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Pagina 1 - Introduzione - la storia In origine fu Il gladiatore. Poi tutti gli altri, meglio o peggio riusciti, a segnare il ritorno del peplum. Oggi il capostipite Ridley Scott ci riprova, confezionando Le Crociate (titolo originale Kingdom of Heaven), un film ambientato tra la seconda e la terza crociata, quando cristiani e musulmani cercavano con difficoltà una convivenza pacifica. La storia ha inizio in un piccolo paesino della Francia, dove Balian (Orlando Bloom) è un fabbro che ha appena perso la moglie e il figlio. Distrutto dal dolore, incontra per la prima volta il suo vero padre, Goffredo di Ibelin (Liam Neeson), che lo convince a partire con lui per la Terra Santa. Durante il viaggio, a causa delle conseguenze di un attacco, Goffredo di Ibelin muore, lasciando a suo figlio tutta la sua eredità e i suoi titoli. Giunto a Gerusalemme Balian conosce Tiberias (Jeremy Irons), un saggio cavaliere, e il giovane re Baldovino (Edward Norton), entrambi fautori di un'alleanza con il Saladino (Ghassan Massoud). Balian inoltre si innamora di Sibylla (Eva Green), sorella del re e sposa di Guido de Lusignan (Marton Csokas), un cavaliere templare bramoso di potere e contrario a questa politica pacifista. Nei suoi attacchi segreti alle carovane di musulmani questi è aiutato da Reginaldo (Brendan Glesson), un altro templare in cerca di gloria. La situazione precipita alla morte del re Baldovino, malato di lebbra e costretto ad indossare una maschera per nascondere il volto. Il suo successore diventa Guido de Lusignan, che ordina un attacco delle truppe di Saladino. Balian invece rimane a Gerusalemme e si prepara alla difesa, in attesa dell'esito dello scontro. Pagina 2 - Sceneggiatura e regia Benché sia profondamente attuale in questi ultimi anni, in realtà il film è nato molti anni fa. Precisamente diciotto, quando Ridley Scott decise di realizzare un film sui cavalieri con il titolo provvisorio di Knights. Il progetto venne abbandonato, per essere poi ripreso un paio di anni fa. Un film sicuramente colossale, forte di un budget (si vocifera) di circa 150 milioni di dollari. Un'imponente realizzazione, che ha richiesto cinque mesi di pre-produzione e quattro di riprese sul set. A sceneggiare il film Scott ha chiamato un suo nuovo collaboratore, William Monahan, che si occuperà anche del prossimo film del regista inglese Tripoli e che ha già ultimato lo script per The departed, remake di Infernal affairs, diretto da Martin Scorsese con Matt Damon, Leonardo Di Caprio e Jack Nicholson. Come successo ne Il gladiatore Scott, che è anche produttore del film, non si è tirato indietro rispetto alle modifiche della storia per fini cinematografici. Il re Baldovino in realtà muore nel 1185 a 24 anni. Il film inizia nel 1186. Passabile sicuramente l'invenzione di Balian, che è l'unico personaggio non esistito realmente tra i protagonisti. Un personaggio che fa da raccordo tra le varie sottotrame, ponendosi al centro nello scontro tra cristiani e musulmani. Questo stratagemma non basta però a salvare una sceneggiatura che alterna dialoghi di grande spessore a passaggi molto meno convincenti. Francamente evitabile il finale, molto stereotipato e somigliante più ad un "...e vissero tutti felici e contenti". Questo però non significa che il film non è gradevole. La regia di Scott prende per mano la storia e dà vita a 145 minuti di buon cinema. In generale il ritmo per tutto il film è molto alto, con pochi attimi di pausa. Le uniche pause, causate dal regista e non da buchi di sceneggiatura, sono fortemente riflessive e inducono lo spettatore a delle profonde considerazioni sull'utilità della guerra. Molte scene sono particolarmente accattivanti, grazie anche ad un ottimo uso dello slow-motion. A tenere alto