Bebo, Bebo Bebo e ancora Bebo
Chiedo scusa ad Emidio se mi permetto ancora una volta di utilizzare il suo forum per parlare di Bebo, anzi, questa volta gli rispondo, visto che nella sua ultima performance, cercando di motivare le sue prove non proprio attinenti alla rivista, mi ha tirato in ballo come quello che:
"…infervorato s'è domandato e ad altri ha domandato come fosse possibile cotanto ardire…".
E non credo siano stati molti quelli che si sono rivolti al suo direttore per chiarire la cosa, senza peraltro ricevere risposta!
Io purtroppo non ho una rivista su cui scrivere e questo è l'unico posto pubblico che conosco per dire la mia, visto che pubbliche sono le sue motivazioni e le sue rimostranze. Spero che Bebo decida di mettersi in gioco e che decida di rispondere, anche se l'ultima volta si è ritirato in favore di un appuntamento al TAV che è stato poi disatteso senza preavviso. Chissà se la sua assenza è legata a quella, altrettanto clamorosa, di un grande importatore e distributore italiano?
Veniamo al sodo.
In questo numero della rivista il caro autore ha speso una intera pagina, scritta bella fitta, per cercare di ridicolizzare quell'esiguo, a suo dire, numero di lettori che non erano d'accordo con lui, tirando in ballo guerre religiose, universo analogico, mediazioni digitali, circoli e condomini, solo per avallare la presenza dei suoi articoli sulla rivista.
Punto primo: se i tuoi detrattori sono realmente pochi, non sprechi una intera pagina della rivista per spiegare tutta la complessa filosofia che ti sospinge e ti anima per mezzo ampollose disquisizioni, per poi terminare con una battuta ad effetto, così da mettere alla berlina il tuo antagonista.
Punto secondo: se i tuoi detrattori, invece, sono tanti e tali da costringerti ad una arringa difensiva, forse è meglio che eviti di scrivere articoli off topic e conseguenti arringhe.
Punto terzo: entriamo nel merito. Se io sono un talebano, come definisci con meraviglioso buon gusto, quelli che come me vorrebbero una certa coerenza tra il titolo ed il contenuto di una rivista, tu che appellativo daresti ad uno che parla della sua rubrica come:
"…una sezione della rivista che si occupa specificamente (anche se, per evidenti motivi, non solo) dell'aspetto musicale della riproduzione, tanto che non è nemmeno poi così fondamentale che tale riproduzione sia necessariamente multicanale…"
senza apparentemente accorgersi che la rivista si chiama DIGITAL VIDEO HOME THEATER ed è una emanazione di AUDIO REVIEW della quale era una rubrica?
Ma com'è sta storia? Questo redattore vuole trattare di riproduzione musicale e lo vuole fare sulla rivista che si occupa di digitale, di video e di home theatre, quando c'è quella dedicata all'audio? Perché?
Nonostante abbia chiesto anche ad altri, come hai ricordato, ancora non ho avuto risposte, ed in mancanza di meglio ho ipotizzato: mi vengono in mente due motivi. Il primo è che il soggetto, per qualche motivo, non possa più scrivere sulla rivista audio, quella più importante, e cerchi di scrivere, di quello che conosce, almeno sulla rivista figlia che però ha una trattazione diversa.
Nel secondo, ipotizzerei che sia stato scelto appositamente uno come Moroni, per scrivere su una rivista dal pubblico relativamente nuovo, che tratta argomenti nuovi, per tentare di ricreare quell'interesse che il Bebo destò una ventina d'anni fa.
Come un tempo, con le sue trattazioni di apparecchi esoterici, lasciava gli astanti a bocca aperta, increduli ed invidiosi della sua conoscenza, così si potrebbe voler fare oggi con i nuovi, ignari appassionati di HT.
