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Pagina 1 - Introduzione Nella continua diatriba tra tecnologie utilizzate, risoluzioni delle matrici, luminosità e rapporto di contrasto, la guerra tra videoproiettori con tecnologia LCD e DLP somiglia sotto molti aspetti a quella che si combatte tra televisori al plasma e quelli con tecnologia LCD. Tra i principali produttori a livello mondiale, sono sempre di più le aziende che abbracciano ormai entrambe le tecnologie, sia per i display che per i videoproiettori. Tra le eccezioni, BenQ ha scelto la tecnologia LCD per la produzione di TV e display mentre da sempre punta sulla tecnologia DLP per la produzione di videoproiettori dedicati al cinema in casa. L'ingresso di BenQ nella videoproiezione home theater è piuttosto recente e risale a poco più di quattro anni fa. Con più precisione, nel 2002 BenQ presenta il modello HT480W con tecnologia DLP e chip dual-mode con risoluzione di 848x600 punti, in grado di riprodurre immagini in formato 4:3 con risoluzione SVGA (800x600) e in formato 16:9 con 848x480 punti. Il prezzo del modello HT480W era di circa 6.000 Euro. BenQ conquista molto rapidamente i favori del pubblico di appassionati esigenti grazie alla elevata qualità dei prodotti, costruiti senza molti compromessi. Nel corso del 2004 BenQ presenta il modello PE8700, sempre con tecnologia DLP ma con risoluzione di 1280x720 punti che molto presto si scoprirà essere praticamente identico ad un prodotto Runco ben più costoso. Nel corso del 2005 BenQ si aggiudica anche un EISA Award con il modello PE7700 (provato in questo articolo), più economico rispetto al modello 8700, sempre con tecnologia DLP e risoluzione di 1280x720 punti. BenQ presenta nel giro di pochi mesi ulteriori evoluzioni del progetto 8720 che culminano nel modello PE8720 oggetto della nostra prova. Pagina 2 - Scheda tecnica e caratteristiche dichiarate
Il BenQ PE8720 viene presentato ufficialmente al pubblico nel corso del 2005 ad un prezzo di listino di circa 7.000 Euro che era comunque leggermente inferiore a quello richiesto per modelli concorrenti di pari livello. Il PE8720 ha come obiettivo quello di contrastare proprio la fascia più alta del mercato della videoproiezione con tecnologia DLP Il prezzo di listino del PE8720 è rimasto sempre piuttosto elevato fino a poco prima dell'estate. Dal Settembre 2006, il PE8720 ha subito un considerevole ridimensionamento del prezzo di listino, seguito ovviamente dallo street-price che è ancora inferiore. Scheda Tecnica
Pagina 3 - Esterno, ingressi e dotazioni principali
Le evoluzioni del PE87200 rispetto ai modelli precedenti sono piuttosto pesanti e riguardano sia lo chassis ma anche il chip DMD utilizzato e la maggior parte dei componenti che ne regolano il funzionamento. Le dimensioni esterne sono piuttosto generose, simili a quelle di altri concorrenti ai vertici della categoria (es. Yamaha e Sharp). Il peso pari a ben 9 kg e la robustezza dei materiali plastici utilizzati per il guscio, donano un senso di grande solidità.
Le finiture in bianco laccato, accompagnate da varie tonalità di grigio, si sposano molto bene con una eventuale installazione a soffitto che consigliamo vivamente. Sul pannello superiore sono presenti alcuni pulsanti che consentono di comandare il proiettore anche senza telecomando.
Quest'ultimo è lo stesso che abbiamo apprezzato in compagnia del PE7700 e caratterizzato da dimensioni superiori alla media, buona chiarezza nella disposizione dei pulsanti ed elevata potenza della retroilluminazione che è un altro aspetto da non trascurare.
Sul pannello posteriore è presente una vaschetta con i collegamenti video. L'unico ingresso HDMI può ricevere segnali ad alta definizione sia a 50 che a 60 Hz ma solo fino a risoluzione 1080i. Il segnale component viene accettato sia dalle prese RCA che dagli ottimi BNC. Questi accettano anche segnali RGBHV. Non manca anche un trigger a 12 volt e un'interfaccia seriale utilizzata anche per gli aggiornamenti del firmware. Pagina 4 - Obiettivo e lampada
L'obiettivo del PE8720 non sembra molto dissimile da quello del modello PE7700 che abbiamo analizzato lo scorso anno. In realtà - come vedremo più avanti - la qualità delle lenti è nettamente superiore. L'obiettivo comunque è completamente motorizzato (fuoco e zoom 1,35X), assieme al lens shift verticale.
