MOSTRI contro ALIENI - [InTru 3D] -
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Mostri contro Alieni
Mostri contro alieni (Monsters vs. Aliens) è un film in animazione 3D, prodotto dalla Dreamworks Animation, in uscita nella maggior parte del mondo il 27 marzo 2009. La data è stata spostata per evitare concorrenza con Avatar di James Cameron. La pellicola è il primo film girato direttamente in 3-D, invece di essere convertito in post-produzione; questo ha comportato un extra di 15 milioni di dollari al budget del film.
In Italia verrà distribuito nelle sale a partire dal 3 aprile 2009.
Con l'uscita di Monsters vs. Alien, tutti i film della Dreamworks Animation saranno distribuiti con il formato stereoscopico 3D.
Sito Ufficiale: http://www.monstersvsaliens.com/
Trama:
Spoiler: |
Quando la ragazza californiana Susan Murphy viene colpita da un meteorite pieno di una sostanza misteriosa, e si ingigantisce diventando alta quindici metri, la gente inizia a chiamarla mostro, dandole il nome di "Ginormica". Susan viene quindi prelevata dai militari e portata in una base segreta, dove scopre un gruppo di altri mostri come lei, nascosti dai militari nel corso degli anni. Di questo gruppo di mostri fanno parte il brillante Dottor Professor Scarafaggio, che però ha la testa di un insetto, il muscoloso mezzo-scimmia, mezzo pesce Anello Mancante, l'indistruttibile e gelatinoso B.O.B. (Massa Gelatinosa Indistruttibile) e la larva alta cento metri chiamata Insettosauro.
La loro prigionia, però, non è destinata a durare a lungo, poiché un robot alieno, mandato da Gallaxhar, è arrivato per seminare panico e distruzione: sotto la guida del generale W.R. Monger, e per ordine del Presidente, il gruppo di mostri è chiamato all'azione per combattere gli alieni e difendere la Terra. |
Mostri contro Alieni: proiezioni 3D in Italia...
Saranno oltre cento gli schermi cinematografici italiani che programmeranno la versione tridimensionale del film Mostri contro Alieni (foto). Lo confermano al Giornale dello Spettacolo la Universal Italia, che distribuisce il film, e l’Anec, associazione degli esercenti.
“L’esercizio ha risposto con grande entusiasmo – dice il direttore commerciale di Universal Pictures Italia, Marco D’Andrea -. Così Mostri contro Alieni uscirà il 3 aprile in 3D su un centinaio di schermi. E’ un bellissimo inizio per il mercato del 3D nel nostro Paese”. D’Andrea è ulteriormente ottimista per il futuro: “Se i distributori sapranno impegnarsi attivamente, le sale digitali, e in 3D, potranno aumentare notevolmente. Il prodotto c’è. Adesso dobbiamo trovare gli incentivi giusti per convincere gli esercenti a digitalizzare le sale”.
Particolare soddisfazione viene espressa dal presidente dell’Anec, Paolo Protti, che conferma: "Mostri contro Alieni dovrebbe, alla fine, uscire su 107 schermi tridimensionali. E’ un numero importante che ci rende molto contenti ed è soprattutto un grande risultato per tutta l’industria cinematografica italiana”. Per portate a compimento la rivoluzione digitale in Italia, Protti pone tre obiettivi: “Il riconoscimento del cosiddetto Virtual Print Fee tra distributori ed esercenti, il Tax Credit, nonché il rifinanziamento del credito alle sale”.
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La rivoluzione dell’InTru 3D
Quanto realizzato da Intel e DreamWorks, tuttavia, va al di là di tutto questo, inseguendo un metodo di lavoro completamente diverso.
Katzenberg infatti afferma che l’utilizzo che si è fatto finora del 3D non è dissimile a quanto si è effettuato ricolorando i vecchi film di Stanlio e Ollio: la sua rivoluzione sta, tanto per cominciare, nell’aver realizzato un film pensandolo e realizzando in 3D fin dall’inizio, e non adattandolo successivamente, come ha fatto e continua a fare Disney con e dopo Bolt.
E sarà, questa, una linea che DreamWorks continuerà a seguire, a cominciare dal quanto mai prossimo Shrek Goes Fourth.
E’, questa, una scelta di non poco conto, perché comporta un approccio molto diverso con la produzione e la realizzazione dell’opera, dalla sua progettazione fino alla realizzazione finale e alla post-produzione (e alla seguente renderizzazione bidimensionale per realizzare la versione 2D!).
