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Pagina 1 - Introduzione e caratteristiche
Sony è stata la prima azienda nel 2011 a lanciare sul mercato un proiettore a risoluzione 4K nativa; si trattava del VPL-VW1000ES e il prezzo di listino era di circa 23.000 Euro, molti dei quali per "colpa" di un obiettivo con prestazioni straordinarie. Nel 2013 arrivò il VPL-VW1100ES, sempre allo stesso prezzo e anche un aggiornamento hardware e software per "trasformare" il VPL-VW1000ES in VPL-VW1100ES (circa 2.500 Euro). Assieme al nuovo "top di gamma" Sony introdusse anche il VPL-VW500ES a "soli" 10.000 Euro: un modello con ottica, rapporto di contrasto e gamut meno "estremi". Nel 2014 arrivò il VPL-VW300 con qualche rinuncia (niente diaframma automatico e niente banchi di memoria per le ottiche motorizzate) ma con un taglio di prezzo sensibile rispetto al VW500, ovvero 3.000 Euro in meno. Mentre iniziavano le prime polemiche per la "tenuta" del rapporto di contrasto di alcuni prodotti, nel 2015 arrivano il VPL-VW320 e il VPL-VW520 con alcuni aggiornamenti mentre lo scorso anno arriva il VPL-VW550ES, con un significativo miglioramento nel rapporto di contrasto nativo e con il supporto ai segnali video HDR; subito dopo, con aggiornamento firmware, anche il VW320 e VW520 diventavano compatibili con i segnali video HDR. In occasione dell'ultima edizione dell'IFA a Berlino, Sony ha annunciato la nuova gamma di videoproiettori a risoluzione 4K nativa per applicazioni home theater, con l'annuncio di tre nuovi modelli: VPL-VW260ES, VPL-VW360ES e VPL-VW760ES. Le novità sono due: il modello "entry level" ha ora un prezzo suggerito al pubblico di 4.990 Euro, il che ha dell'incredibile. L'altra novità è il sistema d'illuminamento del VW760, di tipo ibrido laser + fosfori, con un prezzo suggerito al pubblico di 14.990 Euro. Il modello VW360 è simile al 320 ma stavolta con memorie sull'obiettivo e con diaframma automatico, sempre a 6.990 Euro. Il "model number" del nuovo entry level (ora si chiama 260) e il nuovo prezzo (4.990 Euro) farebbero pensare ad una riduzione di prestazioni rispetto al "vecchio" entry level (il 320) che costava ben 6.990 Euro. Ed è proprio questa la sorpresa: la verità è molto diversa da quello che sembra. Il mio primo contatto con il nuovo Sony VPL-VW260ES l'ho avuto martedì pomeriggio per preparare l'evento che ci sarà sabato 30 settembre. La saletta nel punto vendita Garman è quella più piccola (ma non troppo) ed è sempre in evoluzione. Stavolta ho trovato un trattamento ottico ancora più esteso, con pellicola di velluto nero sulla parete a sinistra, una pesante tenda di velluto nero sulla destra, oltre che nuove poltroncine in similpelle nera e un nuovo scaffale, nero anche questo. Nuovo anche il sintoampli Antem 1120 e la configurazione 7.1.2 in Dolby Atmos con un mix tra la nuova serie 7, serie 6 e surround Canton. In particolare troverete i frontali B&W 704 S2, centrale B&W HTM61 S2, subwoofer B&W PV1D, e surround + Atmos Canton AR400. Come schermo c'è sempre il "multiformato" Screenline con base da 2,6 metri e tela non bene identificata ma che, a giudicare dal gain, potrebbe essere la Diamond: cercherò di verificare. Come sorgenti ho trovato il nuovo e spettacolare lettore universale Oppo UDP-205.
