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First Look BenQ X12000H
First Look BenQ X12000H
Fabio Angeloni - 15 Aprile 2019
“Il primo contatto con il nuovo DLP LED BenQ X12000H, con DMD da 0,66" e risoluzione totale di 8,3 megapixel, puņ contare sul nuovo sistema d'illuminamento ibrido Philips ColorSpark basato su LED e fosfori e in grado di coprire completamente lo spazio colore DCI-P3...”
Pagina 1 - Introduzione: il DLP 660TE


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Nel panorama dei videoproiettori consumer in grado di visualizzare materiale video a risoluzione UHD 4K, possiamo riconoscere tre famiglie distinte: la tecnologia 3LCD (LCD trasmissivo) prodotta ancora oggi da Seiko-Epson e utilizzata esclusivamente su proiettori Epson; c'è poi quella LCoS (LCD riflettente), declinata da JVC nella variante D-ILA e da Sony nella variante SXRD; infine c'è la tecnologia DLP (Digital Light Processing) prodotta esclusivamente da Texas Instruments e integrata nei proiettori con brand piuttosto eterogenei. Tutte e tre le tecnologie sono caratterizzate da alcuni vantaggi e da alcuni limiti, più o meno come succede per le tecnologie utilizzate nei TV (es. LCD, OLED e microLED).

Al contrario di quanto accaduto nel settore professionale e in quello "cinema", nel settore consumer Texas Instruments ci ha messo un po' più di tempo per proporre una soluzione per la riproduzione di segnali video UHD 4K e il primo prodotto è arrivato solo nel corso del 2016. Attualmente sono presenti due diversi prodotti, un'architettura con DMD singolo e diagonale di 0,47", risoluzione nativa full HD e "quad vobulation" in modo che ogni pixel nativo riproduca in realtà 4 diversi pixel per arrivare alla risoluzione complessiva UHD 4K; l'altra è basata invece su un DMD più grande, con diagonale di 0,66", risoluzione nativa di 4,15 megapixel (2716x1528) e con doppia vobulazione per raggiungere 8,3 megapixel complessivi.


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Il vantaggio principale delle due soluzioni Texas è rappresentato dal dettaglio molto elevato, grazie soprattutto al fatto che tutte e tre le componenti cromatiche vengono riprodotte da un unico chip, senza problemi di convergenza. Le due soluzioni Texas sono anche estremamente robuste e, al contrario delle altre due tecnologie LCD, non subiscono l'invecchiamento e le alterazioni della linearità. I punti deboli principali del DLP sono due: il primo è rappresentato dal rapporto di contrasto, che ha limiti fisici ad oggi insuperati ed è di un ordine di grandezza inferiore rispetto alla "peggiore" delle tecnologie LCD. L'altro punto debole è una conseguenza dell'ultizzo di un solo chip per riprodurre tutti i colori: in alcune situazioni la sequenza di aggiornamento delle tre componenti diventa visibile (effetto rainbow).

Tra le due soluzioni Texas, quella con chip più grande e risoluzione nativa doppia è considerata - a ragione - di qualità più elevata, è caratterizzata da un dettaglio sensibilmente più elevato rispetto all'altra con chip da 0,47" ed è utilizzata solo nei proiettori di fascia più elevata, come il BenQ X12000H che è oggetto di questo first look. Il proiettore è stato presentato in realtà nel 2017 (ne abbiamo parlato in questo articolo) ma senza supporto al video HDR ed è stato quindi messo "in formalina". Nel modello aggiornato c'è finalmente  il pieno supporto al video HDR10 e anche ad HLG, quindi - almeno in teoria - con decoder Sky Q

 
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Il nuovo BenQ fa anche a meno della classica lampada a scarica ad alta pressione ed utilizza invece una soluzione a stato solido ibrida denominata ColorSpark, con LED e fosfori prodotta da Philips, con 20.000 ore d’uso prima che l’efficienza di emissione si dimezzi. Per chi volesse approfondire, ne abbiamo parlato in questo articolo. Nel dettaglio l'engine luminoso è suddiviso in tre gruppi: le componenti rossa e blu sono generate da altrettanti LED ad alta potenza; la componente verde è invece prodotta da un LED blu che irradia fosfori verdi raggruppati in una struttura lineare ad elevata efficienza. Lo spettro di emissione e la durata della componente verde è leggermente diverso rispetto a quello dei LED ma è più che sufficiente per coprire perfettamente il vertice verde dello spazio colore DCI-P3.

