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Nel 1993 nella cittadina texana di Skylin scorrono le vite di due ragazze adolescenti: la timida e impacciata Jeanette Turner e l’affascinante e popolare Kate Wallis. Quando Kate scompare improvvisamente, Jeanette prende lentamente il suo posto, sia tra le amicizie che nel cuore del suo ragazzo Jamie. Ma un anno dopo Kate viene miracolosamente ritrovata, viva, e una volta intervistata in un noto programma televisivo accusa pubblicamente Jeanette di averla vista mentre era preda del suo rapitore senza fare niente, trasformandola nella ragazza più odiata d’America. Prodotta da Freeform (rete di ABC, divisione di The Walt Disney Company) specializzata in prodotti a target adolescenziale come Shadowhunters e Pretty Little Liars: The Perfectionists, Cruel Summer spicca per la particolare costruzione. Il primo episodio descrive da subito l’impianto narrativo disposto su tre piani temporali: quello del 1993 in cui Jeanette, che inizialmente sembra l’unica protagonista, è una dolce nerd sognatrice, giudiziosa, sempre sorridente e con gli occhiali e l’apparecchio sui denti, che dai giochi quasi innocenti con gli amici Mallory e Vince s’impegna a sbocciare e diventare apprezzata quanto Kate; quello del 1994 in cui è diventata decisamente più carina, amica delle perfide amiche di Kate (dopo essersi allontanata da Mallory e Vince) e ragazza del suo (ex?) ragazzo, salvo poi ritrovarsi coinvolta nel ritorno di lei dopo un rapimento lungo un anno; e quello del 1995 in cui ha i capelli corti tagliati male, è sempre arrabbiata o depressa ed è divenuta bersaglio di continue rappresaglie da parte di chiunque, capro espiatorio di qualcosa cui sembra essere del tutto estranea. E si gettano le basi per ciò che si svilupperà nel corso della storia per giungere a una soluzione dell’intricato enigma, svelato già in chiusura dell'episodio pilota. Successivamente a questa partenza in cui Jeanette la fa da padrona assoluta, la presenza di Kate si fa via via più ingombrante e soprattutto pesante e pericolosa. La sua risalita dagli inferi che l’ha ovviamente cambiata per sempre diventa sempre più minacciosa con tanto di prove a supporto della tesi. Prove che però non reggono e insinuano il dubbio che stia in qualche modo mentendo. Ma chi delle due sta nascondendo più verità per salvare la propria immagine, non solo tra le persone care o giuridicamente, ma specialmente agli occhi dell’intera nazione? Le risposte rimbalzano lungo il racconto sfumando continuamente ciò che inizialmente appare come bianco o nero, svelando lati inaspettati di entrambe, rilanciandone la portata a ogni episodio con conseguenze sempre più spiazzanti. Da una simile descrizione si potrebbe pensare a una banale serie per ragazzini che punta ai facili rovesciamenti di fronte per creare un continuo effetto sorpresa utile solo a tenere il pubblico incollato. Ma non è così. Il primo elemento che differenzia Cruel Summer da un prodotto medio è un montaggio davvero perfetto. Dalle didascalie dei tre differenti anni impresse non per la comprensione ma per descrivere quando ci si trova, i salti temporali risultano più che chiari. Gli elementi per comprendere l’anno in cui ci si trova sono ben locati, quello principale è l’aspetto differente di Jeanette, evidentemente nell’acconciatura, ma anche nel modo di muoversi e di porsi. La fotografia gioca poi un ruolo chiave. Riesce nel complesso duplice compito di distinguere nettamente le linee temporali distanti solo un anno (che sembrano dieci) l’una dall’altra, mimetizzandosi al contempo nella storia senza appesantire il susseguirsi delle scene. Dal 1993 in cui tutto appare dorato e innocente, nel 1995 tutto si fa cupo, i toni diventano opachi e quasi privi di colore. Passando per un 1994 incerto, in cui si mettono in evidenza le incrinature che diverranno fratture insanabili. Il difetto della Jeanette bruttina che improvvisamente diventa uno schianto viene colmato dal pregio della serie di non indugiare mai sui corpi delle ragazze, entrambi più che apprezzabili. Lo stesso vale per quello che avrebbe potuto essere il centro del racconto. C’è un rapimento ad opera di un uomo ai danni di una ragazza ma non viene trattato come tema principale e viene approfondito solo bel oltre la metà degli episodi, incuriosendo così chi guarda. L’argomento principale riguarda due ragazze adolescenti che si scontrano senza troppi sconti, in un andirivieni di colpi di scena e rivelazioni che da quasi normali andranno ben oltre ogni limite. Qualche difetto indebolisce un po’ la serie. Diverse questioni (come quella su Annabelle) vengono annunciate a più riprese ma tardano ad essere esplicate finendo per accumularsi nell’ultimo episodio. Un finale troppo denso di avvenimenti annunciati e capovolgimenti continui soffoca un po’ quello che avrebbe potuto essere un epilogo pieno e soddisfacente. E alcune scelte di sceneggiatura in questo senso sono decisamente discutibili. Quella che sembrava (e avrebbe potuto essere) una miniserie è al contrario solo la prima stagione di questo thriller sociale e psicologico che potrà raccontare certamente ancora qualcosa ma rischia di non risultare incisivo ed efficace quanto questo buon primo capitolo che, difetti a parte, merita sicuramente la visione perché spiega nel dettaglio quanto la società dell’immagine e dell’apparenza (non solo fisica, ma anche e soprattutto morale) stia prendendo strade informi e deviate. E lo fa con una costruzione pulita, senza fronzoli e con crescendo su vari livelli di qualità decisamente alta. VALUTAZIONI dal trailer all’intera serie soglia d’attenzione visione Cruel Summer | stagione 1 ideatore Bert V. Royal personaggi interpreti critica IMDB 7,5 /10 | Rotten Tomatoes critica 7,8 /10 utenti 3,9 /5 | Metacritic critica 75 /100 utenti 9,4 /10 aspect ratio 16 : 9
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