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Pagina 1 - HDR: display, proiettori e contenuti
Chris Chinnock è il Presidente di Insight Media, una delle principali società di consulenza e di ricerche di mercato nel settore del display e della videoproiezione. Insight Media realizza anche guide tecniche su prodotti specifici legati al settore della riproduzione delle immagini e su alcune categorie di prodotto, come display e proiettori, organizza anche eventi di formazione, conferenze e tavole rotonde ad altissimo contenuto tecnico come il Display Summit, che si terrà ad Orlando, negli Stati Uniti, il 15 e 16 giugno prossimi, poco prima dell'apertura di InfoComm International. Tra i temi del prossimo Display Summit, molto spazio sarà dato all'HDR, sia nel settore dei display (monitor e TV), sia in quello della videoproiezione. Grazie alla straordinaria disponibilità di Chris, abbiamo un'anteprima dei contenuti che verranno presentati al Display Summit e che costituiscono una vera a propria guida base sull'argomento. Emidio Frattaroli: Ciao Chris e grazie per l'opportunità di concederci un'intervista su un tema così interessante. I nostri lettori sono già abituati a questo acronimo e sul forum di discussione i riferimenti all'HDR sono in crescita quasi esponenziale, grazie anche ad alcune aziende che iniziano a pubblicizzare il supporto a questa tecnologia nei TV di nuova generazione che sono già disponibili (Samsung) o che lo saranno a breve (Sony etc.). In realtà sono davvero poche le persone che hanno ben chiaro il funzionamento. Puoi spiegarci in breve che cosa è l'HDR? CC: Ciao Emidio. In termini molto semplici, l'HDR è un'espansione del contrasto di una immagine e del display, il tutto associato anche ad un consistente aumento del livello medio di luminanza. Quando viene applicato correttamente, significa che c'è - SIMULTANEAMENTE - un'espansione del picco di luminanza e una diminuzione del livello del nero. Il risultato è chiaramente visibile, con un netto aumento della luminosità delle zone più chiare dell'immagine e con una diminuzione del livello delle zone più scure, il tutto con dettagli più visibili in queste zone d'immagine con i livelli agli estremi della gamma dinamica. EF: Tutto molto chiaro. O quasi. Come ci concilia questa definizione con i display OLED e AMOLED che hanno un rapporto di contrasto infinito ma che non possono avere i livelli di luminosità di un pannello LCD? CC: Alcuni sostengono che l'espansione del contrasto nelle regioni più scure, senza un aumento della luminosità del display, può essere comunque considerato HDR. In questo momento, tra esperti e analisti, non c'è ancora un accordo su una definizione che chiarisca questo aspetto. E non siamo neanche d'accordo su quale sia il valore di gamma dinamica minimo per cui sia lecito parlare di HDR. In realtà, valori compresi tra 5.000:1 e 10.000:1 sembrerebbero ragionevoli, quando la maggior parte dei display con tecnologia LCD hanno una dinamica media compresa tra 1.000:1 e 2.000:1. In altre parole stiamo parlando di un aumento di contrasto generale fino a 10 volte superiore rispetto a quanto abbiamo visto fino ad ora nei display LCD. EF: Tu parli di rapporti di contrasto molto bassi rispetto a quelli dichiarati dai produttori. Non è difficile infatti vedere dati di rapporto di contrasto fino a 1.000.000:1 (un milione), anche per TV di qualche anno fa. Come stanno realmente le cose? CC: Quello dichiarato dai costruttori è un tipo differente di rapporto di contrasto. Ad esempio, in un proiettore con un diaframma automatico (iris), questo si apre nelle scene luminose per far passare più luce e si chiude in quelle più scure, in modo da aumentare il rapporto di contrasto ma solo in maniera sequenziale: Il rapporto di contrasto nativo, all'interno della stessa immagine (detto anche intra-frame), non cambia ed è legato in questo caso al microdisplay usato dal proiettore. Nei display LCD con unità di retro-illuminazione diretta (quindi non "edge"), ci sono zone che possono essere controllate individualmente e questa tecnica può essere usata per aumentare il contrasto intra-frame. EF: Eppure display LCD con "local dimming" e unità di retroilluminazione diretta esistono già da qualche anno. CC: Per un display HDR hai bisogno di controllare individualmente quante più zone possibile (probabilmente centinaia), in modo da avere una risoluzione spaziale sufficiente per la modulazione della gamma dinamica e per evitare effetti alone. Molti TV hanno questa possibilità ma i nuovi TV HDR hanno la possibilità di controllare molte più zone rispetto a quelli di passata generazione e permettono anche un vero e proprio raddoppio della luminanza, dai 400-500 nit a cui eravamo abituati per arrivare in alcuni casi fino a 1.000 nit massimi.