Caratteristiche dichiarate
Pagina 2 - Calibrazione e misure in REC BT.709
Il proiettore purtroppo non è stato rodato e l'ho trovato soltanto con 4 ore di vita all'attivo. Le lampade modificano molto rapidamente lo spettro di emissione nelle primissime ore di funzionamento, per questo motivo sarebbe opportuno far "invecchiare" la lampada per almeno una ventina di ore. Meglio se le ore sono molte di più. Pazienza. Il Sony è sistemato subito più in basso rispetto all'Optoma UHD65 e a fianco di un JVC DLA-X5500. Dimensioni e finiture esterne sembrano identiche alla serie precedente. Due stavolta gli ingressi HDMI 2.0 compatibili HDCP 2.2 e HDR, purtroppo non alla massima frequenza di 18 Gbps: questa caratteristica si trova solo nel nuovo VPL-VW760 con sistema d'illuminamento laser che vedremo in anteprima nazionale a Bologna in occasione dell'Audiovideoshow. Ho trovato il proiettore in ottime condizioni, ben installato con il centro ottico non troppo distante dal centro dello schermo e bene a fuoco. Prima di tutto ho verificato le prestazioni in condizioni di default con segnali in alta definizione, selezionando le impostazioni predefinite "Riferimento", spazio colore "709", gamma "2.2", bilanciamento del bianco predefinito D65 e impostando la lampada a bassa potenza e spegnendo ogni tipo di algoritmo accessorio (riduzione del rumore, contrasto automativo e compagnia). In queste condizioni ho rilevato quasi 90 NIT al centro dello schermo che diventano 80 con la calibrazione fine del bilanciamento del bianco. Se consideriamo il rapporto d'aspetto del proiettore (1,89:1 e non 16:9) e il gain dello schermo, il flusso luminoso in queste condizioni dovrebbe essere di circa 1.000 lumen, più che sufficienti per riempire in "ECO" ben oltre i 3 metri di base. La prima ottima notizia è che il proiettore va benissimo anche in condizioni di default, senza toccare assolutamente nulla. Certo, il bilanciamento del bianco è appena "freddino" ma questo è normale per una lampada praticamente vergine. Il "bianco" tende ad "ingiallire" con il passare delle ore, quindi è normale che il bilanciamento del bianco predefinito D65 del Sony - come quello di tutti i proiettori in genere - abbia un po' troppa componente blu poiché con le ore andrà sempre meglio. Anche i colori sono molto buoni, con qualche piccola saturazione di troppo sul rosso. D'altra parte sono piccolezze quasi impossibili da rilevare ad occhio, senza strumenti. La seconda ottima notizia riguarda il rapporto di contrasto nativo: senza calibrazione ho misurato (con sonda EODIS3 rivolta verso l'obiettivo) e al netto dell'ambiente, ben 10.000:1 in default e quasi 8.000:1 dopo la calibrazione: un bel passo in avanti rispetto alla generazione precedente. La notizia meno buona è che non è possibile contenere il flusso luminoso poiché non c'è un diaframma, quindi gli 80 NIT rilevati al netto della calibrazione al centro dello schermo dovremo tenerceli tutti quanti. Con uno schermo da 2,6 metri di base a guadagno unitario, i NIT dovrebbero scendere a meno di 70... Se poi si salisse fino a 3 metri di base, il traguardo di 50 NIT sarebbe raggiunto senza problemi con la necessità di passare alla lampada in modalità "alta" dopo parecchie centinaia di ore. In REC BT.709, con materiale full HD, la qualità d'immagine è molto buona. Il DSP video del Sony fa un ottimo lavoro, sia per lo scaling a risoluzione 4K, sia per l'aumento del dettaglio delle immagini in movimento, alias "Motionflow". Dettaglio e risoluzione sembrano un miracolo a questo prezzo e il risultato è davvero apprezzabile. Sicuramente non vengono raggiunte le vette di risoluzione e dettaglio di un Sony VW1000 oppure di un JVC DLA-Z1 (per non parlare dei migliori DLP 4K). D'altra parte l'aumento di prestazioni in termini di risoluzione e dettaglio rispetto a videoproiettori con risoluzione nativa full HD e vobulazione (Epson e JVC) è molto consistente.
