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Pagina 1 - Il film “Questo film nasce dal desiderio di fare questo film. Non c’è stata nessuna idea all’origine, ma solo un sentimento. I protagonisti sono portati dal sentimento, che è la forza più bella del mondo, la più eversiva e la più rivoluzionaria. Nasce dal desiderio di fare un film candido come la neve e furioso come una tigre.” E' questa la presentazione del film fatta dallo stesso Benigni, che dopo il successo de La vita è bella e il flop Pinocchio, torna a raccontarci un'ennesima favola, questa volta intrisa allo spasimo di voglia di vita e di amore. Protagonista della vicenda è Attilio De Giovanni (Roberto Benigni), docente di poesia in una università per stranieri di Roma. Attilio, come un novello Dante, è innamorato della sua Beatrice - la biografa Vittoria (Nicoletta Braschi) - che naturalmente non corrisponde. A nulla servono gli appostamenti, gli inseguimenti e gli stratagemmi di Attilio, che finisce sempre per ritrovarsi con un pugno di mosche in mano.
La situazione è destinata però a cambiare. Vittoria parte verso l'Iraq per incontrare il più grande poeta iracheno Fuad (Jean Reno) - grande amico di Attilio - il quale, dopo aver vissuto per tanti anni in Francia, decide di tornare a Baghdad vista la drammatica situazione internazionale e la concreta possibilità dello scoppio della guerra. Vittoria è però vittima di uno dei primi attacchi anglo-americani di assedio alla città e viene ricoverata, in seguito ad un grave trauma cranico, in un ospedale della capitale irachena. Attilio intanto a Roma, avvertito dall'amico poeta, decide di partire per l'Iraq e si ingegna nel trovare un modo rapido per giungere a Baghdad vista la chiusura degli aeroporti internazionali.
Grazie alla sua sorprendente capacità di sgusciare tra gli imprevisti, Attilio riesce comunque a giungere in Iraq mischiandosi con la colonna della Croce Rossa e giunge all'ospedale, trovando Vittoria quasi priva di vita e bisognosa di farmaci particolari per la cura dell'edema. Protagonista sarà ancora una volta l'amore di Attilio verso la donna, che spronerà il poeta ad ingegnarsi nel trovare tutto quello che può essere utile per salvare la sua amata. Pagina 2 - La sceneggiatura A collaborare con Benigni nella stesura della sceneggiatura c'è il fido Vincenzo Cerami, storico collaboratore del nostro toscanaccio dai tempi storici de Il piccolo diavolo e Johnny Stecchino. A differenza de La vita è bella, film chiaramente diviso in due parti, uno dei punti a favore di questa pellicola è l’eterno mischiarsi tra comico e drammatico. I due sceneggiatori hanno dosato nel modo giusto momenti divertenti e momenti molto emotivi, mantenendo in questo modo sempre alta l’attenzione dello spettatore. Inoltre, dopo la prima parentesi onirica del sogno di Attilio – deja-vù felliniano visivo e sonoro – c’è spazio anche per un lungo monologo del protagonista sulla poesia, evidente manifesto del Benigni-pensiero.
Lasciano qualche perplessità la vicenda del poeta arabo e il finale, apparsi troppo frammentari. In fase di montaggio sono stati tagliati ben tre quarti d’ora di girato e forse qualche metro di pellicola di quel girato era inerente a questi episodi. Molto saggia la scelta di Benigni e Cerami di non entrare nei meriti del conflitto, lasciandolo unicamente come sfondo. “Tutta la vicenda si concentra sempre sui suoi protagonisti e le loro emozioni, tutto il resto è evocato poiché l’assurdità e l’insensatezza di certi avvenimenti non sono rappresentabili direttamente e perderebbero di forza” ha dichiarato Benigni, confermando la sua volontà di un film pro-vita e non conto l’America e la sua politica internazionale. Una sceneggiatura che quindi alla fine supera comunque l’esame anche perché, non si può non ammettere, alcune situazioni sono veramente esilaranti. Altro che cine-panettone... Pagina 3 - La regia e il montaggio Benigni regista alterna momenti di grande impatto visivo ad inquadrature non sempre funzionali al film, a volte anche all’interno della stessa scena. Ecco quindi alternarsi le ottime carrellate a precedere e a seguire nella scena con il cammello in Iraq, intervallate da una evitabile soggettiva del Benigni cammelliere. Ancora: i numerosi dolly o le ottime riprese a figura intera utilizzate nelle scene oniriche iniziali seguite da alcuni primissimi piani che spezzano l’armonia visiva anziché raccordarla. Il livello della regia è comunque buono e segue in maniera più che soddisfacente il gioco comico/drammatico dell’attore toscano.
