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Pagina 1 - Introduzione
ESL, ovvero Electrostatic Louspeaker, diffusore elettrostatico. E in più di tipo ibrido, nel senso che lo spettro è affidato ad una sezione elettrostatica per le medio-alte e ad un driver dinamico: un woofer ad alte prestazioni per il medio-basso, mentre il pannello elettrostatico in gamma media e alta è responsabile della musicalità spontanea di questo originale sistema. Stiamo parlando ovviamente di Martin Logan, marchio americano che forse più di ogni altro si identifica con i sistemi di altoparlanti elettrostatici. Non è una storia di poco conto. Per molti appassionati i pannelli elettrostatici, più che un componente della catena audio, hanno rappresentato un percorso imprescindibile nella fruizione musicale, quasi potremmo dire una “filosofia” d’ascolto. Tra gli aspetti più spesso evidenziati si è citata la velocità d’emissione, grazie ad un driver capace di rispondere ai segnali transienti più immediati ed una “raffinatezza” d’emissione che con il software di buona qualità risulta difficilmente eguagliabile dai sistemi convenzionali. Certe difficoltà di inserimento e altre amenità che negli anni hanno accompagnato molta letteratura a proposito degli elettrostatici in genere, appaiono superate di fronte alle più attuali realizzazioni in questo ambito. Le Electromotion ESL non solo risultano facilmente pilotabili ed inseribili in ambiente, ma sono proposti (anche) come diffusori frontali, da abbinare assieme al canale centrale e ai diffusori surround della stessa serie, all'interno di un sistema Home-Theatre di vocazione fortemente “audiophile”.
Pagina 2 - Aspetto e caratteristiche
Quello delle ElectroMotion è un progetto originale che porta nelle case degli appassionati un sistema elettrostatico ad un prezzo inferiore ai 3.000 Euro. La costruzione è semplice ed essenziale, ma il sistema risulta elegante e funzionale, capace di inserirsi con disinvoltura in ogni ambiente domestico. Nella parte inferiore troviamo il cabinet che ospita il woofer da 8" caricato con reflex inferiore, un mobile che funge anche da supporto al pannello elettrostatico. L’insieme supera di poco i 130 cm, ma la trasparenza, l’esiguo spessore e la curvatura del pannello elettrostatico fanno apparire il diffusore ben poco “intrusivo”. Alla base del mobile dei bassi, quattro piedini regolabili in altezza con comodi gommini assicurano un adeguato smorzamento. Per i più esigenti, svitando i supporti inferiori in gomma si mettono a nudo gli “spikes”, che isolano in modo ancora più drastico il sistema dal pavimento. Sul pannello posteriore sono alloggiate le connessioni di ottima fattura, del tipo “spingi e infila” in grado di digerire cavi di buona sezione anche eventualmente terminati a banana. Una piccola presa tipo jack serve per la connessione con il piccolo alimentatore esterno (uno per ciascun diffusore, tipo caricabatterie, per intenderci) in dotazione, che fornisce al pannello elettrostatico la corrente necessaria a mantenere in tensione il diaframma. Un discreto led azzurro segnala la presenza della tensione di alimentazione. Cuore del sistema è lo statore XSTAT curvilineo di ultima generazione, che si estende per un'altezza di 34''con una superficie radiante di 300 pollici quadrati (ben 86 cm per 22 cm) e in larghezza segue elegantemente il profilo del cabinet. Tra i dati dichiarati dal costruttore segnaliamo una risposta in frequenza compresa tra 42-22,000 Hz (± 3dB), una più che discreta sensibilità (e lo vedremo nelle risultanze del test d'ascolto) di 91 dB, impedenza 6 ohm, frequenza di crossover 500 Hz e peso 21,4 kg per ciascun diffusore. Caratteristiche dichiarate:
Pagina 3 - Set-up in ambiente e discografia
L’inserimento in ambiente domestico è stato un talvolta capitolo spinoso con i diffusori planari. La sola regola importante è lasciare un minimo di aria ai lati (ma non dovrebbe essere un problema) e posteriormente (potrebbe essere un problema). In ogni caso sapete bene come gli angoli siano in ogni caso da evitare. Con l'emissione dipolare della Martin Logan diventa protagonista anche l'emissione posteriore, che contribuisce all'equilibrio tonale dell'emissione complessiva e più ancora alla solidità della scena e alla ricostruzione dell'ambienza. Diciamo che anche 50/60 cm possono bastare al riguardo; non createvi più problemi del necessario (godetevi la musica piuttosto, un buon vino o una buona compagnia, anche se non necessariamente in quest'ordine). Con una parete “media” (parete intonacata e dipinta) si ottiene un soundstage voluminoso, con una bella prospettiva. Evitate tendaggi pesanti che potrebbero “asciugare” eccessivamente