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Pagina 1 - Il Film
"Mi rincresce dire che questo film che state per vedere è estremamente sgradevole. Se desiderate vedere un film su un piccolissimo elfo, ci sono ancora posti nella sala due; tuttavia se vi piacciono le storie di orfani astuti e ragionevolmente gradevoli, di incendi sospetti, di sanguisughe carnivore, di cibo italiano e organizzazioni segrete, allora restate." Inizia così Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi, trasposizione cinematografica di una serie di fortunati libri per bambini che, secondo le classifiche del New York Times, sono stati i primi a sottrarre la prima posizione alla saga di Harry Potter. Non pensate però a questi racconti come una banale imitazione del maghetto british: i protagonisti in questione per difendersi non possono utilizzare la magia, ma solo le proprie capacità e la forza che deriva dall'unione.
Il racconto ha inizio quando i tre fratelli Baudelaire vengono avvertiti della morte dei loro genitori, periti in un incendio che ha distrutto anche la loro casa. I tre fratelli, anche se uniti, sono molto diversi tra loro. Violet (Emily Browning) è la quattordicenne primogenita, che riesce ad inventare qualsiasi cosa a partire da pochi semplici oggetti. Rappresenta la guida, naturale sostituzione della figura materna, per il fratello dodicenne Klaus (Liam Aiken), autentico topo di biblioteca, la cui capacità di immediata memorizzazione risulterà molto utile per le avventure che seguiranno. Ed infine c'è la piccola Sunny (le gemelle Kara e Shelby Hoffman), che muove i primissimi passi, la cui passione è mordere tutto quello che le capita a tiro (sia esso un pezzo di plastica o il piano di un tavolo...). I tre orfani vengono assegnati ad uno stolto banchiere, il signor Poe, che amministra le loro finanze e che li affida al parente più vicino: il Conte Olaf.
Conte Olaf che non è proprio un bell'esempio di parente! L'unico scopo è quello di liberarsi letteralmente dei tre orfani per diventare l'unico erede dell'immensa fortuna lasciata dai coniugi Baudelaire. Così tutto il film narra i continui inganni del conte e, per estensione, le continue peripezie dei 3 fratelli che saranno anche assegnati ad altri parenti, ma che non riusciranno mai a disfarsi della presenza temibile del conte. Sulla strada troveremo l'erpetologo zio Monty (Billy Connolly) e la paurosa zia Josephine (Meryl Streep), troppo distratti (o forse troppo adulti) per credere alle richieste di aiuto dei 3 nipotini.
Pagina 2 - La pre-produzione I film è tratto dai primi tre libri della serie di Lemony Snicket, editi in Italia da Salani con i titoli di L'infausto inizio, La stanza delle serpi e La finestra funesta. Al momento la saga di Lemony Snicket, dietro il cui nome si nasconde l'autore Daniel Handler, è formata da 11 libri, ma ne sono previsti altri due. Ha venduto oltre 27 milioni di copie in tutto il mondo e sicuramente, complice la riuscita del film, avrà presto un grande successo anche in Italia.
Nel film infatti ritroviamo lo stesso umorismo sinistro e la stessa voglia di avventura presente nei libri. Non deve spaventare la "triste" storia degli orfani, che diventa essenzialmente uno spunto per dimostrare la forza della creatività dei bambini. Il produttore Walter F. Parkes infatti afferma "Dai fratelli Grimm a Dickens, da Bambi a Nemo, l'essere orfani è un tema chiave della letteratura familiare. Paradossalmente, è proprio a partire da questo elemento che si sviluppano le storie più ottimiste e a lieto fine, perché esso affronta in modo amplificato la sfida di fronte alla quale tutti i bambini prima a poi si trovano: quella di crescere e di accostarsi positivamente al mondo degli adulti."
