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Pagina 1 - L'introduzione di Fabio Angeloni
Come ogni anno, con il mese di ottobre, inizia l'intensa stagione italiana di appuntamenti dedicati al pubblico di appassionati di alta fedeltà, nell'audio e nel video. Appuntamenti non solo in forma di fiere di settore all'interno di hotel prestigiosi o palacongressi più moderni, ma anche come piccoli eventi all'interno di alcuni punti vendita lungo tutto lo Stivale. Durante il primo weekend di ottobre eravamo a Milano, in occasione dell'appuntamento autunnale del Milano Hi-Fidelity, al momento il più importante a livello nazionale dedicato all'Alta Fedeltà per numero di espositori e prodotti, superficie espositiva, numero di sale "suonanti" e numero di visitatori: una "due giorni" pienissima di ascolti, incontri e confronti con tante persone con cui condividiamo la stessa passione. Ogni manifestazione è il frutto della storia che la ha accompagnata e l'Hi-Fidelity milanese non fa eccezione potendone orgogliosamente esibire una molto lunga,composta da ben 44 rassegne (quarantaquattro!) dedicate agli audiofili, tra cui ben 27 organizzate solo a Milano. L'evento si svolge al Meliá, un hotel cinque stelle molto ben strutturato, dotato di molte sale, alcune delle quali anche piuttosto grandi. Se scrivessi che tutto è stato perfetto, sarei ipocrita; se affermassi che tutto andrebbe rivisto, sarei esagerato. Ma un solo dato di fatto è certo: pregi e difetti delle varie sale o salette non dipendono di certo dall'operato del coraggioso organizzatore, Stefano Zaini, che da anni continua con perseveranza a programmare eventi sulla via di un robusto e consolidato binario. Nella vita, però, tutto è perfettibile e da parte degli operatori, dal mio modesto punto di vista e pur dovendo fare i conti con un momento economico "complesso", ci sarebbero ampi spazi di miglioramento. Ne cito a caso alcuni: troppe volte sarebbe stato opportuno prevedere nelle sale un seppur minimo trattamento acustico dell'ambiente, innanzi tutto per smorzare le riflessioni in gamma media e per risolvere soprattutto molti disastri in gamma bassa. Inoltre, in molte salette, abbiamo sentito la mancanza di un "mediatore tecnologico" degno di questo nome, ovvero una figura in grado di scegliere accuratamente brani che esaltassero e non mortificassero le varie installazioni. Molte sale avrebbero sicuramente giovato di persone con cultura discografica, solida competenza tecnica e - soprattutto - di adeguate doti comunicative e relazionali. Spesso mancava una visibile elencazione - anche di stampo e costo "minimal" - del tipo di macchine usate in sala, magari con relativi prezzi, informazioni non disgiunte da una precisa ed univoca individuazione (anche visiva) di quelle utilizzate nel corso della dimostrazione e della giornata, avrebbero senz'altro favorito la memorizzazione del desiderato. Anche qualche gadget "smart" da distribuire ai presenti avrebbe aiutato a fissare il ricordo: quando c'è un po' di confusione, infatti, tutto si perde in un ricordo un po' indistinto, dunque molti sforzi profusi finiscono per perdere di senso. Tutto sommato credo si tratti di correttivi di poco conto (e costo), ma che potrebbero sostanzialmente modificare l'esperienza vissuta dal visitatore, che magari viene da lontano e che ha dovuto sostenere a sua volta costi non indifferenti per essere lì, spesso con attese almeno proporzionali allo sforzo economico sostenuto. Al di là dei limiti appena evidenziati, imputabili solo ed esclusivamente agli espositori e non certo all'organizzazione, rimangono sicuramente tantissimi lati positivi di una manifestazione che si divide attualmente in tre appuntamenti distinti, due a Milano ad Aprile e ad Ottobre e un a Roma, l'ultimo weekend di novembre. C'è anche da dire che all'interno dell'edizione autunnale milanese, le sale ben suonanti erano sicuramente in maggioranza, benché in più di una occasione abbiamo dovuto ripetere più volte la visita, in attesa di un brano appena "commestibile" e che mettese in luce la "personalità" del sistema in ascolto. Nei prossimi giorni ein attesa dei prossimi appuntamenti, quasi ogni weekend fino a metà dicembre, troverete su AV Magazine e sul rispettivo canale Youtube approfondimenti sulla maggior parte delle salette. Mancheranno all'appello pochissime salette, sia perché nei due giorni a disposizione è praticamente impossibile visitare con la giusta dedizione tutti gli impianti in funzione. In più, in alcuni casi, tra brani inadeguati, chiacchiericcio a volume elevato o altri impedimenti, il sistema è stato ingiudicabile. Buona lettura e buona visione. Approfittiamo per ricordare i prossimi appuntamenti in programma in cui sarà presente AV Magazine: 19 - 20 ottobre: Chieti Scalo, HiFi Di Prinzio - "Bacco, Tabacco & Vinile";
Pagina 2 - L'introduzione di Marco Cicogna
