumina e lo avvolge:
http://www.cineclandestino.it/public/gallery/2009/2009/8/Festival/Venezia%2066/Fuori%20Concorso/Valhalla%20Rising/Valhalla-Rising-gallery1.jpg
Sempre in quest'ottica il fatto che il loro viaggio verso la Terra Santa li abbia portati in un'America indigena, ha una sua valenza, perchè è per l'appunto a contatto con l'uomo primigenio e primitivo che, solo, si può trovare Dio.
Più problematica invece mi è sempre apparsa l'interpretazione delle scene oniriche, che da una parte sembrano quadri infernali, dall'altra, considerando i copiosi rimandi alla mitologia norrena, mi è venuto da pensare che potessero simboleggiare Mímisbrunnr, che se non erro è la fonte della conoscenza, per bere dalla quale Odino si priva di un occhio (ed in effetti One Eye ha un percorso in cui acquisisce sempre più consapevolezza e in cui diventa altro da sè, un'icona).
Tra l'altro tutta questa interpretazione pensavo potesse calzare anche col percorso artistico di Refn, essendo che i suoi film, in qualche modo, almeno per quello che ho potuto vedere e capire, mi sembrano concatenati tra di loro; proprio "Bronson", che è precedente a "Valhalla Rising" parla della prigione, anche simbolica, nella quale vive l'uomo, vittima e schiavo della propria bestialità e della propria violenza, che da una parte si cerca di incatenare e che dall'altra si prova a sfruttare (e Bronson partecipa a lotte clandestine, come One Eye all'inizio del film).
In fondo "Valhalla Rising" parla un po' del tentativo di liberarsi da questa prigione dell'anima.
Sempre da questo punto di vista, non mi sorprende che in"Drive" da quello che ho letto, il protagonista è quasi muto e non ha un nome (alchè One Eye mi è venuto subito in mente). |