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Firenze e gli Uffizi 3D/4K
Firenze e gli Uffizi 3D/4K
Alessio Tambone - 04 Novembre 2015
“Dopo il successo di Musei Vaticani 3D, un'altra produzione Sky a servizio dell'arte. Un viaggio nella capitale del Rinascimento tra opere di Botticelli, Leonardo, Vasari e Michelangelo”
Pagina 1 - Introduzione

A un anno esatto dal documentario Musei Vaticani 3D (link alla nostra recensione) Sky riporta la grande arte italiana al cinema, con una nuova produzione realizzata con Nexo Digital e Magnitudo Film.


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Firenze e gli Uffizi 3D/4K è un viaggio nell’epoca - d’oro - rinascimentale del capoluogo toscano, attraverso oltre 10 luoghi museali e ben 150 opere d’arte mostrate sul grande schermo. Una lunga carrellata di capolavori e angoli suggestivi, proposti con l’ausilio di riprese aeree fatte con droni (ormai inevitabili) ed elicotteri, e con la splendida  tridimensionalizzazione dei dipinti già sperimentata con successi nel precedente Musei Vaticani 3D.

Iconica guida di questo viaggio è Lorenzo il Magnifico, interpretato da Simon Merrells (attore inglese di formazione teatrale noto al pubblico per l’interpretazione di Crasso nella serie tv Spartacus). Il celebre mecenate guida lo spettatore nella sua Firenze tra presente e passato, insieme ad Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi dal 2006 al 2015, illustre accompagnatore nell’excursus narrativo all’interno del famoso Museo.

Pagina 2 - Firenze e Lorenzo il Magnifico

Il documentario comincia con una lunga ripresa aerea che focalizza senza dubbio alcuno la protagonista del progetto: Firenze, uno scrigno di arte e cultura che ha vissuto proprio nel Rinascimento il suo periodo di massimo splendore.

L’impatto è però devastante. I lunghi movimenti di macchina da presa cominciano all’interno dei boschi che circondano la città, con un effetto stereoscopico fastidioso per gli occhi, una cromia esageratamente virata verso il verde e un contrasto delle immagini troppo blando.


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Le cose non migliorano quando le macchine da presa sovrastano Firenze, con una città restituita in un fastidioso effetto tilt-shift che la fa sembrare un’orrenda grande miniatura. La profondità dell’effetto 3D è inoltre ridotta al minimo, con una sospetta digitalizzazione di alcuni elementi che male si inseriscono nel contesto urbano.


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Si passa quindi alla conoscenza di Lorenzo il Magnifico, in un riuscito gioco di ricordi, rimandi e spiegazioni, in bilico tra presente, passato e futuro, sapientemente sceneggiato, ripreso e fotografato. In questi interni la profondità delle riprese è maestosa, ricercata attraverso un continuo sovrapporsi di oggetti di scena, di fondali e dell’attore principale (malamente doppiato). Script però esageratamente sopra le righe quando lo stesso Lorenzo dice: “Nell’anno della mia morte Cristoforo Colombo scoprì l’America; per me l’America era Firenze”. Evitabile.

Pagina 3 - Le riprese

La prima parte del documentario è un viaggio di avvicinamento alla Galleria degli Uffizi, un percorso storico-artistico alla scoperta dei luoghi simbolo del Rinascimento fiorentino (e non solo).

 

Le riprese, come già accaduto per Musei Vaticani 3D sono lente, imponenti, realizzate attraverso l’ausilio di bracci pneumatici, dolly e carrelli comandati elettronicamente, con l’arsenale tecnologico capitanato da due Camere RED Epic Dragon 6K con ottiche Zeiss Masterprime. Diversi sono i momenti emozionanti, come il bel movimento di macchina ad esaltare la Fontana del Nettuno di Piazza della Signoria, o l’effetto stereoscopico restituito con la ripresa di Perseo con la testa di Medusa realizzato da Benvenuto Cellini e collocato sotto la Loggia dei Lanzi.