Questo perché, anche se all’occhio umano apparirà in modo “usuale”, una scena creata in 3D va orchesrtata in maniera diversa dal classico approccio “i personaggi entrano in un ambiente fisso, interagiscono e passano al successivo ambiente”: il tutto è pensato e portato su schermo in maniera effettivamente stereoscopica, e utilizzando sistemi diversi dai soliti, anche nel montaggio. Anche se l’effetto finale, a livello di fluidità, fra le versioni 2D e 3D è identico, le due varianti sono state montate secondo procedimenti diversi, perché l’occhio umano percepisce la sensazione di “profondità in movimento” in modo variabile a seconda dei due casi. Per dirla con le parole di Katzenberg: “Si tratta di due approcci che presentano ognuno una diversa energia e ritmo”.
In MvsA è chiaro l’intento “propagandistico” e dimostrativo delle nuove potenzialità, con un rutilante “effetto valanga” di oggetti che vanno e vengono da e verso lo schermo, volti a emozionare lo spettatore e convincerlo della bontà del nuovo sistema.
Nelle prime battute del film, infatti, non ci si rende immediatamente conto della differenza con le precedenti tecnologie, se non per la ergonomicità degli occhiali speciali realizzati da Intel, che inoltre restituiscono un’immagine incredibilmente nitida e priva di sfarfallii, sovrapposizioni e colori sfalsati.
L’apparenza, però, è proprio il caso di dirlo, inganna: l’apparente tranquillità dello spettacolo è “turbato” quasi subito da piccoli effetti che stordiscono, in crescendo, lo spettatore anche il più smaliziato.
A differenza di quanto già visto prima, infatti, non avremo semplicemente la distratta sensazione che ogni tanto qualcosa fuoriesca dallo schermo, ma che lo schermo non esista, in quanto ci sentiremo immersi in questo mondo, dove quando si sollevano nuvole di polvere sembra quasi che queste si possano respirare, e che gli elicotteri ci sfreccino veramente a un palmo dal naso, secondo un senso della prospettiva quanto mai reale.
E’ effettivamente difficile descrivere a parole quanto convincenti appaiano le immagini InTru 3D, e mai come in questo caso solo una fruizione in prima persona può restituire la sensazione che noi abbiamo provato.
C’è da dire che la sensazione di realismo è ulteriormente accentuata dalla qualità dei modelli poligonali di base, delle incredibili texture utilizzate per ricoprirli e degli effetti particellari di prim’ordine che fanno loro da contorno. Gli animatori DreamWorks non hanno davvero badato a spese pur di presentare un biglietto da visita di primissimo ordine alle prossime premiazioni degli Oscar, e al contempo promuovere una tecnologia che non vuole accontentarsi di una nicchia di pubblico e cinema coinvolti, ma vuole rappresentare un vero e proprio nuovo modo di intendere il cinema futuro.
E viste le potenzialità, c’è di che ben sperare, visto che addirittura Steven Spielberg e James Cameron si sono detti entusiasti delle nuove opportunità introdotte dall’InTru 3D.
A dispetto delle pochissime sale già pronte ed attrezzate per ospitare spettacoli in InTru 3D (c’è naturalmente bisogno di un proiettore speciale, e di un gran numero di lenti speciali, cosa che comporta un notevole costo da parte dei gestori delle sale: costo che naturalmente verrebbe ammortizzato in maniera ben sensibile sul costo del biglietto) Katzenberg sogna già un futuro fatto di cinema 3D “personale” in cui ogni appassionato potrà avere i propri occhiali personali (“un po’ come i giocatori di bowling, che hanno le proprie scarpette e la palla personalizzate”), e potrà fruire del 3D anche nel salotto di casa.
Per ora, tuttavia, il suo intento è quello di offrire un incentivo per riportare la gente nei cinema, visto che il mercato dell’home video sta gradualmente riducendo gli spettatori nelle sale.
Come è già successo con le moderne e avanzatissime console per videogiochi, che hanno letteralmente ucciso le sale giochi una volta avanguardia del settore e ora praticamente scomparse, le nuove tecnologie di riproduzione casalinga, tra Blu Ray Disc, Home Theatre di grandi prestazioni e TV al plasma o LCD in HD, uniti al supporto della rete, stanno per condannare le sale, che a quanto dice, rimarranno baluardo di un nugolo di appassionati e di chi ancora vuole gustarsi gli effetti speciali al cinema.
Katzenbreg infatti insiste che la nuova tecnologia, oltre che fornire uno spettacolo visivo inedito ed entusiasmante, può risultare funzionale e rivoluzionaria anche a livello narrativo e non solo tecnico: registi e sceneggiatori possono, ponendo lo spettatore al centro della scena, mandare nuovi messaggi e offrire nuove emozioni che vadano al di là del semplice effetto speciale, e questo anche in generi come ad esempio il drammatico, ponendo la vicenda e i sentimenti dei protagonisti secondo nuovi ed inesplorati punti di vista.
Il futuro è ancora tutto da scrivere, tuttavia per DreamWorks e Jeffrey Katzenberg il futuro, a quanto pare, è già ora:
“It’s not just physical, but emotional”
Fonte: EveryEye
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