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Pagina 1 - Introduzione e caratteristiche
La Dynaudio è nata in Danimarca alla fine degli anni settanta, ed ha rappresentato e probabilmente rappresenta a tutt’oggi uno dei maggiori portatori di innovazioni tecnologiche nella costruzione degli altoparlanti. Pochi sanno infatti che questa azienda è stata la prima ad impiegare diverse tecniche costruttive che oggi potrebbero apparire normali, addirittura scontate. Il costruttore, ad esempio, è stato il primo a studiare dei cestelli in lega di alluminio estremamente aerodinamici per non colorare l’emissione posteriore della membrana ed ancora il primo ad usare olio ferromagnetico nel traferro della bobina mobile dei tweeter, innalzando di fatto la tenuta in potenza delle fragili e leggerissime bobine mobili. Ancora da questi lidi è iniziata la costruzione di bobine mobili impieganti filo a sezione esagonale, il disegno del complesso magnetico simmetrico grazie al disegno delle terminazioni polari senza polo centrale. Primi a sperimentare e ad impiegare filo di alluminio e non di rame oppure ad utilizzare cavità di decompressione alle spalle della cupola del tweeter. Insomma un bel concentrato di ricerca e sviluppo. Altre caratteristiche che sono in qualche modo passate alla storia come prese ferme di posizione del costruttore sono rappresentate dall’idiosincrasia per il doppio cablaggio ed il disegno dei filtri rigorosamente del primo ordine acustico, magari con una cella di sfasamento, ma sempre con una risposta del primo ordine acustico. Altri tre particolari costruttivi hanno sempre caratterizzato gli altoparlanti Dynaudio: membrana realizzata con polipropilene evoluto, ovvero addizionato di minerali irrigidenti ma leggerissimi, sospensione in gomma, credo sin dai primissimi modelli, e diametro enorme della bobina mobile. Quest’ultima particolarità grazie alle moderne tecniche di incollaggio e costruzione delle bobine mobili sembra comunque essere stata a poco a poco rimpiazzata. Nei nuovi modelli infatti abbiamo bobine di dimensioni più contenute per avere un miglior smorzamento ed una miglior gamma media senza perdere affatto tenuta in potenza. Caratteristiche dichiarate Tipo: diffusore da stand a due vie in bass reflex Costruttore: Dynaudio International GmbH, Ohepark 2, 21224 Rosengarten, Germany Phone: +49 (0) 4108 - 4180 - 0, Fax: +49 (0) 4108 - 4180 - 10, info@dynaudio.com Distributore: GTO srl, Via della Salute 18/4, 40132 Bologna, Tel. +39
051 627 1447 Pagina 2 - Componenti e costruzione
Il midwoofer da 15 centimetri di diametro nominale è fissato con sei viti dalla filettatura rada ma profonda senza alcuna fresatura sul pannello frontale, così da sporgere per tutto lo spessore della flangia. Questa scelta consente di ricoprire parte della flangia del tweeter e di avvicinare notevolmente i centri di emissione che sono posti a circa 12 centimetri. Molti probabilmente storceranno il naso, ma è probabile, anzi molto probabile, che la drastica riduzione della distanza dei centri di emissione sia stato considerato un vantaggio molto più udibile rispetto alle possibili diffrazioni del mancato filo di pannello. Le viti che fissano il tweeter sono invece attentamente sagomate per non sporgere affatto dalla flangia del trasduttore. Rimossi entrambi gli altoparlanti noto come l’interno sia riempito di acrilico abbastanza leggero e poco pressato. Una volta rimosso noto però che le pareti sono rivestite di un poliuretano non molto doppio ma abbastanza denso, che a naso ed al tatto sembra avere il compito di attenuare le riflessioni interne in gamma mediobassa. I due altoparlanti sono collegati al filtro crossover attraverso dei connettori faston polarizzati e dotati della linguetta di bloccaggio. Il cavo utilizzato per i collegamenti è di sezione adeguata ed il filtro crossover è calettato sulla rigida vaschetta portacontatti che in classico stile Dynaudio ha soltanto due morsetti di ottima costruzione e