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Pagina 1 - Introduzione L'anno 2001 sarà probabilmente ricordato come uno dei momenti chiave nella storia della videoproiezione home theater. Prima di allora, "home theater" e "tecnologia LCD" erano termini che non andavano molto d'accordo, soprattutto in quei prodotti dedicati alla videoproiezione. Con qualche rara eccezione, tutti i videoproiettori LCD erano destinati ad applicazioni "business", settore in cui è la pura potenza luminosa a fare la differenza mentre correttezza cromatica e livello del nero passavano decisamente in secondo piano. Fino a quando, un bel giorno, qualcuno si accorse degli ottimi passi in avanti compiuti da Seico-Epson nella produzione dei pannelli LCD, soprattutto per quelli in formato 16:9. In breve tempo arrivò un prodotto destinato a mettere in discussione il monopolio della tecnologia DLP nella videoproiezione domestica. Nel segmento "entry level" fu Panasonic a stupire il mondo con un prodotto realmente rivoluzionario. Il progetto Panasonic "PT-AE" Nel novembre 2001 fu presentato il piccolo Panasonic PT-AE100, un videoproiettore con tre pannelli LCD con risoluzione di 854x480 punti in formato 16:9. Quello che stupi. Più di ongi altra cosa, fu l’ottimo equilibrio cromatico generale ed un contrasto che fino ad allora sembrava una caratteristica esclusiva della tecnologia DLP.
Negli ultimi anni la serie Panasonic PT-AE è stata aggiornata, prima con l’evoluzione del primo prodotto chiamata PT-AE200 ma soprattutto con il modello PT-AE300 che introduceva la matrice con risoluzione pari ad ¼ di quella HDTV: 960 punti per 540 linee in modo da riprodurre immagini in alta definizione con nessun tipo di ricampionamento. Matrice che poteva essere sfruttata in modo intelligente anche per i segnali video PAL che abbiamo in Europa con risoluzione di 720 punti per 576 linee.
L’apice della produzione PT-AE sembrava fosse stato raggiunto con il modello “500”, con risoluzione di 1280x720 punti e pannelli LCD di produzione Seiko-Epson di terza generazione. Eppure, già nel mese di luglio di questo anno, circolavano già molti “rumors” su una possibile evoluzione del PT-AE500 che nel frattempo si era aggiudicato il prestigioso premio E.I.S.A. come miglior videoproiettore home theater dell’anno 2004. Pagina 2 - Caratteristiche A distanza di due anni dal rivoluzionario PT-AE100, Panasonic continua a sfornare soluzioni così geniali ed innovative che ogni volta sembra quasi incredibile che nessuno ci abbia pensato prima. Con il lancio del PT-AE700 la quantità di innovazioni e migliorie è talmente elevata da lasciare davvero basiti. Il tutto ruota attorno a tre pannelli LCD di quarta generazione (il meglio attualmente disponibile, contro quelli di terza generazione presenti nel PT-AE500) dalla risoluzione di 1280x720 punti, con contrasto e linearità particolarmente ottimizzate per applicazioni home theater.
Lo chassis rispetto all’ultimo modello della serie PT-AE è cambiato radicalmente. Ora il proiettore è leggermente più grande e più alto del precedente modello e presenta un colore chiaro che dovrebbe accoppiarsi meglio ai soffitti delle nostre case.
Il pannello posteriore è particolarmente ricco di connessioni. C’è praticamente tutto quello di cui c’è bisogno: dai classici ingressi video composito, S-video, SCART, component su pin RCA, HD-sub 15 poli (RGBHV) e connettore HDMI per segnali DVI con codifica HDCP. Non manca neanche un trigger per comandare un eventuale schermo motorizzato.La parte anteriore svela parte delle novità introdotte con questo modello. Abbiamo finalmente uno shift (manuale) dell’obiettivo: con il piccolo “joystick” posto subito a lato è possibile traslare il gruppo ottico per ampliare notevolmente le possibilità di installazione.
