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War Horse
War Horse
Alessio Tambone - 19 Febbraio 2012
“Candidato a 6 premi Oscar, il nuovo film di Spielberg ci riporta in tempi di guerra. Siamo nel primo conflitto mondiale: un cavallo incontra popoli ed eserciti, cambiando la vita di chi si affeziona all'eleganza dell'animale. Tra questi il giovane Albert”
Pagina 1 - Un cavallo in guerra

Nel Devon una modesta famiglia di agricoltori inglesi acquista ad un'asta Joey, un giovane puledro da caccia che con grande fatica viene domato e addestrato dall'unico figlio della coppia Albert. Il grande rapporto di amicizia tra il ragazzo e il cavallo viene interrotto dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale e dalle ristrettezze economiche della povera famiglia, costretta a vendere all'esercito il cavallo per poter pagare l'affitto.

Per Joey comincia un lungo viaggio attraverso il fronte bellico. Il cavallo entra in contatto con l'esercito inglese, con quello tedesco e con la popolazione francese, conquistando fiducia e amicizia negli oscuri labirinti della Grande Guerra, in una alternanza di emozione e dolore, vita contrapposta alla morte, eserciti che combattono senza remore o rimorsi. Anche Albert e i suoi amici partiranno in guerra, con la segreta speranza di ritrovare Joey ma senza la giusta preparazione per sopportare gli orrori del campo di battaglia.

War Horse parla dell'amicizia in tempi di guerra, in particolare del rapporto tra lo splendido cavallo Joey e gli essere umani che incrociano il suo cammino. Il film è tratto dall'omonimo romanzo per ragazzi di Michael Morpurgo, un successo editoriale che ha generato anche un avvincente spettacolo teatrale vincitore di cinque Tony Awards. Lo storia è stata adattata per il grande schermo da Lee Hall (Billy Elliot) e Richard Curtis, famoso per gli script di Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill, ma anche autore della serie TV Blackadder, commedia ambientata proprio fra le trincee della Prima Guerra Mondiale.

Il film conferma ancora una volta l'incredibile talento di Steven Spielberg nel raccontare la condizione umana, questa volta attraverso un viaggio omerico che serve a forgiare la tenacia e l'umanità dei protagonisti. Dimenticate però Salvate il soldato Ryan, Schindler's list o le serie TV Band of brothers e The Pacific, entrambe prodotte da Spielberg. War Horse non è un film di guerra, nel senso più classico del termine: non c'è crudezza, eccessiva violenza o una netta distinzione tra buoni e cattivi. La storia segue le vicende del cavallo Joey, vero protagonista del film, utilizzando il fondale bellico come scenario grandioso - e sinistramente affascinante - della pellicola.

Il fatto che il protagonista del film sia effettivamente un cavallo si ripercuote anche sullo script, con un numero di dialoghi sotto la media, attori noti (Emily Watson, Peter Mullan, Niels Arestrup) e non (il "co-protagonista" Jeremy Irvine, Celine Buckens) bravi interpreti ma sempre al servizio della trama, sempre un passo dietro l'esaltazione della star equina, alla fine interpretata da 14 cavalli diversi (tra cui il veterano Finder, già al cinema con Seabiscuit) truccati sistematicamente per circa 45 minuti per richiamare i tratti caratteristici di Joey.

Pagina 2 - I tecnici di War Horse

Nelle scene sono stati utilizzati quasi sempre cavalli veri. Unica eccezione sono i difficili ciak che vedono Joey impigliato nel filo spinato, in uno dei migliori momenti della pellicola che richiama il tragico destino di molti destrieri della Prima Guerra Mondiale. In quel caso Spielberg ha utilizzzato un cavallo di animatronica costruito a grandezza naturale dal supervisore agli effetti speciali Neil Corbould, un pupazzo equino piegato sulle ginocchia ed inserito sopra un fosso profondo un metro e mezzo che ospitava - praticamente sepolti sotto terra - cinque esperti burattinai per i movimenti del cavallo, che addirittura prevedevano anche il solo scuotere la testa o sbuffare aria dal naso.

Spielberg ha inoltre collaborato con la consolidata troupe di tecnici che ormai tutti conosciamo. Il direttore della fotografia Janusz Kaminski ha illuminato i set in maniera incredibile, con i personaggi che si stagliano contro il paesaggio e un omaggio al cielo rosso di Via col vento per il finale del film. Lo scenografo Rick Carter ha ricostruito l'Europa in Inghilterra, collocando la fattoria dei genitori di Albert nel Parco Nazionale di Dartmoor nel Devon meridionale, con un paesaggio brullo ancora intatto. Wisley Airfield, un campo di addestramento militare costruito nella Seconda Guerra Mondiale nel Surrey, è stato utilizzato invece per ricreare il claustrofobico labirinto di trincee della regione francese della Somme.

Stessa attenzione al dettaglio per la costumista Joanna Johnston, con la realizzazione dell'85% dei costumi fatti a mano seguendo la naturale evoluzione delle divise, con i caschi tedeschi del 1914, appuntiti in cima, che lentamente cedono il passo nella seconda metà della guerra, al tradizionale e conosciuto elmetto tedesco. Citiamo infine il compositore John Williams, che spazia dalla grande sinfonia alla piccola orchestra, sottolineando i diversi momenti del film e riempiendo le lunghe pause tra i dialoghi.

War Horse ci ha particolarmente sorpreso. Una storia emozionante narrata in maniera sublime, tra l'altro con un livello audio insperato. Il fronte posteriore è sempre presente, puntuale nelle incursioni e indispensabile nella tridimensionalità della scena, che tocca la vetta più alta nella magnifica parte di film ambientata in trincea e nella Terra di Nessuno. Potente anche il canale LFE, mentre ha qualche incertezza il fronte anteriore.

Voto finale 8