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T-AMP - amplificatore portatile
T-AMP - amplificatore portatile
Emidio Frattaroli - 27 Febbraio 2005
“Il t-amp di Sonic Impact è un amplificatore stereofonico portatile da 15 watt per canale che può essere alimentato anche con 8 batterie stilo. Un prodotto piuttosto interessante poiché, a fronte di un prezzo d'acquisto paurosamente contenuto, sembra accreditato una qualità all'ascolto da impensierire concorrenti con prezzo fino a venti volte superiore”
Pagina 1 - Introduzione

Nell'economia di un sistema di riproduzione audio, l'amplificatore si inserisce proprio al centro, tra la sorgente dei segnali audio e i diffusori acustici. L'amplificatore ha il compito - non semplice - di elevare la potenza del debole segnale audio che arriva dalla sorgente (lettore CD etc.) per alimentare in modo adeguato gli altoparlanti. Questi ultimi vengono spesso classificati solo per la "potenza" dichiarata, espressa in watt, immaginando che ci sia una correlazione diretta tra questo dato e la quantità di volume che il sistema sarà in grado di generare.

In realtà le cose sono molto diverse. In un diffusore acustico sarebbe meglio considerare la  sensibilità, espressa in decibel (dB): un valore che esprime la quantità di pressione sonora che il sistema è in grado di generare ad un metro di distanza e con un solo watt in ingresso. Se un diffusore ha 90 dB di sensibilità, significa che con un solo watt in ingresso sarà in grado di riprodurre ben 90 decibel di pressione sonora ad un metro di distanza.

Aumentando di un ordine di grandezza la potenza in ingresso, la pressione sonora si alzerà di 10 decibel: con 10 watt lo stesso diffusore sarà in grado di emettere 100 decibel di pressione, con 100 watt salirà fino a 110 decibel e con 1000 watt - ammesso che non sia già disintegrato - arriverà a 120 dB. In pratica, scegliendo un diffusore sufficientemente sensibile, anche con soli 10 watt è possibile generare pressioni sonore di tutto rispetto.

Il Sonic Impact t-amp è un amplificatore stereofonico accreditato di una potenza massima di 15 watt per canale che, alla luce di quanto esposto fin qui, può essere utilizzato senza troppe remore anche con diffusori acustici "veri" all'interno di un impianto domestico. La straordinaria novità è riassunta in due aspetti fondamentali del prodotto in relazione alla potenza dichiarata: dimensioni e prezzo. In aggiunta a tutto ciò, il costruttore dichiara una qualità all'ascolto molto elevata, tale da impensierire i classici amplificatori tradizionali dal prezzo superiore anche di un rdine di grandezza ed oltre.

CARATTERISTICHE DICHIARATE

produttore Sonic Impact
modello t-amp
alimentazione 12 volt
potenza @ 0,1% THD+N 11W-6W (4-8)
potenza @ 10% THD+N 15W-10W (4-8)
gamma dinamica 102 dB
ingressi audio 1 stereo (minijack)
dimensioni (lxaxp) 8,7 watt
peso n.d.

Il t-amp per il momento è reperibile quasi esclusivamente sul mercato U.S.A. mediante acquisto via web, anche direttamente sul sito del produttore. Il  prezzo di listino al pubblico è di soli 39 USD ma non è impossibile reperirlo anche a meno di 25 USD. Tra cambio Dollaro/Euro, spese di spedizione, IVA e oneri doganali, il totale può essere compreso tra 30 Euro e 50 Euro considerando un cambio Dollaro/Euro pari a 1,3.

Pagina 2 - Aspetto, funzionalità e costruzione - 1

Sembra di essere davanti ad un giocattolo poiché peso e dimensioni sono quelle che fanno pensare più ad una "replica" di un vero prodotto: una piccola scatoletta di plastica quasi completamente vuota. Come vedremo in seguito la verità non è poi così lontana da quanto ipotizzato.


Sonic Impact t-amp, vista anteriore
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L'aspetto esteriore è piuttosto gradevole. Invece di cadere nella banalità e costruire uno dei tanti tradizionali parallelepipedi squadrati ed anonimi, Sonic Impact ha realizzato un guscio dal disegno molto personale che può essere assimilato ad un tronco di piramide piuttosto basso e con base trapezoidale. Al di là di questo, l'esterno è piuttosto essenziale ad iniziare dal pannello anteriore.


