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Pagina 1 - Il Film Mi chiedo, tra qualche anno, con che occhi guarderemo Sky Captain and the world of tomorrow. Il film è uscito nelle sale italiane a novembre 2004 e nel mese di febbraio 2005 ha fatto il suo ingresso nel mercato Home video. Il risultato è un buon cofanetto a doppio disco, distribuito da Filmauro, che racchiude tutti i segreti del film. E' un film che nel nostro presente ha fatto storia, subito seguito da altre produzioni come Immortal (ad vitam) ed il più recente Sin City. La caratteristica principale è l'uso intensivo del blue screen. Ma di questo parleremo più avanti.
Sky Captain and the world of tomorrow è ambientato nel 1939, in una New York abbastanza futurista. Al centro della scena c'è la giornalista Polly Perkins (Gwyneth Paltrow), che indaga sulla misteriosa scomparsa dei più importanti scienziati del pianeta. Molto presto la reporter scoprirà che dietro questi rapimenti si nasconde un diabolico piano architettato dal dr. Totenkopf (Sir Laurence Olivier) di distruzione del mondo.
I problemi iniziano a farsi seri quando la Terra è invasa da giganteschi robot volanti, che distruggono tutto quello che trovano davanti pur di impadronirsi di particolari materiali: generatori, fiale di D.N.A., ecc... Ad aiutare Perkins ci sarà Joe Sullivan (Jude Law), detto Sky Captain, asso dell'aviazione ed ex fiamma della giornalista. Insieme scopriranno il piano del malvagio dottore, aiutati dal capitano dell'aviazione inglese Franky Cook (Angelina Jolie). Analizzando rapidamente il film, si possono ritrovare parecchie situazioni e atteggiamenti che si ispirano direttamente ad Indiana Jones. Ma, andando più a fondo, si scopre un meraviglioso spettacolo di citazioni verso pellicole, racconti e fumetti del passato. I due protagonisti infatti ripetono, a volte anche testualmente, battute di vecchi film di aviazione che hanno fatto storia: I falchi di Rangoon, Avventurieri dell'aria e Scala al paradiso, e una piccola citazione a La guerra dei mondi di Orson Welles. L'ultimo scienziato rapito è il dottor Jennings, la cui abitazione ha numero civico 1138 (vedi THX 1138 di George Lucas). Sky Captain e Polly Perkins, inoltre, atterrano con il Curtiss P-40 Warhawk sull'aeroporto mobile del capitano Franky Cook e vengono diretti sulla pista 327, la stessa utilizzata dal Millennium Falcon nell'atterraggio a Cloud City in Star Wars - Episodio V: L'Impero colpisce ancora. Ma sicuramente il film più citato è King Kong. Ad esempio: durante il primo attacco dei robot a New York, si scorge in cima all'Empire State Building la sagoma del gorilla; durante il combattimento subacqueo con Franky, si scorge sul fondale la nave S.S. Venture, la stessa utilizzata da Carl Denham per raggiungere l'Isola del teschio. Da non dimenticare l'evoluzione della mappa da viaggio. Tutti ricorderete sicuramente i viaggi di Indiana Jones e l'avanzare della linea rossa sulla mappa sovrapposta alle riprese. In Sky Captain and the world of tomorrow ci si spinge oltre, variando la sovrapposizione della mappa con una sua reale integrazione nella scena. Meridiani e paralleli sono tracciati direttamente sul suolo o sull'acqua. Pagina 2 - Note tecniche sulla produzione - I La bellezza del film va' però al di là delle citazioni. Partiamo dall'origine. Il progetto è nato nella mente del regista Kerry Conran che, non avendo a disposizione mezzi e contanti, decise di creare un corto partendo da un uso intensivo delle tecnologie digitali. Lavorò per due anni con il suo Apple II e realizzò un corto di 6 minuti. Il passaggio successivo fu quello di far vedere il lavoro realizzato alla sua amica produttrice Marsha Oglesby che a sua volta lo presentò al produttore Jon Avnet. Il corto bastò a stuzzicare l'interesse del produttore e ad illustrare le potenzialità della tecnica di ripresa utilizzata. Ma come è stato realizzato il corto e successivamente il film?
