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I miei 40 anni con Carmina Burana
I miei 40 anni con Carmina Burana
Marco Cicogna - 09 Gennaio 2023
“Dal vinile al file audio in alta risoluzione non dimenticando il coinvolgimento delle immagini, la celebre pagina di Orff emoziona anche l'audiofilo”
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Se lo scorso mese vi siete illanguiditi con le morbide sonorità del “Concierto de Aranjuez” per chitarra e piccola orchestra, iniziamo il nuovo anno con una pagina formidabile: “Carmina Burana” di Carl Orff.

Come sempre la mia raccomandazione, soprattutto con una pagina così “ricca”, è l'ascolto dal vivo. Spero di non annoiarvi segnalando dove potreste ascoltarla nei prossimi mesi, magari in occasione di un viaggio con una persona speciale: a fine febbraio tre serate a Budapest con la Hungarian Symphony, il 2 aprile a Barcellona e poi il 15 aprile ancora a Barcellona nella spettacolare sala del Palau de la Musica Catalana, il 27 aprile a Birmingham, il 4 giugno al Grimaldi Forum di Monte-Carlo, 14 e 15 giugno alla Smetana Hall di Praga, a luglio diverse esecuzioni tra Amburgo e Colonia. Ogni dettaglio, come sempre sull'utilissimo sito di www.bachtrack.com.


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L'album che ha portato i “Carmina Burana” all'attenzione degli audiofili è stato un doppio vinile Telarc diretto da Shaw ed eseguito dal coro e dall’orchestra di Atlanta (Stati Uniti). A suo tempo un titolo fondamentale della mia discoteca; acquistato a caro prezzo in un negozio di Berlino arrivava anche in Italia suscitando il panico nei negozi di audio. Con altri appassionati avevamo da poco ascoltato dal vivo (novembre 1982) il lavoro di Orff diretto da un giovane Chailly a Santa Cecilia, seguendo le prove generali e tutte le tre successive repliche. E' stata la prima in cui mi sono trovato ad ascoltare un concerto dal vivo per quattro serate consecutive. Una folgorazione sonora ma anche la consapevolezza che l'avventura per una coinvolgente riproduzione domestica sarebbe stata lunga e difficoltosa. In quel momento compresi di avere a che fare con il mondo sonoro reale era dinamico e coinvolgente. Fu un ascolto determinante per la mia formazione di audiofilo. Dovrebbe essere disponibile una ristampa sempre in doppio LP.

Pagina in assoluto più celebre di Orff, Carmina Burana esibisce un fascino disincantato che non manca di appassionare il pubblico dei concerti. Il ciclo di canti goliardici della Baviera medievale è elaborato in modo accattivante con strofe ripetute per singole voci e coro ed un'orchestrazione  di spessore sinfonico opportunamente rafforzata nelle percussioni. Il ritmo appare in più parti il filo conduttore della partitura, un viaggio attraverso amore, passione, gioco e...un pizzico di Fortuna. Ricordo che Carmina Burana è incorniciata con effetto dal famosissimo (ed ammettiamolo, esaltante) coro intitolato alla Fortuna, che ascoltiamo all'inizio e alla fine.


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Eseguita per la prima volta nel 1937, prevede tre solisti di canto, un coro misto, coro di voci bianche e orchestra. Orff è molto apprezzato anche come educatore musicale. Famoso il suo metodo per insegnare musica attraverso l’impiego di strumenti a percussione, molto più istintivi degli strumenti tradizionali e di grande effetto sonoro per le orecchie dei giovani. Le sue musiche, ed in particolare il trittico “I Trionfi” di cui fa appunto parte “Carmina Burana”, sono semplici, armonicamente quasi elementari, ma estremamente accattivanti dal punto di vista ritmico. E’ quasi un ritorno al passato, al canto facile e popolareggiante, alla ricerca di una coinvolgente fisicità del suono. Nei “Carmina Burana” egli attinge con libertà a testi rinvenuti in un monastero benedettino della Baviera, scritti di antichi studenti che utilizzano latino, alto tedesco e provenzale, tuttavia senza intenti filologici (a quell’epoca, peraltro, lungi dal diventare di moda). Si tratta di canti giovanili, spregiudicati, goliardici, inneggianti alla natura, alla taverna, al gioco e all’amore carnale, fissati in ritornelli orecchiabili. Orff li utilizza in modo che all’apparenza appare più semplice ed ingenuo di quanto non sia in realtà. Infatti questa musica così comunicativa riesce incredibilmente banale se affidata ad una bacchetta men che valida. I cantanti, tra cui spicca l’impegnativo ruolo del baritono, sono accompagnati da un energico coro ed una grande orchestra con una nutritissima sezione di percussioni. Sono proprio le percussioni ad offrire un sapore tutto particolare a queste “immagini in musica”, un affresco sonoro ricco di colore, ritmicamente travolgente, che in una buona esecuzione dal vivo diventa irresistibile. Brani cantati ed intermezzi strumentali si susseguono idealmente incorniciati dal celebre coro che apre e conclude il ciclo. Ora languidi e distesi arricchiti da preziosismi strumentali, ora serrati e violenti, punteggiati dalle percussioni (tra cui quattro pianoforti ed un doppio set di timpani, campane, glockenspiel, vibrafoni, xilofoni, piatti, triangolo, grancassa, vari tamburi, gong, nacchere, e molti altri).