 

Pagina 2 - Caratteristiche, costruzione e funzioni


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Il BenQ X12000H è una macchina che definirei “ragguardevole”, non solo per la presenza di un poderoso gruppo ottico: il proiettore ha un volume di quasi 60 litri e un peso complessivo di 18,5 kg. Non si tratta, quindi, di una macchina compatta e dalla installazione agilissima, esattamente come tutte le altre macchine di punta proposte sul mercato: anche in questo caso, infatti, tutto è pensato in funzione della migliore performance possibile! Il BenQ è anche particolarmente silenzioso: 26 dB massimi dichiarati, anche se - come sempre -  nelle caratteristiche ci si guarda bene dal precisare con che modalità è stata effettuata la misura... Il videoproiettore è strutturato in modo da poter essere anche incassato in un vano, poiché immette aria fresca dalle bocchette posteriori ed emette aria esausta da quelle anteriori, un ulteriore pregio.


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L'obiettivo è un autentico pezzo di bravura, specificamente progettato per la risoluzione UHD: è composto da 14 elementi in 6 gruppi, con trattamento di certi elementi a dispersione extra bassa per minimizzare le aberrazioni cromatiche. È dotato di un rapporto di tiro compreso tra 1,36:1 e 2,03:1 e rapporto d'apertura compreso tra 2.05:1 e 2.37:1. Il fattore di zoom è di 1.5x mentre il lens shift è di ± 65% in verticale e di ± 27% in orizzontale. Purtroppo il funzionamento è completamente manuale, anche per la messa a fuoco e lens shift; quest'ultimo è controllato con due manopole disposte sul pannello superiore; nulla da fare quindi anche per le memorie dei vari rapporti d'aspetto.


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Nella parte laterale c'è una presa LAN, una porta HDMI 2.0 da 18Gbps con pieno supporto della protezione HDCP 2.2 con MHL, una porta HDMI 1.4a con HDCP 1.4, una porta video a 15 pin per segnali video RGB da PC, una porta miniUSB type-B, una porta RS-232 per controllo remoto e due trigger 12V. Naturalmente viene fornito un telecomando retroilluminato, la cui luce però non si attiva con il movimento (come avviene con i Logitech Harmony), ma solo dopo la pressione di un tasto qualsiasi. La macchina è accreditata di 2.200 ANSI lumen ed è compatibile con HDR10 e HLG a 10 bit ma senza il supporto ai metadati statici e - ovviamente - neanche a quelli dinamici HDR10+ e Dolby Vision. Il DSP video non dispone di alcuna forma di interpolazione dei fotogrammi. La macchina viene fornita di certificazione ISF con banchi di memoria per visione diurna e notturna ed è accreditata di una copertura del 98% dello spazio colore DCI-P3.


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Gli unici accessori proposti dal brand consistono nella lampada di ricambio e in una lente anamorfica Panamorph Paladin DCR 4K per visualizzare il formato cinematografico UltraWide 2.35:1 che sconsigliamo, visto che comporta uno scaling verticale e quindi una probabile comparsa di artefatti di aliasing. Per onor di cronaca cito anche la presenza di HDR-Pro, una funzione di ottimizzazione del tone-mapping. Va infine considerato che, come accade per altre macchine, su alcuni mercati viene denominata differentemente e più precisamente viene identificata con la sigla “HT9060”.

 

Pagina 3 - L'evento da Audio Quality


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Premesso che, dopo aver visto il BenQ W11000 a Roma, nel lontano dicembre 2016, ero davvero curioso di vedere questo X12000H, anche per via della mia buona disposizione verso i DLP e della stima che nutro per le realizzazioni dello specifico marchio, non mi è stato dunque affatto difficile decidere, un po' all'ultimo momento anche per via del preavviso di 48 ore, di raggiungere il nuovo punto vendita affiliato ad Audio Quality, denominato Spazio2M a Segrate. Pur essendo stato molte volte a Milano, anche per motivi familiari, non avevo mai visto Segrate: provenendo dalla confusione romana l’ho trovato un posto davvero ameno, urbanisticamente ben progettato, pieno di verde, apparentemente a misura d’uomo.


