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Zerocalcare intraprende un viaggio in treno con i suoi due amici Sarah e Secco, durante il quale ripercorre alcune tappe della sua vita, cruciali e non, per capire in che modo sia arrivato al punto dell’esistenza in cui si trova. Gli fa da contraltare la sua ficcante coscienza che gli parla nei panni di un armadillo. Nel suo passato c’è anche Alice, la ragazza di cui si è innamorato a prima vista ma con cui non ha mai voluto andare oltre per timidezza malcelata e paura di rovinare il bel rapporto d’amicizia. Sui binari su cui viaggia il treno verso Biella, scorrono le immagini di quello che è stato, insieme a quello che avrebbe potuto essere su cui Zero tenta invano di stendere il solito velo col suo perenne “È annata così.” Per chi conosce l’immaginario di Zerocalcare tramite le strisce su vari giornali e i libri editi dalla casa editrice Bao Publishing, qui in veste di coproduttrice, questa serie rappresenta l’evoluzione di un mondo già leggero e profondo allo stesso tempo. Che adesso trova una densità ancora maggiore grazie alla dinamica del movimento, che con la rapidità con cui li esibisce accentua la brillantezza dei concetti che esprime. Spensieratezza mista a malinconia per i tempi andati, accanto a rabbia, gioia, paura, ipocondria, leggerezza e peso del presente, guadagnano uno spessore ulteriore giostrato sempre con efficacia, estro e slancio creativo, usando come filo conduttore la chiave di un’ironia (e autoironia) mai fine a sé stessa. Inutile scendere nei ridicoli attacchi contro l’uso del romanesco da parte del protagonista, che peraltro non fanno altro che alimentare l’interesse verso la serie. Bisogna però dire a chi non riesca a comprendere l’idioma che la gran parte dei prodotti Netflix può essere ascoltata in varie lingue e soprattutto con i sottotitoli. Questo compreso. Sottolineato l’ovvio, si può entrare nella questione della scelta dell’autore di doppiare tutti i personaggi, eccetto l’Armadillo di Valerio Mastrandrea. Solo nell’ultimo episodio ognuno acquista una voce propria, quando il protagonista è costretto a mettere da parte la sua sproporzionata e disequilibrata egomania che lo porta, tra le altre cose, a farsi carico di ogni possibile fardello che lo avvicini nel raggio di chilometri. Ancora un’acquisizione di senso, giocata tra la storia e il come metterla in scena. Il personaggio Zerocalcare racconta molto fedelmente la vita del suo creatore Michele Rech al punto che a volte non è facile capire chi sia dei due l’alter ego dell’altro. La versione animata (come quella reale) è un ragazzo simpatico per il modo in cui affronta la vita, tra ansie e paure, legittime e autoindotte, che spesso lo portano ad apparire come un autentico rompipalle sull’orlo dell’autolesionismo. Ma la sua forza sta proprio qui: Zerocalcare si mostra per com’è, coi suoi pregi e difetti, senza filtri dovuti al politicamente corretto. Cosa che peraltro gli ha causato diverse ritorsioni, perfino dai suoi stessi sostenitori e ammiratori (non mi andava di scrivere fan né tantomeno follower, ndr). Insieme a questo dato di base, lo scrittore e disegnatore riesce sapientemente nel complesso compito di far interagire commedia e dramma sempre in maniera densa e altamente significante. Nella serie ci sono due trame che vengono intessute egregiamente al punto che una nasconde per gran parte del tempo l’altra. Quella orizzontale tra Zero e Alice inizialmente si mimetizza nell’universo del protagonista che rappresenta quella verticale. Ogni reparto della serie è a dir poco impeccabile e aumenta di molto il valore dell’opera. La sceneggiatura è talmente brillante e rapida al punto da dover mettere in pausa più volte durante gli episodi per non perdere niente della vastità di particolari di cui è piena. Tra i quali ci sono citazioni esplicite e facilmente individuabili come quelle di Full metal jacket, Arancia meccanica, Star wars, Il trono di spade, L’odio, e altre meno immediate come quelle tratte da Il regno di fuoco, Trainspotting e Boris. Ottima l’animazione (e non era scontato) realizzata presso lo studio DogHead Animation – che ha sede presso la bella e ampia Manifattura Tabacchi in zona Cascine a Firenze (che si può ammirare nel video 24 ore con Zerocalcare, così come l’ottimo studio di doppiaggio Sound Farm 999) – che non ha nulla da invidiare a tante delle ben più costose produzioni americane. C’è anche un’ottima colonna sonora, le cui parti originali, sigla compresa, sono state composte da Giancarlo Barbati, in arte Giancane, che aveva già prestato voce e strumenti alla serie Rebibbia Quarantine di Zerocalcare andata in onda circa un anno fa su Propaganda Live. Ultimo ma non ultimo il doppiaggio dell’Armadillo da parte di Valerio Mastandrea che impreziosisce l’arguzia di un personaggio già di per sé fantastico, paragonabile per eccellenza al geniale Groucho di Dylan Dog. Non ci sono ancora notizie su una possibile seconda stagione. E visto il successo che la serie sta ottenendo (seconda nella Top 10 il primo giorno e inattaccabilmente prima dal secondo in poi, davanti all’atteso e pubblicizzatissimo Red notice, oltre al moltiplicarsi di meme ed estratti di pochi secondi come soltanto “So’ Lillo”) ci sono alcune considerazioni da fare. Zerocalcare è un artista che non ama fossilizzarsi su uno stesso argomento troppo a lungo, motivo per il quale potrebbe non esserci una 'Strappare lungo i bordi 2' ma una serie tutta nuova in cui tornerebbe sempre il protagonista, assieme alla banda di amici di cui fa parte, dei quali qui si sono palesati solo Secco e Sarah, mentre altri – come Katja, Cinghiale e il Panda (la sua coscienza cinica) – sono comparsi solo per rapidi e quasi subliminali cameo. Una cosa è certa: questa serie non va persa per niente al mondo. Perché, tra le tante motivazioni di carattere artistico succitate, restituisce all’anima una dimensione umana, specialmente durante questa pandemia che non sembra voler mollare. E per ‘umana’ si intende fatta di spontaneità gioie dolori pregi errori e tanto tanto altro. Senza virgole né bordi. Nota tecnica a cura di Emidio Frattaroli VALUTAZIONI dal trailer all’intera serie soglia d’attenzione visione Strappare lungo i bordi | stagione 1 ideatore Zerocalcare (Michele Rech) musiche Giancane personaggi interpreti vocali Zerocalcare Zerocalcare critica IMDB 8,9 /10 | Rotten Tomatoes critica nd /10 utenti 4,9 /5 | Metacritic nd aspect ratio 16 : 9 |
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