versatilità. Ho letto che questo diffusore come molti altri Dynaudio di prezzo e prestazioni più elevate ha una cella di compensazione “globale” che regolarizza l’andamento in gamma media, ma devo dire che da una analisi superficiale del filtro non mi sembra essere visibile. Il condotto di accordo ha un diametro notevole in relazione alla superficie emissiva del midwoofer e conseguentemente una lunghezza non banale. E’ ovviamente svasato ad entrambe le estremità per contenere al massimo l’emissione di colorazioni e turbolenze non gradite. Il cabinet è realizzato in medium density da 20 millimetri ed è disponibile in diverse finiture fino alla laccatura bianca (come quella che avevamo noi) o nera. Per la finitura laccata occorre scucire un po’ di euro in più. Il woofer è un bel trasduttore appartenente alla nuova generazione Dynaudio, con una bobina che una volta tanto non ha un diametro che è la metà di quello della membrana. Quest’ultima mi sembra veramente notevole: smorzata come il polipropilene ma rigida e leggera come una membrana metallica di ultimissima generazione. Approfittando dei faston ho inserito nel condotto di accordo due esili fili di mamma Telecom ed ho effettuato una misura della sua risposta. Bene, la risposta ottenuta non fa che confermare le aspettative, con un andamento regolare in tutta la gamma media ed un modesto break-up molto oltre la frequenza di incrocio, in piena area…da tweeter. Per le convinzioni dei progettisti sulla blanda pendenza dei filtri è necessario avere una risposta a monte già molto regolare ed estesa, giusto per non dover portare altre correzioni col filtro crossover. Il cestello è ovviamente in pressofusione, ben areato sia alle spalle della membrana che al di sotto del centratore per evitare asimmetrie acustiche nella risposta a segnali di ampiezza elevata. Il tweeter ha la cupola ovviamente morbida, visto che la Dynaudio non ha mai usato cupole rigide e nemmeno termoformate. La cupola da 26 millimetri è ancora trattata a mano, anche se ha subito molte piccole modifiche dovute all’esperienza dei progettisti. La camera posteriore è riempita di materiale assorbente semirigido per avere un drastico abbattimento delle colorazioni alle spalle della cupola. Vi ricordo che anche questa è una innovazione messa a punto e proposta per la prima volta dal costruttore danese. Con questo tipo di costruzione si abbassa la frequenza di risonanza e si abbassa di un ordine di grandezza la distorsione armonica alle frequenze medie. Anche in questo traferro, ovvero tra bobina mobile e terminazione polare, è inserito dell’olio ferromagnetico che consente di disperdere meglio il calore prodotto dalla bobina mobile. In dotazione al diffusore è stato previsto un tappo di poliuretano morbido che consente di gestire con una certa incisività l’interfacciamento con l’ambiente alle basse frequenze, motivo per il quale effettuerò alcune misure sia con che senza occlusione del condotto reflex. All’analisi della costruzione in questo caso mi sento di aggiungere una notizia giuntaci da qualche ora: Dynaudio consente, di concerto con GTO, distributore italiano del marchio, di estendere con una semplice comunicazione, il periodo di garanzia a dieci (10) anni per tutti i diffusori acquistati da gennaio 2012. Pagina 3 - LAB: misure di laboratorio
Al banco di misura il diffusore danese ha esibito una risposta in frequenza molto lineare, con la gamma bassa estesa nei limiti che il volume di carico e quello di aria spostata impongono. Per quanto le misure di risposta in bass reflex e col condotto “tappato” siano simili posso dire che in sala di ascolto si sentono eccome, visto che in reflex la prestazione sulle basse è molto più convincente e visto che l’accordo adottato dai progettisti è abbastanza ben smorzato. In gamma alta, tra i 5000 ed i 10000 Hz si nota una esaltazione che nella ripresa a quarantacinque gradi si sposta ancora di più verso le medie frequenze. Probabilmente si tratta di uno