Particolare dell'interruttore con controllo volume
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La manopola anteriore, quasi completamente incassata sul pannello anteriore, è nello stesso momento l'interruttore generale ed il controllo di volume. Ruotando in senso orario la manopola un "click" ci segnala l'avvenuta accensione dell'amplificatore, evento sottolineato dall'illuminazione del piccolo led che è subito in alto.


Pannello posteriore con ingresso audio, uscite amplificate e alimentazione

Il pannello posteriore ospita tutti i connettori. Alle due estremità sono disposti i connettori per il cavo di potenza per il collegamento ai diffusori. La qualità dei connettori è quanto di peggio possiate immaginare, sono del tipo "a molla"e accettano cavi di sezione trascurabile. Considerate le potenze in gioco, un cavetto da 2mm di sezione sarà più che sufficiente. Il problema è un altro.

La forza esercitata dalle mollette è piuttosto scarsa e non sembra che possa garantire a lungo una pressione sufficiente per la trasmissione del segnale. Al centro troviamo invece l'ingresso di tipo minijack stereo per il segnale audio (dello stesso tipo utilizzato per le cuffie) ed un connettore per l'alimentatore esterno, fornito solo a richiesta.

Pagina 3 - Aspetto, funzionalità e costruzione - 2

Sul pannello inferiore sono presenti due alloggiamenti, per complessivi 8 accumulatori di tipo "AA" (stilo) da 1,5 volt ciascuno, in modo da raggiungere 12 volt di tensione. Se vorrete approfittare della ghiotta possibilità di alimentazione a batterie, il consiglio è quello di adoperare accumulatori ricaricabili da almeno 2 Ampere.


Lato inferiore - vano batterie
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Le batterie ricaricabili sono caratterizzate da una tensione inferiore (tra 1,2 e 1,4 volt) e quindi ridurranno di conseguenza la potenza di uscita dell'amplificatore. D'altra parte assicurano una durata più che raddoppiata rispetto agli accumulatori usa & getta, senza considerare il notevole risparmio economico.

Dopo aver tolto una manciata di minuscole viti, il t-amp di divide in due pezzi distinti. Il guscio superiore con il controllo di volume integrato e la base che invece ospita la sezione elettronica attiva e i due vani per le batterie che - da soli - occupano la maggior parte del volume interno.

Nella foto qui sopra osserviamo l''intera sezione di amplificazione che è alloggiata su un circuito stampato di pochi centimetri quadrati, fissato alla base mediante fusione di due perni di plastica al centro. La qualità delle saldature e delle piste sembra piuttosto contenuta.

Tutti i componenti sono sistemati sul lato opposto del circuito stampato; il connettore multipolare bianco, con conduttori bianchi e rossi, trasporta l'alimentazione e il segnale audio verso l'interruttore/volume integrato nel pannello anteriore. Il piccolo LED rosso che conferma l'accensione è integrato direttamente sul circuito stampato.

Nelle immagini più in alto possiamo osservare altri particolari dell'interno del piccolo t-amp. A sinistra c'è l'interruttore/volume, anch'esso di qualità piuttosto modesta. A destra invece possiamo osservare il vero cuore del piccolo amplificatore: l'integrato TA 2024 realizzato dalla TRIPATH che provvede a tutte le operazioni per l'amplificazione del segnale. Mancano totalmente dispositivi di raffreddamento passivo, particolare che sottolinea l'alta efficienza del piccolo circuito integrato.

Pagina 4 - La sezione di amplificazione

Tutto l’amplificatore ruota attorno ad un integrato, il TA 2024 realizzato dalla TRIPATH che detiene anche il brevetto del principio di funzionamento. Il costruttore chiama questa classe di funzionamento come CLASSE T, per differenziarla dalle classi a basso rendimento ma decisamente fedeli, come possono essere la Classe A e la classe AB, quelle, per intenderci, degli amplificatori più o meno tradizionali.

In effetti il costruttore non approfondisce in maniera rigorosa né parla del chip con dovizia di particolari. Sottolinea viceversa il rendimento estremamente elevato di questo amplificatore annunciando una specie di quadratura del cerchio, con le prestazioni della classe AB ed i vantaggi della classe D. Di quest’ultima possiede il rendimento, ovvero il rapporto tra potenza dissipata dagli altoparlanti e potenza assorbita dall’alimentatore.