il ritmo del film ci pensa anche il montaggio di Dody Dorn (Insomnia, Il genio della truffa), sempre dinamico e attento agli sviluppi della scena. Sono da cestinare completamente le lamentele dei musulmani sull'occidentalità della pellicola, rea di aver dipinto infedeli animati solo da fanatismo religioso. Il Saladino è uno dei personaggi migliori della sceneggiatura, che alla fine si trova costretto ad attaccare Gerusalemme per motivi strettamente politici e non religiosi. Bisogna invece ammettere che i Templari fanno una gran brutta figura... Pagina 3 - Il cast Ad interpretare il protagonista principale c'è Orlando Bloom (Troy, The Calcium Kid), alla prima vera esperienza come attore protagonista. Un battesimo di fuoco. Nonostante l'impegno profuso non è riuscito a dare uno spessore convincente al suo personaggio. Forse era ancora poco maturo per un ruolo del genere. Sufficiente nei combattimenti, evidentemente grazie all'allenamento de Il Signore degli Anelli e La maledizione della Prima Luna), pecca molto nell'espressività e nella presenza scenica. Nel suo caso il riferimento diretto per un confronto è senza dubbio Maximum Russell Crowe. E non c'è paragone. Inizialmente per questo ruolo il ballottaggio era tra Paul Bettany (Master & Commander - Sfida ai confini del mare, Dogville) e Goran Visnjic (Elektra). Poi la Fox, produttrice del film, ha "chiesto" di prendere in considerazione anche la candidatura di Orlando Bloom. Grande il resto del cast, a partire da Jeremy Irons (Being Julia - La diva Julia, Il mercante di Venezia) e Liam Neeson (Batman begin, Kinsey), che hanno tutte quelle caratteristiche non riscontrate in Bloom. Dimostrano che la recitazione è il loro mestiere, muovendosi liberamente sul set e dando vita a personaggi carismatici e con una personalità ben definita. Ottima anche la prova di Ghassan Massoud, nel difficile ruolo del Saladino, alla sua prima esperienza nel cinema internazionale. La protagonista femminile Eva Green, scoperta qualche anno fa dal nostro Bertolucci in The dreamers, offre una buona prova. Dolce o decisa a seconda delle situazioni, fornisce una Sibylla abbastanza verosimile. Una nota di merito infine a Giannina Facio, moglie di Ridley Scott, che interpreta la sorella di Saladino. Vista precedentemente ne Il gladiatore nel ruolo della moglie di Russell Crowe, è riuscita a donare per la seconda volta forza e significato al suo personaggio utilizzando unicamente un'inquadratura ed uno sguardo. Pagina 4 - Scenografia e costumi Ottima la scenografia, frutto di un imponente lavoro di ricostruzione iniziato già in fase di pre-produzione con la realizzazione di più di mille storyboard. La troupe ha girato le scene ambientate nella Francia del XII° secolo in un set costruito in Spagna. Mentre, per creare Gerusalemme, Ibelin, Kerak e gli altri luoghi della Terra Santa presenti nel film, si è trasferita in Marocco, il cui governo ha messo tra l'altro a disposizione il proprio esercito per la grande quantità di comparse necessarie. Durante queste riprese infatti, il numero di comparse oscillava tra le 25.000 e le 30.000 unità. Gerusalemme è stata ricostruita a grandezza naturale, in un set completamente immerso nel deserto. Un quadrato di ben 360 metri di lato e con una altezza (in prossimità delle mura) di circa 16 metri. A questi elementi reali, in post-produzione sono stati aggiunti piccoli particolari in Computer Grafica. All'interno delle mura ogni angolo è stato sfruttato per ricreare le scene necessarie, consentendo allo scenografo Arthur Max, vecchio collaboratore di Scott (Soldato Jane, Il gladiatore, Black Hawk Down - Black Hawk abbattuto), di realizzare un lavoro veramente ben fatto. Da apprezzare anche il lavoro della costumista Janty Yates (Hannibal, De-lovely) e dei suoi collaboratori, che