Ottimo il lavoro fatto dallo sceneggiatore Robert Gordon (Men in black 2) che è riuscito ad condensare ed amalgamare i tre libri in 108 minuti. L'unico appunto da fare è la presenza di troppi argomenti lasciati in sospeso. Uno su tutti è il significato del cannocchiale che sembra legare i familiari Baudelaire ed anche la loro morte. Ma, sicuramente, siamo in odore di sequel e quindi l'operazione è più che giustificabile. Del resto la presenza di altri 8 romanzi oltre ai 3 usati per la sceneggiatura non poteva non farsi sentire. Pagina 3 - Il cast Gli attori. Menzione speciale per Jim Carrey che, inutile nasconderlo, costituisce l'attrattiva e la colonna portante del film. Il simpatico canadese, vincitore di due Golden Globe per The Truman Show (1998) e Man on the moon (1999), dimostra ancora una volta di essere un buon attore e di prediligere ruoli di trasformismo. Nel film, oltre ad interpretare il cattivo Conte Olaf, Carrey dà vita anche ai due travestimenti utilizzati dallo stesso conte per avvicinarsi ai bambini senza essere riconosciuto.
Uno di questi è il vecchio lupo di mare Capitano Sham, che con furbizia riesce ad entrare nelle grazie della Zia Josephine. Per il look costumisti e truccatori si sono basati su delle foto di vecchi marinai: una pipa in bocca, una barba bianca ed una robusta gamba di legno. Ma Jim Carrey ha dichiarato di essersi divertito di più ad interpretare l'altro personaggio: l'aspirante erpetologo Stefano, di chiare origini italiane, proprietario di un discutibile riporto, baffetti curati e giacca a quadri. Non è un caso il mio soffermarmi insistentemente su trucchi e vestiti. I personaggi di Carrey infatti, a causa della loro complessità, hanno richiesto oltre ad una lunga fase di studio, tre ore quotidiane di make-up (premio Oscar a Valli O'Reilly e Bill Corso) prima delle riprese. I tre orfani trasmettono la giusta insicurezza, con una predilezione maggiore per la giovane Emily Browning più spigliata nella recitazione e nei movimenti sulla scena rispetto al "fratello minore" Liam Aiken. Incantevoli le due gemelle Hoffman che interpretano la piccola Sunny. A soli due anni e mezzo (sono nate nell'agosto del 2002) hanno già recitato nella serie General Hospital e sono al loro esordio cinematografico.
Ruolo importante il loro, dato che parlano...o meglio comunicano. Vi siete mai chiesti cosa vogliono dire i bambini con i loro gridolini? In questo film avrete la risposta, dato che i suddetti gridolini sono sottotitolati. E ci sarà da ridere! Buona prova anche per gli altri due parenti della famiglia Baudelaire, interpretati dal distratto Billy Connolly (Zio Monty) e da una stupenda inedita insicura Meryl Streep (Zia Jposephine). Da segnalare anche un piccolo simpatico cameo di Dustin Hoffman. Pagina 4 - L'arte del film La regia è stata affidata a Brad Silberling (Casper, City of angels - La città degli angeli, Moonlight mile - Voglia di ricominciare) che, in simbiosi con scenografi e direttore della fotografia, ha dato un'impronta gotica ed oscura degna di un film di Tim Burton. Il regista, con una tecnica molto cara proprio a Burton, si è divertito a modificare le angolazioni delle inquadrature, creando quindi un mondo diverso nel quale immergersi e perdere completamente i riferimenti temporali. Non altrettanto riuscita la tecnica di gestione della messa a fuoco. Consueti cambi di fuoco inducono lo spettatore a concentrarsi solo sui primi piani o sugli sfondi, non consentendo spesso una visuale globale della scena. In alcune riprese addirittura è l'attore che spostandosi si porta in una zona a fuoco. Anche il montaggio realizzato dal grande Michael Kahn (A.I. Intelligenza Artificiale, la trilogia di Indiana Jones, i primi due episodi di Jurassic Park, Minority Report, Salvate il sodato Ryan, Schindler's list - La lista di Schindler) e Dylan Tichenor risulta purtroppo spesso impreciso, distaccato dal gioco delle messe a fuoco del regista.
