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Pagina 1 - Introduzione e sommarioLa linea ProArt che oggi riunisce il meglio della produzione Asus dedicata soprattutto ai professionisti e creativi che pretendono il massimo, parecchi anni fa era sinonimo soltanto di una linea di monitor ad elevate prestazioni che all'inizio si contavano forse sulle dita di una sola mano, caratterizzati da un rapporto qualità prezzo sensazionale. Io stesso ho in laboratorio un vecchio monitor LCD IPS Asus 1920x1200, con retroilluminazione CCFL wide gamut, ancora in perfetta efficienza ma con prestazioni ottime solo dopo un'attenta calibrazione manuale, completata da una indispensabile 3D LUT caricata poi in una LUT box esterna. Oggi ProArt è invece una lina che si estende ad alcuni notebook, schede madri, schede video, computer desktop e accessori vari. C'è anche un videoproiettore full HD LED-DLP.
SOMMARIO
Caratteristiche e designIl nuovo ASUS ProArt PA32QCV è stato annunciato per la prima volta a giugno dello scorso anno ed è stato presentato al CES 2025 (ne abbiamo parlato in questo articolo). I primissimi esemplari sono arrivati soltanto qualche giorno fa. Questo modello, ideale per il fotoritocco, il montaggio video e la creazione di contenuti in genere, impiega un pannello IPS da 31,5" a risoluzione 6K (6.616 x 3.384 pixel, 216 ppi), con tecnologia LuxPixel, un trattamento anti-riflesso per un effetto simile alla carta. La profondità colore è a 10 bit per componente (8 bit+FRC), con riproduzione del 98% del gamut DCI-P3. Il monitor è certificato DisplayHDR 600, viene precalibrato di fabbrica per una precisione cromatica Delta E <2 ed è anche Calman Verified. Nel monitor c'è anche il sistema Light Sync, che combina sensori di illuminanza e di controllo della retro-illuminazione, per assicurare un preciso bilanciamento del bianco e una notevole accuratezza cromatica in ogni momento, sin dai primi secondi dall'accensione. Le connessioni includono due porte Thunderbolt 4 con Power Delivery da 96 W e supporto daisy-chain, porta DisplayPort 1.4 (con Display Stream Compression), ingresso HDMI 2.1 e hub USB. L'Auto KVM integrato consente di collegare e controllare due PC con la stessa tastiera e mouse. Il supporto può essere regolato in altezza, nell'inclinazione ed è girevole in orizzontale e verticale per poter usare il monitor anche in modalità "portrait". L'imballo ha un volume contenuto, è ben organizzato ed è totalmente in cartone. Oltre al monitor vero e proprio cinsono altri tre elementi: la base, la colonna è la staffa che si aggancia alla parte posteriore del monitor, con montaggio molto rapido e allo stesso tempo decisamente solido e tenace. I tasti per l'accesso alle funzioni sono retroilluminati, mentre il meccanismo con joystick per la navigazione del menu è molto piccolo ma decisamente robusto ed efficace.
Menu e impostazioniPiuttosto scettico sull'utilizzo di un monitor con tecnologia LCD IPS per la post produzione di contenuti HDR, ho accettato di analizzare questo nuovo monitor 6K per togliermi ogni dubbio residuo e anche per verificare tutti i parametri di colorimetria del nuovo schermo che non avrebbe neanche bisogno di calibrazione. Il prezzo poi è particolarmente allettante perché si tratta di una frazione rispetto al costo di un monitor di produzione per il settore professionale. Il menu è semplice e molto bene organizzato, con accesso rapido ad alcune funzioni. Il numero di impostazioni predefinite con segnali a gamma dinamica standard è particolarmente esaustivo e prevede ben dieci banchi già pronti e pre-calibrati (quelli DCI sono addirittura tre, con differenze sostanziali) più due da personalizzare a disposizione per l'utente. Per i segnali con gamma dinamica elevata, i banchi predefiniti sono soltanto tre. con segnali SDR, i parametri che possono essere modificati tra i vari banchi predefiniti sono molto pochi. Eppure vedremo con le misure che non è un problema. Per una personalizzazione più accurata è necessario il software DisplayWidget Center, disponibile sia per Windows che per Mac OS (a questo indirizzo) e che verificheremo in un secondo momento.