Schema semplificato del chip Tripath
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Vi ricordo che sugli amplificatori tradizionali il rendimento è molto basso, mentre su quelli in classe D (o amplificatori a commutazione) è come sul t-amp, prossimo al 90% della potenza assorbita dall’alimentatore ma la fedeltà di riproduzione è molto bassa. Insomma secondo il costruttore la classe T dovrebbe unire la fedeltà dei migliori amplificatori esoterici ed il rendimento dei poco fedeli amplificatori in commutazione.


Schema a blocchi di un amplificatore con chip Tripath
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La scarna spiegazione fa riferimento alla effettiva commutazione del segnale audio come la classe D, seguita da un non meglio chiarito circuito di condizionamento del segnale e di un processo di elaborazione simile a quello dei deboli segnali impiegati nelle trasmissioni della voce a lunga distanza, ove non bisogna perdere nemmeno il più piccolo dei segnali che attraversano chilometri e chilometri di cavo. Per quanto riguarda i futuri sviluppi crediamo che certamente il marchio avrà allo studio modelli di amplificatore di potenza decisamente maggiore, magari grazie a MOSFET di potenza esterni al circuito integrato.

Pagina 5 - Misure - potenza di uscita

La prova sul piccolo mostriciattolo è stata portata avanti su due fronti, quello dell’ascolto con la musica che affronteremo più avanti e quello con i segnali di laboratorio per le misure tecniche. Per il test di ascolto in laboratorio abbiamo innanzitutto cercato di capire quanta corrente fosse necessaria per poter ascoltare la musica in condizioni ottimali misurando l’assorbimento a 13,5 volt. Con casse acustiche di impedenza dichiarata di otto ohm l’alimentatore di laboratorio ha indicato in 2,48 Ampere la corrente massima assorbita dal t-amp con entrambe le casse acustiche pilotate al massimo della potenza.

Questa verifica esclude quindi l’uso di alimentatori di dimensioni minuscole, del tipo di quelli impiegati per i telefonini, perché sarebbero insufficienti quando la musica raggiunge livelli elevati, e quindi non in grado di far erogare al piccolo amplificatore tutta la potenza che può tirare fuori. Su questo dato se ne sono dette e scritte tante, ma nella nostra prova abbiamo fatto ricorso alla strumentazione di laboratorio per verificare la massima potenza ottenibile sia con casse da quattro che da otto ohm, alle varie tensioni di alimentazione.

Abbiamo collegato il t-amp sul tavolo di misura direttamente connesso al carico di quattro ed otto ohm e all’alimentatore a tensione variabile capace di fornire fino a 8 Ampere. Per quanto riguarda la massima potenza e di come questa andasse verificata abbiamo misurato la purezza del segnale di uscita sulle casse, fermando la misura quando la distorsione superava il 3%, un valore già udibile con facilità. Nella tabella qui sotto riportiamo le varie potenze ottenute in base alla tensione di alimentazione.

Tensione

8 ohm 4 ohm
11 volt 5,8 watt 8,3 watt
12 volt 6,8 watt 9,7 watt
13 volt 8,2 watt 11,8 watt
13,5 volt 8,7 watt 12,8 watt

Devo comunque avvertirvi che a 13,5 volt, con casse da quattro ohm, l’amplificatore durante la misura è andato in protezione due volte spegnendosi. Vi raccomando allora di accertarvi che l’impedenza dei vostri altoparlanti non sia inferiore ai quattro ohm e se lo è di non tenere il volume sempre al massimo.

Pagina 6 - Misure - risposta in frequenza

La prova successiva è quella della risposta in frequenza, ovvero della capacità dell’amplificatore di riprodurre tutte le frequenze del segnale in ingresso senza attenuazioni oppure esaltazioni. Questa misura si esegue a 2,83 volt di uscita che, su una cassa acustica di 8 ohm, equivalgono ad un watt di potenza, mentre con una cassa di 4 ohm equivalgono a 2 watt.


Risposta in frequenza ideale

La prestazione ideale di un amplificatore verrebbe identificata da una retta posta sul riferimento a 0 dB, il che significherebbe che non verrebbero introdotte alterazioni. Il lato sinistro del grafico identifica le frequenze più basse (grancassa della batteria, basso elettrico etc.). La porzione all'estrema destra (tra 10kHz e 20kHz) si riferisce alle frequenze più elevate (tipo i piatti della batteria o il triangolo, per intenderci). Nella misura del t-amp, qui in basso, abbiamo analizzato tre risposte con tre carichi differenti.


