![]() |
|||||||||||||||||||||
Stampa | |||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||
Pagina 1 - Il film Sessant'anni prima che si formasse la Compagnia dell'Anello, lo zio di Frodo, Bilbo Baggins (M. Freeman), viveva in pace e tranquillità presso la Contea senza scomode avventure almeno sino al momento in cui l'hobbit non incontra per la prima volta lo stregone Gandalf (I. McKellen), che raccoglie nella casa di Bilbo dodici nani e il loro capo Thorin “Scudodiquercia” (R. Armitage). Un'allegra e ardita combriccola che partirà alla volta di Erebor, antico regno dei nani caduto tempo prima nelle grinfie del drago Smaug, attirato dalle profondità della montagna dove i nani avevano la loro casa ed estraevano metalli preziosi e diamanti. - click per ingrandire - Da quella che avrebbe dovuto essere una fiaba per più piccoli nacque “Lo Hobbit”, romanzo di J.R.R. Tolkien che dopo le difficoltà della scelta registica e la complessa pre-produzione ha visto nuovamente dietro la cinepresa quello stesso Peter Jackson che seppe trasformare la trilogia del Signore degli Anelli in un'epica ed entusiasmante avventura fantasy. La differenza che traspare da questo quarto film è legata a un'inferiore spessore psicologico e un mondo certo coinvolgente ma diverso rispetto alla trilogia, con qualche lungaggine di troppo, una certa lentezza ritmica pur mantenendo un notevole fascino. Scomparso il grande doppiatore Gianni Musy che aveva dato vita al personaggio di Gandalf nella prima Trilogia, la scelta è ricaduta su Gigi Proietti, voce carismatica ma al tempo stesso in contrasto rispetto a quella del compianto Musy. Plauso all'attore britannico Martin Freeman che ha donato il giusto guizzo di vitalità ed ironia al personaggio di Bilbo Baggins. Qualità video Aspect ratio 2.40:1. L'edizione più completa offre il film nella versione 3D suddivisa su due BD-50 che restituiscono una pregevole visione e le immagini che Peter Jackson girò a 48 fps con la Red Epic. Nonostante la conversione il risultato è fluido, con una strepitosa ricchezza di dettagli anche se il contrasto in alcuni passaggi lascia una maggiore sensazione di 'morbidezza'. Intensa palette cromatica, ampiezza sfumature e livello dei neri. Il senso di profondità di campo aumenta notevolmente il coinvolgimento e l'epicità del momento mentre rimane comprensibile la scelta di suddividere il film in due parti per evitare problemi di compressione. Non è da meno il terzo disco che contiene per intero il film nella versione 2D con uno spettacolo che anche qui non manca di stupire ed esaltare scenografie ed effetti speciali. - click per ingrandire - Qualità audio Anche in questo caso gli appassionati italiani devono accontentarsi della codifica Dolby Digital 5.1 canali (448 kbps) che senza meno alimenta il racconto caricandolo di epicità ma che certo non può competere con l'originale traccia DTS-HD Master Audio 7.1 canali da riferimento con ricchezza dinamica e ampiezza delle sfumature coinvolgendo l'intero parco di canali discreti, presenza notevole anche per il fronte posteriore. Sono sufficienti pochi istanti di uno dei numerosi scontri presenti all'interno del film per mettere alla prova le potenzialità di un eccellente missaggio e strepitosa codifica. Risultato identico passando dalla versione 3D a quella 2D. Ricordiamo che in alcune sale all'estero l'opera era già ascoltabile attraverso la nuova codifica multicanale Dolby ATMOS. - click per ingrandire - Extra Per un'opera di questo calibro ci aspettavamo decisamente di più. Il supplemento più interessante è un film documentario di 127' dedicato alla realizzazione dell'opera, che segue il lavoro di cast e troupe, con numerosi interventi e immagini dietro le quinte della lavorazione. Un breve capitolo di 7' approfondisce le location in Nuova Zelanda oltre a trailer vari. Il pensiero va inevitabilmente alle numerose edizioni SD/HD della prima Trilogia che si sono succedute nel corso del tempo e che hanno costretto i collezionisti a ripetuti acquisti per raccogliere l'intera mole di extra. Sempre ai collezionisti segnaliamo che le quattro serigrafie dei dischi sono in bianco e nero. La pagella secondo CineMan