Pagina 3 - Calibrazione in BT.2100 e conclusioni
Prima di passare alla modalità HDR10 ho analizzato e calibrato anche la modalità HLG, ovvero lo standard "de-facto" delle trasmissioni televisive che sarà utilizzato soprattutto per gli eventi sportivi. In questa modalità il Sony si comporta egregiamente, a patto di modificare leggermente il gamma e alimentando la lampada ad alta potenza, arrivando quindi a 120 NIT sullo schermo a disposizione, che scendono a 114 dopo la calibrazione del bilanciamento del bianco. In default i valori del gamma sono troppo elevati e l'immagine è generalmente troppo scura. Se si modifica la voce chiamata "Contrasto HDR" passando da 50 (il dato di default) fino a 80, è possibile avere valori del gamma corretti fino al 70% per poi avere una compressione dinamica progressiva fino al clipping che arriva al 95%. Ho fatto una verifica con una breve clip di una partita di calcio in HLG: dopo la modifica di questo parametro le prestazioni sono ottime, la luminosità delle immagini è più che adeguata e soprattutto il clipping che arriva al 95% e non al 100% è invisibile, probabilmente perché in una partita di calcio bene illuminata dai riflettori di uno stadio la gamma dinamica non è poi così elevata... Da HLG ad HDR10 il passo sembrerebbe breve ma non è così. La curva del gamma "PQ" relativa all'HDR10 prevede valori di luminanza assoluti che valgono ben 10.000 NIT (diecimila!) con il bianco al 100%. Attualmente si utilizza solo una buona parte della dinamica a disposizione: la maggior parte dei contenuti sono "codificati" con un picco di luminanza che arriva solo ai 3/4 della dinamica a disposizione (75% circa del segnale in ingresso). Il problema è che solo i TV possono arrivare a simili livelli di luminanza, mentre per i proiettori il discorso è un po' più complesso. I primi ad utilizzare l'HDR nella proiezione sono gli amici di Dolby nelle poche sale Dolby Cinema (circa 120 in tutto il globo terracqueo). In queste sale si usano due proiettori laser della Christie in doppia modulazione, con un rapporto di contrasto nativo teorico di 1.000.000:1 (un milione a uno) e un picco di luminanza al centro dello schermo di 106 NIT (31 footlambert). Parlo di rapporto di contrasto teorico poiché dipende im massima parte da quello che c'è in sala: in Olanda è permesso spegnere tutte le luci, anche quelle delle uscite di emergenza: in questo caso il rapporto di contrasto è massimo. In altri paesi (USA e Spagna, quelli che ho visitato personalmente) le luci delle uscite di emergenza posso far crollare il rapporto di contrasto a livelli molto bassi, anche a meno di 10.000:1, comunque fino a venti volte di più rispetto a quanto è disponibile in una sala cinema tradizionale. Tornando alle applicazioni di "cinema in casa", l'utilizzo di un proiettore per riprodurre un segnale HDR10 ad alcuni potrebbe sembrare una forzatura ma non è così: basta operare un cosiddetto "tone mapping" di qualità, in modo da avere il miglior compromesso possibile tra la massima luminanza (io consiglio di non scendere sotto gli 80 NIT) e quello che "rimane" col 50% del segnale in ingresso: non scendere al di sotto dei 20 NIT altrimenti gli elementi chiave delle immagini (come gli incarnati) rischiano di essere troppo scuri. Detto questo, uno dei miei problemi è l'analisi di un proiettore home theater mentre riproduce un contenuto codificato in HDR10. Quello che vedete qui di seguito è solo un tentativo: ho inviato la mia proposta di come misurare la curva del gamma in HDR10 a Chris Chinnock, fondatore e Presidente di Insight Media (ecco una sua intervista a proposito di HDR) e spero di avere una risposta prima possibile. Nel frattempo, invito tutti a commentare questa proposta e a dare suggerimenti. Arriviamo quindi alla mia analisi di questo Sony VPL-VW260: nei due grafici qui di in alto, a sinistra c'è la classica curva di luminanza dove è possibile osservare i valori relativi ai livelli del segnale in ingresso: il clipping per segnali HDR10 a 1.000 