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Pagina 1 - La storia Dopo il successo di Shrek 2 e Shark Tale la DreamWorks ci riprova. Dal 2 settembre nelle sale italiane è possibile gustare il nuovo film di animazione Madagascar, storia di quattro simpatici amici alle prese con alcuni problemi di adattamento. Il leone Alex, la zebra Marty, la giraffa Melman e l'ippopotamo Gloria sono le star dello zoo di New York. Cresciuti in cattività, si sono abituati ormai alle comodità dello zoo: pasti sempre abbondanti serviti comodamente su piatti d'argento, massaggi e sedute dal parrucchiere per prendersi cura del corpo.
Il leone Alex è la star indiscussa del gruppo: presente su calendari, piatti, bicchieri, striscioni e magliette è l'attrazione principale dello zoo. Ogni giorno, con suo sommo piacere, inventa uno show per gli umani, chiamati da lui sapiens, mandando in visibilio grandi e piccini. Anche Melman (la giraffa) non disdegna l'ambiente dello zoo, attratto soprattutto dai progressi della medicina a New York (spazia tranquillamente dalla medicina tradizionale all'agopuntura). Gloria è la mamma del gruppo: saggia al punto giusto, cerca sempre di mantenere l'armonia del gruppo. E infine c'è la zebra Marty, più sveglia del suo grande amico leone, che passa la maggior parte del suo tempo a porsi domande. La sua preferita è: "sono nero a strisce bianche o bianco a strisce nere?" Il film inizia con il decimo compleanno di Marty che, casualmente, viene messo al corrente di una orribile verità: il vero mondo è fuori le mura dello zoo! A spifferare la terribile notizia ci pensa un irresistibile commando di quattro pinguini che progettano la fuga per raggiungere il loro giusto posto: l'Antartide.
E' così che il vecchio desiderio di Marty di raggiungere il Connecticut si riaffaccia. Contagiato dall'intraprendenza dei pinguini decide di abbandonare lo zoo per cercare il suo giusto posto nel mondo. Naturalmente la fuga non lascerà indifferenti i suoi amici, che correranno in suo soccorso per cercare di riportarlo allo zoo. Ma i sapiens sono sempre in agguato, specialmente se un leone, una zebra, una giraffa e un ippopotamo si aggirano tranquillamente per la stazione centrale di New York. Catturati, i quattro, in compagnia dei pinguini, saranno spediti altrove, sotto la pressione dei gruppi di animalisti. Ma, per una serie di coincidenze, le casse con i quattro animali naufragheranno sull'isola di Madagascar. Natura vera e selvaggia. In questo nuovo ambiente la dura legge della sopravvivenza cercherà di prendere il sopravvento quando il leone si troverà in cima alla catena alimentare a discapito del suo "ex" amico zebra. E a questo punto è lecito chiedersi: l'amicizia sarà più forte della legge della natura? Una piccola curiosità: nello zoo Central Park di New York non ci sono leoni, zebre, giraffe o ippopotami. Ci sono invece i pinguini. Pagina 2 - Sceneggiatura e regia Il film ha richiesto ben quattro anni di produzione. Inizialmente nel progetto non era coinvolto il regista Eric Darnell (Z la formica), al lavoro su un altro film di animazione dal titolo Rockumentary. Al centro di quella storia c'erano un gruppo di quattro pinguini che formavano una band stile Beatles. A causa di problemi di budget il lavoro di Rockumentary fu chiuso e il regista venne affiancato a Tom McGrath (esordiente) per la stesura della storia e per la regia del film. A quei tempi il soggetto di Madagascar prevedeva che gli animali dello zoo fossero liberati da un gruppo di attivisti animalisti. L'avvento di Eric Darnell modificò leggermente la storia, dato che si decise di inserire nella trama i suoi pinguini di Rockumentary, che da musicisti vennero trasformati in un efficiente commando militare.
Il lavoro di sceneggiatura svolto dai due registi insieme a Mark Burton e Billy Frolick è un lavoro sufficiente. La prima parte del film è assolutamente strabiliante: ritmo incalzante, battute ad effetto e situazione comiche ben costruite divertono sia il piccolo pubblico che quello un po' più adulto. Il ritmo cala inevitabilmente nella seconda parte del film, con l'arrivo dei lemuri e dei temibili Fossa (molte somiglianze con le iene de Il re leone). Gli autori si sono inoltre divertiti (come ormai consuetudine) a giocare con le citazioni cinematografiche, toccando ogni genere di film. Si passa quindi dai drammatici American Beauty e Momenti di gloria, al cartoon Il libro della giungla, per finire con un simpatico omaggio al Mr. Wilson di Cast away. Peccato per l'assenza di alcune battute presenti nel trailer (la zebra che salutando i delfini urla: "Questo non lo vedi sul National Geographic") e per la modifica di alcune di esse (lo scimpanzè che all'inizio del film si annusa l'ascella e chiede: "Ma... in che senso?").