Per verificare di che pasta è fatta una registrazione basta ascoltare i primissimi secondi, con l'attacco del timpano in fortissimo sull'accordo basso del pianoforte che lancia il coro nel “O Fortuna, velut luna...”.

Per un veloce assaggio consiglio come sempre una visione di quanto disponibile sulla piattaforma della Digital Philharmonie, che raccoglie centinaia di concerti della Filarmonica di Berlino. In video ancora una volta facciamo riferimento alla entusiasmante lettura di Rattle alla testa dei Berliner Philharmoniker di cui un assaggio è disponibile qui:

Meno famoso dell'evento mediatico del Capodanno viennese dedicato alla famiglia Strauss, il concerto di San Silvestro offerto dalla Filarmonica di Berlino è musicalmente più originale ed appetibile. Negli ultimi anni tutte le serate del 31 dicembre sono state ben documentate in audio ed in video, almeno a partire dalle ultime stagioni dell'era Karajan, che ha lasciato anche in tal senso documenti memorabili. La Arthaus presentava qui i suoni e le immagini dell'edizione 2004, un programma adatto al grande pubblico che vede protagonista i celebri “Carmina Burana” di Orff. Ben venga il supporto delle immagini, che raccontano di un'esecuzione tersa e convincente, con tempi agili imposti sin dalle prime energiche battute del famigerato coro “O Fortuna”.


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Rattle non scivola nel banale, ma cura una lettura in cui alle voci è offerto il supporto dello splendido smalto dell'orchestra berlinese. Buone le parti vocali con la soprano Sally Matthews, il tenore Lawrence Brownee nel breve ma impervio ruolo del “cigno arrosto” e notevole il baritono Christian Gergaher, possente e doverosamente ironico, perfettamente in riga il coro della Radio di Berlino.

Immagini di buon nitore, ma non in linea con i migliori risultati attuali. Audio di buon livello con voci appena troppo avanzate e qualche confusione nel fortissimo. Apprezzabile il senso di ambienza fornito dalla traccia Dts multicanale.

Il programma è disponibile anche tramite il prezioso servizio streaming della Digital Philharmonie. Inoltre Warner dovrebbe aver pubblicato un vinile di questa esecuzione. 


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Carmina Burana e il Telarc Sound

Tanto celebri i “Carmina Burana” di Orff ed appetibili per gli audiofili che l’etichetta americana Telarc non si era lasciata sfuggire l’occasione di registrarli due volte. La prima con Shaw e la Atlanta Symphony (di cui al vinile in apertura), in seguito nello splendore del SACD multicanale. A venti anni dalla storica incisione di Shaw l’orchestra è ancora la Atlanta Symphony (con relativo coro misto e coro di voci bianche), la direzione dello scozzese Donald Runnicles, all'epoca Music Director dell’Opera di San Francisco e vicario di Robert Spano proprio ad Atlanta.

I solisti vocali sono corretti ed attendibili nei rispettivi ruoli, per quanto il confronto con l’ormai datata lettura di Jochum (inarrivabile Fischer-Dieskau) resta improponibile. Runnicles affronta i testi goliardici con gusto ed espressione, notevole senso del ritmo, accurato dosaggio delle dinamiche. La scelta dei tempi consente lo scorrere fluido dei diversi episodi ed apprezziamo la pungente caratterizzazione dei tratti più marcatamente teatrali con buona evidenza di ogni dettaglio di questa variegata partitura. Interessante la prestazione del coro, generoso nell’emissione e puntuale anche nelle parti più insidiose. L’orchestra appare in ottima forma, come avevano peraltro dimostrato le pubblicazioni delle sinfonie di Mahler, impeccabile nella tecnica e dotata di sonorità morbide e naturali che l’acustica avvolgente della Symphony Hall di Atlanta contribuisce ad esaltare.

Incisione naturale e trasparente. Dinamica ai massimi livelli con straordinario impatto delle percussioni. Rispetto alla vecchia edizione di Shaw questo Telarc offre una grancassa più asciutta, dinamica e controllata. Decisamnte più realistica. Quella precedente Telarc era più apparentemente gprofonda, ma anche un po' gommosa ed eccessiva. Perfetta però con i minidiffusori stitici che suonano più “grandi”, a patto di restare a volumi moderati! Di riferimento ovviamente la versione in SACD a 5.1 canali. Forse il SACD riuscite ancora a trovarlo, in ogni caso di recente trovate (quasi) l'intero catalogo Telarc come file audio in PCM.


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Vintage, con Jochum e la voce di Fischer-Dieskau

La scelta obbligata per molti anni dei “Carmina Burana” è stata la storica edizione diretta da Eugene Jochum (uno dei più significativi interpreti della grande scuola tedesca) che si avvale della presenza della Janowitz e soprattutto del determinante apporto di Fischer-Dieskau, una delle voci maschili più espressive della discografia. Lo stesso compositore era presente durante la registrazione con l’orchestra dell’Opera Tedesca di Berlino e proprio la firma di Orff appare su un angolo della copertina. Basti dire che dopo decenni questa lettura è ancora considerata la migliore dalla prestigiosa rivista “Gramophon”. Ritmi serrati, tempi perfettamente scelti, vocalità intensa ed immediata, grande cura per l’espressione del coro, buona resa tecnica del supporto che tradisce a malapena l’età del master, sono fattori che contribuiscono al fascino di un’edizione assolutamente imperdibile.