L’escursione della lunghezza focale è esaltante: uno straordinario zoom con fattore d’ingrandimento 2X lascia veramente di stucco! In parole povere il rapporto di tiro è compreso tra 1,35 e 2,75: per proiettare su schermi da 2 metri di base potrete posizionare il PT-AE700 ad una distanza compresa tra 2,7 metri e 5,5 metri. L’interno All’interno è concentrata la maggior parte delle innovazioni tecnologiche. La tecnologia “Smooth Screen” per ridurre otticamente le zone di confine tra i vari pixel è stata ulteriormente ottimizzata ed ottiene risultati molto vicini a quelli della tecnologia DLP. La lampada utilizzata ha una potenza di 130 watt e permette di arrivare a circa 1000 Ansi lumen. Forse un po’ troppi per applicazioni home theater. Ed è qui che arriva la più grande novità. La più grande rivoluzione introdotta dal PT-AE700 è un diaframma dinamico, denominato appunto “dynamic iris”.
Si tratta di un vero e proprio diaframma composto da due alette perfettamente simmetriche che hanno la possibilità di muoversi poiché comandate da due velocissimi attuatori. In pratica, un efficiente DSP analizza ogni fotogramma del materiale che deve essere proiettato e modifica di conseguenza la posizione del diaframma. Per scene molto luminose il diaframma sarà nella massima apertura; immagini più scure verranno invece riprodotte con il diaframma nella posizione di massima chiusura. E non finisce qui! Nella stragrande maggioranza dei casi, una discesa del livello di luminosità lascerebbe indietro qualche particolare di troppo all’interno delle zone più scure dell’immagine. Ecco quindi che assieme alla chiusura del diaframma, il nostro PT-AE700 è in grado di modificare in modo dinamico la curva del gamma, specialmente nelle basse luci, dove ce n’è più bisogno, raggiungendo quindi un rapporto di contrasto dichiarato di 2000:1.
Qui in alto abbiamo inserito tre immagini delle possibilità operative del sistema Dynamic Iris con controllo del gamma: a sinistra il sistema con il diaframma in posizione aperta; al centro diaframma chiuso e gamma alto; a destra diaframma chiuso e gamma moderato. Pagina 3 - Setup e taratura Non paghi delle migliorie introdotte con il “dynamic iris”, Panasonic nello sviluppo del PT-AE700 non ha lesinato negli investimenti, soprattutto per quanto riguarda la consulenza nell’ottimizzazione della calibrazione finale. Per qualche mese il progetto “PT-AE700 si è trasferito ad Hollywood, alla corte di uno dei più quotati “colorist” del momento: quel David Bernstein che si è occupato – tra le altre cose – della trasposizione su DVD del film “Moulin Rouge”.
Mr Bernstein, soprannominato nel suo settore “Golden Eye”, ha lavorato a stretto contatto con lo sviluppatore del PT-AE700 per limare, passo dopo passo, tutti quei particolari analizzati da un’esperienza superiore: coordinate cromatiche, linearità e bilanciamento del bianco sono state scelte con un giusto equilibrio tra rilevazioni con strumenti di misura e soggettività del giudizio di Mr. David Bernstein. Durante il lavoro di sviluppo del PT-AE700, si è deciso anche di portare buona parte degli strumenti professionali con cui lavora un “colorist” direttamente all’interno del videoproiettore. Durante la trasposizione al telecine da pellicola a formato elettronico, il “colorist” ha a sua disposizione moltissimi strumenti per modificare tutti i principali parametri di ogni singolo pixel dell’immagine. Allo stesso modo, nella sezione avanzata dei menu del PT-AE700 definita CCM (Cinema Color Management) è possibile modificare saturazione, tinta e luminosità di qualsiasi pixel dell’immagine, scelto in modo preciso con un vero e proprio cursore sull’intero piano del fotogramma. Il tutto è reso possibile da una sezione di elaborazione delle immagini con profondità di ben 10 bit, per complessivi 1024 livelli per ogni componente cromatica. Conclusioni Alla luce delle tante innovazioni introdotte, il modello PT-AE700 si candida con prepotenza come riferimento tra i videoproiettori LCD con risoluzione di 1280x720 punti, insidiando molto da vicino anche qualche modello con tecnologia DLP, specialmente per la qualità video complessiva ma soprattutto per le ampie possibilità di calibrazione e taratura. Se poi si arriva a considerare il prezzo consigliato al pubblico di tale meraviglia, sembra quasi di essere all’interno di una favola… A lieto fine. Per informazioni: www.panasonic.it |
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