Equalizzatori/PAC/DRC? ERESIA!!!
Sono convinto che verrò etichettato come un eretico profanatore dei sacri luoghi comuni dell'audiofilia, ma dopo il 3D sulle punte coniche & co. ne voglio aprire un altro sull'amore/odio che gli appassionati nutrono verso nuovi sistemi di equalizzazione ambientale/DRC/PAC e raccontare le mie esperienze anche nel proporre questi sistemi.
Premetto che sono un grande sostenitore della correzione ambientale in dominio digitale (da adesso in poi CADD): per motivi pratici ho integrato in un unico impiato l'audio e il video, e desiderando un amplificatore ottimo anche sulla parte audio ho preso un Pioneer VSX-LX60 dotato del sistema MCACC. Questo sistema è di una semplicità unica: in 10 minuti ottimizza i vari parametri di ascolto, e permette poi di eseguire un "fine tuning" su una quantità di parametri enorme, anche tramite un PC dotato di apposito software. Il tutto in dominio digitale, 192Khz/24 bit.
Per me ormai ascoltare senza un sistema di questo genere sarebbe del tutto inconcepibile, dato che in questo caso si può veramente parlare di un cambiamento oggettivo, palese, chiaramente evidente e incontestabile.
E ora arriviamo al punto.
Dato che il mondo è bello perchè è vario, esiste una corrente di "puristi" (le virgolette sono volute) che disdegna a priori questi sistemi. Le note negative vanno dai commenti che possono in quache modo essere compresi anche se non condivisi, a quelli involontariamente comici o fantasiosi. In linea di massima girando dei forum questi sono i commenti più gettonati:
a) nella maggior parte dei casi la CADD comporta una serie di conversioni A/D-D/A che impattano negativamente sul suono;
b) è preferibile intervenire sull'ambiente piuttosto che "forzare" l'impianto a riprodurre un suono che vada a compensare le deficenze dell'ambiente stesso;
c) il CADD è comunque un layer aggiuntivo nell'impianto, e quindi una ulteriore degradazione;
d) l'analogico è un dogma, tutto ciò che è anche vagamente somigliante ad una serie di 1 e 0 è pura eresia.
Una premessa: quando muovevo i miei primi passi nell'HiFi (fine 70/inizi '80), il massimo a cui si poteva aspirare per correggere un ambiente era l'equalizzatore, meglio se parametrico. Erano i tempi in cui si faceva a gara a chi aveva il maggior numero di bande su cui intervenire, tanto che alcuni vecchi prodotti della Soundcraftmen avevano 30 e passa frequenze per canale. Per fare una cosa simile erano necessari dei filtri con delle pendenze incredibili... e in quel caso effettivamente l'impatto sonoro si sentiva, e non poco (e non solo quello). Ma erano altri tempi, l'HiFi "minimalista & pura" stava appena iniziando. :)
Non ho mai voluto nulla di simile nel mio modesto impianto da studente con pochi $oldi, e allora preferivo cercare di rendere l'ambiente quanto più lineare possibile con i soliti tappeti, tendaggi e cose simili.
Con il digitale le cose non sono solo cambiate, si parla di sistemi totalmente diversi: se i vecchi equalizzatori "analogici" si limitavano ad intervenire su pochissimi parametri, nel dominio digitale il livellamente della risposta in frequenza in ambiente è solo una delle cose dove intervenire: risposta in frequenza, ritardo, fase, risonanze, distanza, scena sonora... sono tutti parametri dove i sistemi CADD intervengono in maniera (quasi sempre) molto semplice, garantendo dei risultati straordinari.