Punto cardine è l'uso del blue screen. Tutti gli attori (sia quelli di prova per il corto che quelli definitivi per il il film) hanno sempre recitato su uno sfondo blu, sostituito in fase di post-produzione con accurati fondali. Gli unici elementi veri del set erano i piccoli dettagli con i quali gli attori dovevano interagire: bottiglie, bicchieri, pistole, porte.
Tutto il resto era inesistente: robot, macchine, cielo, acqua, fuoco, aerei, uffici... tutto realizzato con il computer. In totale ci sono voluti 8 anni per portare a termine il lavoro, nonostante Kerry Conran abbia chiesto l'aiuto di altre società per la realizzazione degli effetti speciali: ILM, PLF, Pac Title, LUMA, Ring of fire, Engine Room, R!OT e Rising Sun. Ognuna di queste società ha contribuito in maniera diversa alla realizzazione del film. Le riprese sono durate solo 28 giorni. I primi momenti di registrazione sono stati traumatici per gli attori, che non erano abituati a recitare su set completamente privi di arredi o punti di riferimento. Il regista è stato così costretto (ma ormai è diventata quasi una prassi, visti gli ottimi risultati) a realizzare una versione animata del film partendo dagli storyboard.
Questo per dare agli attori una visione generale della scena, delle angolazioni di ripresa e dell'ambiente nel quale sarebbero stati inseriti. I 4 attori principali hanno fornito comunque un'ottima prova. L'unica che forse non si è ben integrata con l'ambiente blue screen è Gwyneth Paltrow, che nelle scene iniziali di fuga a New York forse era più preoccupata di dove mettere i piedi che della sua recitazione. Il discorso cambia però quando l'attrice si esibisce in smorfie e sberleffi: eccellente! Menzione speciale per Jude Law, Angelina Jolie e Giovanni Ribisi, che hanno interpretato i loro personaggi perfettamente. Per quanto riguarda gli attori, da segnalare inoltre la presenza di Sir Laurence Olivier, morto nel 1989, nel ruolo del cattivo. Tramite delle vecchie registrazioni e con l'ausilio del computer, è stato possibile ricostruire il suo volto e farlo recitare. Scelta discutibile... Pagina 3 - Note tecniche sulla produzione - II La troupe ha dovuto affrontare molti problemi dovuti alla sincronizzazione tra le riprese reali e le scene realizzate digitalmente. Questo perché non è stata utilizzata alcuna tecnica di motion control che gestisse in modo automatico i movimenti di camera. Molto grandi anche gli sforzi effettuati per rendere uniforme la luce durante le riprese. La presenza di campi e controcampi realizzati su blue screen differenti in una stessa scena ha creato infatti non pochi problemi. Per realizzare digitalmente le scenografie sono state utilizzate essenzialmente due tecniche. Quella principale consisteva nell'uso di sfondi fotografici e mascherini dipinti (i cosiddetti "matte paintings"). I vari fondali sono stati poi combinati tra loro e resi idonei ai movimenti di camera attraverso ricostruzioni e animazioni digitali. Gli artisti si sono direttamente ispirati ai disegni di New York di Hugh Ferriss, celebre architetto e illustratore degli anni '30. Fonte di ispirazione differente per la ricostruzione di Shangri-La, ispirata invece ai quadri di Stromberg. Un'altro elemento ispirato alle arti degli anni passati è sicuramente la fotografia. Dovendola definire in poche parole la si potrebbe descrivere come "noir seppiata". Grandi zone d'ombra lasciano il posto ad immagini cariche di colori con accentuate sfumature color seppia. Il procedimento utilizzato per ricavare questa incredibile tavolozza cromatica è molto particolare. Tutte le immagini generate al computer sono state realizzate in bianco e nero. Addirittura inizialmente il regista Conran