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Pagina 1 - Introduzione Dopo aver preso consapevolezza dei propri poteri - e delle conseguenti responsabilità verso la sua città - Peter Parker cerca di far convivere le battaglie di Spider-Man con i classici problemi quotidiani di un ragazzo comune. La difficoltà maggiore deriva dalla scarsa compatibilità tra i rischi del supereroe e gli affetti più cari, come Zia May ma soprattutto Gwen Stacy. Rischi che Peter aveva precedentemente giurato di voler evitare al capitano George Stacy in punto di morte. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - La vita spesso impone delle scelte decisive che influiscono sul proprio destino, ma nella New York di Spider-Man qualsiasi scelta non può prescindere dalle minacce che pendono sulla città. La OsCorp si conferma il punto nevralgico del male, con Goblin ed Electro che si coalizzano per distruggere Spider-Man. Sullo sfondo intanto Peter cerca la verità sull'abbandono da parte dei suoi genitori. Nel 2012 The Amazing Spider-Man ha rilanciato il personaggio di casa Marvel con un reboot discusso, messo in campo a pochi anni di distanza dalla trilogia di Sam Raimi. Un'operazione che ha trovato però grande riscontro nel pubblico, con un incasso stimato in più di 750 milioni di dollari nei botteghini di tutto il mondo. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - Merito del regista Marc Webb e della nuova coppia di protagonisti, interpretati dai giovani ma estremamente preparati Andrew Garfield ed Emma Stone. Commentando il primo film di questo nuovo corso cinematografico dell'Uomo Ragno avevamo sostenuto che la base era buona, classificando la pellicola come necessaria per il riavvio e posticipando un giudizio generale sul nuovo Spider-Man al capitolo successivo. The Amazing Spider-Man 2 è adesso nelle sale cinematografiche italiane (in anticipo rispetto al resto del mondo, USA compresi). Cosa hanno combinato Webb e soci con questo atteso sequel? Pagina 2 - Commento al film Risposta secca: hanno combinato un bel pasticcio. Partiamo dalla storia e dai retroscena. C'è stato un cambio inatteso nel team di scrittura, con il terzetto del primo capitolo James Vanderbilt, Alvin Sargent (penna anche con Raimi) e Steve Kloves che ha ceduto il posto al nuovo trio formato da Alex Kurtzman, Roberto Orci e Jeff Pinkner. Un team affiatato, abituato alle grandi produzioni, già coinvolto il progetti come Cowboys & Aliens, Into Darkness - Star Trek, Transformers, Mission: Impossible III, solo per citarne alcuni. Un team che tra l'altro ha sposato i nuovi sequel di The Amazing Spider-Man numero tre e quattro già schedulati per il 2016 e il 2018. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - Il secondo capitolo si è trasformato però nuovamente in un anteprima di quello che verrà, lasciando ancora una volta un sapore di pellicola incompiuta e incompleta. Electro è il main villain di questo film, al quale viene affiancato Goblin più per esigenze di apertura verso il futuro (sarà una pedina determinante per i Sinistri Sei che si cominciano a formare in questo episodio ma che saranno i protagonisti del prossimo). Il personaggio di Harry Osborn viene così buttato nella mischia, senza il giusto approfondimento, senza un percorso argomentato di passaggio verso il male, con scene che tolgono spazio al vero cattivo di questo film. Max Dillon (poi Electro) aveva un potenziale narrativo incredibile, che tra l'altro poteva fare affidamento su un raro talento come quello di Jamie Foxx. Non bastano le poche scene a lui dedicate. Il suo percorso e la sua psicologia (aspetto imprescindibile nei cinecomics, che siano Marvel o DC) si intuiscono ma non sono raccontate. Ed è un vero peccato. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - Poi ci sono le sottotrame legate a Peter. La storia d'amore con Gwen e i segreti legati alla figura paterna. Tanti piccoli flash ma poco approfondimento. In linea generale tutte le scene, prese singolarmente, sono ben scritte e articolate in maniera abbastanza esaustiva. È tutto quello che c'è in mezzo che manca, lasciato all'immaginazione dello spettatore. La quantità di queste mancanze, nonostante la lunga durata di 142 minuti (un record per un film di Spider-Man), è troppo elevata. Si parla di tutto ma in realtà non si approfondisce niente, con i personaggi che compiono scelte più o meno importanti senza motivarne esplicitamente il motivo. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - Tra l'altro ci devono essere stati grandi tagli in fase di montaggio. Lo ipotizziamo perchè in alcune scene Harry Osborn parla con Peter facendo riferimento a precedenti discussioni che in realtà non abbiamo sentito. Per altri aspetti invece abbiamo conferme ufficiali, come la cancellazione delle scene girate con Shailene Woodley nei panni di Mary-Jane Watson. Per fortuna c'è la splendida coppia di protagonisti. Andrew Garfield ed Emma Stone cominciano a diventare una garanzia, due attori in costante ascesa che anche in questo caso restituiscono due giovani credibili, umani ed emozionanti, affiancati da altri personaggi ben interpretati dal punto di vista attoriale. Ci riferiamo in particolare alla commovente Zia May di Sally Field, all'insicuro e invisibile Max Dillon di Jamie Foxx (con tutte le mancanze sopra descritte), al divertente e pazzo Aleksei Mikhailovich Sytsevich interpretato da Paul Giamatti. Senza senso invece il patetico Dott. Ashley Kafka di Marton Csokas. Pagina 3 - Regia e tecnica Capitolo a parte merita il regista Marc Webb, chiaramente coinvolto in tutti gli aspetti produttivi oltre che nella regia. La bravura c'è, inutile negarlo. Quello che cominciamo a non sopportare è l'esagerato ricorso alla Computer Grafica. Ok all'estensione dei set reali, ok alle acrobazie troppo pericolose - per non dire impossibili - anche per gli stunt, ok anche alle mdp virtuali fissate sulla cinta di Spider-Man mentre volteggia tra i palazzi, ok agli ampi occhi che a volte riflettono con distorsione quello che c'è davanti al viso dell'Uomo Ragno. Tralasciando i classici dubbi di integrazione tra live action e CG - in certi passaggi lo Spider-Man digitale è clamorosamente posticcio nell'insieme della scena - a non soddisfarci sono le troppe sequenze dichiaratamente realizzate con il solo ausilio della CG. Una soluzione che se di fatto non pone limiti alla fantasia nello sviluppo della scena, dall'altro restituisce l'antipatica sensazione di una clip di intermezzo da videogioco. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - Queste produzioni dovrebbero porsi un limite nel ricorso alle soluzioni in CG. A guadagnarne sarebbe lo spettacolo e la verosimiglianza della scena, come successo nelle sequenze iniziali dell'inseguimento di Aleksei Sytsevich. Il tutto è stato registrato dal vivo, con venticinque auto sfreccianti della polizia in giro per Manhattan e Brooklyn, con un camion della SWAT, un carro armato trainato da un enorme carro attrezzi e la squadra degli stunt aggrappata sui cofani delle auto e a sicuri fili di sostegno. Un momento ben girato, che tra l'altro ha causato la distruzione di un paio di telecamere, ma che ha portato sul grande schermo l'adrenalina da inseguimento e la potenza dei mezzi utilizzati. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - Ottima anche la ricostruzione del jet G-5 nella sequenza di apertura. Per la prima volta la sezione dell'aeromobile costruita è stata adagiata su una base in movimento in maniera simile alla tecnologia utilizzata nei simulatori di volo, collegando l'intero set a due enormi anelli che permettevano la rotazione dell'aereo per simulare i movimenti di rollio, beccheggio e imbardata. Una soluzione che ha permesso di ruotare l'aereo fino a 360°. La stessa tecnologia è stata utilizzata con il set della camera di Peter, quando Spider-Man si arrampica sulla parete e sul soffitto per cercare di sfilarsi velocemente la tuta. Andrew Garfield è rimasto sostanzialmente in verticale, mentre la stanza e la telecamera ruotavano di 360 gradi. Una soluzione simile a quella utilizzata nel film Sua Altezza si sposa per la scena che vedeva Fred Astaire danzare sulle pareti e sul soffitto. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - Innovativa anche la sequenza chiamata "Spider Sense", un passaggio della pellicola nella quale il tempo si congela e vediamo l'Uomo Ragno girare tra la folla praticamente sospesa per cercare di salvare contemporaneamente il più alto numero di persone. Anche in questo caso la soluzione adottata senza Computer Grafica ha inciso positivamente sulla buona riuscita dela ripresa. La produzione ha infatti reclutato ballerini e atleti, persone con un buon controllo dei muscoli in grado di restare immobili per cinque minuti durante il girato. Dopo una preparazione di settimane, utile a trovare le pose adatte per un personaggio fermo, in movimento o in procinto di cadere, si sono costruiti set che aiutassero gli attori a bilanciare il peso. Le riprese live sono state quindi integrate in post-produzione ricreando l'illusione ottica ricercata. Segnaliamo infine - purtroppo - i tanti errori di continuità nel montaggio e le riprese fuori fuoco. Un esempio emblematico è una delle sequenze iniziali fuori dal ristorante cinese, un passaggio minore evidentemente gestito dalla seconda unità, che però diventa fastidioso quando è uno dei tanti simili errori in una grande produzione come questa. Pagina 4 - Girare a New York Contestualizzare geograficamente Spider-Man significa pensare all'America, ma soprattutto a New York, vera patria di Peter Parker e del suo alter ego rosso e blu. Anche The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro è naturalmente ambientato nella famosa città, con due titoli conquistati nella storia: è il primo film della saga di Spider-Man a essere interamente girato nello Stato di New York e, secondo il Governatore dello Stato Andrew Cuomo, è anche la più grande produzione di sempre girata a New York. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - Un vantaggio che sicuramente si riflette nell'automatica cattura di immagini e suoni di una città complicata e particolare, difficile da riprodurre in set esterni. Sono tanti i luoghi simbolo di New York utilizzati durante le riprese. Da Rochester a Long Island per finire a Brooklyn (Bensonhurst, DUMBO), Manhattan (Flatiron District, Union Square, Park Avenue, Chinatown) e il Bronx. La vera protagonista è però Times Square, l'iconica zona di Manhattan che assiste alla prima rivelazione al pubblico dell'appena nato Electro. La produzione ha girato con Jamie Foxx per un'intera notte in una straripante Times Square, mentre la maggior parte delle sequenze della lunga e pericolosa scena ha avuto luogo ai Gold Coast Studios di Long Island. Il team artistico ha infatti ricostruito in studio una gran parte della zona nord della piazza, incluse copie perfette delle vetrine lungo la Broadway e la Seventh Avenue, dalla 46esima alla 47esima Strada, la Father Duffy Square, con le sue tribune rosse, ed il TKTS circondato da cartelloni pubblicitari. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - Un set costruito a grandezza reale, con greenscreen enormi sostituiti in post-produzione dai famosi maxischermi (con notevole lavoro per la creazione di numerosi spot da mettere in onda) e scene realizzate in ambiente controllato che vedono l'esplosione degli schermi pubblicitari, auto della polizia che volano, numerosi spari e una folla in preda al panico. Oltre chiaramente alle ragnatele di Spidey e all'energia di Electro. La sequenza nel complesso è particolarmente riuscita, con una divertente conclusione che richiama un episodio realmente accaduto nei fumetti.
Pagina 5 - Electro e curiosità Portare sul grande schermo Electro non deve essere stata un'impresa semplice. Marc Webb ha infatti deciso di allontanarsi dalle versioni classiche del fumetto, per intraprendere una strada comune che coinvolgesse il reparto di make-up (KNB EFX Group) e quello degli effetti visivi (Sony Pictures Imageworks). Tutta la procedura è partita con una serie di calchi e scansioni del corpo di Foxx, con la conseguente creazione di sculture tridimensionali e - alla fine del processo creativo - di ben ventuno pezzi di silicone incollati ogni giorni a Foxx e alla sua controfigura. Uno degli aspetti salvaguardati è stata l'interpretazione dell'attore premio Oscar, con una relativa libertà di movimento e un particolare effetto di trasparenza. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - Il team degli effetti visivi si è occupato quindi di aggiungere a questa base reale l'effetto dell'elettricità, studiando modalità e luci di nubi, fulmini e temporali, e trasformando la rete neurologica all'interno del corpo umano in una rete di illuminazione interna che trasporta le scariche elettriche. L'effetto è molto particolare, accattivante nella maggior parte delle sequenze, anche se il trucco traslucido della pelle liscia in certi frangenti restituisce una marcata sensazione di finzione. Nella scena dell'apparazione a Times Square Electro indossa una felpa con cappuccio e dei pantaloni larghi. I capi di abbigliamento sono reali, illuminati in maniera artigianale con delle piccole luci inserite nella felpa per illuminare il volto dell'attore simulando una luce dall'interno. Per il costume finale di Electro invece i realizzatore si sono ispirati alle divise delle guardie dell'Istituto Ravencroft, pensando a cosa potesse indossare una persona che lavora con un importante carico di energia elettrica intorno. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - Tre piccole curiosità sugli altri villain. Il costume di Rhino è fatto completamente in CG (anche in questo caso tra l'altro la vera faccia di Giamatti non è integrata bene con l'oggetto digitale) con ben 2295 oggetti per la geometria, tra cui 263 dadi e bulloni. Per trasformarsi in Goblin, l'attore Dane DeHaan si è dovuto sottoporre invece a tre ore e mezzo di make-up, per poi indossare un costume pesante ben 23 kg. Guardando invece tra i segreti della Oscorp si scovano progetti legati appunto a Rhino (svelato direttamente in questo film), all'Avvoltoio e a Dottor Octopus. Li ritroveremo nelle prossime pellicole? Pagina 6 - Colonna sonora e conclusione Con questo capitolo numero due c'è stato anche un cambio per la scrittura dello score. James Horner ha infatti lasciato la bacchetta a Hans Zimmer che, d'accordo con il regista Webb, ha formato un'inedito gruppo di musicisti chiamato The Magnificent Six con l'obiettivo di realizzare qualcosa di inconsueto che mescolasse generi e sonorità diverse. Di questo gruppo, oltre naturalmente a Zimmer e al regista, facevano parte Pharrell Williams (ormai onnipresente in ogni settore musicale), Johnny Marr degli Smiths, Michael Einziger degli Incubus e Junkie XL. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - La soundtrack ingloba così rock, hip-hop e musica elettronica, una commistione per nulla fuori posto quando si parla di New York. È l'associazione della colonna sonora con un film a lasciare un attimo perplessi, in particolar modo a un primo ascolto precedente la visione del film. Il forte tema di Electro non è un brano o una canzone, nel senso più comune del termine. È più che altro una sensazione - passateci il termine. Un insieme di suoni ottenuti con dodici fiati e voci distorte combinate con un riff di chitarra (chiaramente di Johnny Marr) e l'elettronica di Junkie XL. Un tema potente che pervade ed elettrizza tutta la pellicola, che acquista un altro spessore quando associato alle immagini sul grande schermo. - click per ingrandire - click con pulsante dx e "apri in altra finestra" per l'immagine in massima risoluzione - Continuiamo a non gradire il nuovo tema di Spider-Man, già presente nel precedente capitolo, nonostante il nuovo arrangiamento orchestrato da Zimmer. I titoli di coda sono accompagnati da It's On Again, interpretata da Alicia Keys e Kendrick Lamar. Un brano che, secondo le dichiarazioni dei compositori, già anticipa il futuro tema dei Sinistri Sei. Eccoci alle conclusioni. Sono tanti i difetti di questo Spider-Man. Nonostante la buona prova degli attori e l'alternanza di momenti drammatici, scene d'azione e siparietti divertenti (inseriti in misura maggiore rispetto al passato con una buona riuscita) non pensiamo che The Amazing Spider-Man 2 valga la sufficienza. I buchi nella sceneggiatura sono troppi, troppa è la Computer Grafica utilizzata con una qualità generale delle riprese non sempre all'altezza delle aspettative verso una produzione di queste dimensioni. Ancora una volta ci troviamo a chiudere l'articolo con un rimando al prossimo capitolo. Una conclusione che andava bene per il primo film di un reboot di saga. La stessa constatazione al termine del secondo film è gia fuori tempo massimo. Degno di nota comunque il cliffhanger in chiusura. ps. per gli amanti di casa Marvel, tra i titoli di coda c'è una sorpresa da non x-dere.
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