è il primo proiettore DLP con rapporto di contrasto dichiarato pari a 10.000:1, raggiunto in modo nativo e senza diaframmi automatici atti ad aumentarne artificialmente il valore. A valle del percorso ottico e prima dell'obiettivo c'è un diaframma manuale motorizzato a circa 40 posizioni. Il modello BenQ PE8720 è caratterizzato da una luminosità piuttosto elevata, pari a 1.000 lumen. In realtà, variando opportunamente l'apertura del diaframma motorizzato o la potenza della lampada, è possibile ridurre il flusso luminoso in modo da contenere il livello del nero per proiettare anche su schermi di piccole dimensioni.
La lampada Osram di tipo P-VIP ha una potenza di 250W ed è in grado di generare un flusso luminoso massimo dichiarato di 1000 ANSI lumen. In modalità economica la lampada assorbe solo 200W e la luminosità scende in maniera proporzionale. Il flusso luminoso misurato dopo la taratura è inferiore al dichiarato ma sufficiente a riempire schermi fino a 3 metri di base ed oltre.
Pagina 5 - Tecnologia DLP, chip DMD e ruota colore Per la riproduzione delle immagini, il videoproiettore PE8720 utilizza la tecnologia DLP (Digital Light Processing) con un singolo chip e con una ruota colore ad otto segmenti. La luce generata dalla lampada, viene filtrata dai filtri dicroici montati sulla ruota che gira molto velocemente in modo che sulla superficie del chip DMD arrivi un colore alla volta, in rapida successione.
La superficie del chip DMD, come l'acronimo suggerisce (Digital Micromirror Device) è coperta esattamente da 921.600 piccoli specchiettini (1280x720) che oscillano riflettendo ogni volta la luce verso lo schermo. Variando opportunamente il numero di oscillazioni nell'unità di tempo per ogni colore, la tecnologia DLP permette di riprodurre i vari colori e le sfumature di ogni immagine.
Alcune persone sono piuttosto sensibili alla successione dei vari colori. L'effetto - noto con il termine di "effetto rainbow" - in questo prodotto è notevolmente attenuato grazie sia al numero di filtri (pari ad otto) ma anche alla velocità della ruota colore che, in condizioni standard, è pari a 5 volte la frequenza di scansione. Tra gli altri pregi di questo proiettore c'è l'utilizzo del chip DMD di fascia più alta per i microdisplay con risoluzione di 1280x720 punti. La diagonale del chip è di ben 0,8" e il trattamento DC3 (DarkChip3) permette di contenere in maniera efficiente le riflessioni elevando quindi il rapporto di contrasto. Pagina 6 - Interno: architettura e componenti principali
L'accesso all'interno è piuttosto agevole e si apprezza la stessa, ottima filosofia che abbiamo incontrato nel modello PE7700. La cura dei particolari è evidente, sin dall'utilizzo di pesante materiale fonoassorbente a ridosso del pannello superiore.
Come era successo per il modello PE7700, tutte le schede con i circuiti integrati sono protette all'interno di scatole metalliche ad elevata schermatura. La scheda principale, posta in posizione centrale, ospita la maggior parte dei chip per il controllo del segnale video prima che sia inviato alla DLP board che è in posizione ortogonale.