EF: Quale sarà la disponibilità di TV con HDR e quale quella dei contenuti? Arriveranno anche videoproiettori HDR?
CC: I primi TV UHD-4K con HDR di primo livello sono già disponibili e lo saranno sempre di più entro la fine dell'anno. Per quanto riguarda i contenuti HDR, non conosco la situazione in Italia ma posso dirti che, negli Stati Uniti, arriveranno attraverso Netflix, Amazon, 21st Century Fox, Paramount, Vudu, M-Go e Samsung. All'inizio i contenuti saranno in quantità limitata ma dovrebbero crescere. Per quanto riguarda la videoproiezione, i primi proiettori realmente HDR arriveranno entro la fine dell'anno ma si tratterà solo di versioni "High-End" dei proiettori laser cinematografici che saranno installati nelle migliori sale Dolby e IMAX. EF: Al momento posso soltanto immaginare le possibilità dei migliori proiettori laser con HDR. Eppure la stragrande maggioranza delle sale cinematografiche hanno un residuo di luminosità in sala che è necessario per motivi di sicurezza, per l'illuminazione delle uscite di sicurezza e dei gradini. Come si concilia questo aspetto con l'HDR? CC: Hai perfettamente ragione. Le condizioni dell'ambiente sono molto importanti, esattamente come i contenuti e display o proiettori utilizzati. Uno studio recente di RealD per le sale cinematografiche ha verificato che, anche con proiettori laser HDR e contenuti adeguati, bastano anche livelli bassissimi di luminosità residua in ambiente, oppure anche riflessioni, per degradare in maniera consistente il rapporto di contrasto. ... continua
Pagina 2 - HDR: Produzione e distribuzione
Philips crede che la distribuzione a stream singolo sia migliore poiché grazie EF: Quali sono le possibilità di produzione attuali in HDR e come si sta muovendo l'industria della produzione di contenuti? CC: I display sono l'ultimo anello della catena e la cosa più importante al momento è il contenuto. Anche se non c'è ancora una definizione univoca di HDR, esistono già camere cinematografiche che possono catturare segnali con gamma dinamica fino a 14 stop e che sono perfette per generare contenuti HDR. Al giorno d'oggi esistono anche alcune camere pro-sumer che possono acquisire questi livelli di gamma dinamica. In altre parole il problema è la formattazione dei segnali HDR che non sono stati ancora standardizzati completamente e generare dati di tipo RAW è solo una delle possibilità. I produttori di camere farebbero bene a pensare seriamente all'HDR perché si tratta di una realtà che - secondo me - potrebbe espandersi notevolmente nei prossimi anni. Canon e Sony hanno già mostrato camere "live" a risoluzione 4K con HDR ed è proprio questa la strada dove l'industria è diretta. EF: Qual'è invece la situazione attuale nella post produzione e cosa ci riserva il futuro? CC: Le camere insomma esistono già. Quello che deve cambiare è la catena di produzione dei contenuti HDR a valle delle camere. Inoltre, oggi sono disponibili nuovi modi in cui codificare i livelli di luminosità di un segnale video che si sposano meglio alle capacità di visione dell'occhio umano e che non sono più ancorati a livelli di luminanza assoluti (es. gamma PQ standardizzato da SMPTE). Nel settore della produzione sono necessarie codifiche da almeno 12 bit per componente, in alcuni casi fino a 16 bit per componente, per gestire tutta questa gamma dinamica senza generare artefatti di bending. Nella post-produzione esistono già vari tool compatibili sia nella color-correction che nel digital mastering ma c'è ancora molto spazio per l'innovazione. EF: Quali sono invece i cambiamenti che dobbiamo aspettarci nella distribuzione dei contenuti? E comunque: siamo proprio sicuri che l'HDR avrà successo? CC: Technicolor ha già dichiarato che offrirà contenuti HDR a vari livelli, partendo da un livello "base", in cui i contenuti con dinamica "standard" verranno rielaborati in HDR in maniera automatica. Ci sarà poi un livello intermedio in cui verrà effettuata una elaborazione completamente manuale a cura di colorist specializzati. Il livello con la qualità più elevata sarà possibile solo con le nuove produzioni, con lo sfruttamento dell'HDR nativa in produzione, con successive elaborazioni in post produzione. Tra gli altri segnali positivi c'è