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Pagina 1 - Walt Disney Music Hall Introduzione: Disney Music Hall In occasione del CES 2013 appena concluso, abbiamo avuto l’occasione di ascoltare lo strumento sonoro più musicalmente accattivante in tanti anni di ascolti. Per la verità tale struttura non era ospitata nelle sale del Venetian, il mega resort-hotel che ospita l’high-end. Per raggiungere questo grande strumento bisogna in effetti lasciare Las Vegas, prendere la Interstate 15 in direzione “sud” e raggiungere in 4 ore di auto Los Angeles. Il percorso si snoda attraverso il Mojave Desert e qui non mancano posti improbabili (vedi foto) e città fantasma come Calico Ghost Town. L'ultimo terzo di strada si dipana nella sterminata periferia suburbana di Los Angles, una serie di cittadine che sembra non finire mai. Proprio nel cuore di questa metropoli tentacolare si trova la Disney Music Hall, una moderna sala da concerto dotata di sonorità eccellenti. Dalla prossima edizione del CES, una visita per un concerto alla LA Philharmonic dovrà rappresentare un must per ogni audiofilo. L’occasione di un concerto che vedeva nel programma I Pianeti di Holst è stata un’occasione troppo ghiotta. Non potevamo mancare di cogliere da un lato lo smalto di questa importante orchestra, dall’altro valutare le caratteristiche acustiche di una sala tanto ben considerata. Proprio nei giorni del CES ne avevo parlato con Luke Manley, che da Chino si trova a poco più di un’ora da Los Angeles. Lui e sua moglie Lam sono assidui frequentatori della LA Philharmonic, alla cui testa è arrivato recentemente il giovane e brillante Gustavo Dudamel. Lo ringrazio anche per le preziose indicazioni di alloggio a downtown Los Angeles. La nostra soluzione nel quartiere giapponese ha avuto dopo il concerto stimolanti esiti gastronomici. Il pregio di questo auditorium non si esaurisce nelle prestazioni acustiche, vista la presenza di un “vero” organo che domina la strepitosa acustica di questa sala da concerto. Come appare nella nostra foto (grazie alle notevoli prestazioni alle basse luci della mia “piccola” nuova Panasonic LX7), la struttura delle grandi canne in legno segue un particolare design curvilineo che lo rende particolarmente seducente. Si tratta di un grande strumento dotato di ben due registri da 32 piedi in pedaliera in grado di riempire di suono la grande sala anche nel dialogo serrato con la grande orchestra.
Pagina 2 - Holst, The Planets
Una pagina come “The Planets” di Holst forse non ha bisogno di presentazioni: un must del repertorio tardo-romantico per grande orchestra. L’inizio di “Marte” sul ritmo incalzante sostenuto dai timpani è stata una vera rivelazione. Era come ascoltarlo per la prima volta. Per la cronaca avevo scelto dei posti situati dove solitamente siede il coro, sul retro dell’orchestra a pochi passi dalla sezione ottoni. Anche timpani e percussioni appaiono da qui bene in evidenza, un suono solido e possente in gamma medio-bassa che si coglieva attraverso le vibrazioni del palcoscenico. Dinamica inesauribile, con un fortissimo sugli ottoni mai riscontrato in precedenza. In tutto questo si apprezza nelle parti più delicate il supporto agli strumentini, con le frasi dei legni sempre ben distinte e persino l’arpa (dall’altra parte dell’orchestra rispetto alla mia posizione) appariva scandita con nettezza. Gli interventi “ad effetto” dell’organo in questa partitura mi hanno fatto rabbrividire. Il ben noto glissando (un fortissimo con quattro “ffff” in partitura) ha avvolto l’intera sala in un momento sinfonico equivalente ad un orgasmo liberatorio. Non ci sono parole per descriverlo. Nel finale evanescente di Nettuno, il coro femminile in lontananza ha tenuto il pubblico con il fiato sospeso, sino all'inevitabile standing ovation. Un'esperienza da ripetere. Nel frattempo voglio almeno segnalare la notevole incisione in SACD targata Deutsche Grammophon con la Sagra della Primavera diretta da Salonen nel 2006 proprio in questa sala. Per quanto riguarda i Pianeti, invece, potrete rivolgervi alla belle registrazione di Gardiner (in casa DG) o alle più recenti edizioni Telarc e Chandos, tutte in SACD multicanale, ma apprezzabilissime anche nel “semplice” stereo. Segnalo anche l'edizione giapponese SHM-SACD stereo edita da Decca, con la "LA Phil" diretta da Zubin Mehta. Buon ascolto. Per maggiori informazioni: www.laphil.com |
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