Diciamo che potrebbe essere l'attrazione della rivista, potrebbe avere la funzione riservata alla "Velina" di turno, che lui odia tanto! La funzione di infiammare e risvegliare l'animo dormiente di chi legge per mezzo dei suoi articoli fuori tema, invece che con le rotondità esposte, quella di far innamorare il nuovo giovane lettore delle sue sedute di ascolto, invece che infatuarlo di due giovani bellezze!
Sono solo ipotesi, magari se ricevo qualche risposta, sono disposto a ritrattare.
Non entro nel merito della rubrica televisiva dove si afferma che chi ti accusa di essere politicamente fazioso ha dei pregiudizi, giacché quando te lo hanno dimostrato, citando i tuoi passi, hai tirato in ballo le incomprensioni.
Personalmente credo che la tua idea politica affiori in tutti i tuoi modi di ragionare, di scrivere e di criticare, tipici degli esponenti di quella fazione. Evidentemente una contaminazione politica così evidente infastidisce qualche lettore.
Sono ancora del parere che gli scambi di idee possano essere costruttivi e, a maggior ragione, quelli tra chi fa e chi legge una rivista ed è per questo che ho perso del tempo a scrivere queste righe, a tratti anche provocatorie, ma che non vogliono essere un attacco, vogliono solo essere uno stimolo al dialogo.
Se invece partiamo dal presupposto che il giornale è mio e lo faccio come dico io, è un altro paio di maniche, ma in questo caso c'è un bel "vaffa" pronto a chi mi parla di trasparenza, correttezza ed utilità delle riviste.
Pienamente d'accordo con Marco e Lino
Ma vorrei ricordarvi che il Moroni porta in dote alcuni importatori,e, in un momento particolare come questo,di forte congiuntura economica,il direttore non puo' far altro che piegarsi alle "sbruffonate" del Moroni.
Non vedo altre giustificazioni,personalmente non compro piu' la rivista per scelte redazionali incomprensibili e poco attinenti con la nostra passione ,a questo punto spero solo che il Berlusca aumenti le tasse a tutti i giornalisti di "sinistra" che scrivono sulle riviste di home theater e non dichiarono i ragali degli importatori!!!!
.....altrimenti,come spiegare l'immensa adorazione del sig.Moroni per il sig.Liciardello?
Re: Per Marco Rosanova & co.
Citazione:
Originariamente inviato da Bebo Moroni
Sinceramente non mi aspettavo una risposta del genere.
Ok, forse volevo essere provocatorio ed ho esagerato, diventando offensivo.
Chiedo scusa.
Ho avuto comunque la risposta che cercavo.
Grazie
esiste il rispetto per il lettore,caro sig.MORONI
Voglio sperare che in questo paese ci sia ancora un centimetro di libertà per un giornalista che intende dire ciò che pensa
Pienamente d'accordo con lei,peccato che la sua liberta' inizia dove finisce la nostra:
"la rivista di HOME THEATER"
Lei puo' scrivere quello che vuole,anche sui muri(ma non sara' lei che scrive sui muri delle metropolitane in rosso?),pero',si ricordi sempre che i suoi lettori comprano una rivista di "audio e video" non un quotidiano politico o la rivista "tele tette" ,forse le era sfuggito questo impercettibile,piccolo,banalissimo,particolare?
P.S. Considerando la sua inclinazione per questo genere di articoli perche' non prova a far contenti i suoi "numerosi lettori" :D cambiando casa editrice,magari deliziando i suoi numerosissimi ed affezionati lettori collaborando con quella voragine di debiti senza fine del quotidiano "il lavoro",in fondo,considerando le sue proverbiali doti di giornalista politico,lei,potrebbe riuscire nella duplice impresa di salvare,per l'ennesima volta dal fallimento,un autorevole quotidiano e far risparmiare,a noi poveri contribuenti,i miliardi di euro di finanziamento a fondo perduto di stipendi d'oro per i numerosi psudo giornalisti che vi lavorano....
Cordialmente la saluto,con la tenue speranza,di non rivedere la sua firma sulle riviste AUDIO-VIDEO.