anche Philips che ha suggerito che presto saranno disponibili tanti nuovi monitor HDR sul mercato. Si tratta di una nuova base creativa per la quale ci vorrà comunque del tempo per capirne benefici e possibilità, come per i naturali cambiamenti nelle tecniche di produzione e post produzione. In definitiva, visto che le camere già permettono di acquisire contenuti ad elevata dinamica, si tratterà solo di decidere se utilizzarli e distribuirli. In altre parole, la riposta è si: il nuovo ecosistema HDR sarà sicuramente utilizzato. EF: Oltre a quelle inserite nello standard Ultra HD Blu-ray, quali altri tecniche dobbiamo attenderci per la distribuzione e codifica di contenuti HDR? CC: I contenuti di catalogo verranno convertiti in HDR. M-Go ad esempio, ha dichiarato che renderà disponibili dozzine di film rimasterizzati in HDR entro la fine del 2015. La catena di distribuzione è l'altro componente chiave di tutto il sistema. Sono stati già proposti alcuni metodi per la distibuzione di contenuti HDR, alcuni con un singolo stream di dati, altri con un approccio a doppio stream, come suggerito da Philips. Ancora oggi, per la creazione di uno standard, sono al lavoro numerose organizzazioni come SMPTE, ITU e la Blu-ray Disk Association. Ci sono anche alcuni broadcasters e produttori di hardware come BBC, Dolby, NHK, Philips, RealD e Technicolor. La UHD Alliance, formata soprattutto da produttori di contenuti, produttori di TV e di semiconduttori, è coinvolta nel processo anche se bisogna dire che la maggior parte dei piani per la distribuzione dei contenuti sono già stati avviati. Un esempio è il lancio dello standard Ultra HD Blu-ray Disc, in attesa entro la fine dell'anno, le cui specifiche supportano contenuti HDR in due formati differenti. EF: Fino ad ora abbiamo parlato delle possibilità dell'HDR principalmente nel settore consumer e parzialmente anche in quello della produzione e distribuzione cinematografica. Cosa succederà secondo te nel settore professionale legato al Pro AV? CC: Prima di tutto, sembra ragionevole assumere che ci sarà sempre più spinta per i contenuti HDR con la consapevolezza che trascineranno una maggiore diffusione dell'intero ecosistema anche nel settore professionale, anche perché l'interesse crescente del settore consumer farà da traino anche per quello professionale. Ci sono dei settori che ne trarranno immediato beneficio ad iniziare da quello medicale della diagnostica per immagini, dove i vantaggi sono facilmente immaginabili. Anche il settore del rental & staging potrebbe avere molti benefici, mentre è notorio che nelle sale riunioni delle principali aziende c'è sempre la massima richiesta per le tecnologie all'avanguardia. Molte possibilità arriveranno ovviamente anche in tutti quei settori dove qualità d'immagine e tecnologie di visualizzazione all'avanguardia contano maggiormente, quindi anche nell'importante settore dei parchi tematici.
EF: Tra poco più di due settimane ci sarà il Display Summit, in programma ad Orlando il 15 e 16 giugno, due giorni prima dell'inizio di InfoComm International. Quali saranno i temi legati all'ecosistema HDR che verranno proposti durante le conferenze? CC: In occasione del prossimo Display Summit, sarà dato molto spazio all'HDR, dalla produzione dei contenuti alla distribuzione e alla riproduzione degli stessi. Durante il convegno ci sarà anche una tavola rotonda con relatori provenienti da RealD, Philips e Canon. RealD parlerà sia di codifica HDR 3D che di riproduzione legata all'ambiente; Philips discuterà di standard per la distribuzione mentre Canon presenterà un flusso di lavoro per la produzione in HDR. In più, Philips dimostrerà le differenze tra contenuti standard e in HDR su due differenti display affiancati, mentre Canon mostrerà una soluzione "live" con camera e display, entrambi con tecnologia HDR. Per avere più informazioni sul programma, sulle dimostrazioni o per registrarsi, basta andare su displaysummit.com EF: Grazie Chris per la preziosa chiacchierata. Appuntamento ad Orlando per una edizione del Display Summit che si annuncia più interessante che mai. Per maggiori informazioni: www.displaysummit.com - www.insightmedia.info |
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