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Pagina 1 - Exhibo: Neumann, Jamo, Klipsch, Sennheiser, TEAC
La derivazione latina della parola Exhibo (“mostrare”) è talmente palese da non sfuggire a nessuno. E in effetti - se mi si passa il calembour - nella mostra Hi-Fidelity Exhibo mostrava (forse ho un po’ esagerato, eh?) alcuni prodotti dei numerosi marchi che distribuisce da oltre 60 anni, periodo in cui ha costituito un solido punto di riferimento nel comparto professionale: mi riferisco a Neumann, Klipsch, Sennheiser e TEAC, ma anche e soprattutto agli impianti PA di QSC, ai mixer (in particolare, live) di Allen&Heat, alle aste e ai supporti live e da studio di Konig&Meyer, ai microfoni broadcast di Rycote, ai pannelli acustici di Vicoustic. Molti di questi brand producono anche oggetti più tipicamente audiofili (Jamo, Klipsch, Sennheiser e TEAC) e/o destinati agli amanti dell’home theater come i diffusissimi speaker Klipsch, che hanno tweeter caricati a tromba, analoghi a quelli installati nelle sale cinema in cui siamo abituati a sederci. Più in generale mi riferisco a marchi affermati che producono macchine da musica (intese anche come device atti a catturarla e registrarla, non solo a riprodurla) interessanti e ben suonanti, cui il pubblico tributa un interesse mai sopito anche in un mercato complesso qual è l’attuale.Avevo quindi svariati motivi per entrare a dare un’occhiata alla doppia sala di Exhibo. In particolare l’ho fatto per ascoltare i nuovi modelli della sempiterna Sennheiser, il marchio tedesco che per lungo tempo ha accompagnato gli ascolti in cuffia degli appassionati a partire dalla iconica HD414, la prima cuffia aperta della storia (1968), che molti ricorderanno per averla indossata o ascoltata almeno una volta od anche solo per le sue caratteristiche spesse spugne color giallo-shock, venduta in ben 10 milioni di esemplari. Lo stand predisposto in fondo alla sala consentiva di estrarre da 4 teste di legno gli ultimi prodotti del marchio, al fine di poterne valutare a ragion veduta la timbrica e le caratteristiche di indossabilità. Purtroppo non ho potuto provare le “Momentum True Wireless”, modello che spicca tra i migliori wireless in-ear del momento, dotato di bluetooth 5.0, aptX a bassa latenza e connettore USB-C. Un altro buon motivo per visitare Exhibo era costituito dagli speaker Jamo, di cui ricordo un suono piacevole ed equilibrato oltre al fatto che per un tempo lunghissimo aveva come testimonial quel sassofonista, autentico mostro della fusion, che risponde al nome di David Sanborn. Jamo è un marchio danese sorto nel 1968 (in concomitanza con la presentazione di quella HD414 - di cui sopra - che ha fatto la fortuna di Sennheiser) che offre una nutrita gamma di speaker per interni ed esterni, per uso stereo o HT (anche per uso inconfigurazioni Atmos), passivi o amplificati, e che si spinge fino alla costruzione di soundbar dal design raffinato. In sala erano presenti due coppie di speaker da pavimento, una C95 II (due vie) e una C97 II (tre vie), delle bass reflex con una sensibilità di 89dB, impedenza di 6 Ohm e tenuta in potenza continua, rispettivamente, di 165 e 180 Watt. Purtroppo non ho potuto effettuare un ascolto degno di nota per via del volume un po’ troppo contenuto e di un certo affollamento dello specifico punto della sala, ma sono certo che presto accadrà in un’altra occasione. Neumann non era presente in sala, ma non c’è appassionato che non ricordi dello storico marchio il microfono a siluro MD 441-U presente in tanti spettacoli televisivi o in studi di registrazione per via della strepitosa, “profonda” resa acustica: un autentico pezzo di bravura che giustifica la longevità di un brand che non smette mai di stupire per la qualità progettuale e di realizzazione dei propri prodotti. I quasi 70 anni passati dalla nascita di TEAC, invece, consentono di