![]() |
|||||||||
Stampa | |||||||||
|
|||||||||
Pagina 1 -
Durante Avengers: Endgame, Loki, dio dell’inganno e fratello adottivo di Thor, ha generato una nuova linea temporale nella quale questa sua versione alternativa non è passata per gli eventi che lo avevano portato a redimersi, fino al suo sacrificio finale in Avengers: Infinity War. Rubato il Tesseract sfugge alla cattura e viene teletrasportato in un deserto in cui viene però subito fermato dagli agenti della Time Variance Authority (TVA), l’organizzazione che controlla che le linee temporali non subiscano pericolose variazioni. Attraverso Mobius, uno dei suoi migliori agenti, la TVA propone a Loki la possibilità di evitare la pena capitale se li aiuterà a prendere una figura misteriosa che minaccia la stabilità della Sacra Linea Temporale, l’unica realtà che può assicurare che la vita per come la conosciamo possa continuare. Quanto era piacevole un tempo guardare film dalla struttura complessa che si comprendevano facilmente grazie alle azioni dei personaggi che si sviluppavano praticamente, piuttosto che tramite macchinose spiegazioni? Pensare a Ritorno al Futuro come punto di riferimento per capire le realtà parallele, è diventato oggi, per qualcuno, quasi risibile, banale. Ma senza evocare un passato che per altri è rimasto sacro e intoccabile, basta considerare la prima delle serie tv Marvel da quando la casa di Stan Lee ha stretto l’accordo con Disney: Wandavision. Un prodotto sfaccettato, a più moduli, decisamente complesso eppure immediato e chiaro nel comunicare con chi guarda. Non è un caso se per i prossimi Emmy Awards ha ottenuto ben 23 nomination. Loki inizia molto bene, dalle immagini dei vendicatori, trasporta lo spettatore in un altro mondo, un mondo al di là dello spazio e del tempo, la sede della TVA. Da qui inizia il glossario. Che cos’è una Variante? La versione alternativa di un personaggio. Che cos’è un Evento Nexus? Un accadimento che genera una nuova linea temporale. Per cosa sta il termine falciare? Per l’eliminazione di una Variante, un po’ come in Blade Runner, in cui si utilizzava “pensionamento” riferito all’eliminazione di un replicante. Ma fino a qui tutto bene, come diceva qualcuno in L’odio di Kassovitz, riferendosi a un uomo che sta precipitando dal cinquantesimo piano di un palazzo. Tutto bene perché il primo pregio della serie si fa largo su tutto: le scenografie ricche di oggetti e arredamenti in parte tecnologicamente avanzati e in parte retro, invadono gli occhi e donano grazia a ciò che accade al protagonista nei meandri della struttura in cui è detenuto. Poi arriva Mobius, un Owen Wilson in forma smagliante, che non si misura col dio dell’inganno mettendosi in posizione di superiorità, ma da pari a pari. E quando arriva la sua analisi, tutta la vita di Loki viene messa in discussione sotto una lente per questo più autorevole. Una sfida simile a quella tra Tom Hanks e Leonardo DiCaprio in Prova a prendermi. Perché a questo punto viene svelata la chiave dell’intreccio e cioè che se Loki vuole evitare di essere falciato dovrà collaborare con la TVA per fermare qualcuno che sta minacciando a sua volta la stabilità spazio temporale. Inizia così l’avventura. Se qualcuno ha trovato delle similitudini con Rick and Morty, soprattutto per il tema dei viaggi nelle dimensioni temporali, non si sbaglia perché lo showrunner Michael Waldron è stato tra gli autori della ormai notissima serie animata, nata come una parodia fan fiction dei Doc e Marty del succitato Ritorno al Futuro. Con la differenza che mentre Rick and Morty continua a essere complessa ma comprensibile e soprattutto sempre brillantissima e dinamica, Loki parte in maniera eccellente per poi sfaldarsi, almeno in parte, via via che gli episodi si susseguono. Perdendo ad esempio molta della bellezza delle atmosfere alla Brazil di Terry Gilliam, concentrandosi