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Anno 2033. Nathan è un ragazzo cui sembra non mancare niente. Con l’amico Jamie lavorano a un progetto molto ambizioso chiamato Beyond, un software che potrebbe fruttar loro grosse cifre. Sta con Allegra, una ragazza bella, forte e decisa. Vive in un futuro in cui le auto viaggiano a guida autonoma. Ma proprio in una di queste, a causa di un malfunzionamento, ha un incidente gravissimo in cui rischia di perdere la vita. Salvo essere trasferito in una versione digitale di sé stesso. Immaginate un futuro in cui un attimo prima di morire si possa trasferire la propria coscienza in una realtà virtuale. Upload mette in scena in chiave comedy la questione etica del fine vita, che qui corrisponde a un passaggio dal corpo al cloud. Un passaggio costoso, a meno di finire in qualcosa che somiglia più a un videogioco Commodore style che a una vita anche solo apparente. La domanda principale sollevata dalla serie è contenuta nella canzone dei Queen che fa da colonna sonora ad Highlander: who wants to live forever? Chi vorrebbe (davvero) vivere per sempre? E come in quel film la domanda non resta immaginata in senso filosofico e teorico ma viene messa in scena. La vita eterna è servita. Ovviamente la cosa può essere vista solo come metafora. La riproduzione della mente umana in digitale al momento è ferma a un millimetro quadrato, più o meno 77 mila neuroni su 86 miliardi, figuriamoci la coscienza! Ma il parallelo con ciò che ci sta accadendo intorno (dai reality ai social) non è da sottovalutare. Nella serie viene anche affrontato un altro tema interessante, soprattutto visti i tempi: il luddismo, un movimento nato nel diciannovesimo secolo che prevedendo che l’automatizzazione del lavoro durante la rivoluzione industriale avrebbe generato disoccupazione e bassi salari si batteva affinché venisse limitato l’uso delle macchine. In questa prima stagione viene solo accennato ma a detta della produzione verrà approfondito in seguito. La serie scorre bene tra le immense se non infinite possibilità generate dal plot. Ci si potrebbe chiedere come sarebbe stata se fosse stata raccontata come drama. Probabilmente non avrebbe funzionato perché il rischio sarebbe stato quello di apparire come già vista. E invece (come accade anche nella recente serie Future man) la leggerezza apportata dallo stile a tratti divertente bilancia la storia generando un equilibrio non semplice: da un lato l’intrigo del complotto ai danni del protagonista, dall’altro l’ironia nell’affrontare il tema più doloroso e cioè la fine della vita per come la conosciamo. Nathan si ritrova suo malgrado in un mondo in cui il suo avatar mangia, si veste a piacimento, fa qualsiasi cosa voglia come se fosse reale. Può avere anche rapporti con la sua ragazza ancora viva (sì, quei rapporti) grazie a una tuta virtuale che genera sensazioni tattili. A guidarlo nella sua nuova vita c’è l’angelo Nora, una ragazza che lavora per la Lake View, la società che gestisce il paradiso digitale. Nel file di Nathan, Nora scorge delle incongruenze che la portano a diffidare della versione ufficiale circa l’incidente. Nathan cerca di contattare l’amico e compagno di lavoro Jamie che però sembra evitarlo. E anche Allegra non appare del tutto limpida. Ma il ragazzo fatica a ricordare alcuni passaggi chiave della sua vita precedente, per cui tutto diventa più complicato. La serie tratta di realtà virtuale ed aumentata, di intelligenza artificiale, di pagamenti con moneta virtuale, di automatizzazione e molto altro. Temi cari a serie come Black mirror, Maniac, Halt and catch fire, Love Death & Robots, Philip K. Dick's Electric Dreams o film come Ritorno al futuro, Matrix, Ex machina, Her, Wall-E, Minority report, Ready player one, Avatar o il meraviglioso sebbene più distante L’uomo che visse nel futuro, solo per citare i primi che giungono alla mente (un elenco esaustivo sarebbe sterminato). Film e serie (tutti ovviamente consigliati) che mettono e cercano di tenere al centro l’essere umano in quanto agente e pensante piuttosto che passivo in funzione delle macchine dotate di intelligenza artificiale. Upload è stata rinnovata per una seconda stagione grazie all’immediato successo ottenuto. Gli interrogativi lasciati in sospeso sono diversi, per cui si spera che le risposte arrivino al più presto. Lo showrunner Greg Daniels si è detto molto soddisfatto della resa e dell’impatto della prima stagione sul pubblico ed è già al lavoro affinché la serie possa tornare già all’inizio del 2021. Ps: se il genere vi appassiona, Amazon Prime Video ha caricato da pochi giorni un film dal titolo simile, Upgrade, uno sci-fi drammatico con tinte thriller davvero niente male. Valutazioni DAL TRAILER ALL’INTERA SERIE SOGLIA D’ATTENZIONE VISIONE
ideatore Greg Daniels personaggi interpreti Nathan Brown Robbie Amell critica IMDB 8.1 (su 10) | Rotten Tomatoes 6.97 (su 10) | Metacritic 66 (su 100) camera Arri Alexa Mini (Leica Summilux C) | aspect ratio 16:9
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