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Finn Wallace, capo della famiglia malavitosa più potente di Londra, muore all’improvviso. Il figlio Sean accecato dalla vendetta blocca tutti i loschi traffici della città fin quando non si scoprirà chi ha ucciso il padre del quale nel frattempo vengono rivelati misteri di cui neppure moglie e figli erano a conoscenza. Ma i componenti delle altre bande non ci stanno e tentano di rovesciarlo con ogni mezzo. Elliot un poliziotto sotto copertura, mettendo a rischio la propria vita riesce a conquistare la fiducia della famiglia Wallace e si infiltra tra le maglie della criminalità organizzata per mettere sotto accusa tutto il sistema a partire da quelli a cui finge di aver giurato fedeltà assoluta. Prima di iniziare la visione di Gangs of London la mente corre a Peaky Blinders, altra serie britannica di successo. Le analogie sono diverse: anche questa è ambientata in Gran Bretagna sebbene ai giorni nostri, una famiglia che gestisce il malaffare e arriva a penetrare i gangli della politica e addirittura il protagonista Joe Cole - che interpreta Sean - che proviene proprio dalla serie con Cillian Murphy in cui è John, il fratello di Thomas Shelby. Il primo episodio si apre su un’inquadratura rovesciata dello skyline londinese. Una visione notturna e oscura, opposta alla giustizia, metafora perfetta per descrivere ciò che è l’essenza della serie: la famiglia Wallace. Finn (Colm Meaney - Star Trek: The Next Generation, Star Trek: Deep Space Nine), il padre patriarca che gestisce gli affari dell’organizzazione - di cui fanno parte la mafia albanese, i combattenti per la libertà curda, il cartello della droga pakistana, nomadi gallesi - è un uomo spietato che ha allevato i figli senza filtri. La moglie Marian (Michelle Fairley - Il trono di spade) che non ha mai evitato ai figli la sorte di proseguire la strada paterna e alla morte di Finn è costretta a reggere le fila di quel che resta. La figlia Jacqueline (Valene Kane) che si è staccata dalla famiglia ed è in perenne conflitto con la madre, è incinta e lavora come dottoressa in pronto soccorso. Il figlio minore Billy (Brian Vernel) è dipendente dall’eroina e viene tenuto lontano dalle attività familiari. Sean, il maggiore, diventa all’improvviso il capo dell’impero del padre e la rabbia lo porta a prendere solo decisioni drastiche che spesso lo portano lontano dal focus. Protagonista della serie, il neo capofamiglia di casa Wallace non ha mai pace, non può fidarsi di nessuno sebbene ne avrebbe davvero bisogno. Sulla sua strada si mette Elliot (Sope Dirisu) suo nascosto antagonista che Sean al contrario crede - non senza dubbi - suo sodale. L’uomo indaga con discrezione ma nel fingere non riesce a sottrarsi ai sentimenti per Shannon (Pippa Bennett-Warner), figlia di Ed Dumani (Lucian Msamati) il collaboratore più stretto di Finn cui lo lega un rapporto di amicizia stabilito quando erano giovani, che dopo la sua morte cerca tra mille difficoltà di far ragionare Sean e mantenere stabili i difficili equilibri con gli altri clan criminali. Non riuscendoci, tentato da una proposta allettante si trova a favorire il figlio Alexander (Paapa Essiedu) per sostituire il rampollo dei Wallace al comando dell’organizzazione. L’Elliot poliziotto segue tutto in punta di piedi, l’Elliot impiegato di bassa manovalanza combatte a mani nude sporcandole del sangue di chi è contro Sean. Ma tra i due c’è l’Elliot essere umano che sebbene sappia da che parte stare rischia di coinvolgere sé stesso e altre persone nell’evoluzione catastrofica di un gioco ben più grande di lui. Fin quando qualcosa di inaspettato rovescia tutte le carte in tavola. Gangs of London è una serie che lascia il segno, un mostro fatto di intrighi di potere, un serpente che si insinua in ogni ambito economico e sociale all’interno di una delle città più cosmopolite e dinamiche del mondo. La sua forza - un po’ come nel Padrino di Coppola - sta nel mostrare le miserie umane di gente che crea imperi a scapito del bene comune. Bugie, corruzione, capitali enormi, legami affettivi, gelosie, tradimenti, sopraffazione, ambiguità, nessuno può dirsi mai salvo né innocente e non è affatto facile per lo spettatore capire da che parte stare. Non è una visione consigliata a stomaci sensibili: per la violenza espressa - particolarmente in uno degli episodi - è paragonabile più a Kill Bill che a Peaky Blinders. Il primo episodio di Gangs of London è stato visto in Gran Bretagna da oltre due milioni di spettatori. Il network americano AMC che ha rilevato i diritti di trasmissione negli Stati Uniti è diventato anche co-produttore per la seconda stagione che si annuncia di grande impatto visto il finale deflagrante e del tutto imprevedibile della prima. Valutazioni DAL TRAILER ALL’INTERA SERIE SOGLIA D’ATTENZIONE VISIONE Gangs of London | stagione 1 ideatore Gareth Evans, Matt Flannery personaggi interpreti critica IMDB 8.2 / 10 | Rotten Tomatoes 7.84 / 10 | Metacritic 60 / 100 camera Arri Alexa LF, Arri Alexa Mini LF
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