degli elementi caratterizzanti all’ascolto, assieme alla risposta angolata, che si attenua sulle altissime senza alcun tipo di enfasi, chiaro esempio di ipoteca su una gamma altissima di prim’ordine. Anche il grafico dell’impedenza è stato rilevato sia in bass reflex che in sospensione pneumatica. Nel primo caso la frequenza di accordo è posizionata a 52-53 Hz mentre nel secondo caso la risonanza dell’altoparlante si sposta ad 80 Hz. In entrambi i casi possiamo notare picchi non molto alti, grazie alle perdite nel diffusore ed alle perdite meccaniche nell’altoparlante. Il picco in gamma media dimostra che non c’è alcuna compensazione che regoli tale porzione di frequenza. Devo aggiungere però che a causa del picco molto largo alla base non si ottiene una rotazione di fase critica per l’amplificatore a monte, tale da richiedere a tutti i costi una compensazione. La massima condizione di carico è stata trovata infatti a bassa frequenza in entrambe le configurazioni di carico con valori appena più bassi della PMC, che è risultato il diffusore meno impegnativo dal punto di vista dell’interfacciamento. Abbiamo infatti un carico resistivo di 3,93 ohm a 46 Hz in configurazione reflex e 4,2 a 159 Hz in sospensione pneumatica. Chi sta pensando che sia migliore l’interfacciamento della sospensione pneumatica evidentemente non ha fatto i conti con la porzione di frequenze interessate, visto che in gamma mediobassa il contenuto energetico medio è certamente più elevato. Al banco delle distorsioni dinamiche notiamo alcuni particolari degni della massima attenzione, particolari che ci raccontano e ci spiegano parte delle ottime prestazioni ottenute in sala d’ascolto. La distorsione armonica sin dagli 85 decibel di pressione media è molto bassa, con le componenti di ordine elevato quasi sempre attestate sul fondo del grafico ed un po’ di seconda e terza armonica, con la seconda che si alza a bassa frequenza e la terza che si mantiene al di sotto dell’uno per cento. Man mano che la pressione emessa dal diffusore aumenta la distorsione ovviamente sale. Il punto, secondo il mio parere è che dallo sviluppo e dalle variazioni del contenuto armonico si riesce in qualche modo a risalire alla variazione della timbrica. L’incremento di distorsione a 90 decibel della Excite X12 è infatti circoscritto a qualche porzione di frequenza, come la gamma bassissima ed appena appena tra i 2 ed i 4 kHz, mentre la seconda armonica in una porzione molto maggiore di gamma media rimane pressoché immutata, se non addirittura più bassa. Soltanto salendo a 95 decibel di pressione media vediamo da 20 a 300 Hz sono la seconda e la terza armonica che aumentano fino al 3% in gamma bassissima mentre le armoniche superiori si mantengono su valori simili a quelli della precedente misura. In gamma media tutte le componenti si mantengono sotto i -50 dB per un intervallo molto ampio di frequenze per risalire in gamma altissima di qualche decibel. Ovvio ipotizzare un comportamento stabile all’aumentare della potenza immessa ed una chiarezza non comune nella più critiche porzioni di frequenza. La risposta all’impulso ha entrambi i picchi, quello del woofer e quello del tweeter, rivolti verso l’alto, a dimostrazione che entrambi gli altoparlanti hanno una polarità positiva. Ma come? Un filtro del primo ordine con gli altoparlante connessi in fase? Si, certo, può capitare, specialmente se il progettista sa bene quello che sta facendo. Notate anche come il decadimento dopo il picco del woofer si attenui in maniera regolare all’aumentare del tempo. La Waterfall mostra come alcune scelte del costruttore siano paganti in termini di decadimento, visto che il grafico ne mostra facilmente gli effetti sulla pulizia e sulla velocità del decadimento. Notate in particolare il buon andamento in gamma mediobassa, privo di riflessioni e di risonanze di rilevante ampiezza, ed il vuoto che si crea in gamma media. Qualche piccola risonanza oltre la frequenza di incrocio è dovuta, con tutta probabilità, alla ridotta pendenza del passa basso del woofer che trova ancora il modo di farsi appena sentire a frequenze più elevate rispetto all’incrocio. Pagina 4 - Impressioni di ascolto e pagella