Risposta in frequenza T-Amp
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Sull'estrema destra del grafico notiamo, in generale, che la risposta in frequenza è abbastanza esaltata a 20.000 Hz, la frequenza più alta che l'orecchio umano è in grado di percepire. Dalla parte opposta, a sinistra potete vedere che alle frequenze basse il t-amp è caratterizzato da una discreta attenuazione. Sulle casse acustiche da 8 ohm di impedenza, l’esaltazione alle frequenze alte può essere udibile (curva viola). A quattro ohm di impedenza la risposta diventa più regolare (curva verde scuro) ed è improbabile che possa essere udita anche da orecchie molto esperte.

Pagina 7 - Misure - diafonia

Il grafico che segue serve per identificare la separazione tra i due canali stereofonici e riesce a dare molte indicazioni sulla capacità della riproduzione di una scena coerente di un sistema di altoparlanti. In pratica nessun segnale destinato al canale destro deve essere riprodotto dal canale sinistro e vice-versa. La misura della separazione viene anche eseguita su tutto lo spettro di frequenze, da quelle più basse a quelle più elevate.


Diafonia di un amplificatore ideale
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Il grafico qui in alto si riferisce alla diafonia (separazione) di un amplificatore ideale. In pratica la separazione tra i due canali stereofonici non soltanto è molto elevata (135 dB) ma è anche costante su tutto lo spettro delle frequenze riprodotte. Con una prestazione del genere, la separazione è praticamente assoluta: nessun suono che deve essere riprodotto esclusivamente da un canale verrà riprodotto anche dal canale opposto. Qui in basso invece potete osservare il grafico di diafonia dell'amplificatore t-amp.


Diafonia dell'amplificatore T-Amp
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La misura della separazione tra i due canali non è una grande virtù di questo amplificatore. Nel grafico, procedendo da sinistra a destra, più alta è la curva e più una parte del segnale di sinistra si insinua sul canale di destra. Nella misura fatta al t-amp occorre tenere conto anche del fatto che il connettore di ingresso - identico a quello delle schede sonore del computer - da solo immette un po’ di diafonia (inverso della separazione) tra i due canali, misurabile con una certa chiarezza alle frequenze più alte. Come altro responsabile dell'alta diafonia potremmo inserire anche il controllo di volume che sembra caratterizzato da qualità piuttosto modesta.

Pagina 8 - Misure - distorsione

Arriviamo ora alla distorsione, misurata sia alla massima potenza su quattro ed otto ohm che a potenze più basse, tipicamente un watt. Nei grafici di "max distorsione 8 ohm" e "max distorsione 4 ohm" noteremo una barra verticale quasi al centro, la più alta di tutte che in effetti rappresenta il segnale immesso, la fondamentale e poi altre barre più piccole distanziate di multipli della fondamentale, che l’amplificatore aggiunge di suo. Un amplificatore ideale dovrebbe riprodurre solo ed esclusivamente il segnale in ingresso. Tutti gli altri segnali (barre verticali) che vedete nel grafico identificano la distorsione.


max distorsione 8 ohm T-AMP                          max distorsione 4 ohm T-AMP
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Come potete vedere nei grafici qui in alto notiamo un fenomeno strano rispetto agli amplificatori per così dire tradizionali: la distorsione si manifesta in maniera violenta, immediata appena si supera il livello consentito. Alle misure possiamo vedere che non salgono le prime armoniche come sugli altri amplificatori, ma quelle elevate, quelle più fastidiose all’ascolto, e all'ascolto è molto evidente.


 distorsione 1 watt T-AMP
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Se ci manteniamo prudentemente distanti dall’area della potenza massima però notiamo, nel grafico più in alto, come tutto rientra nei ranghi della misura corretta, con le armoniche bassissime ad un livello vicino allo 0,01%, una prestazione questa da amplificatore estremamente costoso. Tutto sommato la vera novità costituita da questo amplificatore è rappresentata da una prestazione di ottimo livello prima che si arrivi ai suoi limiti. Per paragone possiamo vedere la misura alternativa eseguita su un circuito integrato tradizionale avente la stessa potenza.


max distorsione 1 watt TDA 2000
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Vediamo qui in alto come, alla stessa potenza del t-amp, questo integrato distorce in maniera diversa con le sole prime armoniche che salgono, ma a bassa potenza; attorno al singolo watt questo amplificatore distorce in maniera più udibile.