voleva spacciare il film come un inedito di Frank Capra. Poi gli artisti addetti alla fotografia hanno studiato le ombre sui volti degli attori dalle registrazioni sui set. Quindi, senza utilizzare alcuna tecnologia creata ad hoc ma solo 5 diversi plug-in di Adobe After Effects, i fotogrammi sono stati colorati come un dipinto ad olio, sovrapponendo i diversi strati. E il risultato è davvero notevole. Nelle scene di Shangri-La si nota l'accentuazione dei colori pastello resi più saturi. Anche il montaggio è caratteristico. L'uso intensivo di transizioni articolate e la mancanza assoluta di tagli netti tra una scena e l'altra, fornisce al film un grande senso di continuità. Le classiche dissolvenze sono affiancate da transizioni a scorrimento e a tendina. Citazioni anche nel montaggio. Evidente la grande similitudine, per la scena dei titoli dei giornali all'inizio del film, con Quarto potere di Orson Welles. La maggior parte dei costumi e degli accessori sono stati disegnati da Kevin Conran, fratello del regista. La costumista ufficiale è comunque Stella McCartney. Pagina 4 - L'edizione in DVD - qualità audio e video
Nel mercato italiano è presenta un'unica edizione del film in DVD, distribuita da Filmauro in digipack con doppio disco. Il primo DVD contiene il film in formato 16:9 anamorfico (1,78:1) e il commento audio del regista Kerry Conran, coadiuvato da Steve Yamamoto (capoanimatore), Darin Hollings (responsabile degli effetti visivi) e Kevin Conran (scenografo, fratello del regista). Sul fronte audio è da registrare la presenza delle tracce Dolby Digital 5.1 in italiano ed inglese, entrambe con bitrate di 448 kbit/ al secondo. Sono molto ben fatte e utilizzano i canali posteriori per tutta la durata del film, generando suoni di ambiente e di sostegno per le scene di azione. Esplosioni, inseguimenti, battaglie sono proposte quindi in maniera estremamente coinvolgente grazie anche ad un discreto uso del subwoofer. Unico appunto per il canale centrale: in un paio di scene il volume di alcuni dialoghi è un po' troppo basso rispetto ai canali principali. Nel complesso si tratta di una traccia audio davvero ottima, con una leggera preferenza per quella in lingua originale.
La mancanza della traccia DTS e la scelta di inserire tutti gli extra nel secondo DVD ha portato ad un eccellente bit rate del film. Il solo video si attesta sul valore medio molto alto di 8.22 Mbit/sec. Il grafico qui in alto è relativo al solo bit rate del flusso video e non a quello complessivo. Questa scelta ha premiato una qualità generale che è molto elevata, soprattutto per la presenza dei classici artefatti di compressioni MPEG2, davvero limitati. Ricordiamo inoltre che tutte le riprese sul set sono state effettuate con le telecamere digitali Sony Cinealta HDW-F9000 a 24p e con risoluzione di 1920x1080 punti. Al cinema i più integralisti avevano mosso qualche critica alla risoluzione generale del film: la camera Sony HDW-F9000 ha una risoluzione notevolmente inferiore alla pellicola 35mm. D'altra parte la fotografia, piuttosto particolare, cerca di imitare la cinematografia della fine degli anni '30 con evidenti sfocature, colori poco saturi, dominanti cromatiche e gamma elevatissimo. Qui in basso abbiamo inserito tre immagini catturate in momenti differenti del film.
La prima (cap. 9 - viaggio in Tibet) si riferisce ad alcuni momenti del film in cui viene scelta una evidente dominante cromatica piuttosto calda. Al centro (cap. 10 - la miniera) c'è una leggera dominante verso il ciano (verde e blu). L'immagine più a destra serve solo per sottolineare una scelta per la curva del gamma piuttosto aggressiva con pochissime sfumature alle alte luci e a quelle più basse.