Sublime il lavoro fatto dagli scenografi. Le riprese del film sono state fatte in dieci diversi teatri di posa della Paramount Pictures e ai Downey Studios di Los Angeles, in un'ampia area utilizzata addirittura anche dalla Boeing per costruire lo Space Shuttle. Indispensabile anche la presenza di cinque set acquatici, costruiti in una enorme vasca di 40x76 metri riempita con 8000 metri cubi di acqua, per un totale complessivo di circa 70 set. Il lavoro è stato certosino: 14 settimane in media per arredare i set più grandi e 20 settimane per costruire la villa del Conte Olaf. Ed è proprio questa villa la più particolare, ricca di accorgimenti più o meno evidenti che contribuiscono a delineare la personalità del conte, abile trasformista e vanitoso attore. Nel suo interno sono distribuiti nove grandi ritratti del conte, che diventa ad esempio l'attore John Barrymore, poi George Washington e poi un cavaliere con tanto di armatura scintillante...
Ancora più "divertente" la presenza di un occhio riproposto in ogni maniera nella casa del conte. A volte è inserito in maniera molto evidente, ad esempio in un dipinto, al centro delle finestre, ecc.. Altre volte invece è proposto in maniera più discreta: nella carta da parati, inserito nel capitello delle colonne, nell'orologio a pendolo, nell'intelaiatura del divano, a ricordare la costante presenza vigile del conte sui tre orfani. Degno di nota anche il lavoro fatto per la casa di zia Josephine, una sbilenca palafitta sul lago Lacrimoso, simbolo della fragilità emotiva della badante. Per consentire la distruzione della suddetta catapecchia, questa è stata costruita su particolari ascensori idraulici che la potevano sollevare ad un'altezza di sette metri e farla precipitare in due secondi. Da segnalare inoltre l'uso di sfondi dipinti e finte prospettive per creare l'illusione ottica di fondali che si estendono all'infinito. La tecnica si integra perfettamente con il resto del set, consentendo di visualizzare nel ristretto spazio del teatro di posa gli immensi campi di grano presenti nel film e i lunghissimi binari della ferrovia.
La fotografia del messicano Emmanuel Lubezki non si discosta dallo stile del film. Candidato all'Oscar per la fotografia de Il mistero di Sleepy Hollow (regia di Tim Burton), Lubezki riporta nella pellicola proprio le atmosfere dei film di Burton. L'uso di grandi fari da due metri e mezzo per tre, utilizzati con filtri particolari e ad un altezza elevata, ha generato tonalità sature, tendenti al blu che predominano in tutto il film. Una piccola parentesi è rappresentata dalle scene sul lago Lacrimoso con zia Josephine, dove sono molto evidenti incursioni di rosso. Da segnalare una piccola pecca verso il finale del film, quando Klaus Baudelaire si ritrova in una scena con un imponente riflesso di raggi di sole. L'effetto finale sembra molto poco cinematografico... Pagina 5 - Effetti speciali e qualità audiovideo Uno dei motivi per il quale Lemony Snicket potrebbe essere ricordato in futuro è l'uso degli straordinari effetti speciali. Non parlo di quelli ormai standard (blue screen, ecc...) ma di quelli che non si vedono. Effetti "speciali" quindi proprio perché invisibili. Durante la proiezione poche persone sapevano, o si sono accorte, che in realtà le persone dedicate al ruolo di Sunny non erano due (le due piccole gemelline) ma tre. Una terza Sunny infatti, sviluppata dalla ILM e completamente digitale, faceva da stunt-man (anche se sarebbe più corretto dire stunt-girl) per le piccole attrici, sostituendole nelle scene più pericolose. Inizialmente le scene con la Sunny digitale dovevano essere 50, ma la bravura delle piccole gemelle ha consentito di ridurre il lavoro per il team degli effetti digitali a sole 25 scene.
