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Pagina 1 -
Ventisette anni dopo i fatti del primo capitolo i Perdenti, un gruppo di ragazzi con vari problemi personali, sia a scuola che in famiglia, sono diventati adulti. Tornare nel paese natale, Derry, sembra un’occasione per confrontare l’evoluzione delle loro vite ma finisce per riportarli a ciò che alcuni di loro avevano quasi del tutto rimosso: la spaventosa avventura vissuta da bambini ad opera del perfido e mostruoso clown Pennywise. La lotta sarà spietata e dolore, rabbia e paura si mescoleranno ancora una volta per liberarsi definitivamente dai mostri che circondano le loro precarie esistenze. I Perdenti sono cresciuti ma le loro anime pare non siano cambiate. Le àncore delle loro gioventù tormentate si sono alleggerite, almeno in superficie, ma il ritorno a casa si trasforma in un tuffo in profondità che ridà un peso enorme a quelle tare. La storia non risparmia morti e violenze di ogni sorta a nessuno dei personaggi, la legge divina non esiste, il riscatto pare non essere raggiungibile. Per tutto il tempo sembra di essere in un incubo che non avrà neanche lontanamente il suo finale rassicurante. Il Capitolo uno del dittico tratto da Stephen King aveva convinto per il tono, un ottimo concentrato di malinconia e terrore. La mente correva facilmente al magico Stand by me - Ricordo di un’estate (sempre tratto da King) per atmosfere e legami di profonda amicizia. E poi c’era tanto Stranger things: la scomparsa del ragazzino e delle conseguenti paure, la presenza di Finn Wolfhard, co-protagonista sia della serie che del film e il ripercorrere gli anni 80 come se non ci se ne fosse mai allontanati. E per la spietatezza non sfuggiva neanche il modo di raccontare tipico del Trono di spade. Nessuno sconto di pena a chi quella pena non la meritava in quanto innocente. Ci si aspettava che la seconda parte sviluppasse i singoli personaggi all’interno di una trama articolata e in effetti almeno all’inizio questo accade e poteva funzionare molto bene. Ma non in una pellicola che sfiora le tre ore di durata in cui purtroppo, da un certo punto in poi, non si fa altro che ripetere una serie di fughe dai troppi stratagemmi messi in atto dal clown per terrorizzare le menti ormai adulte dei nostri che restano legate ai ricordi indelebili di 27 anni prima. Dopo un’ora di film non si pensa a niente perché tutto pare scorrere liscio; ma dopo un’ora e mezza si comincia a venir assaliti dai dubbi e si guarda sullo smartphone quanto manchi alla fine e quando si capisce che si è appena alla metà inizia il vero incubo: la noia. Sbadigliare durante un film che dovrebbe tenere con gli occhi sbarrati non è esattamente ciò che ci si aspetta da un classico potente come questo. Si arriva quasi a detestare quelli che avrebbero dovuto essere gli eroi che si contrappongono al male. Il problema in casi come questo è la mancanza totale di sintesi ed elaborazione del testo originale. Come non pensare a quello che Kubrick ha fatto a Shining? Tradendo il romanzo ha creato un capolavoro. Qui a parte alcuni cambiamenti non radicali, ciò che manca è il coraggio di usare le forbici dove andava fatto per asciugare cinematograficamente qualcosa che sulla carta ha un altro tipo di impatto. La lettura di un libro può durare quanto desidera il lettore, di fronte a un film lo spettatore non ha questa possibilità, l’immedesimazione ha tempi del tutto diversi. Il cameo di King che interpreta un negoziante che si rivolge al personaggio di Bill (McAvoy) diventato scrittore di successo, è sicuramente interessante e non casuale. Dà il suo parere circa il libro di Bill chiosando con un “Non mi è piaciuto il finale”. Quasi un’apertura verso la libertà concessa a chi avrebbe dovuto rielaborare il suo manoscritto. Cosa che però non succede. Circa la possibilità di sequel o prequel di quello che, anche guardando gli incassi non bissa il successo del primo (v. alla voce “incasso” sotto), il regista si è espresso con una frase sibilllina: Attendiamo pazienti il 2046. La pagella artistica secondo Doctor Lemon:
It - Capitolo due (It: Chapter two) regia Andrés Muschietti | sceneggiatura Gary Dauberman (dal romanzo di Stephen King) | fotografia Checco Varese | musiche Benjamin Wallfisch personaggi | interpreti William "Bill" Denbrough | James McAvoy critica | IMDB 7.1(su 10) | Rotten Tomatoes 6.3 (su 10) | Metacritic 59 (su 100) incasso $ | 199 MLN (budget 79 MLN) | It - Capitolo uno 700 MLN (budget 35 MLN) camera Arri Alexa Mini, MiniHawk Anamorphic and Leica Summilux-C Lenses - Arri Alexa SXT, MiniHawk Anamorphic and Leica Summilux-C Lenses - Arri Alexa XT, MiniHawk Anamorphic and Leica Summilux-C Lenses | formato ARRIRAW (2.8K) (3.4K) (source format) - Hawk Scope (anamorphic) (source format) | aspect ratio 2.39 : 1 | audio Dolby Atmos |
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