La regia è abbastanza tradizionale, senza troppe innovazioni. Le inquadrature, molto classiche, introducono poche novità e si basano quasi esclusivamente sull'utilizzo del piano americano e del piano medio. Solo in qualche occasione il regista introduce un paio di inquadrature diverse, utilizzando in particolare tagli in contre-plongée o in soggettiva. Molto simpatica l'idea dello split-screen durante la permanenza dei quattro protagonisti nelle casse durante la traversata in nave dell'Atlantico. In qualche caso, in particolare nelle scene sulla spiaggia dell'isola di Madagascar, si è inoltre deciso di utilizzare il soft-focus per simulare una ridotta profondità di campo. Il prevedibile montaggio rapido, utilizzato spesso per sottolineare il ritmo veloce delle battute, è stato invece sostituito da alcuni riusciti movimenti della macchina da presa, che si sposta da un personaggio all'altro per seguire il divertente andamento delle discussioni. Pagina 3 - I personaggi e il doppiaggio Ottima la caratterizzazione di tutti i personaggi. Partiamo dal leone Alex, il cui aspetto è stato ottenuto in un modo abbastanza singolare. All'inizio della produzione il supervisore dell'animazione Rex Grignon (Toy story, Shrek, Shrek 2) divise un pannello in 49 tasselli e assegnò ognuno di questi tasselli ai tecnici che lavoravano al film, chiedendo loro di disegnare un pezzo della faccia di Alex. Ricevuti tutti i tasselli, Grignon ha ricostruito pazientemente il pannello, dando vita ad una bozza (tra l'altro molto vicina) della faccia del simpatico protagonista di Madagascar.
Per completare la caratterizzazione di questo personaggio gli artisti della DreamWorks si sono inoltre ispirati al doppiatore scelto dalla produzione, il simpaticissimo Ben Stiller (Mi presenti i tuoi?), regalando ad Alex la stessa riconoscibile espressione che lo stesso Stiller esibisce in Zoolander. Divertenti anche la zebra Marty, doppiata da Chris Rock (L'altra sporca ultima meta) e la giraffa Melman, doppiata da David Schwimmer (il Ross di Friends). Simpaticissimi i quattro pinguini Skipper, Private, Kowalski e Rico, i due piccoli scimpanzè Mason e Phil, e il piccolo lemure Mort, sacrificato puntualmente da Re Julien. Menzione speciale (sicuramente) per la "dinamica" vecchietta della stazione centrale!
Passiamo ora al doppiaggio italiano, che riacquista finalmente dignità dopo il deludente trio Tiziano Ferro/Luisa Corna/Luca Laurenti di Shark Tale. La zebra è sicuramente la più riuscita, con Alessandro Besentini (l'Ale di Ale & Franz) che inserisce qualche tormentone del suo personaggio della panchina portato al successo da Zelig. Divertente anche la giraffa, con Fabio de Luigi che si conferma mattatore della risata.
Prova opaca invece per Michelle Hunziker, evidentemente più a suo agio sotto le luci della TV e del gossip che in uno studio di doppiaggio. Il suo personaggio, l'ippopotamo, nella versione originale del film è stato invece doppiato da Jada Pinkett Smith (Collateral), che ha vinto il ballottaggio con altre illustre colleghi come Jennifer Lopez, Madonna e Gwen Stefani. Pagina 4 - Tecniche di animazione e qualità audio video Le 350 persone che hanno lavorato alla realizzazione di Madagascar hanno svolto un lavoro immenso e coraggioso. Le nuove tecniche di animazione tridimensionale sono state affiancate infatti alle tecniche base del "vecchio" disegno bidimensionale, in particolare con lo stile cartoon degli anni '40 e '50 di Tex Avery e Chuck Jones. Su tutte le cosiddetta tecnica dello "schiaccia e allunga" (squash & stretch), sperimentata con successo nel 3D da Chris Wedge per alcune espressioni del simpaticissimo Scrat de L'era glaciale. Alla base di questa tecnica c'è la deformazione assurda di un oggetto che, successivamente, torna bruscamente alla sua forma originale, simulando appunto divertenti effetti di schiacciamento e allungamento.