Tra i chip principali, oltre al convertitore AD Analog Deivices con profondità ad 8 bit per canale, utilizzato per alcuni degli ingressi video a disposizione, riconosciamo l'integrato JEPICO utilizzato per la gestione del colore che permette, come vedremo, una notevole libertà nelle fasi di calibrazione. Pagina 7 - Menu e strumenti di calibrazione - I Il concetto di "Plug and Play" per i videoproiettori è così distante dalla realtà di tutti i giorni che gli strumenti per il controllo dei principali parametri delle immagini dei vari menu assumono un'importanza quasi fondamentale nel giudizio sulla qualità del prodotto. Questo, purtroppo, non dipende solo dalla notevole variabilità dell'ambiente, schermo e sorgenti video che fanno parte dell'impianto. Il più delle volte sono proprio le impostazioni predefinite del videoproiettore il vero problema. Vi anticipo subito che il nostro PE8720 rischia di diventare uno dei più fulgidi esempi di quello che sta diventando un vero malcostume. In pratica, utilizzando il proiettore così come esce dalla scatola, il risultato è davvero sconfortante. Partiamo dall'inizio. Il menu principale è molto simile a quello del PE7700. Non mancano i classici parametri di luminosità, contrasto, saturazione cromatica (colore) e tinta. Lo sharpness (nitidezza) può essere attivato o meno con l'utilizzo della voce "Filtro". Purtroppo ad ogni piccolo step dei vari controlli corrisponde una variazione molto grande, rendendo molto difficile una corretta modulazione dei valori. Attraverso la voce "Modalità predefinita" è possibile selezionare le cinque impostazioni che vedete nell'immagine qui in alto. Purtroppo si tratta di impostazioni che agiscono solo ed esclusivamente sui parametri che abbiamo visto prima, ai quali si aggiunge una variazione del bilanciamento del bianco. La curva del gamma rimane praticamente immutata. Il bilanciamento del bianco può essere variato dal menu "Impostazioni Immagine Estesa". Senza ombra di dubbio sono le prime due da preferire anche se, come vedremo in seguito, il proiettore sia ancora molto lontano dalle sue potenzialità. Pagina 8 - Menu e strumenti di calibrazione - II Una volta entrati nel menu "Impostazioni Immagine Estesa" è possibile scegliere tra cinque diversi punti del bianco: caldo, normale, freddo più altri due definibili dall'utente. In realtà possono essere variati anche i primi tre a disposizione. In questo caso il bilanciamento più vicino al riferimento è quello "caldo". La seconda voce, "Ottimizzazione dei colori", non agisce sul bilanciamento del bianco ma permette di variare la saturazione dei tre colori primari e del giallo. Le due immagini qui in basso si riferiscono proprio alle due impostazioni estreme per la componente verde.
Nel menu "Avanzate", accedendo al sottomenu "Impostazione colori 3D", è possibile variare saturazione, tinta e luminosità di ognuna delle tre componenti primarie e anche di quelle complementari. Nelle tre immagini più in basso abbiamo pubblicato le due situazioni limite per il colore giallo variando la tinta
In questo caso, variando la "tonalità" del giallo è possibile spostare la riproduzione verso tinte più rosse (giallo-arancio) o più verdi (giallo-verde), senza modificare le altre tinte vicine (verde e rosso). Si tratta di una possibilità che, se bene utilizzata, consente di definire uno spazio colore di assoluta precisione che può essere salvato in due banchi distinti. Pagina 9 - Menu e strumenti di calibrazione - III Come detto poco più in alto, con le impostazioni predefinite, le immagini proiettate sono piuttosto innaturali, con gamma così elevato da affogare una buona dose di informazioni al di sotto del livello del nero. Purtroppo a poco servono i controlli di luminosità e contrasto Aumentando la luminosità la situazione addirittura peggiora poiché ad un certo punto inizia a sollevarsi anche il livello del nero. In poche parole è praticamente impossibile qualsiasi tipo di soluzione per far riaffiorare alla luce i primi gradini della scala dei grigi. Almeno con i classici strumenti a disposizione nel menu utente. In realtà, alcune sorgenti video (come lettori DVD e HTPC) hanno la possibilità di intervenire sulla curva del gamma a monte, direttamente sul segnale video prima che questo venga consegnato al proiettore. Allo stesso modo, gli scaler video premettono questo tipo di intervento. La situazione è alquanto imbarazzante poiché, a fronte di strumenti estremamente sofisticati per il controllo del colore e del bilanciamento del bianco, sembra quasi che gli ingegneri di questo proiettore si siano proprio dimenticati dell'importanza del gamma e dei controlli per adeguarla alle varie necessità: zero in condotta! Pagina 10 - la taratura con il menu di servizio Per fortuna, il PE8720 ha lo stesso menu di servizio dei modelli precedenti, con le medesime modalità di accesso. A proposito: è inutile che le chiediate al sottoscritto come accedere. Vi consiglio di utilizzare il motore di ricerca del nostro forum di discussione, inserendo le parole più opportune. Il menu di servizio, alla voce DLP, permette di scegliere alcune curve del gamma predefinite (DLP Degamma). Nel nostro esemplare era impostata la curva "Graphics" e non quella "Film". Bisogna dire anche che le differenze tra le due impostazioni sono praticamente inesistenti. Tutto perduto allora? Non ancora. Nello stesso menu DLP è possibile variare anche luminosità e contrasto con qualche margine in più rispetto ai controlli presenti nel menu classico nella sezione "Immagine". Ma anche qui i risultati che si riescono ad ottenere sono piuttosto modesti. Da non toccare i parametri di CW Delay e CW speed che intervengono sulla ruota colore. La voce del menu che ci viene in aiuto è quella definita "Gamma and Color Temperature". All'interno di questo meno ritroviamo gli stessi controlli delle componenti RGB per la variazione del bilanciamento del bianco, sia sulle basse luci che su quelle più basse (Gain e Offset). nel menu di servizio appare una terza voce definita gamma, disponibile per tutte e tre le componenti. In pratica, aumentando assieme i valori del gamma di tutte e tre le componenti cromatiche è possibile diminuire il valore del gamma, riportandolo alla ragione. L'immagine qui in alto riassume i valori della mia personale taratura con sorgente HDMI 720p 50 Hz, tesa ad ottenere anche un bilanciamento cromatico del bianco praticamente perfetto, su più del 90% dei gradini della scala dei grigi. Pagina 11 - Misure: luminosità, livello del nero e contrasto Come di consueto, abbiamo analizzato il flusso luminoso con varie impostazioni. La massima luminosità con le impostazioni predefinite arriva fino a 770 lumen che potrebbero essere aumentate ulteriormente andando molto vicino al dato dichiarato ma a scapito della qualità. Selezionando le impostazioni predefinite migliori e dopo la taratura, il flusso luminoso scende a cavallo dei 600 lumen, sufficienti anche per schermi da 3 metri di base. Con il diaframma chiuso si scende anche al di sotto dei 250 lumen. Il livello del nero è molto contenuto in tutte le condizioni, grazie soprattutto alla tecnologia DarkChip3 di Texas Instruments utilizzata per il chip DMD di ultima generazione. Anche l'obiettivo fa certamente la sua parte. Chiudendo il diaframma le cose non cambiano poi molto. In condizioni di normale utilizzo il livello del nero è a cavallo dei o,3 e 0,4 lumen. Un risultato davvero ottimo!
Il rapporto di contrasto misurato è ben lontano dai dati dichiarati che parlano, lo ricordiamo, di 10.000:1. C'è anche da dire che, non avendo informazioni su come sono state effettuate le misure per i dati dichiarati, resta molto difficile capire quanto si è lontani dalla verità. In ogni modo, il rapporto di contrasto full-on/full-off è molto elevato ed è a circa 1.500:1 nel caso peggiore. Pagina 12 - Misure: linearità, colori e bilanciamento del bianco La curva della linearità della scala dei grigi è stata misurata al termine delle operazioni di taratura ed è davvero ottima. Il valore del gamma è di circa 2.1 su buona parte della scala dei grigi e scende leggermente al di sotto di 2 solo nelle basse luci. L'animazione qui in alto è uno zoom sulle basse luci (tra i 2% e il 20% di intensità del segnale in ingresso) e serve per sottolineare l'imbarazzante situazione in condizioni di default che - spero sia evidente - finisce per affogare nel nero tutti i valori della scala dei grigi che sono al di sotto del 10%. Il secondo frame invece si riferisce alle condizioni dopo la taratura. La riproduzione dei colori è eccellente, sia in termini di ampiezza del gamut che per la precisione delle coordinate cromatiche principali. Anche i colori complementari sono ottimi con un ciano che è praticamente coincidente con il riferimento. Il giallo è gradevolmente spostato verso l'arancio ma può essere agevolmente corretto modificando la sua tonalità nel menu che abbiamo descritto più in alto. Il punto del bianco è perfetto ma solo dopo la taratura. In condizioni di default (caldo) è appena più caldo e verso il magenta. Pagina 13 - Qualità video con segnali test Una volta premuto il tasto di accensione e dopo pochi secondi, un leggero soffio - percepibile solo a distanza ravvicinata e in ambienti estremamente silenziosi - segnala la partenza del sistema di raffreddamento, seguito ad altri secondi di distanza dall'inconfondibile tono provocato dall'accensione della lampada. Dopo aver selezionato la massima potenza della lampada, regolo lo zoom in modo da riempire uno schermo da circa 2,5 metri di base e provvedo a chiudere leggermente il diaframma diminuendo di circa un terzo il flusso luminoso. In queste condizioni, l'indicatore di chiusura del diaframma è ben oltre la metà della sua corsa.