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Giunti lì verso le 11:30, all’ingresso del negozio, abbiamo trovato ad accoglierci calorosamente Fabio De Angelis, il titolare, che ci ha anche offerto un caffè (quanto mai gradito, dopo un viaggio in treno di tre ore). Al centro della sala troneggiava, come nulla fosse, un BenQ W11000H che proiettava su schermo ad alto contrasto. Come sappiamo, è sempre difficile far lavorare bene un proiettore in pieno giorno con tutte le persiane sollevate, ma la luminosità della macchina, la distanza di proiezione e soprattutto il tipo di schermo finivano col produrre un risultato gradevole. Nella sala suonava anche un impianto audio di cui ho notato solo una coppia di diffusori B&W Serie 7


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Su un divano, a disposizione degli ospiti, erano inoltre affastellati numerosi depliant illustrativi delle due macchine, utili per un successivo approfondimento tecnico di quanto visto. Terminato il caffè siamo stati invitati a scendere i gradini di una scala illuminata di blu e, giunti di sotto, a sederci. La saletta è bella, il trattamento acustico esteticamente appagante (poi scopriremo anche efficace) e il divano molto comodo. Giungiamo nel bel mezzo di una presentazione curata da quel mago di Francesco Aliotta, persona preparata, seria e disponibile la cui notoria caratura professionale non richiede di doversi ulteriormente soffermare. Ci avverte che, lato audio, la sala recentemente è stata completamente rinnovata (installando addirittura un pavimento galleggiante), per cui alcune calibrazioni ambientali effettuate con il Trinnov devono essere ancora aggiornate.


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La macchina proietta da un ripiano posto alle nostre spalle e produce una fiochissima luce spuria sul soffitto davanti a sé, in tipico stile DLP. Aliotta rileva che i moduli LED garantiscono prestazioni costanti sulle tre dominanti ed è dotata di colori che non si "siedono” rispetto alla luminanza del bianco, come invece accade alla stragrande maggioranza di proiettori DLP monochip: verificheremo in fretta che le cose stanno proprio così. Lo schermo è prodotto dalla californiana Elite Prime Vision’s. Si tratta del modello Darkstar 9 ad alto contrasto (tipologia perfetta per un DLP), con gain di 0.9 e certificazione ISFccc, ed è proposto in formato 21:9 con 3.2 metri di base (137 pollici), pur essendo utilizzato in 16:9 su base 2.40 metri per una superficie di 110 pollici: il produttore garantisce l'assenza di fenomeni di sparkling e di hotspot, oltre ad un ampio angolo di visione. A calibrazione avvenuta, sullo schermo sono stati misurati 75 nits. 

  
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Le fonti video sono un Oppo UDP-203 e un HTPC con installato il software madVR. (Ma anche da quelle parti sono in fervida attesa della messa in produzione di ENVY...) Un vero e proprio pezzo forte del set è costituito dal processore del marchio francese Trinnov, l'Altitude 16. Questo brand, che si è andato progressivamente affermando fino a costituire la punta di diamante del settore, fa della flessibilità e della estrema qualità di trattamento del segnale i suoi capisaldi. Strutturato come un HTPC e governato da un chip Intel i7, è dotato di entrate e di uscite che consentono di collegare praticamente qualsiasi macchina di cui si disponga, con decoding di materiale codificato in Dolby Atmos, Auro-3D e DTS:X, alimentazioni separate per il processamento e la sezione audio, rapporto di segnale disturbo superiore ai 118dB e risoluzione del DAC fino a 24 bit/192 Khz.

  
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Al Trinnov Altitude 16 è collegato un poderoso multicanale americano, completamente bilanciato, ATI AT4000 a 6 moduli per i canali frontali, tutti pilotati in biamplificazione. Si tratta di un finale dotato di doppio toroidale, che eroga per ogni canale 200 WRMS su 8 Ohm, ma ben 300 WRMS su 4, con uno slew rate di 60 v/µs e un SNR-A di 128 dB. Dunque, per via delle differenti impedenze accoppiato alle Wisdom eroga poco meno di 300 WRMS in gamma medio-alta (la parte a nastro) e ben più di 300 WRMS in gamma bassa (i woofer dinamici), mentre eroga i classici 200 WRMS sulle due sezioni del canale centrale. I restanti canali vengono pilotati da due finali canadesi Anthem MCA525, accreditati di 225 WRMS su 8 Ohm per ognuno dei 5 canali con un SNR-A di 120 dB, uno slew rate di 30 v/µs per un peso di 27,5kg.