La difficoltà maggiore stava nel fatto che il personaggio digitale e quello reale si sarebbero dovuti anche alternare in frame sequenziali. Era necessaria quindi un'assoluta corrispondenza tra il modello virtuale e le bimbe scritturate. Il lavoro di preparazione è iniziato addirittura prima del casting, effettuando una scansione della figlia di un anno e mezzo del regista. Dalla scansione i tecnici della ILM hanno costruito mediante il software Maya delle B-Spline, realizzando quindi una prima bozza per il corpo. Effettuato il casting, gli artisti hanno adattato il corpo alle sembianze delle piccole Hoffman. Il volto è stato realizzato attraverso il software I-sculpt della ILM mentre i movimenti sono stati ricavati da quelli di altri figli dello staff ILM vestiti con tutine di motion-capture. Una delle sfide più significative è stata la realizzazione dei capelli. Se per le texture di pelle e vestiti ci si poteva basare su alcune foto reali, il problema dei capelli e del loro movimento era ben più complesso. I tecnici lo hanno risolto utilizzando diversi livelli di capelli/spline di guida, ognuno con numerosi parametri, che hanno consentito una perfetta simulazione dei sottili capelli delle gemelline Hoffman.
Interessante anche la tecnica utilizzata per inserire la moderna Sunny nelle scene registrate. Sui set interessati è stata utilizzata la MK3 ad alta gamma dinamica della Panoscan, una macchina fotografica particolare in grado di scattare in sequenza foto a 360°. Partendo da queste immagini gli artisti hanno ricreato dei set digitali perfettamente uguali a quelli reali, nei quali hanno inserito la controfigura digitale in grado quindi di interagire anche con gli oggetti ricreati. Infine è stato effettuato il rendering, tenendo presente le luci utilizzate sul set, con l'ormai onnipresente software RenderMan della Pixar.
In ultima analisi un doveroso commento sulla qualità audio/video della pellicola. La traccia audio con codifica DTS aveva un buon equilibrio sui canali frontali, che ha permesso una tranquilla fruizione dei dialoghi. L'uso dei canali posteriori si è limitato purtroppo ai cinque intensi minuti dell'uragano che distrugge la casa di Zia Josephine. Un vero peccato, vista la possibilità di accentuare l'alone di mistero e di coinvolgimento che permea l'intera pellicola. Video appena sufficiente: i consueti cambi di fuoco utilizzati dal regista non hanno giovato alla pulizia del video, che è risultato purtroppo ricco di rumore e con contorni a volte non ben definiti, probabilmente a causa di una copia di qualità non adeguata. Pagina 6 - La colonna sonora A musicare Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi è stato chiamato Thomas Newman, sentito recentemente in Alla ricerca di Nemo. Scordatevi le melodie confortanti del simpatico pesciolino della Pixar. Qui Newman fa sul serio e si avvicina in modo eccellente allo stile gotico del film. La colonna sonora è sempre scorrevole e non diventa mai pesante. Il tema principale, anche se oscuro, è quasi divertente e viene ripreso svariate volte durante il film con poche variazioni. L'orchestra lascia a casa gli ottoni e si basa essenzialmente su strumenti ad arco, utilizzati anche senza archetto ma pizzicando le corde. Per The Baudelaire Orphans invece la melodia di un carillon intona una dolce/tetra ninna nanna, sostituita in Resilience da un malinconico pianoforte pieno di speranza. Completamente differente The marvelous Marriage che con l'ausilio di musica popolare e fisarmonica si discosta nettamente dal resto delle tracce. Tutti i brani sono solo strumentali, tranne Loverly Spring, tipica canzone da favola della migliore tradizione Disney (Cenerentola, Biancaneve, La bella addormentata & Co.), accennata anche nelle primissime fasi del film e bruscamente interrotta, proprio a significare il distaccamento di questo racconto rispetto alle più consuete favole. Molto bella anche Drive away che accompagna i titoli di coda con un ritmo sostenuto e ritmato piacevole da ascoltare. La colonna sonora è distribuita da Sony. 1. The bad Beginning Pagina 7 - La scheda Titolo: Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi |
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