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Incontro tra giganti - parte 1
Incontro tra giganti - parte 1
Marco Cicogna - 13 Aprile 2020
“Un vero e proprio "clash of titans" quello che ha avuto luogo nel negozio toscano di Hi-Fi Natali, un evento che ci ha condotto allo stato dell'arte delle nostre "Degustazioni Musicali": Wilson Audio, D’Agostino, dCS e Transparent Cable in un set up allo stato dell’arte”
Pagina 1 - Introduzione


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Un incontro tra giganti non poteva essere più affascinante di così. Arrivare il venerdì ormai nel tardo pomeriggio e vedere l'espressione soddisfatta di Peter McGrath dopo le ore trascorse ad ottimizzare le Wilson Chronosonic XVX nella sala principale la diceva già lunga sul fine settimana di musica che avremmo condiviso con numerosi appassionati. Peter è l'ambasciatore del suono Wilson Audio nel mondo. Molti di voi lo avranno riconosciuto dai tempi del Top Audio, quando nella sala del Natali al piano “-2” gestiva la conduzione musicale dei seminari d'ascolto. Prima di far partire la musica è McGrath a dare la sistemazione fine al sistema, quel fine tuning che la struttura modulare delle più grandi delle Wilson non solo consente ma ovviamente esige per dare il meglio.


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Le Chronosonic le abbiamo avute in anteprima europea. Essere chiamato a dire la mia con un sistema di tale caratura va ben oltre le pur lecite aspettative di un recensore di cose audio e travalica il limite della passione per l'ascolto musicale domestico. Ovviamente la catena era di pari livello, per una sinergia che è esibita da questi marchi a livello globale, s'intende anche con i modelli meno impegnativi. Ma voglio iniziare per gradi questa storia (sarà breve, non brevissimo), perché a Monsummano non c'erano solo macchine da musica, ma c'erano anche le persone che sono parte essenziale di queste aziende.


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Ecco allora la pacatezza tutta british di Raveen Bawa. Lo abbiamo preso in giro, dopo, a cena, per il fatto di essere ormai diventato un “extracomunitario”. Lui fa parte del team della dCS, l'azienda inglese che ormai da 33 anni si occupa di sorgenti digitali. Le origini risalgono ai tempi in cui l'ambito era quello della avionica, realizzando sistemi di radar e difesa per la RAF. L'esperienza in fatto di trattamento del segnale digitale li porta al settore audio, sia dal lato della produzione discografica che da quello dell'impianto di riproduzione. Presente nella formidabile catena toscana il Vivaldi Model One, esemplare a tiratura limitata che raccoglie le funzionalità del modello in quattro telai 2”Vivaldi” ai vertici della gamma dCS. Meccanica CD e SACD, server, DAC, c'è tutto nel Vivaldi One in grado di gestire sia in streaming che da memoria fisica il formato PCM e DSD in alta risoluzione.


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Un capitolo a parte meriterebbe la sua capacità di offrire all'ascoltatore la musicalità intrinseca ai migliori dischetti SACD (formato fisico, intendo), ma non è questa la sede. Ovviamente la gamma dCS comprende anche altri modelli, progressivamente meno impegnativi del Vivaldi, che giungono sino al modello entry level Bartòk, un campione di flessibilità che si permette in una sua particolare versione, di disporre di un eccellente amplificatore per cuffie.

 

Pagina 2 - Dan D'Agostino e il suo Relentless


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Figura di spicco del nostro settore è certamente Dan D'Agostino, che tutti gli appassionati conoscono dai tempi in cui rappresentava il vertice creativo di Krell.  Il nostro Dan è un uomo di grande sensibilità, che ha conosciuto nella sua carriera non soltanto la passione per la realizzazione di elettroniche che ormai fanno parte della storia dell'alta fedeltà, ma che (come corollario di questa sua attività) ha conosciuto intimamente i più importanti sistemi di altoparlanti. Molti costruttori spesso e volentieri hanno affidato a lui i propri prodotti per farli suonare al meglio delle loro possibilità o per ricevere indicazioni preziose per l'ottimizzazione del progetto


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Commuove vederlo emozionarsi parlando della genesi del possente finale monofonico “Relentless”. Il termine può essere tradotto con “implacabile”, ma Dan ci spiega che forse ancor meglio è “perseverante”, a testimoniare il suo costante impegno nel voler creare qualcosa di sempre più significato in termini di prestazioni. Colpisce la gigantesca struttura, con i suo 300 Kg di peso, si resta affascinati per lo speciale abbinamento in rame e alluminio del telaio volto a realizzare un sistema meccanico e termico che garantisca la costanza nelle prestazione, ci sono i dati (straordinari) di potenza, con l'impressionante valore di 1.600 continui su 8 Ohm che diventano 11750 su un carico di 1 Ohm. In pratica la retta che descrive la “caratteristica di carico limite”, una misura che conosciamo sin dai bei tempi della rivista Audio Review diventa una retta che sale verticale nel grafico senza pudore alcuno. Lo avevo incontrato lo scorso ottobre quando aveva lui stesso presentato l'arrivo in Europa del suo nuovo finale. 