Ogni anno che passa, la vetrina dell'Hotel Melià rappresenta un punto fermo nel panorama audio nazionale, importante ben oltre la ricca presenza di aziende e prodotti. Riunire il meglio delle macchine da musica sotto lo stesso tetto ha la sua valenza, ma più ancora una mostra audio ben realizzata offre la preziosa occasione di incontro tra appassionati e segna un passaggio importante nel contatto tra utenti e operatori, ben oltre le asettiche pagine del web. Incontrare ed ascoltare combinazioni sempre nuove, questi sono i punti di forza di manifestazioni dal respiro ormai “globale”. A livello europeo non ci stanchiamo di raccontare ogni bene dell'High-End di Monaco, con una presenza capillare di grandi e piccoli costruttori in un'ambientazione ariosa e godibile in piena efficienza teutonica. A proposito: l'appuntamento è per il prossimo maggio 2020 e potete sin da ora acquistare il volo ad appena un centinaio di Euro. Organizzatevi in tempo. Torniamo al Milano hi-fidelity. Le possibilità di ascolto, confronto ed interazione sono molte, utili e altrove irripetibili. Chi rimane dietro lo schermo di un PC, a pontificare di questo o quell'oggetto, giocando a fare il “recensore”, non può comprendere la realtà di un settore che, nonostante le difficoltà e la crisi di vocazione da parte delle nuove generazioni, si conferma vivo e vegeto. Abbiamo vissuto dunque un piacevole fine settimana che per molti appassionati può aver rappresentato una sorta di laico pellegrinaggio verso il piacere della riproduzione musicale. Le folle dei collezionisti di depliant sembra un ricordo del passato, anche se qualche “personaggio” stile anni '80/’90 lo si vede ancora far capolino nelle sale con giubbotto pesante ben abbottonato e improbabile tracolla da tramviere. Fa tenerezza, ma va bene anche così. Il fatto è che c'è passione e competenza in un pubblico che appare sempre più informato. Da vedere poi l’attendibilità delle informazioni che oggi viaggiano veloci sul web. Persino alcune ingenue affermazioni che puntualmente cogliamo nel corso di eventi e dimostrazioni varie (del genere “si ascolta in due canali perchè abbiamo due orecchie”) dimostrano comunque il genuino interesse di tanti. Venditori di fumo ed imbonitori per audiogonzi sembrano scomparsi, anche se la Musica appare sempre più un alibi per ascoltare l’impianto che non il fine della riproduzione sonora. Anche impianti realizzati con cura apparivano talvolta penalizzati da due vizi di fondo tipici del nostro settore, anche nelle mostre estere più accreditate. Da un lato l’utilizzo di materiale sonoro spesso datato e caratterizzato da incisioni effettivamente mediocri. Dall’altro il repertorio di tipo ammiccante, scarsamente dinamico, tipico di un pop facile e un jazz trito e ritrito; quando poi si cerca di puntare sul genere (cosiddetto) “classico” si evidenzia la mancanza di conoscenza del repertorio da parte degli stessi operatori, con imbarazzanti selezioni di incisioni dal suono precario e la scelta di un volume di ascolto che tradisce il fatto di non avere proprio idea di ciò che si ascolta. Si tratta in fondo di aspetti veniali che non compromettono il fatto che un buon impianto resti tale anche in queste difficili condizioni. L'alta fedeltà resta pur sempre una passione per pochi (anzi per pochissimi direi e non certo per problemi di elevato prezzo di acquisto) ma si sente girare tanta buona musica. Proprio la funzione di riproduttore musicale del gioco dell'hifi sembra tornare in auge, almeno in base a quello che abbiamo visto e soprattutto sentito nella maggior parte delle salette. Accanto agli impianti c'è anche la consueta grande ricchezza di software. Distributori importanti di chicche musicali non soltanto “audiophile” da tempo si sono ritagliati uno spazio importante e riscuotono puntualmente successo. Sound & Music con i suoi vinili, i CD, i SACD e i nuovi CD con codifica MQA di cui racconteremo le prestazioni con interessanti confronti. musicofili; non mancano altri operatori discografici, come l’italiana Velut Luna di Marco Lincetto sempre sulla cresta dell’onda con novità in dimostrazione in alcune delle sale del Melia. Voglio però segnalare un aspetto che è venuto in evidenza in conversazioni con alcuni appassionati. Mi riferisco alla brutta abitudine di chiacchierare all'interno delle sale mentre l'impianto è in funzione. Che senso ha cercare delicate sinergie, curare collocazione ed abbinamenti, scegliere con cura cavi e connessioni se poi si consente di far ascoltare musica mentre ci sono persone intente tranquillamente a chiacchierare nella stessa sala? C'è da dire che spesso sono gli stessi operatori a dare il “cattivo esempio”, intrattenendo i visitatori in amabili conversazioni mentre altri ospiti della sala sono impegnati nell'ascolto. Così non va. Le chiacchiere si fanno in corridoio, oppure si ha la decenza di spegnere l'impianto o ci si organizza con una sala attigua per ricevere i propri ospiti. Capisco la poca attenzione verso gli altri, ma qui tratta prima di tutto di rispetto verso il proprio impianto. Meno grave, ma pur sempre un problema, il disturbo prodotto dal suono che viene dalle altre salette per la mancanza di un adeguato isolamento. Parlare di dinamica della grande orchestra con l'assaggio di passaggi al limite dell'udibile e di sfumature timbriche ha poco senso con un livello sonoro di fondo elevato. Come sempre ringraziamo quei (pochi) operatori che hanno fornito in modo chiaro, esauriente e conciso informazioni sui loro prodotti. Gli altri, quelli più pigri, prendano esempio ed imparino a realizzare brevi comunicati dai quali sia la stampa che gli appassionati possono trarre informazioni preziose. L’accoglienza al momento di ingresso in una sala e la presenza di una semplice scheda con la descrizione dell’impianto sono tratti ormai irrinunciabili. In alcune sale non c’era nemmeno un biglietto da visita a disposizione o un semplice foglio “A4” con la descrizione dell’impianto. Ci vorrebbe così poco. Mi rendo conto di essere stato un poco severo, ma si sa che con l’età uno diventa arcigno... ... continua
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