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Il comparto dei produttori di cuffie è da sempre piuttosto chiuso, concentrato. I brand sono sempre stati non moltissimi e comunque, fatte le debite eccezioni, quelli di prestigio si sono sempre potuti contare sulla punta delle dita. Da qualche anno si è affacciato sul mercato un giovane e dinamico marchio italiano, Spirit, che ha iniziato come modder e distributore, per poi commercializzare una propria linea di prodotti dall'anno 2016. I tratti distintivi della produzione Spirit, oltre, naturalmente, al timbro sonoro, sono la visibile qualità dei materiali impiegati e il design esclusivo. L’impresa nasce dalla passione di Andrea Ricci, che di Spirit Sound Design è il fondatore e anche il CTO. La sede produttiva è a Torino, a Volvera, in via Rivalta 30, assieme ad una show-room in cui provare tutti i prodotti commercializzati.
Tutti i prodotti appaiono solidi, i materiali impiegati sono decisamente pregiati e i vari modelli traboccano di personalità estetica che sprizza da ogni singola vite e cavo: tutto questo mostra una estrema cura posta in fase progettuale e nella scelta della componentistica. Trovare il boot di Spirit al Roma Hi-Fidelity non è stato affatto difficile. Non ho nemmeno dovuto studiare la mappa della mostra: frotte di giovani visitatori si fiondavano in un’unica room, la 133, che, manco a dirlo, era la 'casa' di Spirit. Al suo interno ragazzi gentili e tecnicamente preparati erano pronti ad accogliere gli audiofili invitandoli all’ascolto di vari set disposti su un un ampio tavolo ad elle su cui era disposto ogni ben di Dio, ovvero la gamma completa di cuffie tra cui la aperta Superleggera (1.600 Euro), peraltro disponibile anche in versione top, che per tutti i modelli assume come suffisso il nome dal Re vichingo Ragnarr (1.950 Euro), con potenziamento al neodimio del drive che in questo caso assicura 3,8 kg di spinta magnetica aggiuntiva e adotta il cablaggio della Twin Pulse, senza produrre uno spostamento tonale, bensì una maggiore emissione pari a 3 dB.
Era presente anche la chiusa Radiante (2.200 Euro) che ha destato così tanto interesse che qualcuno, in rete, si è persino preso la briga di farla (ehm, smontarla) a pezzi e la clip gli ha fruttato più di 10.000 visualizzazioni! C’erano inoltre la aperta Twin Pulse (2.900 Euro), la semichiusa Titano (1.900 Euro) ed anche la nuova entry level semichiusa Mistral Pro (800 Euro), già presentata durante la manifestazione milanese, oltre alle elettroniche Audio-gd, marchio distribuito dalla stessa Spirit Torino, e la gamma LOTOO di DAP High-end.
Torniamo a noi. Planato nel boot un addetto mi si è avvicinato per chiedermi se volessi ascoltare qualcosa, senza pressarmi. Io gli ho risposto che avrei voluto udire qualsiasi cosa che mettesse in luce le qualità del modello che avrebbe scelto per me, certo che alla fine si sarebbe trattato della mitica Twin Pulse: della serie: “vi piace vincere facile”, eh?
Da chitarrista amante del metal ha selezionato 'End of the attention Span' di Armored Saint tratto da Punching the sky prelevandolo da Qobuz con qualità HiRes 24 bit 44.1 kilohertz e mi ha porto - c.v.d. - una Twin Pulse collegata all’amplificatore per cuffie e preamplificatore in classe A totalmente bilanciato Audio-gd modello Master 9 (1.676 Euro) da 9 Watt e 40 Ohm di impedenza. Il comportamento della cuffia era quello tipico dei modelli aperti, con una estrema limpidezza in alto e un medio cristallino e altamente intelligibile.