Realizzare questi effetti nei nuovi lavori di animazione 3D era stato molto difficile fino ad oggi, data la rigidità dei modelli di rigging derivante da una ossessiva simulazione della fisicità dei corpi. Ma i tecnici della DreamWorks hanno deciso di rinnovare queste concezioni, progettando un nuovo sistema di controlli di animazione che ha consentito di trasformare le geometrie a seconda delle buffe posture richieste dalla sceneggiatura. Il tutto senza rischiare di rompere i rig. Alle fine, come sempre, i controlli sono stati organizzati in macro, comprendenti circa 250 controlli per il volto e 100 per il resto del corpo.
Accanto alla novità del rigging è stata inoltre affiancata una nuova tipologia di gestione delle mesh, che ha permesso un collegamento automatico con il rig durante le fasi di schiacciamento e l'allungamento del personaggio. Da segnalare anche un utilizzo ridotto al minimo delle dinamiche, sostituite in gran parte da alcune animazioni manuali realizzate mediante l'utilizzo di fotogrammi chiave. Ad esempio, le onde dell'oceano durante la traversata in nave sono state create a mano impostando i vari key-frame, eliminando quindi quella gestione automatica delle dinamiche presente nei software avanzati di animazione 3D. Ma la differenza si è fatta sentire. La distesa dell'oceano ha suscitato infatti non poche perplessità. La qualità è migliorata invece con l'utilizzo di liquido vaporizzato per gli spruzzi (e gli sputi) realizzata secondo gli standard di animazione (quindi con i fluidi).
Molto discutibile anche il movimento della criniera del leone (composta da ben 50.000 peli) mentre ha convinto abbastanza il cambiamento di volume della pancia dell'ippopotamo Gloria. Da scartare completamente il divampare dell'incendio della "Statua della Libertà", che riacquista però dignità nella ripresa dei particolari. Di dubbio impatto visivo anche la realizzazione delle riprese dall'interno della bocca del leone, durante l'incontro con il simpatico piccolo lemure, con una mancanza di dettagli che purtroppo salta all'occhio. Ottima la qualità video della pellicola, dovuta in gran parte alla natura digitale della sorgente. Si spera quindi in un'ottima edizione DVD, vista la qualità apprezzata al cinema e la durata esigua del film (soli 88 minuti). Ma se il fronte video non offre alcun dubbio, altrettanto non si può dire per quello audio. E' chiaro che il film non è stato realizzato per stupire in questa direzione. Praticamente assente ogni tipo di effetto surround, come del resto è inesistente l'utilizzo del canale LFE del subwoofer. Qualche lacuna è inoltre presente anche nei volumi di missaggio, quando spesso musica e parlato predominano sulla traccia dei rumori di scena. Durante la visione è inoltre capitato più volte di non sentire alcune frasi, problema però dovuto alla qualità esilarante di alcuni passaggi del film e alle conseguenti risate del pubblico in sala... Pagina 5 - La colonna sonora Molto azzeccata la colonna sonora. Inizialmente le composizioni originali erano state affidate a Harry Gregson-Williams (Man on fire - Il fuoco della vendetta), che però decise di scambiarsi di ruolo con Hans Zimmer (Batman begins) per la scrittura della partitura del film di Ridley Scott Le crociate. Buone, come sempre, le composizioni di Zimmer, che in questo film spaziano dal classico strumentale ("Born free", "Zoosters breakout" ) a qualcosa di più particolare ("Best friends"). In alcuni passaggi, tra l'altro, c'è da segnalare una somiglianza con lo score di Cast away curato da Alan Silvestri. Come sempre accade nei film di animazione, allo score strumentale inedito sono stati affiancati vecchi successi di musica leggera. In questo caso segnaliamo "Chariots of fire" di Vangelis (dal film Momenti di Gloria), "Boogie Wonderland" dei Earth, Wind & Fire e l'intramontabile "Stayin' alive" dei Bee Gees. Meno felice l'utilizzo di "What a wonderful world" di Louis Armstrong. Curiosamente una delle canzoni cardine del film "I like to move it", cantata da Ali G nella versione originale del film, è stata tradotta nella versione italiana, diventando "Mi piace quando muovi". La traduzione non è da scartare, ma il primo impatto, quando si è convinti che partano le parole "I like to move it..." è tragico. Da non perdere i titoli di coda, durante i quali tutti i protagonisti del film ballano al ritmo di "I like to move it", anche in questo caso tradotta. 1. Best friends Pagina 6 - La scheda del film
Titolo: Madagascar |
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