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Più volte Dan D'Agostino è stato definito un instancabile perfezionista. Diremmo piuttosto che il suo lavoro rappresenta con produzioni concrete ed attendibili la passione di una vita. Nel segno di una tangibile continuità che ad ogni stagione si rinnova con nuova e vitale linfa, Dan ci sorprende una volta di più. Coraggio, iniziativa e tenacia si sono dunque concretizzate con il finale di potenza presentato alla edizione 2018 del Monaco High End nel corso di una gremita e trepidante conferenza stampa. Arrivava sulla scena il “Relentless”, summa del pensiero di Daniel D'Agostino in argomento di elettroniche di potenza. Qui troviamo il concentrato del suo pensiero in tema di riproduzione musicale, un credo incrollabile che rifugge da minimalismi e compromessi. Nasce dunque una macchina da musica in grado di gestire, pilotare e dominare qualunque sistema di altoparlanti, consentendogli di esprimersi in ambienti d'ascolto anche impegnativi e di vaste dimensioni.


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Il Relentless Monoblock utilizza una circuitazione totalmente complementare basata su uno stadio di ingresso che mantiene un perfetto bilanciamento tra componenti positive e negative del segnale. Ogni artefatto presente su una metà del segnale apparirà simmetricamente sull'altra metà e quindi viene eliminato. I circuiti di guadagno operano in corrente per la stabilità alle prestazioni in ogni situazione. Non è utilizzata nessuna controreazione vista l'intrinseca linearità del circuito. Colonna portante della sezione di alimentazione è il possente trasformatore a sezioni multiple incapsulato in un contenitore metallico. In tal modo si abbatte il rumore del trasformatore allo stesso tempo proteggendo il circuito audio dal campo magnetico. Il trasformatore alimenta un originale circuito di raddrizzamento con una capacità complessiva di 600,000-microfarad/100-volt, con ciascun condensatore meccanicamente stabilizzato e smorzato per evitare ogni vibrazione. Uno speciale circuito di accensione per stadi garantisce da spunti di accensione troppo elevati per la rete elettrica domestica. 


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I dissipatori termici del Relentless hanno una struttura inedita nel coniugare rame ed alluminio in un motore termico ad altissima efficienza di dispersione. L'elaborato design ellittico rappresenta una ulteriore evoluzione del concetto del condotto Venturi già utilizzato nel Momentum, in modo da mantenere una giusta temperatura di esercizio anche in condizioni di massima potenza. Ovviamente il finale è dotato di circuiti di protezione termica, da corto circuito e da corrente continua che non influenzano il segnale audio. L'intero telaio è lavorato da alluminio massiccio per offrire estrema schermatura, stabilità termica e smorzamento meccanico.


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Anche il tradizionale VU-meter Dagostino è stato ridisegnato per rendere giustizia alla mole di questo finale. Ha qui un diametro di 22 cm ed in grado di adattarsi al livello del segnale in ingresso in modo da seguire anche passaggi musicali più delicati. Sul massiccio pannello posteriore l'ingresso bilanciato XLR e le connessioni per i diffusori, con robusto serraggi in ottone rivestiti in oro.


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Ma non è soltanto il tratto ingegneristico a lasciare il segno. Dan ha voluto spiegare agli ospiti di HiFi Natali la sua volontà di realizzare un amplificatore capace di esprimere la musicalità raffinata e finanche rarefatta delle piccole formazioni strumentali, i momenti dinamici ai limiti inferiori della risoluzione del sistema di registrazione, cogliendo quelle microdinamiche che disegnano l'espressione musicale. Le sottili sfumature nel tocco delicato di un pianista in una pagina di Debussy, il progressivo svanire di una nota lunga tenuta da un sax al termine di un brano, il respiro di una incisione che reca con se le caratteristiche ambientali del luogo dell'incisione. Anni fa quando durante una intervista nelle giornate del Monaco High End, Dan mi aveva raccontato della gestazione della sua nuova creatura avevo colto che si sarebbe trattato di qualcosa di speciale, ma non avrei osato immaginare tanto.


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L'emissione possente e generosa degli amplificatori D'Agostino è musicalmente vincente. Basta con i noiosi “bisbigli audiofili” di certe mostre audio. Quel modo fiacco di ascoltare ha privato gli appassionati dai piaceri dell'alta fedeltà. Non si tratta ovviamente di suonare “forte”, ma di restituire il vigore originale dell’esecuzione anche alle pagine più semplici. Ancora una volta il percorso sonoro inizia con l’incisione discografica e si completa con la catena di riproduzione che del disco deve offrire una lettura autorevole ma anche coinvolgente.