saltare le presentazioni, visto che il noto marchio giapponese (riveniente dalla fusione tra Tokyo Television Acoustic Company e Tokyo Electro-Acoustic Company) è sinonimo di registrazione in tutte le sue forme, e dal medesimo gruppo dipendono anche TASCAM e il marchio di élite Esoteric. Dall’Arkansas non proviene solo un noto presidente americano, ma anche l’amato colonnello dell’esercito americano (no, non è il Sanders di KFC, perché qui si dà fiato alle trombe!) Paul Klipsch, che dal 2002 (aveva 98 anni) non è più con noi. Chi non conosce almeno uno tra i modelli Klipschorn, Heresy, La Scala o La Belle alzi la mano. Dopo un passaggio di proprietà Klipsch è divenuto un marchio in grado di offrire una gamma di prodotti più accessibile al grande pubblico e, come detto in apertura, i suoi tweeter caricati a tromba, unitamente ai bei woofer dal caratteristico color rame della serie Reference, affollano le sale home theater di tanti appassionati che ne considerano favorevolmente anche le peculiari caratteristiche di alta efficienza e quindi l'opportunità di pilotarle con amplificatori a wattaggio assai contenuto. Klipsch non è solo speaker da pavimento, ma anche altro ispirato alla serie Heritage come gli altoparlanti compatti amplificati The Sixes (che con connettori di ingresso RCA e collegamento bluetooth sono pronte a tutto, persino ad essere collegate ad un giradischi o ad un subwoofer), le preziose cuffie HP-3 accoppiate al loro amplificatore e lo speaker wireless The Tree II, che ho avuto modo di provare con piacere collegandolo al mio cellulare Android grazie alla disponibilità del mediatore tecnologico presente in sala. Non posso che confermare il piacere che ho avuto a poter vedere, toccare, indossare, accendere, direi quasi giocare con i vari device presenti nella sala di Exhibo per tutto il tempo che ho ritenuto utile. Con un ultimo gioco di parole, ringrazio Exhibo, che “mostra” tanta compiacenza e disponibilità verso i visitatori! Pagina 2 - Audioplus Hi End: Allnic Audio, Atohm, Bayz Audio, Lamm, Marten, Soulution, TechDAS
"23" è un numero iconico, per Audioplus Hi End, poiché enumera al contempo gli anni di presenza sul mercato e i marchi distribuiti sul territorio italiano. L'attività, gestita da Emanuele Bassetti, ha sede (e svolge anche attività di vendita) nel negozio sito a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. La grande sala non trattata, dal suono live, molto riflettente, allestita all'Hi-Fidelity di Roma da Audioplus Hi End conteneva molte macchine, ma per fortuna di volta in volta veniva civilmente precisato con un cartello cosa era in funzione nel preciso momento in cui suonava ed approfondimenti si potevano fare sulla copiosa documentazione cartacea disposta all'ingresso in modo che risultasse liberamente prelevabile dai visitatori. Audioplus aveva installato a Roma un set di prestigio, composto da giradischi TechDAS Airforce III Premium (37.000€) con una testina Allnic Harrow Ultra (3.900€), un pre phono Allnic Audio H7000V (15.500€), un SACD Soulution 541 (32.000€), un pre Lamm L2.1 Reference (29.900€), che alimentavano 2 finali Lamm M1.2 Reference (36.600€ alla coppia) che a loro volta pilotavano una coppia di speaker Marten Mingus Twenty (59.000€). Era presente uno degli esercizi di bravura del costruttore giapponese TechDAS, che produce il rilucente giradischi Airforce III Premium che utilizza due pompe ad aria separate per creare un cuscinetto d'aria e il vuoto, e adotta un pesante piatto da 29 kg. Il pre phono a valvole H7000V della Sudcoreana Allnic Audio usa triodi a riscaldamento diretto DHT 300B come regolatori di voltaggio, ha un architettura true dual mono senza feedback negativo, opera in pura classe A e ha uno stadio di uscita completamente bilanciato; onboard ha anche l'equalizzazione Allnic Multicurva LCR con 4 turn-over (250Hz, 400Hz, 500Hz RIAA e 700Hz) e 