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Per il comparto audio il set 5.2.4 utilizza speakers di tipologia e marche diverse. Il fronte principale è infatti composto da una coppia di altoparlanti stereo americani, i Wisdom Audio Sage L75, snelle ed eleganti torrette ibride con 48 pollici di emettitori planari magnetici (che coprono le 6 ottave superiori) impedenza di 4,5 Ohm e sensibilità di 95dB accoppiati a 4 woofer da 15 cm con impedenza di 3 Ohm e sensibilità di 91 dB (speaker nati, quindi, per essere biamplificati da finali che - peraltro - siano in grado di scendere molto di impedenza per poterli pilotare adeguatamente), con 200 Watt di potenza continua sopportata, un peso di 36 kg e 16.000$ di costo a cassa.


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Le voci sono trattate dallo speaker centrale di punta della canadese Paradigm, il modello Signature C5, un 3 vie e mezzo biamplificabile composto da 6 altoparlanti: un tweeter a cupola da 2,5 cm in berillio, un upper midrange da 10 cm cobalt-infused, 2 mid-woofer da 10 cm cobalt-infused, 2 woofer da 18 cm, sensibilità di 92 dB, tenuta in potenza di 500 W, impedenza di 8 Ohm per 36,7 kg di peso e circa 5.000€ di costo. Il solo fronte anteriore, quindi, ha speaker dal peso complessivo superiore al quintale.

 

La gamma ultrabassa viene riprodotta da 2 subwoofer appartenenti alla terza linea di produzione di un notissimo marchio americano, JL Audio, gli E112, con speaker da 12 pollici e finale in grado di erogare un picco di potenza di 1.500W. I due subwoofer sono stati disposti uno sul fronte anteriore ed uno su quello posteriore. Giustamente è stato scelto un modello privo di microfono e di routine di calibrazione ambientale, funzioni interamente demandate al processore Trinnov. Il costo, considerato il prestigio del marchio, non è proibitivo: circa 2.300€ l'uno. 


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Completano il set due speaker posteriori ad incasso a scomparsa Wisdom Audio P2i,  che dispongono di un magnete planare e due woofer ad ogiva, con 4 Ohm di impedenza e 86 dB di sensibilità, 140 watt di potenza di picco sopportabile; 2 ceiling rotondi ad incasso a scomparsa Wisdom Audio Sage ICS 7A ugualmente composti di una parte a nastro ed una dinamica, con una impedenza di 4,5 Ohm, una sensibilità di 87 dB e una potenza continua massima sopportata di 300 Watt; infine, un ulteriore paio di speaker ceiling anteriori ad incasso a sbalzo della tedesca Quadral, modello Phase 190, dei due vie con doppio woofer da 15,5 cm e tweeter da 2,5 cm in alluminio a cupola e tenuta in potenza di 110 WRMS ad 8 Ohm ed efficienza di 88dB.

 

Pagina 4 - Le misure con Calman 6 Ultimate


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Le misurazioni effettuate sul flusso luminoso prodotto dalla macchina hanno evidenziato 1.104 lumen al lordo della calibrazione. Il bilanciamento del bianco pre-calibrazione era un po' verdino ma, anche soltanto con la calibrazione su due punti, è stato semplicissimo arrivare alla perfezione, con "Delta E 2000" sempre inferiore a 2. Il rapporto di contrasto misurato in queste condizioni è di 910:1.


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Con lo spettrometro xrite i1Pro 2 e Calman 6 Ultimate, è stato riscontrato un 96,6% di copertura dello spazio colore DCI-P3 rispetto al 98% dichiarato, il che si spiega sia con l'incertezza di misura dello spettrometro di xrite, con la tolleranza di produzione e, soprattutto,  con lo schermo di proiezione. La figura dello spettro delle componenti RGB mostra senza dubbio le campane molto strette di rosso e blu e la campana più larga della componente verde ottenuta con i fosfori.


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La riproduzione dei colori è spettacolare, soprattutto dopo la calibrazione (del bianco e dei colori). Il Delta E 2000 prima della calibrazione è abbastanza alto, con incarnato che tende leggermente al giallo-verde, a causa del bilanciamento del bianco di fabbrica che abbiamo mostrato poco sopra. Con la calibrazione invece gli errori scendono ad un livello tale che risulta praticamente invisibile all'occhio umano percepire differenze rispetto al riferimento.  Ed ora passiamo alla visione...