Le prime operazioni di verifica vengono effettuate con il nostro DVD Video Test (disponibile a questo indirizzo), riprodotto da un DVD Player Pioneer 575 collegato attraverso le uscite component e selezionando nel menu del DVD la scansione interlacciata. L'immagine che vedete qui in alto è stata utilizzata anche per regolare il valore di overscan dal menu di servizio. Per segnali video analogici ho preferito un valore di overscan pari al 96% (nel menu di servizio, ovviamente) in modo da lasciare fuori dal quadro alcune informazioni inutili che avrebbero disturbato la visione. L'operazione è da ripetere con ogni sorgente e tipo di segnale poiché in questo caso la variabilità è molto elevata. Con segnale PAL (720x576) la risoluzione e il dettaglio sono talmente elevati da spingermi a provare subito un segnale a risoluzione nativa (1280x720) preso sempre dal nostro DVD test.
Il risultato è assolutamente sensazionale! La perfezione del dettaglio, la precisione della messa a fuoco, l'assenza pressoché totale di aberrazioni cromatiche hanno davvero dell'incredibile. Non nego che non mi era mai capitato nulla di simile. Nelle immagini qui in alto abbiamo inserito un paio di particolari presi rispettivamente al centro e all'angolo peggiore. Credo non ci sia bisogno di alcun commento. Pagina 14 - Qualità video con software tradizionale Il test vero inizia con i classici segnali di bassa qualità. Con il video composito proveniente da un videoregistratore VHS, le prestazioni sono piuttosto basse anche a causa della mancanza di un comb filter adeguato. Gli artefatti di cross-color e cross luminace ci sono davvero tutti e neanche i DCDi Faroudja sembra poterne venire a capo. Con segnali S-Video la situazione migliora in modo sensibile anche se i migliori risultati si hanno - ovviamente - con segnali component. Utilizzando la scansione interlacciata si apprezzano le buone qualità del DCDi, soprattutto per grande capacità di contenere le scalettature sulle diagonali nelle zone ad elevato contrasto, senza per questo rinunciare ad una buona dose di risoluzione. Le operazioni di de-interlaccio con materiale "filmico" sono molto buone. Qualche limite arriva solo con materiale proveniente da telecamera come eventi sportivi in genere. D'altra parte la qualità generale delle immagini è piuttosto elevata. La migliore qualità si ottiene attraverso l'ingresso HDMI che accetta segnali fino a risoluzione 1080i a 50Hz e 60Hz, sia da sorgenti ad alta definizione classiche che da HTPC. Ho provato il PE8720 con un decoder SKY HD, con il lettore HD-DVD Toshiba HD-A1 e con il lettore Blu-ray Disc Samsung BD-P1000 senza alcun problema. Sui primi esemplari di questo 8720 erano stati rilevati problemi ad agganciare segnali 720p 50HZ provenienti da PC. Spero che l'immagine pubblicata qui di seguito possa eliminare qualsiasi tipo di dubbio.
Con una buona sorgente DVD che abbia un'uscita HDMI, disponibile ormai anche a poche centinaia di euro e dopo le pazienti fasi necessarie per la taratura, la qualità video delle immagini è molto elevata. Il proiettore sorprende non solo per la grande profondità d'immagine e la ricchezza e naturalezza dei colori ma soprattutto per l'elevato dettaglio, possibile soprattutto grazie all'obiettivo che è il migliore mai osservato prima. Il salto di qualità possibile con sorgenti ad alta definizione permette di ottenere prestazioni ancora superiori. Pagina 15 - Conclusioni Il modello PE8720 è una delle massime espressioni del concetto di videoproiettore con tecnologia DLP a chip singolo che, come abbiamo visto, è in grado di sfiorare l'eccellenza in numerosi aspetti che lo pongono ad un gradino ben superiore a molti blasonati concorrenti. Tra le caratteristiche più sensazionali dobbiamo sottolineare la notevole silenziosità e l'elevata qualità dell'obiettivo che è in grado di risolvere ogni minimo particolare, con una messa a fuoco realmente spettacolare e con assenza di aberrazioni cromatiche anche quando si sfruttano le zone più periferiche delle lenti. Luminosità, livello del nero e rapporto di contrasto sono da primo della classe e ben si accompagnano ad una gestione del colore e del bilanciamento del bianco che è a dir poco entusiasmante. Accanto a tutte queste meraviglie, non possiamo dimenticare la quasi totale assenza di strumenti per la gestione della curva del gamma che costringono ad entrare nel menu di servizio che non è certo alla portata di tutti. Alla fine dei conti, le immagini generate dal BenQ PE8720 ripagano ampiamente tutte le fatiche delle operazioni di calibrazione, decisamente più impegnative rispetto ad altri prodotti. Con il proiettore ben tarato, sarà veramente difficile trovare concorrenti che sappiano fare di meglio, anche con prezzi più che doppi. |
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