In una sala attigua c’era una postazione di ascolto interessante, consistente in una cabina trattata acusticamente in modo da attenuare grandemente le interferenze derivanti da possibili rumori esterni in grado di compromettere la qualità dell’ascolto. Dentro si poteva ascoltare la superstar delle cuffie presenti all’Hi-Fidelity romano, il sistema Valkyria, recentemente presentato in anteprima a Roma da VDM Group di Igor Fiorini.
Il sistema è costituito da Sigfrido, l’amplificatore il cui padre circuitale è Rodolfo Papagna, e dalla cuffia Valkyria Titanium (12.000 Euro) di Andrea Ricci, sul quale si poteva godere l’anteprima delle registrazioni binaurali realizzate in questa stagione, tra cui le nuove drum session di Mattia Barbieri e i quartetti per flauto ed archi registrati in Sala San Giovanni a Cuneo.
Mi sono seduto nella postazione. Oltre a Sigfrido, c’erano lo streamer server UPnP/DLNA, Spotify Connect, AirPlay, Roon Bridge e Squeezelite-R2 (compatibile con Deezer, Qobuz, Spotify e Tidal) Str@mbo (a partire da 800 Euro) alimentato dal suo Str@mbo super lineare (250 Euro) ed anche il DAC Audio-gd R7 R2R MK2 (2.680 Euro) che già nella sua prima versione ricevette il Blue Moon award da 6Moons con costruzione a componenti discreti, sistema di riduzione del jitter, uscite bilanciate e sbilanciate.
Ho quindi indossato le cuffie Valkyria Titanium, di tipo aperto che, come la Radiante in edizione 1706, aveva una grafica (sul telaio e sulla head band) con incisa la mappa storica di Torino sotto assedio dei francesi nel periodo della guerra di secessione spagnola, dedicata agli atti eroici compiuti da Pietro Micca nella notte tra il 29 e il 30 agosto di quell’anno.
Anche se non mi è stato precisato, credo che il programma fossero le famose drum session di Mattia Barbieri di cui sopra, liberamente scaricabili seguendo il link qui riportato o direttamente sul sito di Spirit. L’immagine, la scena erano notevolissime. Il sound della batteria sembrava un po’ chiuso, ma si capiva che non era la Spirit a disegnarlo così, ma era stata registrata esattamente in quel modo. Tutta la dinamica presente nell’incisione veniva restituita con la giusta estensione. La gamma alta appariva limpidissima, alla maniera che amano gli audiofili doc, senza risultare però mai stridente o affaticante.
Non ho potuto ascoltare la resa della voce, ma la gamma media di quanto udito appariva chiara e definita. Riascoltando poi “End of the attention Span” liquido sempre prelevato da Qobuz in alta risoluzione, la resa mi è apparsa ancora più realistica, il suono più poderoso e fermo, direi rock solid, tanto per usare un’espressione abusata, ma quanto mai appropriata. La resa dell'immagine sonora forse contava meno, in questo caso. Insomma, con Spirit è facile farsi del bene a qualsiasi volume senza disturbare amici e vicini... anche la notte.
Anche se non potevo immaginarlo, mi attendeva un’ultima sorpresa. Sigfrido era in grado di pilotare anche piccoli altoparlanti, in quanto eroga 5 Watt per la cuffia, ma ben 30 Watt che - in questo caso – andavano a tutto vantaggio degli speaker finlandesi Amphion Argon 3S (2.300 euro). Non a caso, immagino, mi hanno proposto di ascoltare un brano di quei due geni di Musica Nuda, i cui lavori sono - l’uno per l’altro - tra le migliori cose mai incise da artisti italiani di tutti i tempi. Ebbene, appariva tutto particolarmente soddisfacente: l’immagine, la grana della voce, la resa e l’estensione tonale. Quando si dice il colpo di scena finale: tutto mi sarei aspettato tranne che di dover venire nello stand delle cuffie Spirit per trovare elettroniche e speaker che suonassero alla grande! D’altra parte chi non associa Sigfrido al tesoro dei Nibelunghi?
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