Eppure, anche in questo caso si assiste alla solita alzata di scudi da parte dei soliti "puristi" che mai e poi mai potrebbero tollerare nel loro impianto un simile oggetto. :(
Tempo fa ho avuto modo di ascoltare un impianto di un livello elevato con delle Tannoy Red Monitor, che però era stato installato in un ambiente inadeguato: piccolo, cubico, riflettente, era la perfetta fotografia di dove NON si dovrebbe ascoltare la musica. All'ascolto, era chiaramente evidenziata un picco di risonanza sulle medio basse, talmente elevato da rendere inascoltabili alcuni brani musicali. La situazione migliorava "spezzando" in qualche modo l'ambiente, inserendo degli ostacoli e delle trap acustiche... ma a quel punto diventava necessario camminare sulle pareti dato che il pavimento diventava inaccessibile.
Anche in questo caso il proprietario, analogista convinto, non era dell'idea di inserire un sistema CADD, sempre per il solito discorso delle multiconversioni A/D e viceversa, e tutte le solite cose trite e ritrite.
Il test con il sistema MCACC di Pioneer -che per quanto sofisticato non è certo uno dei più avanzati tra quelli disponibili- ha portato al risultato che mi aspettavo, ovvero alla slogatura della mascella del proprietario dopo aver ascoltato cosa usciva dalle Tannoy dopo "10 minuti 10" di taratura: via le risonanze, gli ululati alle basse, si sentiva solo MUSICA.
La fine della storia e' che ora il proprietario sta decidendo che sistema DACC acquistare, e nel frattempo non riesce più ad ascoltare la musica, tanto si è reso conto fosse sbagliato il precedente "suono" che veniva restituito dall'impianto.
Eh già... ma la purezza del suono, il rispetto per l'incisione, la naturalezza dell'ambiente della ripresa, la tridimensionalità della scena... tutti questi smanettamenti fatti in un dominio fatto di astrusi livelli 1 e 0 SICURAMENTE faranno qualcosa di negativo al segnale originale, giusto?
E qui casca l'asino: vi siete mai chiesti cosa succede in uno studio di registrazione? Cosa sono tutte quelle lucine colorate che si vedono sui rack enormi ai lati del mixer? La realtà è che tutte le registrazioni subiscono trattamenti di manipolazione del segnale: una volta queste operazioni erano in dominio analogico, ora si utilizza il digitale. La stessa ambienza e scena sonora a volte sono del tutto artificiali, create da appositi apparecchi (o meglio, computer) che lavorano su particolari modelli matematici. L'equalizzazione è normalmente utilizzata, così come tutta un'altra serie di apparecchi che farebbero inorridire i "puristi".
Su un forum concorrente c'era un post interessantissimo di un famoso tecnico del suono proprietario della Velut Luna, che si soffermava proprio sull'assurdità di certe affermazioni di certi "integralisti audiofili" che non sanno cosa viene fatto in una sala di registrazione.
Bene, alla fine cosa rimane di tutto questo discorso? Semplicemente che ci sforziano di cercare la realtà musicale in registrazioni che di naturale hanno ben poco, tanto sono manipolate, corrette, compresse.
Eppure ci sono registrazioni che ci appaiono straordinarie per naturalezza e realismo.
Il punto secondo me è questo: un impianto deve RIPRODURRE al meglio un evento sonoro, ma riprodurre non significa CREARE, ma IMITARE. Posto che sia impossibile CREARE un evento sonoro in una stanza, io sono per l'uso di tutti quegli strumenti che mi permettano di avvicinarmi il più possibile all'evento originale. E se per fare questo devo convertire un segnale in dominio digitale la cosa mi sta benissimo, purchè la cura non sia peggiore del male, come purtroppo spesso accadeva con gli equalizzatori analogici.
P.S. Un Behringer Ultracurve PRO DEQ2496 costa -con il suo microfono- poco meno di 300 euro, e non avete idea di cosa possa fare una volta imparatolo ad usare: non lo utilizzo nel mio impianto solo perchè l'MCACC mi ha reso già felice, ma consiglierei a tutti i detrattori di questi apparecchi di provarlo data la spesa tutto sommato accettabilissima: forse potrebbero scoprire un nuovo mondo. :)