Qualche problema invece con il montaggio, disseminato di tanti – a volte anche gravi – errori di continuità, con personaggi che si ritrovano in posizioni diverse a seconda dell’inquadratura, oggetti che si spostano nel giro di pochi fotogrammi o bicchieri pieni di the (la scena al bar all’inizio del film) che improvvisamente si svuotano completamente (quello di Benigni) o parzialmente (quello della Braschi). Responsabile del montaggio era Massimo Fiocchi, collaboratore di Gabriele Salvadores (montaggio di Nirvana, Denti, Io non ho paura) e Roberto Faenza (montaggio di Prendimi l'anima, Alla luce del sole, I giorni dell'abbandono), qui alla prima esperienza di collaborazione con Benigni. Forse va quindi vista in questo senso la presenza di tali errori, con una comunicazione tra regista e montatore non eccellente. Pagina 4 - Gli attori principali e la colonna sonora Roberto Benigni è Roberto Benigni, un attore comico non solo nella parola ma anche nella postura, che utilizza per far ridere il suo pubblico tutte le parti del corpo. E’ un ritorno in grande stile quello de La tigre e la neve, rafforzato ancora di più dalla buona prestazione avuta anche nelle scene drammatiche, con un “patetico” protagonista pieno di speranza che non si rende spesso conto delle difficoltà che gli si presentano davanti e che si butta a capofitto, senza pensarci, nella risoluzione.
Delude invece Nicoletta Braschi, che restituisce ancora una volta lo stesso personaggio piatto ed indipendente dalla sceneggiatura già visto in altri film di Benigni. Buona la prova per la star internazionale Jean Reno, che interpreta - un ruolo insolito per lui - il poeta arabo Fuad, recitando in arabo e in italiano. Da lodare la piccola parte di Emilia Fox, già apprezzata protagonista di Prendimi l’anima, che cattura lo schermo in quei cinque minuti di presenza, e che introduce una delle scene più esilaranti dell’intero film.
Simpatica incursione per Tom Waits, che torna sul set a far compagnia a Benigni dopo Daunbailo'. Il cantante americano interpreta You can never hold back spring all’inizio del film, brano poetico scritto appositamente per questa pellicola, e ripreso varie volte nel corso del film con vari arrangiamenti strumentali. Il resto della soundtrack è stata musicata dall'altro storico collaboratore Nicola Piovani, già apprezzato per La vita è bella (Oscar come Miglior colonna sonora) e altri successi. Ottime le composizioni, che partono con uno stile classico per il maestro Piovani, ma che si colorano nel corso del film con incursioni orientaleggianti abbastanza esplicite. In più c'è anche il tempo per un breve assaggio di Granada, cantata da Claudio Villa. Pagina 5 - Scenografia, effetti speciali e qualità A/V Le riprese si sono svolte in Italia ed in Tunisia. In Italia la troupe ha girato per nove settimane complessive, utilizzando gli studi cinematografici di Papigno (sfruttati la prima volta per La vita è bella e successivamente per Pinocchio) e alcune location suggestive di Roma come la Fontana di Trevi, il quartiere Aventino e altre. In Tunisia invece sono state ricostruite le scenografie della parte irachena del film, spaziando tra Tunisi, Touzeur, Gafsa e Nefta.
Gli effetti speciali in CG sono stati invece realizzati dalla Ubik, per un numero totale di 200 inquadrature (40.000 fotogrammi lavorati per una durata di circa 20 minuti) modificate nelle venti settimane di post-produzione del film. Attraverso l'utilizzo del software sviluppato da Alias Italia - società specializzata nel software rivolto all’entertainment e al design - la Ubik ha collaborato con gli scenografi per arricchire digitalmente alcune scenografie dei set in Tunisia. la Ubik ha integrato inoltre le scene iniziali del sogno con immagini di repertorio di diversi poeti (Jorge Luis Borges, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Marguerite Yourcenar) e ha inserito nella pellicola alcuni animali. Tanti piccoli accorgimenti quindi, tra l'altro realizzati quasi tutti in maniera piuttosto soddisfacente, che hanno reso la sceneggiatura libera dai vecchi vincoli realizzativi. La pellicola visionata aveva evidenti problemi di grana, particolarmente visibile specialmente nelle scene diurne all’esterno di Baghdad. Si spera vivamente quindi in un lavoro molto attento nella fase di realizzazione del DVD, visto che probabilmente per questa volta non si tratterà di un prodotto CGHV... Il film non offriva molti spunti per un audio multicanale, ma ha riservato delle piacevoli sorprese in questo senso. Dialoghi e colonna sonora ben distribuiti sui vari canali anteriori e posteriori hanno fornito una valida cornice sonora alla pellicola. Unico neo una gestione dei volumi non sempre normalizzata, con improvvisi aumenti e diminuzioni in particolare per quanto riguarda i rumori di scena (su tutti lo squillo del cellulare). Pagina 6 - La scheda del film
Titolo: La tigre e la neve |
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