La prima cosa che ho notato con questo diffusore, che in qualche modo ho avuto modo di ascoltare con diffusori che impiegano questo tipo di crossover, riguarda la scena. O meglio la piccola ma udibile variazione della scena una volta che cambia l’altezza del diffusore sullo stand. Mi spiego meglio: se mi sistemo con le orecchie in asse al tweeter, ovvero se sono abbastanza disteso sulla poltrona, non ottengo la stessa scena che posso annotare se sto ben dritto. Questa osservazione mi fa propendere per uno stand non altissimo ma nemmeno molto basso. Una angolazione tra l’orecchio ed il tweeter del diffusore compreso tra i tre ed i cinque gradi vuol dire, a due metri e mezzo di distanza, che l’orecchio è tra i tredici ed i 20 cm più in alto rispetto al tweeter. In questa posizione, che ammetto essere stata scoperta per puro caso, la scena della Excite X12 si espande e si stabilizza in maniera udibile ed accattivante. All’ascolto di questo diffusore dobbiamo evitare di concentrare la nostra attenzione sulle sole basse frequenze, che in tutte le tre sessioni di prova sono state lasciate libere di fruire attraverso i condotti di accordo. Il basso, come è visibile dai grafici, non è il punto forte del diffusore e non ha nemmeno la pretesa di esserlo viste le dimensioni. Probabilmente i progettisti non hanno cercato di scendere al massimo limitandosi (giustamente) ad un accordo ben smorzato, senza sostituire l’estensione con la quantità. La prestazione sulla voce femminile è notevole, sia per chiarezza che per messa a fuoco, con un buon disegno della scena ed un corretto posizionamento delle sorgenti. La voce maschile di De Andrè riesce comunque convincente ed estesa pur senza le esagerazioni di altri diffusori, difficili da gestire tra mediobasso e basso. Dopo un buon quarto d’ora di ascolto sembra che il tweeter si sciolga aumentando notevolmente il dettaglio. In realtà probabilmente è il ferrofluido che aumenta la sua temperatura e va a regime, e ciò si ripercuote sulla dolcezza, sull’estensione e sulla definizione della gamma alta. Dynaudio i tweeter li sa fare ed anche se personalmente ne ho maneggiati soltanto tre o quattro tipi lo so bene e ci credo. Il coro di voci miste è disposto veramente bene e la localizzazione spaziale è corretta e stabile, facile da “visualizzare” ,quasi istintiva. All’ascolto di “A natural woman” i fiati sono chiari, puliti e notevolmente articolati con le modulazioni del basso credibili e la voce è chiara, a volte appena aggressiva. Ancora il coro di voci maschili e femminili, ed ancora noto definizione e posizionamento certo e stabile degli esecutori. L’apertura della grande orchestra è abbastanza realistica come scena e come senso delle dimensioni, con un buon posizionamento ed una notevole articolazione. Le migliori qualità di questo diffusore sono venute fuori, secondo le mie impressioni, da due brani, uno è Fade to black dei Dire Straits, dove le danesi hanno esibito un bilanciamento timbrico notevole, ed uno era costituito da uno spezzone di coro femminile a quattro voci, dove ho potuto notare la perfetta disposizione e la chiarezza delle separazioni delle varie componenti. L’articolazione, una delle caratteristiche migliori di questo diffusore, è risultata, secondo il mio metro di paragone, superiore a qualunque altro diffusore, anche nella media delle tre sessioni di ascolto dello shoot-out. La dinamica, pur essendo limitata in gamma bassa per lo stesso motivo che ha limitato tutti i diffusori di questo ascolto a confronto, mi è sembrata leggermente inferiore alla PMC ma comunque migliore degli altri contendenti. La Pagella di Gian Piero Matarazzo La pagella secondo Gian Piero Matarazzo: voto medio 7,67
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