NIT dovrebbe avvenire all'incirca al 75% (più precisamente al 76%). A destra invece c'è l'analisi dei valori del gamma ai vari punti di misura. In entrambi i casi ho inserito il "fondo scala" all'85% del segnale in ingresso che corrisponde ai 4.000 NIT, il massimo che oggi può essere trovato in alcuni contenuti. In entrambi i casi ho inserito come riferimento valori assolutamente arbitrari, frutti della mia esperienza e in modo che tra il 50% e il 75% ci sia la stessa "distanza" in termini di flusso luminoso che ho trovato nel Dolby Vision al Cinema. Considerando dimensioni e gain dello schermo, il proiettore dovrebbe generare almeno 1.300 lumen dopo la calibrazione. Lumen che sullo schermo con superficie "Diamond" da 2,6 metri di base della saletta Garman, si traducono in quasi 115 NIT. Però, in condizioni di default la luminanza al 50% è troppo bassa e infatti l'immagine è generalmente troppo scura. Per questo motivo ho alzato il valore di "Contrasto HDR" del Sony fino ad "80" con il netto miglioramento che vedete qui in alto. Il clipping arriva sicuramente prima del 70% ma la perdita di particolari sulle alte luci è trascurabile. Invece, dove più serve, il proiettore restituisce una immagine quasi perfetta viste le potenze in gioco, pienamente godibile e ben luminosa. Il valore di luminanza al 50% del segnale in ingresso ora è adeguato alle aspettative. Nella saletta di Spazio 2M a Milano dove potrete trovare lo stesso proiettore Sabato 30 settembre, ci sarà uno schermo da 3,2 metri di base con gain leggermente inferiore al valore unitario, motivo per cui il valore di luminanza a schermo dovrebbe essere di circa 56 NIT, ovvero quasi la metà. D'altra parte in quel caso il livello del nero - grazie allo schermo ad alto contrasto - sarà molto più basso: considerando l'adattamento che sarà operato dal sistema "occhi-cervello" è probabile che in un ambiente completamente buio quei 56 NIT siano comunque sufficienti. Anche su questo attendo vostri commenti. Veniamo infine al gamut in REC BT.2020 e al bilanciamento del bianco dopo la calibrazione. Il primo, se rasentava la perfezione in REC BT.709, stavolta non brilla per estensione, sopratutto sul verde dove c'è il maggior compromesso nella scelta dei filtri dicroici per avere più potenza luminosa a scapito della estensione della saturazione cromatica. Vi ricordo che il riferimento per estensione (il triangolo con lati più scuri e le "caselle" quadrate") evidenziano il gamut DCI-P3 del cinenema digitale poiché quello REC BT.2020 è in realtà ancora un mero contenitore: tutti i contenuti sono codificati avendo come riferimento l'estensione DCI e non quella 2020. In ogni modo, a parte l'estensione incompleta sul verde è da lodare la "fase" di questo colore primario a livelli di saturazione intermedi che "tiene" benissimo senza deviare verso le coordinate native. Buone anche le prestazioni sugli altri colori primari e secondari, con qualche "distinguo" sul blu che avrebbe bisogno di qualche punto di saturazione in più, ma non ci sono riuscito poiché, salendo troppo, arrivamo troppo presto al clipping. Ottimo il bilanciamento del bianco, con Delta E uv sempre al di sotto di 2. Dopo questa breve ma intensa prova, posso dire che il nuovo VW260 di Sony porta con sé alcuni netti miglioramenti rispetto al precedente VW320, nonostante il "nome" e soprattutto il consistente taglio di prezzo facciano immaginare. La potenza luminosa è rimasta pressoché invariata e anche il gamut. Il rapporto di contrasto nativo invece è aumentato di un buon 30%, c'è la compatibilità con HLG e prestazioni in HDR10 ancora più convincenti, il tutto con un proiettore che può vantare una risoluzione nativa 4K. Approfitto di questa anteprima per segnalarvi i prossimi due eventi che riguardano il nuovo proiettore Sony VPL-VW260 sabato 30 settembre: a Roma presso il Gruppo Garman e a Milano 2, presso Spazio 2M. Per informazioni e prenotazioni: Evento a Roma - Evento a Milano
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