su una certa macchinosità che indebolisce non poco l’impianto. Una delle mancanze maggiori, ad esempio, sta nel fatto che non venga mostrato il passato degli altri Loki, messi in scena quasi più per una questione estetica che per una reale funzione narrativa. E non raccontare tutte quelle storie che sono una vera miniera d’oro, pensando che la cosa non si noti, è quasi un delitto. Cosa che non accade invece col personaggio di Sylvie. Sebbene con una presenza inizialmente affascinante, perché misteriosa, che tende però in diversi momenti a un certo declino, la donna riesce a tenere alta l’attenzione per la sua forte capacità di tener testa a Loki, in una contrapposizione ben costruita e delineata. Attratti l’uno dall’altra ma complementari sulle idee e sul da farsi, i due marciano su due binari distinti per poi trovare dei punti d’incontro e di nuovo separarsi, in coreografie cadenzate, alternatamente divertenti e drammatiche. Parallelamente, il rapporto tra Mobius e la giudice Ravonna sembra molto forte ma viene messo a rischio quando lui prova a fidarsi di Loki, stabilendo varie divergenze, più o meno riconcialiabili. La mancanza di manicheismo è un altro dei pregi indiscutibili della serie, anche se nella figura del protagonista avrebbe potuto funzionare meglio. Sebbene sia interessante che Loki si confronti con più di un antagonista provando a vincere il proprio smisurato ego, il fatto che diventi in qualche modo “buono” è un male per la serie, perché lo fa apparire poco coerente nel carattere. Per quello che invece riguarda le sue intenzioni iniziali, la scelta diventa buona perché rende decisamente più vivace la storia. Infine c’è un personaggio fondamentale, di cui non possiamo parlare, davvero potente e determinante che rimetterà in discussione tutto ciò che sembra guidare la storia verso un esito positivo, distruggendo certezze e serenità. Fin qui resta una serie purtroppo sopravvalutata, dalle grosse potenzialità, incredibilmente ancora non sfruttate appieno. Anche Miss Minutes, il simpatico ma anche autoritario orologio antropomorfo ispirato a Felix the Cat, non viene utilizzata a sufficienza, quando ciò che rappresenta, il passare del tempo, è proprio il tema portante dell’intera storia. Fortunatamente, il finale assolutamente fantastico mette in risalto diversi aspetti e crea attesa per il seguito. A partire dalle riflessioni profonde circa l’eterno conflitto tra l’ordine che genera sicurezza ma anche sottomissione, e il caos che crea libertà ma anche incertezza. Nata come serie limitata a un’unica stagione, Loki è stata poi rinnovata per una seconda stagione, segno che si sta puntando molto sul personaggio per farlo riapparire in questa sua altra versione nei prossimi prodotti del Marvel Cinematic Universe. L’inizio delle riprese per il secondo capitolo, che vedrà un cambio alla regia fin qui affidata a Kate Herron, è previsto per gennaio 2022, per cui a meno di sovrapposizioni con altre serie Marvel, potrebbe arrivare su Disney+ intorno alla fine dello stesso anno. Nota tecnica a cura di Emidio Frattaroli VALUTAZIONI dal trailer all’intera serie soglia d’attenzione visione Loki | stagione 1 ideatore Michael Waldron personaggi interpreti critica IMDB 8,5 /10 | Rotten Tomatoes critica 7,8 /10 utenti 4,3 /5 | Metacritic critica 74 /100 utenti 6,6 /10 camera Arri Alexa LF, Panavision T-Series Lenses (camera principale) | Phantom Flex4K, Panavision T-Series Lenses | Sony CineAlta Venice, Panavision C- and T-Series Lenses |
|||||||||
Pagina stampata da AV Magazine: https://www.avmagazine.it Vietata la copia e la distribuzione (anche parziale) senza la previa autorizzazione di AV Raw s.n.c. Per maggiori informazioni : https://www.avmagazine.it/sito/legale/ Copyright 2005 - 2025 AV Magazine AV Magazine - registrazione Tribunale di Teramo n. 527 del 22.12.2004 Direttore Responsabile: Emidio Frattaroli |