4 Roll-off (-16dB, -13.7dB RIAA, -11dB e -5dB). Dopo anni di ascolti abbiamo imparato ad apprezzare le squadrate, ben progettate, ben costruite, ma soprattutto ben suonanti macchine di Soulution in alluminio spazzolato, marchio svizzero di proprietà di Spemot il cui obiettivo è la assoluta neutralità di emissione, ben racchiusa nell'invero piuttosto impegnativo mottetto aziendale "omit nothing, add nothing". Il 541 fa parte della serie (si fa per dire) mid level di Soulution. La "zero phase technology" proprietaria corregge i piccoli errori di timing ingenerati dal filtro passa basso del convertitore D/A, determinando una resa sonora più realistica e tridimensionale. Anche Lamm ha una filosofia aziendale piuttosto impegnativa, "quite simply... the world's best audio electronics", ma anche a lei non si può che riconoscere una notevolissima cura progettuale ed un'elevata qualità costruttiva. Da quasi 30 anni l'americana Lamm Industries Inc. (che prende il nome dal patron, Vladimir Lamm) produce infatti eccellenti macchine da musica a tubi o allo stato solido senza compromessi universalmente apprezzate dagli appassionati. Il pre Lamm L2.1 Reference è dotato di un circuito che impiega MOS-FET selezionati e superlineari e assicura il funzionamento in classe A dall'ingresso all'uscita senza alcun feedback: tutti gli stadi sono single ended. I Lamm M1.2 Reference sono dei finali mono ibridi davvero massicci in classe A in cui un singolo tubo 6922 pilota i MOS-FET. Erogano 110 Watt su 8 ohms, 220 Watt su 4 Ohm, 400 Watt su 2 Ohm, 600 Watt su un Ohm per un peso di 31 chilogrammi ciascuno. Nessun problema con moduli di impedenza tormentati, quindi! Purtoppo, per un insieme di disguidi logistici e di distrazioni locali che sarebbe qui inutile ricordare, ho potuto sentire solo in parte "Chopin: 12 Etudes, Piano sonata n. 2" eseguita da Nelson Freire come anche il brano cantato "Youngstown" di Steve Strauss, tratto dal SACD "Just Like Love" (prodotto da Stockfisch Records). Da questo ascolto superficiale ho tratto la convinzione che il suono che si udiva in sala in un certo senso tradiva il livello qualitativo del set, in quanto finiva per replicare le caratteristiche soniche dell'ambiente non trattato, producendo un sound molto live e riflettente, comunque gradevole, ma probabilmente migliorabile con un lieve ma ben disposto trattamento assorbente. Pur non essendo presenti in sala, farei però un torto a non ricordare che Audioplus Hi End distribuisce quelle casse onnidirezionali ungheresi di Bayz Audio (modello Courante) dalla foggia di un tubo nero doppiamente ripiegato, realizzate in fibra di carbonio dalla stessa azienda che produce le macchine da corsa della RedBull, che avevo notato in molte altre occasioni ma che purtroppo ho avuto modo di ascoltare una sola volta di sfuggita. Oltre a Bayz Audio, distribuisce anche il marchio francese Atohm. Ricordo con piacere di aver sentito ripetutamente a Monaco questi altoparlanti inseriti in un set piuttosto complesso, completo di elettroniche e sub, che riproduceva lo strepitoso "The Sheffield Drum Record", che notoriamente contiene probabilmente la migliore registrazione di batteria mai effettuata. Attenzione, perché solo dopo la segnalazione del forumer ZioMartinLoganHT ho appreso che la differenza con la versione CD è immensa: solo la versione XRCD24, infatti, è la remastered cui mi riferisco. Ebbene, da batterista che da tempo ha appeso le bacchette al chiodo ho ascoltato quei pezzi eccellentemente registrati in decine di sale, ma mai come è avvenuto a Monaco, nella sala Atohm. Una dinamica, una estensione tonale (dai piatti alla grancassa) e una composta ma vigorosa pressione sonora che mi hanno davvero impressionato! Sono quindi ben lieto di apprendere che il marchio è finalmente calato anche ai nostri paralleli. |
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