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Pagina 1 - Il Giudizio di Alessio Tambone
Nel 2015 il regista J.J. Abrams aveva avuto il compito - anche in veste di produttore e sceneggiatore - di aprire una nuova trilogia di Star Wars. Operazione che seguiva la storica vendita dei diritti di tutto il marchio da George Lucas alla Disney. Commentando quel film, avevamo sottolineato da una parte la "scopiazzatura" dell'originale del 1977, ma dall'altro una possibile buona base per il proseguimento della trilogia. Due anni dopo, l'Episodio VIII è stato invece scritto a diretto da Rian Johnson, che aveva in qualche modo cercato di invertire il senso di marcia con trovate non proprio riuscite, allontanandosi di molto dalla visione di Abrams. Eccoci quindi a Episodio IX, la chiusura di una saga lunga 42 anni, con un titolo importante come L'ascesa di Skywalker e una pre-produzione molto travagliata. Assegnato inizialmente a Colin Trevorrow (Jurassic World), la pellicola ha subito numerosi revisioni di soggetto e sceneggiatura, per arrivare all'allontanamento del regista per le solite divergenze creative. Dopo il rifiuto da parte di Johnson, la Disney ha coinvolto nuovamente J.J. Abrams, che ha riscritto tutto lo script insieme al premio Oscar Chris Terrio. Molti i lati positivi: la sceneggiatura spazza in qualche modo i passi falsi di episodio VIII, continuando quasi direttamente quanto abbozato ne Il risveglio della Forza. Buoni i piccoli richiami dei concetti sparsi nell'intera saga (il potere della rinascita/guarigione, finalmente una medaglia per Chewbacca), quasi a voler tirare tutti i possibili fili in questa conclusione, ma soprattutto la scelta delle origini di Rey. Ma sono tanti - troppi - anche i risvolti negativi: una parte centrale della pellicola che non decolla, nonostante un ottimo avvio; anche in questo caso dinamiche sullo schermo molto simili a quelle di un episodio - in questo caso il VI - della trilogia originale; un lato oscuro mai così poco attraente; un bacio assolutamente evitabile; un Kylo Ren con un carisma confermato praticamente pari al mio. I comunque bravi nuovi protagonisti fanno il possibile, aiutati dalla copertura dei vari Harrison Ford, Mark Hamill (un po' caricatura di se stesso) e la compianta Carrie Fisher. Se il ritorno di Lando Calrissian è una simpatica idea, la riesumazione dell'Imperatore Palpatine è la trovata più riuscita del film, con una trama accettabile e che di fatto lo rende il villain dell'intera saga (con buona pace dei vari Kylo Ren, Snoke, generale Hux e Capitan Phasma). Regia e montaggio cercano di mascherare le lacune, con un ritmo serrato, un'immagine visivamente accattivamente e un sapiente utilizzo dell'illuminazione e degli effetti speciali (visivi e sonori). Il film è girato prevalentemente in pellicola 35mm e, benché master e distribuzione siano a risoluzione 4K, dettaglio e risoluzione sono decisamente in secondo piano, con la grana che in molte scene - sicuramente quelle più scure - è ben visibile. Ottimi i colori, con alcuni elementi dotati di saturazione molto elevata. Ricordiamo anche che il film è distribuito anche in HDR nelle poche sale Dolby Cinema sul globo terracqueo. Cercheremo di aggiornarvi sulla versione in HDR prima possibile, magari da Las Vegas poco prima del CES... Ultimo pensiero sulla colonna sonora, con il maestro John Williams che per l'ultima volta scrive e dirige Star Wars. La saga non sarebbe stata la stessa senza il suo fondamentale apporto e in questa pellicola vengono richiamati tutti i temi ormai classici: quello principale, la Forza, la marcia imperiale e il recente tema dedicato a Rey, con interessanti arrangiamenti in alcuni frangenti e uno score che sostiene in maniera egregia - e di mestiere - le immagini sullo schermo. D'altra parte, i temi sonori più riusciti sono ancora quelli "storici" che, per l'occasione sono stati arrangiati con sapienza e con dinamica che a volte diventa travolgente. Gli effetti sonori sono a tratti travolgenti, con un mix in Dolby Atmos interessante e discreto, con l'utilizzo della dimensione verticale senza esagerazioni.