Misure con segnali SDRMettetevi comodi perché stavolta la disamina delle impostazioni predefinite sarà necessariamente lunga. Come già anticipato, i preset sono addirittura 10 e in questo "primo contatto" salterò a piè pari soltanto le modalità BR.2020, quella Nativa e le due predefinite, con queste ultime che saranno analizzate in un articolo separato che sarà online dopo l'IFA di Berlino. Come al solito, tutte le misure sono state effettuate con il software Calman Ultimate di Portrait Displays, con colorimetro profilato su spettrometro ad alta risoluzione anche perché ancora manca un preset specifico per questo display anche per la nuova sonda HC5000. Qui in alto potete osservare la scala dei grigi in modalità sRGB, con segnali video RGB 10 bit. Il gamma è lineare e centrato su 2.2 invece che seguire il riferimento leggermente crescente della curva sRGB. Delta E sconvolgente. Tutto in default! Anche dopo 30" di accensione. Asus mostra i muscoli in default anche nella riproduzione dei colori. Sempre in sRGB e in default, copertura del gamut del 99% e Delta E medio che sarebbe al di sotto di 0.5 esattamente come per la scala dei grigi, se non fosse per qualche errore negli incarnati più scuri con saturazione più elevata; roba che ho segnalato e che ovviamente il professionista risolve con una 3D LUT che, viste le prestazioni, sembra praticamente inutile. Le prestazioni in REC BT.709 sono altrettanto spettacolari, sebbene il valore del gamma di riferimento nelle impostazioni predefinite sia di 2.4 (modificabile comunque a piacere). Per i colori in 709, basta un "copia & incolla" di quello che ho già sottolineato per le impostazioni predefinite in sRGB. Per il DCI-P3, quello "originale" del cinema digitale, con gamma 2.6 e punto del bianco che tende al "magenta", la mia mandibola ha letteralmente sfondato il solaio: non mi era mai capitata una situazione del genere, neanche con monitor dal costo fino a 10 volte superiore. Qui le chiacchiere stanno a zero e non c'è davvero altro da aggiungere. Bravi davvero! Qui in alto le due modalità DCI-P3 con punto del bianco D65, quello ormai più usato nella post produzione di contenuti cinema. La modalità "Display-P3" (in alto se siete con uno smartphone, a sinistra nella versione desktop del sito) è quella standard, con gamma 2.4; l'alotra invece è quella "M Model-P3" che dovrebbe simulare i display dei Macbook, con bilanciamento del bianco che tende leggermente al ciano e gamma centrato su 2.2 ma che tende a salire sulle alte luci: purtroppo non ho un Macbook per una verifica. Chiudiamo con le impostazioni predefinite Adobe RGB che sono sensibilmente più indietro rispetto al riferimento, specialmente dopo aver apprezzato le meravigliose prestazioni in tutte le altre modalità predefinite. Chi fosse interessato a lavorare in questo spazio colore potrebbe rivolgere la sua attenzione ad altri prodotti.
Misure con segnali HDREccoci infine alle prestazioni con segnali video HDR, sempre con gamma dinamica estesa, 10 bit, 4:4:4. Il banco di memoria è uno solo ma con tre diverse declinazioni, ovvero "PQ-Optimized", "PQ-Clip" e "PQ-Basic". Il picco di luminanza è lo stesso in tutte e tre i casi e sfiora i 640 NIT, anche con l'intera area dello schermo impegnata. Qui in alto, potete osservare le prestazioni nella modalità predefinita "PQ-Optimized" che sono buone ma migliorabili, sia nel bilanciamento del bianco che nella progressione dei gradini di luminanza, soprattutto nei primissimi step della scala dei grigi, tra il "nero" (per i miracoli si stanno ancora attrezzando) e il 5% di intensità. Le altre due impostazioni sono simili come bilanciamento del bianco e appena diverse per tone mapping, comunque statico ma con cambiamenti non significativi. Nel grafico qui in alto osservate sempre la modalità "PQ-Optimized" ma con il bilanciamento dei bianco linearizzato dove più serve, quindi fino al 65%, intervenendo soltanto con il menu "utente" che permette di modulare solo un punto della scala dei grigi. Il gamut in HDR copre il 98% del triangolo DCI-P3, mentre si arriva a sfiorare il 72% prendendo come riferimento il gamut BT.2020. Meno interessante la riproduzione dei colori, con qualche errore sia in fase che in saturazione che non può essere corretto con gli strumenti presenti nel menu utente. Errori che vengono parzialmente confermati anche dai 24 pattern test "Gretag" della carta test classica. Si tratta di prestazioni comunque sorprendenti, specialmente se considerate che siamo nelle impostazioni predefinite "PQ-Optimized", senza alcun tipo di calibrazione che non sia il bilanciamento del bianco, effettuato soltanto in un punto. Pazzesco!
Conclusioni preliminariIl primo contatto con il nuovo Asus ProArt PA32QCV 6K, analizzato con attenzione poco prima della partenza per l'IFA di Berlino, merita sicuramente un approfondimento, soprattutto per spremerlo al massimo nella post-produzione di contenuti con gamma dinamica, magari con una calibrazione più approfondita con il software di controllo e magari verificandone le prestazioni anche con segnali component. Per mia fortuna avrò a disposizione questa meraviglia ancora per qualche giorno per tutti gli approfondimenti del caso. Posso solo anciparvi che il rapporto qualità prezzo del nuovo PA32QCV è fuori misura: mai avrei immaginato prestazioni simili senza calibrazione, soprattutto con un prezzo di listino di appena 1.399 euro, IVA inclusa! In attesa di completare il test con la calibrazione e una verifica generale anche con materiale cinema, maggiori informazioni vi aspettano sul sito ufficiale: www.asus.com/it
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