Circuit City ha chiuso i battenti

sabatino pizzano 11 Marzo 2009, alle 14:39 AV Professional

Dopo oltre 60 anni di storia, Circuit City chiude ufficialmente tutti i propri negozi negli Stati Uniti al termine della liquidazione di oltre 1.7 miliardi di magazzino praticata durante l'ultimo mese e mezzo a seguito del recente fallimento

I negozi statunitensi della catena Circuit City non esistono più. A seguito della preannunciata messa in liquidazione della società americana di qualche settimana fa (vedi news) , un gruppo di quattro curatori fallimentari, preposti alla liquidazione dell'immenso magazzino, hanno di fatto terminato il proprio lavoro di "svuotamento" lo scorsa domenica, ben una settimana prima delle aspettative. Ed è così che, dopo oltre 60 anni di storia, sparisce dal palcoscenico americano uno dei più grandi colossi della distribuzione di elettroniche di consumo, il secondo in termini di grandezza in USA.

Sono oltre 1.7 i miliardi di dollari di beni che sono stati "liquidati" nel corso dell'ultimo mese e mezzo e sono circa 34 mila i dipendenti che di fatto si ritrovano ora senza occupazione e 6.5 milioni di metri quadrati di spazi immobiliari che diventano (per il momento) inutilizzati. I frutti di questa massiccia liquidazione verranno utilizzati per risarcire solo parzialmente sia i creditori che gli azionisti della società.

Per ulteriori informazioni sull'aspetto finanziario della vicenda: Associated Press

Commenti (8)

Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - Info
  • antani

    11 Marzo 2009, 14:50

    Che botta! La crisi si fa sempre più seria .
  • zoe

    11 Marzo 2009, 14:54

    mamma mia, ma qui sta chiudendo bottega mezzo mondo
  • m.massimo

    11 Marzo 2009, 15:50

    Circuit City ha realizzato perdite in sette degli ultimi otto trimestri. Insomma non è un fulmine a ciel sereno. La situazione economica gli ha dato solo il colpo di grazia.
  • jpjcssource

    11 Marzo 2009, 16:47

    Otto trimestri sono 2 anni e la crisi, in USA, è scoppiata nei primi mesi del 2007 con il primo grande shock nell'agosto dello stesso anno. Anche se in realtà quella è stata soltanto l'entrata nella fase più intensa che è peggiorata ulteriormente nell'autunno 2008, la classe media americana aveva già cominciato il suo declino finanziario da un pezzo.
    Semplicemente nel 2007 molti gettarono la spugna dicendo che non avrebbero potuto pagare il mutuo e li caddero le fette di prosciutto sugli occhi a mezzo mondo.
  • hmontanara

    11 Marzo 2009, 18:20

    Si ragazzi, ma da circuit city sono anni che c'erano più commessi che clienti. Io sono spesso a los angeles perchè ho un fratello che ci abita, e spesso andavo (da buon appassionato) da circuit city ed era una desolazione già 5 anni fa. Quello che non capisco è perchè continuiavano ad aprire mega store in ogni angolo se già quelli esistenti non lavoravano. Già nel 2006 nel mega store di el toro mezzo negozio era vuoto!!!! Poi nei store good guys, best buy, fries c'era il triplo di gente! Il motivo? principalmente l'incompetenza dei commessi (problema generale ma molto più accentuato da circuit city) e prezzi quel pelo più alti che ti fanno cambiare aria. Altro problema grosso è internet: ricordate che gli americani se comprano qualcosa al di fuori del proprio stato non pagano l'iva, il che non è poco. E gli store per esempio di NY costano anche molto meno, quindi 1+1....
  • Cosmopavone

    11 Marzo 2009, 22:17

    Originariamente inviato da: hmontanara
    Quello che non capisco è perchè continuiavano ad aprire mega store in ogni angolo se già quelli esistenti non lavoravano.


    E' un classico,e lo si sta vedendo anche qui in Italia nel caso di una famosa catena di videogames.
    Quando le cose vanno male si continua ad aprire nuovi punti vendita in maniera forsennata per camuffare le perdite
  • Trikkeballakke

    12 Marzo 2009, 09:15

    Se chiudono i produttori figuriamoci i servizi!

    Bisogna ritornare alla terra.....
  • grng

    12 Marzo 2009, 19:01

    Chi troppo vuole...
    La crisi si fa sentire, ma i primi a cadere in ogni settore sono quelli che hanno fatto il passo più lungo della gamba.
    Quando falliscono grossi gruppi dispiace sempre per i lavoratori che rimarranno senza lavoro

Focus

News