 

Pagina 5 - Visione e conclusioni


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Rompe il ghiaccio "Animali Fantastici 2: i crimini di Grindelwald" (2018), eccellente opera girata con una Arriraw 6.5K, con master digitale in 4K e Dolby Atmos (il primo con traccia Atmos in italiano). Anche se il film ha un MaxCLL "dichiarato" (livello massimo di luminosità del contenuto) di oltre 3200 NIT, (in realtà si arriva ben oltre i 4.000 NIT) ci vengono mostrate solo parti difficili e piuttosto scure, che caratterizzano comunque la stragrande maggioranza del film ma dove normalmente i DLP danno il peggio di sé. Come preannunciato, la macchina non si "siede", restituisce immagini di grande qualità e dai colori brillanti anche nelle porzioni più buie delle inquadrature che ingrigisce pochissimo. Nel frattempo ad occhio appare una buona uniformità di quadro.

Si passa quindi a “Spiderman: un nuovo universo” (2018). In questo cartone animato digitale i colori sono ultravividi e il BenQ dà il meglio di sé. Non appare alcuna freddezza di quadro tipica di certe macchine, che trattano il segnale video con anodina precisione, rendendolo però esangue. Qui le immagini sono pulsanti e l’impressione che ne traggo è analoga a quella che mi colse la prima volta che vidi “Monsters”: colori densi e vivaci, un vero e proprio luna park per la vista e per l’anima! L’audio in Dolby Atmos, poi, colpisce. Lo speaker centrale, croce e delizia di tutti gli audiofili per via del wife acceptance factor, si rivela eccellente, sonicamente ben più grande di quel che è. Nella sparatoria i proiettili acusticamente attraversano la sala da una parte all’altra ma, come raramente avviene, se ne colgono perfettamente l’origine, il percorso e il punto di impatto! 


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Segue “Lucy” (2014) di Luc Besson, pellicola che ben conosciamo non solo in quanto non più recentissima, piuttosto grazie alla pervicacia di Emidio Frattaroli nel riproporla in ogni occasione: chi legge sa bene a cosa mi riferisca... Malgrado l'anzianità della pellicola le meravigliose immagini (girate con Arri Alexa XT Plus 2.8K, Red Epic 5K, Sony Cinealta F65 6.5K con master 4K) restano ultra-nitide. Mentre i “bravi” trascinano al pericoloso piano superiore la protagonista, i due sub svolgono un lavoro straordinario, scendendo enormemente e poderosamente senza però produrre quel caratteristico sgradevole “ululato mugulante” che sentiamo in tante, troppe installazioni nate solo per stupire i gonzi: insomma, ci viene trasmesso il pathos dell'azione senza obbligarci poi a subirne gli effetti acustici collaterali. 

Visioniamo poi “Aquaman” (2018), altra pellicola con colonna sonora codificata Atmos in italiano, girata con Arri Alexa Mini e SXT a 3.4K, purtroppo con master digitale a risoluzione 2K: in effetti qui le immagini sono meno nitide, ma essendovi la frapposizione dell'acqua nella maggior parte delle inquadrature, sarebbe forse stato inutile fare altrimenti. Più precisamente ammiriamo la scena del combattimento tra fratelli con i tridenti. Qui la fanno da padrone il clangore che producono e i rumori delle roteazioni: anche se, ancora una volta, colpisce avvertire distintamente il senso di direzionalità dei missili sparati dagli inseguitori. I sub sembrano leggermente uscire dalle righe (probabilmente - come detto - per la questione del nuovo pavimento galleggiante, che non era presente in sede di calibrazione), ma rimane quella meravigliosa uniformità di emissione sonora e al contempo di identificazione univoca delle direzioni dei suoni il cui merito mi sento senz'altro di attribuire al Trinnov.


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Con “Valerian e la città dei mille pianeti” (2017), anche questo girato da Luc Besson con Arriraw 3,4K e 2,8K, con un master digitale 2K, appare ormai chiaro che si produce ogni volta una leggera latenza in fase di aggancio dell'immagine, a molti di noi ben nota e rilevata su molte altre macchine: in questi casi, peraltro, è molto difficile capire a quali handshaking vada attribuita la colpa del ritardo. Aliotta lamenta il fatto che la macchina offra una capacità di gestione dell’HDR non estesa, ma il risultato visivo è invece semplicemente sorprendente: la colorata distesa marina del pianeta dalle fattezze oniriche (che ricorda le meravigliose copertine degli album degli YES disegnate da Roger Dean) e i corpi - per l'appunto - perlacei dei Pearls (le cui caratteristiche morfologiche richiamano quelle dei Na'vi, gli abitanti di Pandora di Avatar) appaiono con colorazioni piene, sature ma mai eccessive. L’HDR risplende al meglio.

