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Notre Dame De Paris e la Storia d'Europa
Notre Dame De Paris e la Storia d'Europa
Michela Frattaroli - 15 Gennaio 2005
“Il successo di "Notre Dame de Paris" ha radici nella storia d'Europa e i temi del romanzo sono più che mai attuali. Lo spettacolo riporta alla ribalta gli ideali romantici di un mondo sempre in trasformazione e compie il suo trionfo senza alcuna banalità”
Pagina 1 - Storia D'Europa

 

Dopo più di due anni di repliche ininterrotte tra il Gran Teatro di Roma e quelle città d' Italia che avevano lo spazio giusto per accogliere l'allestimento faraonico di questo show, lo spettacolo tratto dal romanzo omonimo di V. Hugo, che ha avuto nel mondo oltre 15.000.000 di spettatori, si è fermato.

Tradotto in italiano, l'opera trasforma in parole e musica alcuni dei temi del famosissimo romanzo francese - paradigma del Romanticismo europeo scritto nel 1830 - dando voce ai suoi mitologici personaggi. Per questa versione italiana sarebbe più giusto dire "musica e parole", visto che la versione originale francese si sviluppa dalle parole di Plamondon, fuse magistralmente con la musica di Cocciante: il testo in lingua italiana è frutto di un adattamento.

Ma “l'adattatore” è un poeta, quel Panella legato indissolubilmente all'ultimo Battisti. Le parole create dal poeta italiano sono persino più belle, come in “Parlami di Firenze”, dove una metrica permissiva ed un ritmo accomodante danno spazio alla sensibilità e si fondono in un testo poetico e potente, più lirico ed aderente alle atmosfere letterarie.

Il canto che esalta per due ore di spettacolo è quello degli “esclusi” capeggiati dal loro Re, delle prostitute e dei delinquenti. Sono i Sans papier , i clandestini che nel romanzo vivono nella Corte dei Miracoli alle porte di Parigi.

Gli esclusi non erano tanto diversi dalle masse di lavoratori annidate nelle periferie delle nascenti metropoli europee dell'epoca in cui Hugo scrive. Non sono tanto diversi dalle moltitudini di immigrati che oggi premono alle porte delle nostra ricche città.

Pagina 2 - Un successo annunciato

Il pubblico arriva alla fine del secondo atto seguendo i protagonisti che compiono il loro destino e quello della Storia, attraverso un movimento imprevedibile ma inesorabile. L' eccezionale bravura di un cast di cantanti-attori e ballerini-acrobati che si sono alternati in questi anni tra le migliaia di repliche, ha dato a questo spettacolo una spinta propulsiva ed un'energia quasi inarrestabili!

Ma perché questo spettacolo ha avuto tanto successo? Perché tanto pubblico, tante repliche? Non sarà, come disse Shakespeare, tanto rumore per nulla? Evidentemente oggi non siamo in quel mondo dorato e statico che vogliamo credere. Non è il mondo rassicurante dove conflitti e tensioni vengono risolti come in un cartone animato di Walt Disney.

La maggior parte di noi è cosciente che, se pure la nostra vita segue binari piuttosto prevedibili e tradizioni ben precise, prima o poi alcune regole del gioco andranno cambiate e forse ci sarà il deragliamento che proprio non avevamo previsto.

La maggior parte di noi, tanti, (molti degli spettatori che hanno visto Notre Dame de Paris) sanno che le regole sono frutto della civiltà e quindi della convivenza tra persone e più spesso tra popoli diversi.

Il popolo del romanzo nel 1482, 10 anni prima della scoperta del Continente Americano, non era consapevole del suo ruolo; quello coevo di Hugo stava lentamente concretizzando le conquiste della Rivoluzione del 1789, all'interno di un sanguinoso conflitto tra reazionari e rivoluzionari.

Il popolo di oggi è consapevole dell'incertezza del presente, e della crisi imminente e di un futuro ancora da definire e conquistare ma pieno di opportunità.