l'emissione posteriore. Il suono risulterebbe meno “vivo”, sicuramente più scarno; meno piacevole? Forse, anche se qui andiamo sul personale. Qui da me con centoquaranta buoni watt per canale di razza italiana (pre AM Audio P-6 e finale AM Audio MT-5 Reference) e sorgenti di buona qualità (CD-P Primaluna ProLogue, BD/SACD-P Oppo BD83, giradischi Pro-ject Debut Carbon + testina Ortofon OM10) e ho avuto risultati notevoli anche in termini puramente quantitativi, come hanno indicato le reazioni dei vicini in occasione delle prove comparative tra diverse edizioni delle sinfonie di Mahler. Per chi può permetterselo ci sono ovviamente le più grandi CLX. Sono un riferimento difficilmente eguagliabile e rappresentano un importante punto di arrivo per chi vuole andare sino in fondo in tema di ascolto di diffusori elettrostatici. E lì non si tratta soltanto di un pannello ESL ben realizzato, ma di tutta una serie di soluzioni tecniche che i più curiosi potranno trovare sul sito del distributore italiano. Ecco invece l'elenco della discografia utilizzata per il test (CD, SACD, Blu-ray Disc e vinile) Berlioz: Sinfonia Fantastica, Scottish Chamber Orchestra, Ticciati, Linn
Pagina 4 - La prova d'ascolto
Al primo ascolto le nostre si mettono in evidenza per il tono luminoso e la raffinata precisione della gamma medio-alta, un’emissione complessiva che solo ai più distratti potrebbe far venire in mente qualche minidiffusore di rango (non c'è bisogno di fare nomi). Non è così semplice. Più che parlare del suono tipico di certi mini alto di gamma, bisognerebbe segnalare la mancanza di rigonfiamenti e risonanze che in vario modo caratterizzano quasi tutti i sistemi con driver dinamici. In effetti i diffusori tradizionali capaci di apparire realmente “ariosi” nei confronti della scena sonora si contano sulle dita di una mano. Mi viene in mente Wilson Audio e Magico, tanto per restare sul fronte americano, ma siamo davvero su costi importanti. Qualcosa anche di italiano (pur con qualche dubbio su alcuni blasonatissimi che ultimamente ci hanno un poco deluso), non possiamo negarlo, ma sempre a livello non confrontabile con la classe di prezzo di queste ESL. Le “piccole” Martin Logan riescono ad offrire agli strumenti acustici tutta la rifinitura armonica di cui hanno bisogno, l'introspezione felice e priva di nasalità in gamma media e il corpo necessario nella resa dei toni intorno alla fondamentale. Il risultato è il “corpo” vigoroso ed autentico dell’emissione sonora di ciascuno strumento, all'apparenza più “leggero” rispetto ai sistemi dinamici, ma ad un ascolto prolungato decisamente più convincente. E' un tessuto asciutto, talvolta teso e nervoso, ma con la giusta amplificazione (niente di particolarmente costoso visto che risultano un carico non troppo complesso) riesce a dare il senso di piena comprensione del testo musicale, anche con le partiture più complesse. Definitivamente sotto controllo quel senso di “gommosità” nell’interno del medio-basso che talvolta affligge i sistemi dinamici, mentre la gamma media è capace di una risoluzione che sembra ricordare alcune cuffie di grande prestigio. L’emissione strumentale appare emanare da un’ampia finestra d’ascolto, un senso di naturale raffigurazione delle sorgenti sonore che risulta naturale anche in virtù di un'apprezzabile dimensione “verticale”. Con i dischi bene incisi il fronte sonoro è bene esteso, “alto” quanto basta, con una resa molto accattivante sia dei piccoli gruppi strumentali che di una ampia orchestra sinfonica. Sin dai primi ascolti (sto facendo una scorpacciata di importanti CD dai vasti cataloghi Decca, Deutsche Grammophon, Channel, Reference Recordings, Linn...sin qui può bastare) si avverte la fluidità della transizione tra driver planare e woofer. Quasi mi viene da pensare che la presenza del woofer non si avverta per nulla, se non per il fatto che quelle percussioni in gamma bassa ed i toni profondi dell'organo o della prima ottava del pianoforte non sarebbero possibili con un pannello di queste dimensioni. Ma cosa accade con le voci? Ammetto il mio favore per il genere strumentale e sinfonico, ma la correttezza del repertorio vocale resta basilare. E' un po' come l'esame di Diritto Privato per chi volesse laurearsi in giurisprudenza. Lascio perdere le vocine melliflue di impostazione audiophile che tanto nascono amplificate e sembrano fatte apposta per far suonare bene anche gli armadi a muro di mia nonna. Ascolto semmai lo Schubert dei Lieder, con la voce di Fischer-Dieskau accompagnata dal pianoforte di Brendel (Philips). Qui appare appena “sgrassata” al confronto con sistemi dinamici di grandi dimensioni, ma forse anche più realistica e certamente capace