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Il rapinatore di lunga carriera Leo organizza un colpo da 7 miliardi di dollari. Per realizzarlo riunisce una squadra composta dal suo ex compagno di cella Stan, l’esperta di esplosivi Judy, suo marito Bob, esperto di casseforti, l’avvocato Ava, specialista di armi e l’autista RJ. Il piano è stato ideato in diversi anni ma per metterlo a segno la squadra dovrà vedersela sia coi sofisticatissimi sistemi di sicurezza del caveau che contiene i titoli da prelevare, sia con la determinatissima agente dell’FBI Nazan Abbasi. Ma anche col passato di Leo che include sua figlia Hannah e il datore di lavoro di quest’ultima, Roger Salas, che appare come un affettuoso mentore ma che cela verità controverse che andranno pian piano a ricomporsi. La seguente recensione è basata sulla visione degli episodi secondo quest’ordine: L’inizio è ottimo. Le musiche in stile heist anni ’70 donano un’aura centrata verso quel vintage che piuttosto che malinconia suscita forte eccitazione. La dinamicità della macchina da presa dà in ogni inquadratura una direzione precisa nella quale lo spettatore si sente sicuro di dove la storia voglia portarlo. Per i più attenti, i riferimenti dei colori ad oggetti presenti nei singoli episodi generano collegamenti funzionali e simbolici che producono dunque ulteriore senso, estetico e significante. Una volta messo in piedi l’impianto che si ripete senza però diventare banale, si fa largo la storia. I rapporti tra i personaggi vengono delineati in maniera sempre più profonda e e le loro interazioni danno forma e forza al racconto. Leo è il catalizzatore principale. La sua determinazione nel voler portare a compimento il colpo ha radici forti e dolorose che vanno ben oltre l’idea di arricchirsi. Stan è il classico truffatore con la faccia da schiaffi per cui non si può non fare il tifo, ma anche lui paga per gli errori commessi cercando di mantenere la calma anche dove i confini per resistere sono stati ampliamente valicati. Judy appare solare e brillante oltre che abile, ma ha un rapporto tossico con un marito del tutto fuori controllo come Bob, che preferisce menar le mani piuttosto che confrontarsi e affidarsi a istinti ingannevoli piuttosto che razionalizzare e svolgere un lavoro pulito. Ava è la più vicina a Leo, e oltre che affidabile e capace, risulta essere una donna molto forte. Ma anche lei ha dei punti deboli che le creeranno più di una difficoltà, mettendo in pericolo anche il resto della squadra. Hannah, pur essendo fuori dai giochi in quanto responsabile di quella sicurezza che verrà violata, in realtà è molto più importante nella sostanza di quanto appaia inizialmente nella storia. L’agente Nazan sta superando bene un periodo difficile e impiega tutte le sue forze per affermare la verità, la sua professionalità e la sua capacità di essere una buona madre. Infine Roger è tutto e il suo contrario. Figura di spicco per carisma e volontà, ha alle spalle qualcosa di drammatico che lo ha portato a fare scelte per cui potrebbe pagare un prezzo molto alto. La vera domanda che scatena la serie è: di chi ci si può fidare? anzi, chi può fidarsi di chi? Gli equilibri vengono messi in discussione continuamente, grazie alla suddetta ottima costruzione di sceneggiatura e montaggio che sanno bene come concertare creando presa su chi guarda, alternando momenti lieti ad altri turbolenti in cui tradimenti e avidità rischiano di avere la meglio. Purtroppo la storia resta avvincente solo fino a un certo punto, quando inizia a spingere molto sul drammatico e quindi realistico, ma non tiene conto di alcune regole fondamentali per il genere. Oltre a mancare alcune conclusioni su accadimenti e sorti (che sembrano risolversi nell’episodio Rosa per trovare approdo nel Bianco), la scrittura vira verso scelte molto discutibili. Non solo si perde quel senso dei piani ben riusciti in stile La stangata (e anche, perché no, dell’A-Team) ma, cosa ancor più grave, non viene stabilito un ordine morale, secondo il quale gli avidi vengono puniti più duramente, mentre gli altri trovano la corretta espiazione, non imposta ma cercata. Un vero peccato per una serie dalle grandi potenzialità che nel finale si sfalda e non rende il giusto merito a sé stessa e ai personaggi che racconta, che pur coi loro difetti avrebbero avuto diritto a una gioiosa vittoria. VALUTAZIONI prima della visione dopo la visione soglia d’attenzione Caleidoscopio | miniserie (Kaleidoscope) ideatore Eric Garcia personaggi interpreti critica IMDb 6,9 /10 | Rotten Tomatoes critica 5,9 /10 utenti 3,1 /5 | Metacritic critica 59 /100 utenti 4,5 /10 |
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