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Quando Morgoth, il più potente dei Valar, attacca il Regno di Valinor, gli elfi cercano di opporsi invano. Nonostante la successiva caduta del Valar, l’elfo Finrod viene ucciso e marchiato da Sauron, successore di Morgoth. Così Galadriel, sorella di Finrod, si mette a caccia di Sauron cercando di stanarlo lungo tutta la Terra di Mezzo. Ma dopo un lungo tempo di ricerche infruttuose, subisce l’ammutinamento della sua squadra, ormai sfibrata e disillusa. Intanto l’elfo Arondir che si trova nelle Terre degli Uomini riceve un messaggero che gli intima di tornare a casa data la fine delle ricerche di Sauron. Ma mentre si trova dalla guaritrice Bronwyn, con cui condivide un profondo legame affettivo, per salutarla prima di andare via, scopre che i pascoli sono stati infettati dal qualcosa di oscuro e insieme decidono di indagare. Dopo aver assistito alla caduta di un meteorite, Nori Brandipiede, una Hobbit pelopiede, si reca sul posto con l’amica Poppy e scorge al centro della voragine una figura priva di sensi che si risveglia e nonostante non parli la loro lingua cerca di comunicare con loro. Il mezzelfo Elrond si reca a Khazad-dûm, un Reame dei Nani, per chiedere aiuto all’amico Durin circa la costruzione di un’imponente fucina. Una volta superata la rabbia del nano verso il mezzelfo che non si recava a trovarlo da molto tempo, i due iniziano a collaborare anche grazie all’intervento di Disa, moglie di Durin. Nel frattempo Galadriel, rimasta volontariamente indietro nel viaggio per mare di ritorno a Valinor, incontra una zattera di sopravvissuti. Una volta salita a bordo vengono attaccati da una creatura mostruosa in una lotta che lascia superstiti solo l’elfa e Halbrand, un uomo delle Terre del Sud. Entrambi vengono salvati da una nave capitanata dal Elendil che li porta presso il Regno di Númenor, i cui rapporti con gli elfi sono andati rovinandosi sempre di più. Per questo la richiesta di una nave da parte di Galadriel per tornare nella Terra di Mezzo viene negata dalla regina Míriel. Ma durante la permanenza a Númenor, l’elfa scopre che il marchio di Sauron corrisponde a una mappa e che Halbrand è il re designato delle Terre del Sud. – A volte per trovare la luce dobbiamo prima toccare l’oscurità. Il mezzelfo Elrond appare inscalfibile nella sua convinzione che in un modo o nell’altro riuscirà nei suoi intenti. A partire dalla riconquista della fiducia del nano Durin, rozzo e burbero, ma in fondo generoso come nessun altro. Arondir è un elfo sprezzante del pericolo, onorevole e affidabile. Insieme a Bronwyn può cambiare le sorti di più di un popolo grazie alla dedizione totale che mette in tutto quello che fa. Nori è ricca di uno spirito solare e allegro. Il suo incontro con Lo Straniero ha un qualcosa di magico ma anche oscuro, un contrasto che non si capisce a cosa possa portare, se verso una liberazione o un totale sfacelo. E poi c’è Adar, signore degli orchi, dalla cui malvagità si accende la scintilla che potrebbe far ripartire le oscure azioni di un introvabile Sauron. In che modo si può andare contro un destino scritto in una pietra? La produzione non ha lesinato in quanto a costumi e scenografie, imponenti come in pochi altri prodotti seriali al punto da non riuscire a staccare gli occhi dallo schermo se non mettendo in pausa la riproduzione, altro grosso punto a favore. I dialoghi lirici a un certo punto diventano purtroppo verbosi e ciò che fino allora era piacevolmente impegnativo si fa pesante da seguire. Molto evocativo il canto a base di musica celtica nel quinto episodio (intonato da Poppy e che torna nei titoli di coda) che alleggerisce e riconduce chi guarda e ascolta alle atmosfere tanto amate dagli amanti del genere. Ogni episodio si conclude con uno o più cliffhanger, com’è giusto che sia, ma le immagini potenti sono portate da una regia troppo spesso claudicante, in alcuni momenti addirittura elementare e prolissa. Ma il vero problema è il ritmo, male alternato fra parole profonde che rallentano il tutto e un’azione (che arriva solo oltre la metà degli episodi) che dà una scossa netta all’impianto. Accelerazioni e frenate che mal si sposano con l’attenzione degli spettatori perché invece di compensarsi a vicenda, troppo spesso tendono a stridere. Quello che riguarda il sovrannaturale non prende mai il sopravvento, anche se fortemente presente lungo il racconto, e quando la stagione si sta concludendo si avverte che ci sarà molto da vedere in seguito. Fortunatamente verso il finale, dopo diversi accadimenti avversi, si scatena una forza di reazione notevole che scalda il cuore e fa bruciare i sensi, e le battaglie, che in genere è bene restino come qualcosa di marginale, risuonano come una necessaria boccata d’ossigeno. La chiusura concentra tutto il meglio con prese di posizione e cambi di fronte sorprendenti, alcuni annunciati, altri inaspettati. La seconda stagione è entrata in pre-produzione nel Regno Unito dal secondo trimestre di quest’anno e la sua uscita è prevista tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Sperando che ciò che è stato faticosamente seminato prenda il volo in maniera più decisa e avvincente, e che l’andatura degli accadimenti progredisca più efficacemente e con la giusta alternanza tra riflessioni e azione. Perché quando si tratta di una megaproduzione come questa la base di partenza dev’essere una sceneggiatura inattaccabile. Che fin qui lascia ancora a desiderare. VALUTAZIONI dal trailer all’intera serie soglia d’attenzione visione Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere | stagione 1 (The Lord of the Rings: The Rings of Power) sviluppata da J. D. Payne, Patrick McKay basata su Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien personaggi interpreti critica IMDb stagione intera 6,9 /10 singoli episodi 7,3 /10 | Rotten Tomatoes critica 7,9 /10 utenti 2,4 /5 | Metacritic critica 71 /100 utenti 2,5 /10 |
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