 

Pagina 3 - Daryl Wilson al timone di Wilson Audio


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In ossequio alla filosofia della casa, il team di ricerca e sviluppo di Wilson Audio ha effettuato approfondite analisi sulla struttura del cabinet anche per quanto riguarda le grandi Chronosonic. Si tratta di un percorso di indagine in tema di vibrazioni e risonanze che impiega tra gli altri accelerometri laser di ultima generazione. Di questa attenzione beneficia tutta la recente produzione Wilson Audio. La struttura modulare consente la regolazione nell'allineamento temporale di tweeter e midrange. Si tratta di una non consueta flessibilità per individuare l’area di ascolto ottimale in base alle reali caratteristiche dell'ambiente e soprattutto della distanza tra diffusori ed ascoltatore. Il sistema andava alla grande. Lo stesso Peter McGrath gestiva i propri brani musicali e non si poteva restare indifferenti. C'era qualcosa che andava ben oltre le sensazioni d'ascolto pur eccellenti che in 30 anni di attività nel mondo della musica e dell'audio ho avuto modo di cogliere con  le mie orecchie e sulla mia pelle.


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In tema di musica riprodotta è ben noto lo storico impegno del fondatore Dave Wilson per ricreare le stesse sensazioni dell'ascolto dal vivo. Questo traguardo è stato presente nella sua attività professionale, nonostante le limitazioni imposte dalla tecnologia, dai materiali e in ultimo dalle stesse leggi della fisica. Nel suo ideale verso una sempre più coinvolgente resa sonora, Wilson ha scelto un approccio che punta sui risultati dell'ascolto, una che dimostra concretezza nell'andare incontro alle reali esigenze dell'appassionato. Nella progettazione di un diffusore l'esperienza insegna che basarsi in modo esclusivo sui test di laboratorio non necessariamente conduce ad un risultato musicalmente attendibile. Ciò è ancor più vero quando si tratta di realizzare sistemi alto di gamma le cui prestazioni sonore sono valutate in termini di piacere d'ascolto e capacità di avvicinare alle sensazioni tipiche dell'evento sonoro reale.


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Il “sentire musicale” ha spinto Wilson Audio ad attente considerazioni in tema di acustica ambientale, con particolare riguardo al ritardo temporale tra il suono diretto e le prime riflessioni della sala. Un'altra dimostrazione dell'approccio “concreto” nella realizzazione di un diffusore di grandi prestazioni è stato nell'affrontare il tema della risposta in gamma bassa. A meno di non ricorrere a sale professionali o ad equalizzazione digitale la risposta degli ambienti domestici reali influenza il risultato finale. I sistemi Wilson alto di gamma consentono una ottimizzazione fine dell'emissione ed anche i nuovi modelli che recano la firma del figlio Daryl seguono questo percorso virtuoso. Se possibile con un approccio musicale ancora più raffinato. Pensavo fosse impossibile. 


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L'assenza fatica d’ascolto appare dunque uno dei tratti salienti delle Chronosonic, anche impegnate con repertorio “difficile”, anche con ascolti a livelli effettivamente realistici e coinvolgenti. Peter McGrath con una appassionante selezione musicale (da lui stesso curata) non si tira indietro a far suonare l'impianto, a documentare il rigore timbrico anche nei passaggi orchestrali più esasperati. Ha convinto con le trame acustiche di passaggi jazz e cameristici e ha saputo impressionare con una resa a livello a tutti gli effetti reale della “Danza Infernale” dall'Uccello di Fuoco di Stravinsky. Di livello assoluto, anche a pochi passi dai diffusori, la sensazione dello spazio acustico, la rifinitura timbrica di ogni sezione, la solidità della prima ottava degli ottoni, con tuba e tromboni finalmente percepibili “a pelle”.


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Non potevo non essere da meno e nella mia carrellata di brani abbiamo assaggiato anche una pagina certamente non eufonica come la “Sagra della Primavera”. Una delle più ardite sperimentazioni musicali di ogni tempo, rimane sconvolgente ancora oggi, a patto di essere ascoltata in una buona interpretazione dal vivo, o di ascoltarne una grande esecuzione riprodotta in modo corretto. Troviamo allora perfetti tutti i ruoli strumentali, ben resi i contrasti cromatici tra le diverse sezioni orchestrali e lo scandire ritmico così esaltante di questa partitura. Anche gli intensi intervalli dinamici scanditi persino su colpi a tutta forza sulla grancassa passano senza incertezze, un fluire sonoro che non conosce limiti di espressione musicale. L'occasione è stata preziosa per apprezzare lo stato dell'arte della riproduzione sonora. Quali che siano i vostri gusti musicali, qui troveranno la loro più alta espressione. Un sogno per tanti, un piacere ineffabile per pochi appassionati. Ma questa è la vera essenza dell'Alta Fedeltà.