hanno confezionato circa 15.000 costumi tra abiti francesi del XII° secolo, divise e corazze per cavalieri e Templari e costumi per i saraceni. Solo per la principessa Sibylla sono stati realizzati ben 28 abiti. Accanto al suo lavoro, da citare anche quello del maestro d'armi Simon Atherton, che si è occupato della realizzazione delle decine di migliaia di armi necessarie sul set. Pagina 5 - Effetti speciali e qualità audiovideo In tutto il film sono disseminati effetti speciali più o meno evidenti. Una delle scene che personalmente attendevo maggiormente era l'assedio notturno a Gerusalemme, nel quale l'uso degli effetti speciali aveva un ruolo predominante. E' stato molto ben realizzato, unendo effetti speciali reali con composizioni aggiunte in Computer Grafica. La bella sensazione si attenua leggermente nella scena successiva, quando l'assedio riprende di giorno. La luce del sole introduce sulla scena numerosi elementi problematici, come le ombre, i riflessi e il bisogno di un'immagine necessariamente più curata, che si fanno sentire nel computo della verosimilità della scena. Non eccezionali neanche le navi realizzate sullo sfondo prima della partenza verso la Terra Santa, mentre è da apprezzare la resa visiva della tempesta che distrugge la nave di Balian. Buona la qualità della pellicola visionata. Contorni definiti e neri abbastanza perfetti, consentono di non distrarsi troppo dalla visione del film. La varietà di scene realizzate, cariche di ombra o luce, non subisce particolari problematiche legate alla natura della pellicola. L'audio Dolby Digital ascoltato è un'altro dei punti positivi del film. Un buon uso dei canali frontali è affiancato da uno sfruttamento alternativo dei canali posteriori. Questi sono sempre presenti per tutta la durata del film, ma contribuiscono alla scena in maniera diversa, dipendente dalla situazione. In scene normali vengono utilizzati prettamente per riprodurre i suoni d'ambiente, mentre nelle scene di battaglia si incaricano di trasmettere la colonna sonora, lasciando i canali frontali liberi di offrire il "suono della guerra". Da segnalare inoltre, sempre durante gli scontri, l'uso di numerosi effetti di panning, che contribuiscono all'immedesimazione dello spettatore nella scena. Pagina 6 - La colonna sonora La colonna sonora del film era stata affidata inizialmente ad Hans Zimmer (La maledizione della Prima Luna), già collaboratore di Scott ne Il gladiatore. Successivamente è subentrato Harry Gregson-Williams (Man on fire - Il fuoco della vendetta), che ha ceduto il suo posto a Zimmer per musicare il nuovo film di animazione della Dreamworks Madagascar. Il suo lavoro è molto particolare, devo dire diverso rispetto a quello che mi aspettavo. Dimenticate la musica violenta e assordante de Il gladiatore, con i tamburi violentati con durezza nelle scene di battaglia a fare da supporto all'orrore del video. La musica de Le crociate è diversa, spirituale, religiosa, ricca di cori mistici. Direzione penso indicata dalla regia di Scott, proprio per quelle considerazioni di riflessione già fatte nelle pagine precedenti. Addirittura in alcune battaglie la musica scompare del tutto, lasciando posto solo alle grida e ai ruggiti della guerra. La colonna sonora comunque fornisce un buon supporto alle scene, seppure con qualche eccezione. Da segnalare il tema di Ibelin, ripreso varie volte durante il film e cantato durante i titoli di coda da Natacha Atlas. Nel resto delle tracce si alternano mottetti e composizioni con profonde inflessioni arabe. Alcuni passaggi ricordano il recente La passione di Cristo e Black Hawk Down - Black Hawk abbattuto. Il CD della colonna sonora è distribuito da Sony. 1. Burning The Past Pagina 7 - La scheda
Titolo: Le crociate |
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