Pagina 2 - L'intervista Dalla presentazione de “Lo Hobbit” che circolava nei multisala UCI Cinemas per il lancio dell'opera il 13 dicembre 2012 riportiamo una breve intervista al regista inerente la tecnologia HFR 3D. - click per ingrandire - Domanda: Perché ha scelto di girare la trilogia di “Lo Hobbit” nel formato High Frame Rate? P. Jackson: Viviamo in un'epoca digitale in rapido avanzamento. La tecnologa è in continuo sviluppo e può essere utilizzata per migliorare e arricchire l'esperienza cinematografica. Le riprese nel formato HFR per un film sono divenute possibili negli ultimi due anni, ma viviamo ancora in un'epoca in cui l'home entertainment è in crescita. Ho deciso di girare i film di “Lo Hobbit” in HFR perché desideravo che il pubblico si rendesse conto di quanto incredibilmente coinvolgente potesse essere l'esperienza della visione al cinema. Domanda: Qual'è la storia del formato HFR e perché pensa che sia arrivato il momento giusto per introdurlo nei cinema? P. Jackson: I film muti erano girati a una velocità che andava dai 16 ai 18 fotogrammi al secondo con cineprese avviate manualmente. Nel 1927, quando fu introdotto il sonoro, l'industria aveva bisogno di un sistema di riprese meccanico con velocità costante. La pellicola 35 mm è molto costosa, perciò deve muoversi il più lentamente possibile. Tuttavia, le prime colonne sonore ottiche richiedevano una velocità minima per ottenere un suono fedele. Dunque fu deciso di adottare la velocità di 24 fotogrammi al secondo che diventò lo standard per 80 anni. I cinema in tutto il mondo installarono proiettori meccanici capaci di proiettare solo a 24 fotogrammi per secondo. La scelta fu di tipo commerciale – la velocità meno costosa in grado di fornire una qualità di base – ma tale formato produce artefatti di movimento, come effetti stroboscopici, tremolii e forme sfocate. Oggi nell'era digitale non c'è ragione di restare a 24 fotogrammi al secondo. Nel 1927 non lo sapevamo, ma la scienza ci dice che l'occhio umano smette di vedere le immagini singole a circa 55 fotogrammi per secondo. Perciò girare una sequenza a una velocità di 48 frame per secondo permette di ottenere un risultato molto vicino alla realtà. La riduzione delle forme sfocate su ogni fotogramma incrementa la nitidezza dell'immagine e fa credere che il film sia stato girato a 65mm o IMAX. Uno dei più grandi svantaggi è il fatto che l'occhio in ogni secondo vede due volte il numero delle immagini, conferendo al film una straordinaria qualità e capacità di coinvolgimento. Ciò rende l'esperienza del 3D molto più delicata e riduce sensibilmente l'affaticamento della vista. Principalmente, ciò che rende la visione del 3D sgradevole ad alcune persone è il fatto che ogni occhio deve elaborare un gran numero di “sfarfallamenti”, sfocature e tremolii. Tutto questo scompare nel formato HFR 3D. Domanda: Cosa pensa riguardo all'esperienza derivata dall'utilizzo della tecnologia HFR? P.Jackson: Penso che la tecnologia HFR sia eccezionale. Come regista cerco di rendere i miei film coinvolgenti. Desidero tirare fuori gli spettatori dalle loro sedie e far vivere loro un'avventura. Questa è l'esperienza che spero di offrire al pubblico, a prescindere dal formato che essi sceglieranno nei cinema. Anche se personalmente preferisco vedere “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato” nel formato HFR 3D, posso assicurare che ogni formato vi garantirà un'esperienza incredibile e coinvolgente. L'HFR 3D è “diverso” - non sarà come vedere i film che siete abituati a vedere, allo stesso modo di come i primi CD non riproducevano musica come i vinili. Viviamo in un'era in cui i cinema competono con gli Ipad e i sistemi di home entertainment. Io credo che sia fondamentale che i registi o i produttori sfruttino le attuali tecnologie per migliorare il coinvolgimento e la spettacolarità dell'esperienza che i cinema dovrebbero offrire. È un momento eccitante per il cinema. |
|||||||||||||||||||||
Pagina stampata da AV Magazine: https://www.avmagazine.it Vietata la copia e la distribuzione (anche parziale) senza la previa autorizzazione di AV Raw s.n.c. Per maggiori informazioni : https://www.avmagazine.it/sito/legale/ Copyright 2005 - 2025 AV Magazine AV Magazine - registrazione Tribunale di Teramo n. 527 del 22.12.2004 Direttore Responsabile: Emidio Frattaroli |