L'analisi di queste tre immagini è stata approfondita con vettorscopio e waveform monitor di Adobe Premiere. A sinistra, l'analisi della prima immagine conferma lo spostamento del punto del bianco verso il rosso ed il giallo; al centro viene sottolineata la lieve dominante ciano delle riprese ambientate sulla neve. L'analisi al waveform monitor dell'ultimo fotogramma (a destra) conferma non solo l'aggressività del gamma ma anche una gamma dinamica (differenza tra i pixel più scuri e quelli più chiari) leggermente ridotta: la differenza tra nero e bianco dovrebbe essere di 700mv eqv. Ottimo comunque il nero, praticamente perfetto e senza rumore. In sostanza non si tratta di un DVD da utilizzare per la messa a punto del display o del videoproiettore. Pagina 5 - L'edizione in DVD - contenuti extra
Il secondo disco è gustoso quanto il primo. Svariati contenuti extra della durata di 75 minuti accontentano sia lo spettatore semplice che quello più esigente. Si parte con il bel documentario "Backstage: Un coraggioso nuovo mondo" della durata di 51 minuti. Diviso in due parti, mostra tutte le fasi di lavorazione del film, dalla pre-produzione alla post-produzione. Protagonisti del documentario il produttore Jon Avnet, il regista Kerry Conran, la produttrice Marsha Oglesby e svariati addetti agli effetti speciali. Si prosegue con "L'arte di World of tomorrow", un'intervista di 7 minuti a Kevin Conran che spiega e motiva lo stile artistico utilizzato nel film.
Ma la vera chicca del secondo disco è il cortometraggio originale di 6 minuti presentato dal regista Conran al produttore Avnet. Riproposto in maniera integrale, ci permette di ammirare sia il grande lavoro di preparazione fatto che gli attori non professionisti che si sono prestati per la simulazione.
Completano i contenuti extra 2 scene inedite "La stanza della tortura di Totenkopf" e "Il nastro Trasportatore", il Gag Reel con gli errori degli attori sul set e il trailer italiano del film. Da segnalare la presenza di uno spassosissimo Easter Egg sul secondo disco. Una visita al reparto di animazione interrotta da un inatteso evento... Per raggiungere l'Easter Egg dal menù principale posizionarsi su "Backstage: parte 1" e premere la freccia verso l'alto. Diamo infine uno sguardo all'offerta del mercato internazionale del DVD. In America disponibili due versioni del film identiche a quella italiana. L'unica differenza è la possibilità di scelta tra il formato Fullscreen e quello Widescreen. Più articolata l'offerta in Inghilterra, dove sono presenti due versioni diverse: la prima uguale a quella italiana, accompagnata da una versione semplice ad un disco che contiene solo il film, senza extra. Pagina 6 - La colonna sonora Autore della colonna sonora è Ed Shearmur, già responsabile della
soundtrack de Il conte di Montecristo e Charlie' Angels. Per
musicare Sky Captain and the world of tomorrow, Shearmur ha attinto a
piene mani allo stile e alle sonorità di John Williams. In più parti
riecheggiano Star Wars, Jurassic Park e soprattutto Indiana
Jones. Il tema principale The world of tomorrow è un brano sinfonico,
ampiamente ripreso nel resto delle tracce, con energia ed enfasi tipiche di
Williams. Archi e ottoni sono utilizzati per quasi tutta la durata del film.
Variazioni sensibili si hanno con il tema d'amore H-770d e con l'uso dei
legni (oboe e clarinetto) per Flight to Nepal. Sui titoli di coda la
splendida voce di Jane Monheit ci ripropone l'intramontabile Over the
rainbow, tratta da Il Mago di Oz. Il cd della colonna sonora è distribuito da Sony Music. Pagina 7 - La scheda Titolo: Sky Captain and the world of tomorrow |
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