La qualità audio è elevata e l'estensione in frequenza, soprattutto in gamma bassa, è quasi da primato. In questo senso, consigliamo l'ascolto del film - oltre che la visione - in sale con impianto audio Dolby Atmos. In questo senso, l'esperienza di visione in sala Energia all'Arcadia di Melzo è stata decisamente appagante. Al contrario, l'esperienza nella sala 1 del Multiplex Smeraldo di Teramo, seppure di qualità generale abbastanza elevata, ha evidenziato una mancanza di basse frequenze di quasi un'ottava, rispetto alla sala Energia: un divario che con altri film non era mai stato così evidente. Al di là degli effetti sonori e dell'estensione - e potenza - in gamma bassa, è la colonna sonora, forse ancora più in primo piano rispetto agli altri episodi, che merita una sala all'altezza della situazione. Mi sono seduto in sala con aspettative altissime, purtroppo. Sono uscito dalla sala leggermente deluso. L'ascesa di Skywalker non è un brutto film, ma mi chiedo come sarebbe stato se anche Episodio VIII fosse stato diretto da J.J. Abrams, con un'unica idea a legare i film della trilogia sequel e questi alle sei pellicole precedenti. Purtroppo non lo saprò mai. Ho un'unica certezza: durante la visione ho avuto due brividi, emozioni. Il primo - prevedibile, è sempre capitato - con il buio in sala, l'inizio del tema musicale e il logo di Star Wars sullo schermo. Quel momento in cui realizzi "ok, sono in sala, sta per cominciare". Il secondo invece alla fine del film: l'ultima parola pronunciata, con la quale realizzi che con questi 141 minuti si è chiusa definitivamente una storica saga. Sicuramente Disney continuerà a spremere il marchio con prodotti più (Rogue One, The Mandalorian) o meno (Solo) riusciti, ma la sensazione è che con questo film si è chiusa un'epoca. La pagella di Alessio Tambone
... continua Pagina 2 - Il giudizio di Fabrizio Guerrieri “La saga di fantascienza più famosa al mondo giunge alla fine con un impianto degno di un capolavoro purtroppo sfruttato solo in parte” Un anno dopo Gli ultimi Jedi, Rey viene allenata dalla principessa Leia, ora generale, al fine di diventare Jedi. Intanto il neo leader supremo Kylo Ren raggiunge l’imperatore Palpatine sul pianeta Exegol. Palpatine tenuto in vita dal lato oscuro della forza sta preparando una flotta per invadere la galassia e resuscitare l’Impero Galattico e promette a Ren di affidargli il compito a patto che uccida Rey. I membri sopravvissuti della Resistenza affronteranno il Primo Ordine mentre il gruppo formato da Rey, Finn, Poe Dameron, C-3PO, BB-8 e Chewbecca viaggia verso l’ultima e definitiva battaglia per la libertà. Se i due capitoli precedenti avevano un certo tipo di aspettativa, L’ascesa di Skywalker porta il peso di concludere egregiamente sia questa trilogia che l’intera ennealogia. Un peso certamente improbo ma che andava condotto diversamente. A partire dall’uscita in sala, fortemente spinta dalla Disney a Natale quando avrebbe potuto uscire in un periodo diverso, magari proprio quando al cinema si va meno. E l’aver chiuso “in tempo per” si sente. Come si sente il cambio di timone da Colin Trevorrow ad Abrams (anche coautore di soggetto e sceneggiatura). Ma quello che si sente di più in negativo è la produzione super politicamente corretta della Disney che ormai impera in ogni dove togliendo mordente a storie che sono nate dalla passione e che con la passione avrebbero dovute essere portate avanti. Tutti i reparti tecnici lavorano correttamente, dall’ottima fotografia agli effetti speciali. La recitazione dei singoli segue precisamente le richieste del regista. La Rey di Daisy Ridley oltre che una bellezza notevole, riceve una capacità di messa in discussione potentissima: nonostante il personaggio goda della Forza, si pone di fronte al dubbio che sia o meno giusto restare da una parte piuttosto che passare dall’altra. Adam Driver dà a Kylo Ren la giusta sofferenza, gli fa superare i confini, lo spinge dove è difficile stare. Il Dameron di Isaac sembra dover ereditare le gesta e il destino di Han Solo e ne assume benissimo i tratti. E l’immenso vuoto lasciato da Luke e Leia viene qui solo in parte riempito dai due attori (Mark Hamill e la compianta Carrie Fisher) cui spesso ci si aggrappa nella speranza che il loro esempio non resti vano ai fini della storia. Il film si incaglia però nella sceneggiatura, troppo densa, senza mai un attimo di respiro. E alcuni personaggi (primo fra tutti Kylo Ren) risultano tutt’altro che risolti se non attraverso espedienti troppo conosciuti. Perfino le monumentali musiche del veterano Williams risultano pesanti perché accompagnano una storia tanto complessa e potente ma forse proprio a causa di ciò non funzionante come avrebbe dovuto. E tutto questo accatastamento si paga nel finale quando la leggerezza si fa largo nel clamore cui si è assistito per oltre due ore. Tutti i personaggi vengono riassunti in uno solo, tutti gli accadimenti apparentemente risolti restano in realtà sospesi senza un vero e pieno senso di liberazione. O quantomeno di un finale che chiuda una saga unica e indimenticabile come questa. Dobbiamo forse aspettarci altri tre capitoli? Per il momento oltre agli spin off cinematografici c’è modo di restare nel mondo di Guerre stellari con la serie tv The Mandalorian che sta letteralmente spopolando tra gli utenti della nuova piattaforma di streaming Disney+ (che in Italia approderà solo il 31 marzo 2020). Che la forza resti con noi.
La pagella di Fabrizio Guerrieri
Star Wars: l'ascesa di Skywalker (Star Wars: episode IX - The rise of Skywalker) regia J. J. Abrams | sceneggiatura J. J. Abrams, Chris Terrio | fotografia Daniel Mindel | musiche John Williams | effetti speciali Industrial Light & Magic personaggi interpreti Rey Daisy Ridley critica | IMDB 7.0 (su 10) | Rotten Tomatoes 6.24 (su 10) | Metacritic 54 (su 100) incasso | 373,5 milioni US$ primo weekend globale (budget 250-300 MLN) | 4,1 milioni Euro primo weekend ITA camera Arriflex 435 ES, Panavision Panaflex Millennium XL2, Panavision Panaflex System 65 Studio | formato D-Cinema 4K | aspect ratio 2.39 : 1 | formati audio Dolby Atmos
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