Si passa a “The Meg”, tradotto in “Shark, il primo squalo” (2018), sempre girato in Arriraw 3.4K. Anche qui domina il colore caldo, fotografico, come se il bianco fosse stato calibrato su una temperatura povera di gradi Kelvin. I colori rimangono sempre intensi, vividi. La parte cinematografica termina con l’immancabile “Sopravvissuto - The Martian” (2015), di Ridley Scott, uno dei primi dischi UHD resi disponibili in Italia, da cui traggo le medesime impressioni di visione del precedente “The Meg”.


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L’evento si avvia a conclusione con la visione di "Live at Pompei", di David Gilmour, un bluray riprodotto con upscaling dall’Oppo. Di questo artista, da me molto amato, serbo un ricordo particolare, dopo averne visto un meraviglioso concerto a Roma. Ma quando ho udito risuonare in sala le prime note di “The great gig in the sky”, il pezzo più visionario e onirico dei Pink Floyd di tutti i tempi, interpretato da Clare Torry, la mia mente non riusciva ad evitare di tornare a pensare al compenso ricevuto per la registrazione da questa autentica cantante extraterrestre (30£), alla non menzione sul disco e al fatto che nel quasi mezzo secolo successivo nessuno è più riuscito a replicare la straordinaria estensione vocale dei suoi vocalizzi, che di volta in volta sono stati simulati in concerto "a pezzetti" da almeno tre diversi vocalist. Il brano scorre davvero piacevole, con voci naturali, presenti e vibranti, merito senz'altro del centrale e dei nastri delle Wisdom.

Ebbro dell'emozione suscitata, pensavo si fosse trattato della tipica clip di commiato. Controllo l’ora: sono le 13,30, e abbiamo superato di un’ora l’orario di chiusura del negozio. Mi meraviglio di come ancora non ci abbiano trascinato fuori a forza. Ma Aliotta insiste per farci vedere un’ultima cosetta “di Cristina D’Avena”. Dopo aver udito una delle interpretazioni musicali più mirabili della musica di tutti i tempi, il fatto ci sorprende, per cui ci guardiamo di sottecchi: nel frattempo gli ospiti della saletta erano diventanti 5. Per fortuna era solo uno scherzo, perché sullo schermo compaiono invece le immagini - credo - tratte dal bluray di David Foster & Friends, “The Hit Man returns” con Charice che canta lo standard “All by myself”. Ormai mitridatizzati da quelle belle immagini sature ma non affaticanti del BenQ ci concentriamo sul suono fantastico, naturale, coinvolgente, poderoso ma non sfrontato che viene riprodotto, forse anche grazie a quel mirabile set di speaker anteriori, Wisdom a nastro incluse.

Qui in alto, potete osservare un breve video con la presentazione dei due proiettori BenQ (X12000H e W11000H) a Bologna. Non ce ne vorremmo andare più, ma facendo leva su quel minimo di educazione che ci è rimasta in corpo facciamo finta di doverlo fare. Alla fine ci accontentano e ci riaccompagnano al piano superiore. Mentre cerco di raggiungere l’auto per andare a pranzo con mio figlio, sulla strada discuto amabilmente con Number13, un forumer di AV Mag presente in sala, possessore di un proiettore DLP (un Planar 8120), per commentare il bel prodotto appena visto. Mentalmente mi chiedo che altre macchine potrei acquistare con i circa 8.000 € di listino necessari per portare a casa questo top di gamma BenQ: beh, a spanne, mi sembra che le alternative con tecnologia LCoS sono due, ovvero il JVC DLA-N7 e il Sony VPL-VW570ES... 

Pro:

- Estensione del gamut a copertura del DCI-P3
- Nitidezza dell'immagine
- Colori vividi e al contempo corretti
- Generosa emissione luminosa
- Silenziosità del sistema di raffreddamento
- Possibilità di montaggio ad incasso
- Compatibilità con HDR10 e HLG
- Certificazione ISF
- Refresh di quadro verticale fino a 120 Hertz
- Ottica di qualità elevata
- Lente anamorfica opzionale per l'UltraWide 2.35:1

Contro:

- Rapporto di contrasto contenuto
- Ottica completamente manuale
- Assenza di memorie di quadro
- Inadatto ai sensibilissimi al "Rainbow" Effect
- Inadatto a chi non può fare a meno del frame interpolation
- Riproduzione della mappatura ad un pixel non ineccepibile

Per maggiori informazioni: www.benq.eu  -  audioquality.it/benq-x12000h