Pagina 9 - La prova d'ascolto

Abbiamo inserito il piccolo amplificatore in due impianti differenti, con diffusori molto diversi sia come efficienza che come qualità del suono. Abbiamo innanzitutto scelto un alimentatore capace di otto Ampere continui, un alimentatore tradizionale, con tanto di trasformatore enorme, evitando i piccoli alimentatori switching, di piccole dimensioni pur con correnti di lavoro elevate. Sarebbe un clamoroso errore andare ad immettere altri disturbi proprio sulla linea di alimentazione. Insomma un alimentatore all’antica, capace di funzionare bene pur costando una cifra non spropositata.

Il primo sistema sembrerebbe andare a nozze con la piccola potenza a disposizione. Si tratta di due diffusori ad alta sensibilità. Con questo termine si indica la capacità di emettere una pressione elevata con una piccola potenza all’ingresso. Sembrerebbe una caratteristica interessante e desiderabile sempre e comunque, ma ad una sensibilità elevata corrisponde quasi sempre una certa mancanza di qualità nella riproduzione dei particolari più reconditi della musica. In questo ascolto abbiamo potuto sfruttare tutta la potenza, con una pressione abbastanza elevata.

La prima qualità che viene in mente è certamente la chiarezza e la trasparenza delle medie frequenze. Le voci dei cantanti sono chiare, nitide e precise nella loro posizione all'interno della scena sonora. Al centro, tra i due diffusori, ho notato in verità un certo alleggerimento: come se gli strumenti che in genere popolano questa porzione di spazio fossero saliti su un piccolo palco alto, alto una quarantina di centimetri. Al lato l’emissione delle varie frequenze è perfetta: non manca nulla, nemmeno la separazione spaziale tra uno strumento e l’altro.

L'ascolto fin qui è stato condotto con CD Audio di musica classica, un esercizio sempre utile quando vogliamo cercare di mettere in difficoltà un sistema di riproduzione della musica. Con la musica jazz, blues, rock e pop la sostanza cambia poco: posso sempre contare su una qualità elevata delle voci, con la batteria che esce semplicemente dalle casse acustiche e si spande nel locale limitatamente alla potenza che il piccolo amplificatore può erogare. I colpi di grancassa più potenti soffrono un po’ ad essere riprodotti a piena potenza.

I piatti della batteria però sono precisi e bellissimi e la voce femminile assolutamente di ottimo livello. Insomma ci troviamo di fronte ad un amplificatore di ottime prestazioni pur con le limitazioni della potenza ridotta.Con le casse acustiche meno sensibili ma di livello molto elevato di fedeltà posso confermare quanto ho detto finora: prestazioni di ottimo livello anche se la limitazione della potenza in questo caso si fa sentire maggiormente. Aumenta anche il dettaglio e la grana della musica in tutte le minuscole inflessioni della voce e degli strumenti che sono riprodotte molto bene.

Aumentando il livello possiamo udire in maniera chiara i limiti raggiunti dall’amplificatore che irrigidisce immediatamente il suono appena ci si avvicina alle sue massime possibilità. La prova eseguita con un circuito integrato tradizionale di pari potenza - lo stesso che compare nelle misure di distorsione - ha portato in verità ad una condizione di ascolto peggiore, con una certa opacità delle voci e degli strumenti non riscontrabile con l’ascolto del piccolo t-amp.

Pagina 10 - Conclusioni

Senza le esagerazioni di altri ascoltatori entusiasti a tutti i costi, mi posso considerare soddisfatto delle prestazioni del piccolo amplificatore plasticoso, lucido, molto ben esteso in frequenza e perfino stabile sulle basse frequenze, se il livello di potenza richiesta dalle casse rientra nelle sue possibilità. Rimane la sensazione di ottenere tanto da un amplificatore di pochi watt e ne prendo atto, aspettando che mister Tripath produca un circuito integrato di pari prestazioni e potenza mooolto maggiore. Forse solo allora si potranno tentare paragoni realistici con amplificatori dal costo stratosferico, anche se non credo che un Tripath da 50-60 watt costerà ancora trenta euro!

In buona sostanza, il piccolo Impact T-Amp è un ottimo investimento, ammesso che non gli chiediate l'impossibile. Unito ad una coppia di diffusori a sensibilità non troppo contenuta (almeno 90 dB) e con impedenza superiore a 6 ohm, sarà in grado di stupire più di un appassionato. Se invece sperate che, per un pugno di dollari, possiate portarvi a casa un amplificatore che possa competere con i classici prodotti audio ed home theater, accreditati di potenza più elevata e con componenti e funzionalità superiore, forse è meglio tornare di nuovo sul pianeta terra.

Per informazioni:

www.si-5.com/info/homePage.html

www.tripath.com/data.htm