 
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Tra gli interni segnaliamo invece la riuscita sequenza del magnifico Salone dei Cinquecento, con il bel soffitto a cassettoni (ottimo il 3D) che incornicia l’incredibile sala lunga 54 mt, larga 23 con un altezza di ben 18 mt. Deludono invece gli esterni (perchè degli interni parleremo nella prossima pagina) realizzati in volo sopra Santa Maria del Fiore, con la celebre (doppia) Cupola che non risalta se non per i piacevoli disegni originali del Brunelleschi convertiti in grafica 3D.


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Non esaltanti anche le riprese della straordinaria Cappella Brancacci di Santa Maria del Carmine, con le storie di Masolino e Masaccio riprese di lato, dall’esterno della cappella, senza alcuna riproposizione tridimensionale. Il documentario ci guida inoltre - per troppo poco tempo in realtà - all’interno dell’Opificio delle Pietre Dure, una delle massime eccellenze internazionali dell’arte del restauro. Per l’occasione ci viene mostrato in anteprima il minuzioso lavoro effettuato sull’Adorazione dei Magi di Leonardo, assente dal 2011 dalla Galleria degli Uffizi.

Pagina 4 - Le opere d’arte

Anche in questo documentario la produzione ha deciso di guardare in profondità le opere pittoriche ricorrendo alle riuscite tecniche di modeling e dimensionalizzazione, già sperimentate in passato, su un totale di 27 grandi classici dell’arte rinascimentale fiorentina. Santa Maria del Fiore vi partecipa non con il Giudizio Universale di Vasari e Zuccari, ma con le splendide vetrate magnificamente scomposte, proposte sul grande schermo in un modo unico e irripetibile (es. L’Incoronazione della Vergine di Donatello).

Tralasciando la Pala Strozzi (l’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano), troppo esasperata alla ricerca dei diversi piani di profondità, la seconda parte del documentario è un susseguirsi di capolavori che rivivono in una profondità decisamente innaturale ma non per questo meno interessante.

Non vorremmo trascinarvi nella lettura di un mero elenco delle opere, ma è impossibile non segnalare l’effetto stereoscopico che ha il il dittico dei Duchi di Urbino di Piero della Francesca, l’intrigante Venere di Urbino di Tiziano, la dolcezza della Madonna del Cardellino di Raffaello; il Tondo Doni di Michelangelo dalle pose innaturali o l’Annunciazione di Leonardo.


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Per arrivare ai celebri capolavori di Sandro Botticelli: Calunnia, Primavera e Nascita di Venere, tempere su tavola analizzate in ogni dettaglio attraverso un’argomentazione precisa e mai fastidiosa.

A parte segnaliamo Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi e lo Scudo con testa di Medusa di Caravaggio, due opere forti, quasi macabre, presentate con un eccellente suddivisione dei piani e un riuscito montaggio che identifica due delle sequenze più riuscite dell’intero progetto.

Dopo la grande meraviglia delle opere raccontate, manca però la degna conclusione: il David di Michelangelo nella Galleria dell’Accademia non risalta. Una scultura proposta sullo schermo in maniera non esaltante, con un gioco di luci e ombre in continuo movimento e una mancanza di primi e primissimi piani che avrebbe fatto la differenza (pensiamo al Laoconte proposto nei Musei Vaticani 3D).


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Le riprese hanno sicuramente il merito di mostrare la maestosa scultura con prospettive - e altezze - inedite per il visitatore comune: per l’occasione infatti la troupe ha utilizzato un braccio pneumatico di 15 metri per permettere allo spettatore di guardare il David direttamente negli occhi. Impresa impossibile dal vivo. La sequenza è però ripetitiva, priva di spunti davvero ricercati e accattivanti se non per pochissimi particolari (es. le vene).

In conclusione Firenze e gli Uffici 3D/4K è uno straordinario viaggio artistico, ben realizzato dal punto di vista tecnico per quasi tutta la durata, con una ottima colonna sonora che è parte integrante della scansione temporale e narrativa del documentario. Consigliamo quindi la visione appena possibile. Immaginiamo che il documentario, in programmazione nei cinema fino al 5 novembre seguirà lo stesso percorso distributivo del precedente Musei Vaticani 3D.

Al progetto però manca decisamente qualcosa.