di indicare senza incertezze e senza “effetto” le sottili sfumature di tono e di “sentimento” che rendono questo repertorio tanto importante per i veri musicofili. Una testimonianza di primo livello dell'arte di questo grande interprete recentemente scomparso. Tra i tanti dischi ascoltati in queste settimane segnalo la Nona di Dvorak in un'energica interpretazione femminile (Allsop, Naxos). L'introduzione orchestrale entra nel vivo con efficacia nel fortissimo sui timpani, mentre si apprezza l’entrata dolce del primo tema sul flauto, quindi sugli archi poi, sino a giungere al fortissimo degli ottoni, fluidi e robusti. Con gli strumenti originali anche il sottile gioco timbrico di Handel con la sua “Watermusic” (Hyperion) viene ricreato in ambiente senza alcun imbarazzo e voglio notare il senso di naturale presenza dei corni naturali, il timbro ben reso anche nelle armoniche più alte. Agli amanti del jazz consiglio l'ascolto di un classico come l'album “Voyage”, in cui il sax tenore di Stan Getz risulta naturalmente pastoso nella prima ottava, con tempi d’attacco fulminei che offrono un bel respiro alle spazzole della batteria, piacevolmente distaccate dal fondale di un'ampia scena sonora. Convincente anche qualche passaggio di vinili e come poter mancare il fascino di una storica incisione Decca degli anni d'oro come il doppio LP con il “Lago dei Cigni” di Tchaikovsky nella direzione di Ansermet a capo dell'orchestra della Suisse Romande. E' un bel disco da dimostrazione per la bellezza di questa pagina pregna di temi facili e accattivanti affidati ad una ricca orchestrazione. Il master originale del 1959 coglie in pieno il dettaglio di ogni parte, offrendo un’immagine d’insieme naturale e dinamica. Perfettamente messa a fuoco risultano le diverse sezioni orchestrali, anche nelle parti più delicate, in cui il ruolo dei singoli è circondato da un naturale senso di aria. Pagina 5 - Conclusioni
Trascorse alcune settimane dall'arrivo delle MartinLogan nella mia sala da musica, riprendo volentieri in in mano queste considerazioni d'ascolto per un aggiornamento “a freddo”. Mi rendo conto che c'è un rigore timbrico che non abbandona mai la necessaria piacevolezza d'emissione. Tra poco arriverà la grande rassegna milanese e mi è piaciuto selezionare proprio attraverso le ESL una serie di brani sinfonici molto impegnativi per alcune demo che metteranno in seria difficoltà gli espositori. Tra queste partiture non poteva mancare il ben noto Pini di Roma di Respighi, una pagina che tutti gli audiofili conoscono (o almeno pensano di conoscere). Mi chiedo quanti di voi si siano dati da fare per ascoltare dal vivo con una grande orchestra una delle poche pagine davvero significative del sinfonismo italiano. Il lento crescendo de I Pini della Via Appia, costruito su un ritmo di marcia incalzante sul quale si inseriscono ottoni e percussioni in un parossismo ai limiti del volgare ha il senso di inevitabile piacevolezza di un momento di intenso erotismo, quando superato il punto di non ritorno, il piacere giunge travolgente. Gli appassionati di alta fedeltà hanno almeno un buon motivo per essere contenti di questa crisi. Sino a qualche tempo fa non sarebbe stato possibile accedere a questo prezzo ad un sistema di altoparlanti di tali prestazioni. Se da un lato l'High End ai massimi livelli resta difficilmente accessibile ai più (e comunque non sottovalutiamo il mercato dei beni di lusso che è l'unico a “tirare” ancora forte) dall'altro è evidente come oggi si possa realizzare un sistema bensuonante ad un prezzo prima impensabile. Le Electromotion si propongono come anello finale di una catena di musicalità di altissimo profilo, un sistema con poche controindicazioni che da il meglio di se anche in ambienti domestici particolarmente compatti. Evidenziamo inoltre (e ribadiamo con convinzione) la possibilità di impiego come canali frontali di un sistema Home Theatre di vocazione audiophile, potendo contare su un canale centrale e diffusori posteriori della stessa serie, un complemento sonoro di rango al più performante sistema video che vorrete (e potrete) affiancargli. Qualcuno potrebbe pensare di usarle addirittura come canale posteriore di un sistema HT realmente importante. Fortunato lui, che potrà godere del grande senso di coinvolgimento possibile con gli attuali titoli musicali in Blu Ray, dotati di un audio multicanale in Dts Master Audio che stabilisce le nuove frontiere del godimento musicale attraverso un impianto domestico. Per maggiori informazioni: www.martinlogan.com/electromotion/em-esl.php - www.audionatali.it La pagella di Marco Cicogna: voto finale 80/100
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